Inserito il 03/12/2007 alle: 12:57:59
Per dodici giorni la «voce» dei fedeli sveglia i quartieri. Poi via alla sfida dei falò.
Fonte: Il Mattino
Da qualche giorno i cittadini stabiesi vivono il risveglio con il tradizionale canto della novena dell'Immacolata. La voce di «Fratièlle e surelle», echeggia alle prime ore del mattino, nel periodo della cosiddetta «Dodicina», cioè, nei dodici giorni che precedono l'otto di dicembre in cui ricorre la festa dell'Immacolata Concezione. Il canto al sorgere del sole richiama in strada tutti i fedeli che, per voto o per devozione, sono pronti a sfidare il freddo dell’alba per raggiungere le chiese aperte per la recita del Rosario, che quasi sempre in questi giorni è accompagnata da una richiesta di grazie. Ogni giorno una «stella» dedicata alla Vergine, fino all’ultima, quella dell’alba dell’8 dicembre. Una festa non solo religiosa ma fortemente intrisa di aspetti folkloristici tipicamente stabiesi. Una tradizione, però, che negli ultimi anni ha perso le sue caratteristiche popolari lasciando spazio solo all'aspetto più contestato della festa: i falò. Quello che per gli stabiesi era fino a qualche anno fa un appuntamento importante nella vita cittadini, negli ultimi tempi ha assunto i contorni della polemica.raccontando che i falò sono diventati una prova di forza di quartiere. La storia della manifestazione è del tutto diversa. La tradizione più antica voleva che il giorno prima dell'8 dicembre ogni capofamiglia portasse nella propria casa un tizzone ardente o un po' di brace come segno di buona fortuna. Un uso che affonda le sue radici nella leggenda del naufrago salvato dalla Madonna e soccorso dai marinai che per riscaldarlo accesero un falò sulla spiaggia. Con il tempo la celebrazione ha sviluppato anche un forte, e oggi addirittura prevalente, aspetto laico. Da anni, la notte tra il 7 e l’8 dicembre, migliaia di persone si riversano in strada, in una città praticamente paralizzata, per osservare i fuochi che si accendono nei quartieri, da via Tavernola a Fontana Grande. Purtroppo il suggestivo spettacolo che attira in città anche gente proveniente da altri centri del Napoletano, si svolge senza alcuna garanzia per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, siano essi attori o spettatori della manifestazione. Di legalizzare il tradizonale appuntamento dell'8 dicembre portando i falò, autorizzati e a norma per garantire la sicurezza dei cittadini, sulla spiaggia si parla da tempo. Ma è un progetto che nei fatti stenta a decollare. Dunque, non resta che aspettare la festa e, anche quest’anno, incrociare le dita.