Inserito il 01/09/2008 alle: 12:21:49
Partito per la Norvegia e rientrato dalla Croazia.
La fortuna non è stata dalla mia parte e la Norvegia rimane una chimera. L'ho lambita, appena sfiorata, poi il cambio di rotta e di programma. Pochi giorni sotto il cielo di un azzurro intenso, a due metri dal mare; nulla più.
Problemi al motore. Lavorava male dal confine con la Svezia, appena entrati in terra norvegese. Laddove il tachimetro, non funzionante e costantemente fermo sullo zero, ha cominciato a singhiozzi a segnare alternamente velocità del tutto sballate. Al malfunzionamento del tachimetro corrispondeva un depotenziamento del mezzo. Il problema me l'aveva già fatto in precedenza ma poi sembrava risolto: il tachimetro non funzionava ma il motore andava.
Un episodio su tutti: il tunnel sul fiordo di Oslo; è un inferno; tutto di terza fino a 4000 giri ed oltre; e davanti a me un autotreno che fatica a sua volta a mantenere velocità in salita con pendenza dell'8%. Non ce la faccio a superarlo gli devo rimanere in coda prestando attenzione a non scendere di giri. E del tunnel non si vede la fine. Solo il regime di giri elevato mi consente di non fermarmi. I finestrini chiusi, il caldo che aumenta, il motore che strilla. Sudano le mani avvinghiate al volante; la sigaretta spenta stretta tra i denti non smorza la tensione. Il mezzo rallenta sempre più, i secondi non passano mai; ma il Ducato tiene duro; ogni attimo gli sussurro di non mollare; non proprio qui, non ora. "Dai, dai che ce la fai!". E proprio quando sembra sul punto di mollarci, ecco che s'intravede la luce; stiamo uscendo dal tunnel, un ultimo sforzo e come la prua di un sommergibile che affiora dal mare il nostro muso rivede la luce. E' andata. Finalmente accendo la sigaretta, abbasso i finestrini; ad accoglierci, un'aria è fresca ed il cielo limpido.
Poi i tre giorni di relax, con la speranza che il 'malanno' al motore sia passeggero, svanisca così come si è presentato. Ma così non è. Proviamo a rimetterci in marcia, improvvisiamo un nuovo itinerario: destinazione Sognefjord. Mi accorgo subito che il motore continua a lavorare male. Ciò nonostante ci provo, prendiamo la E16 e tentiamo la risalita. Inutile: pochi chilometri, qualche salita, un po'di curve. Ma il mezzo stenta. Ci fermiamo ad un distributore; chiedo se c'è un meccanico. Niente. Allora me ne faccio indicare uno nelle vicinanze. Raggiungiamo l'officina: chiuso. Per l'apertura bisogna attendere l'indomani. Ma "domani" è troppo distante. Non so stare con le mani in mano, rimetto in moto il Ducato e via, si comincia a scendere. L'indomani, in tarda mattinata, non senza difficoltà, raggiungeremo Rodbyhavn. La Norvegia, lasciata alle nostre spalle, è già lontana. Resta l'amarezza ed il rimpianto.