Colonia

Devo andare a Colonia per quattro giorni, in aereo, e una volta li non avrò molte possibilità di spostamento. Cerco qualche consiglio sul , dove andare, cosa vedere, cosa fare e cosa mangiare. www.regoleo.altervista.org

quote:Risposta al messaggio di moki e ricki inserito in data 05/02/2013  12:16:53 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>

> Grazie. Sei stata concisa e precisa. Interessanti i siti che mi segnali, che guarderò con calma. L'unico che non mi servirà purtroppo è quello sul carnevale,perchè andremo dal 20 al 24 e saremo già in quaresima. I nostri interessi sono abbastanza a largo spetro, ma poichè siamo grandicelli si possono escludere le attrazioni per i ragazzi. In particolare mia moglie ama tutto ciò che riguarda l'arte. Io invece tutto ciò che riguarda la tecnica. La passione per la natura e i paesaggi invece è distribuita in parti uguali. [8D] www.regoleo.altervista.org

quote:Risposta al messaggio di Roberto CG inserito in data 05/02/2013  18:16:25 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>

> Grazie anche a te, anche questa è una descrizione conciasa e preziosa. [:)] www.regoleo.altervista.org

quote:Risposta al messaggio di tommaso52 inserito in data 05/02/2013  19:26:07 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>

> Allora salutami mia figlia. E' li da sabato e andremo a trovare proprio lei. La prima cosa che l'ha colpita è il fatto che il biglietto del bus da Dusserldolf (da aeroporto a stazione, circa 50 km) a Colonia, gli è costato come l'aereo da Cagliari a Dusserdolf (circa €20,00 con Rayanair). [:D][:D][:D] www.regoleo.altervista.org

quote:Risposta al messaggio di tommaso52 inserito in data 06/02/2013  18:21:02 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>

> No per me è più semplice. Mia figlia lavora qui da noi in campo alberghiero, è li per imparare la sua quarta lingua e ci starà solo un mese. [:)] Con gli aerei me la cavo abbastanza. Per un periodo di circa sei anni ne ho preso uno alla settimana.[xx(] www.regoleo.altervista.org

quote:Risposta al messaggio di tommaso52 inserito in data 07/02/2013  16:13:37 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>

> Soprattutto "...e bere" a quanto mi riferiscono. [:D] Peccato, mi sarebbe piaciuto verdere il carnevale. Ero convinto che fosse un usanza latina e invece anche i freddi tedeschi ci danno dentro. [:0] Oggi fa un freddo becco anche qui (Cagliari). [xx(] www.regoleo.altervista.org

Per la serie "come è anadata a finire" ecco a voi la mia ultima ryanata. In passato per diverse volte abbiamo fatto il capodanno con lo stesso gruppo di amici, età media 25anni, salute e spensieratezza da vendere. La sbronza collettiva era d’obbligo e il divertimento assicurato. La formula era costante: trovare la seconda casa di qualcuno in un posto qualunque e passarci due giorni dormendo poco, mangiando e soprattutto bevendo. Un anno decidemmo di comune accordo che era giunto il momento di fare un ritorno alla civiltà. Prenotammo in un lussuoso ristorante, una botta di vita insomma, ci divertimmo lo stesso ma la libertà di quelle case fredde e disabitate ci mancò moltissimo e trovammo conferma della validità delle nostre scelte, che purtroppo si persero per sempre con l’incalzare della maturità. Con la stessa filosofia io e la mia compagna di viaggi e non solo, abbiamo preso l’abitudine di lasciare ogni tanto il camper parcheggiato a casa, prendere un aereo low cost e passare qualche giorno in punti diversi del continente europeo. Le chiamiamo le ryanate, dal nome della compagnia aerea Ryanair che le ha inventate. Il segreto è prenotare parecchio tempo prima, scegliere una sistemazione alberghiera, anche questa low cost e non far molto caso a qualche scomodità. In questo modo abbiamo già visitato Londra e Madrid, sta volta invece siamo andati a Colonia. Va detto che Koln di per se non vale un viaggio, nemmeno se a basso costo. Ha una pregevole cattedrale ma è una meta da comprendere in un itinerario di più ampio respiro, di quelli da farsi col camper appunto. Questa volta però c’era un valida scusa, nostra figlia si è presa colà una vacanza studio per imparare la lingua e noi siamo andati a trovarla. Come sempre nei miei racconti di viaggio cercherò di illustrarne come lo abbiamo fatto, piuttosto che quello che abbiamo visto, perché per questo ci sono delle ottime guide turistiche scritte molto meglio. Ryanair riesce a far volare begli aerei a basso costo sfruttando diversi trucchi. Il principale è quello di farli viaggiare sempre pieni grazie appunto al basso costo dei biglietti e uno dei secondari è quello di utilizzare scali aeroportuali secondari, in modo da ridurre gli oneri di decollo, stazionamento e atterraggio. Il nostro volo quindi è partito da Cagliari, che non è certo uno degli aeroporti italiani più trafficati e terminato a Weeze, uno degli aeroporti periferici di Dusseldorf. Le condizioni sono queste: non c’è possibilità di fissare un determinato posto in cabina, se non pagando un sostanzioso aumento e si può portare un solo bagaglio a mano, delle dimensioni di cm 40x20x55 e peso massimo di kg 10. Quindi niente borsette, borselli, zainetti, ecc. A meno che, anche qui, non si voglia pagare un altro balzello. Per il resto i viaggio è scomodo e snervante come qualunque altro viaggio aereo, ovvero chilometri a piedi all’interno degli aeroporti, lunghe file ai check in, umilianti spogliarelli ai metal detector, ecc. Sottostare a queste scomodità permette però di percorrere 2.800 chilometri a € 60,00 a testa (a/r). Arriviamo verso le 17 il volo è stato tranquillo, solo le bianche vette delle Alpi spuntavano da un fitto e monotono tappeto invernale di nuvole. Ci aspettano due ore di autobus, per coprire 80 km fino a Dusseldorf (alla faccia dello scalo periferico) e altri 40 fino a Colonia a € 21,00 a testa. Alice ci aspetta l terminal, ancora venti minuti di tram e metropolitana e arriviamo alla nostra magione tedesca. Lei per il suo mese di permanenza ha preso una camera presso un appartamento, in coaffitto con altri giovani. Per noi invece ha scovato un mono locale arredato, con cucinino. E’ una soluzione diversa dal solito albergo a buon mercato, che ci darà più libertà e la possibilità di confezionarci le cene, mentre per i pranzi saremo sicuramente in giro. Queste formule sono sempre più diffuse in molte città d’Europa, quelle italiane comprese. Il primo impatto è quasi sconvolgente, ingresso, scale e ascensore, sembrano quelle di uno stabile di Berlino Est ai tempi del muro, vale a dire sporche e riccamente decorate di graffiti. Ma l’appartamentino è, se non di lusso almeno pulito, confortevole e soprattutto generosamente riscaldato. Tutto sommato meglio della sistemazione londinese, dove l’ingresso dell’hotel era un lungo corridoio illuminato da inquietanti luci rosse o da quella madrilena messa non molto meglio. La mattina seguente ovviamente ce la prendiamo comoda, aspettiamo la figlia e andiamo in centro coi mezzi pubblici. Di questi non si può dire che bene, veloci, silenziosi e decorosamente puliti. Una volta raggiunto il centro la figlia ci lascia per andare a scuola di crucco e noi ci lanciamo alla scoperta della prima meraviglia, il famosissimo Duomo di Koln. Si tratta di una delle più maestose costruzioni gotiche esistenti, per la verità austera e tetra ma di indubbio spettacolo, è la più alta di Germania e la terza al mondo. Ci hanno messo seicento anni a finirla, tant’è vero che è stata ultimata solo nel 1880. Al suo interno sono custodite le ossa dei Rè Magi, trafugate a Milano da un certo Federico Barbarossa. In serata, riunita nuovamente la famiglia, ci rechiamo al museo della cioccolata, che si trova sulla riva del Reno in un bel edificio in parte antico e in parte moderno. Oltre alla storia del cacao, alla sua commercializzazione nei secoli fino ad arrivare ai nostri giorni, e alla descrizione dettagliata di tutte le sue proprietà nutritive, si assiste al processo produttivo, con tanto di assaggini. Colonia nel complesso è una città moderna, non perché non abbia storia, ma perché durante l’ultima guerra è stata bombardata a tappeto, subendo le stesse sorti di altri storici siti tedeschi come Berlino e Dresda. Però ha avuto anche qualche colpo di fortuna, come il ritrovamento durante gli scavi della metropolitana di ricchissimi reperti romani. Di questi c’è accanto alla cattedrale un museo da non perdere, che visitiamo il secondo giorno. Alice scambia qualche battutaccia con uno scorbutico guardiano. Mi stava indicando una targa recante delle descrizioni, posta su un basso gradino, col piede. L’energumeno, convinto che la stesse calpestando, la sgrida. Lei si scusa, ma gli dice seria e guardandolo negli occhi quello che stava in realtà facendo. Il tizio fa per continuare, ma a questo punto una triplice occhiataccia lo zittisce definitivamente. Sarà solo un impressione o qualche preconcetto, fatto sta che talvolta certi tedeschi usano toni e modi di fare molto irritanti, che d’altra parte li hanno resi abbastanza antipatici in tutto il mondo. Col passar del tempo e per vendetta ci divertiamo a distruggere qualche mito: tutti i tedeschi parlano inglese, falso, nemmeno gli inglesi (che pure possono vantare ormai la più conosciuta del mondo) sono più così attaccati alla loro lingua e tutto è tradotto in francese, spagnolo, tedesco e spesso anche in italiano. Qui, in un importante museo a livello europeo, la maggior parte dei cartelli descrittivi è solo in tedesco. La serata la trascorriamo per negozi e con il classico giro in bus turistico. Caso più unico che raro, ci viene fornita un audio guida in italiano, ma la traduttrice confonde “alla vostra destra” con “alla vostra sinistra” ne consegue un curioso disorientamento con tanto di torcicollo. In serata ci avviamo verso casa, la macchinetta automatica dei biglietti del tram è guasta (non sarà né l’ultima, né la penultima volta, un altro mito che crolla) ma decidiamo di rischiare, visto che si tratta solo di poche fermate. La nostra figlia poliglotta dice “se arriva il controllare lasciate parlare me, lo farò in francese, così non facciamo fare la solita figura di m…a agli italiani”. La neve che ha cominciato a venir giù ieri sera oggi è copiosa. Dal nostro sottotetto dopo la colazione lasciamo cadere qualche briciola sulla grondaia, per sfamare merli e passeri. Per ragioni già accennate Colonia turisticamente non offre moltissimo e per l’ultimo giorno decidiamo di andare a visitare Aquisgrana. Un treno locale a dispetto del suo rango si rivela comodo e silenzioso. La campagna innevata scorre veloce alternandosi alle fabbriche di una delle zone più industrializzate del mondo. Aachen, così si chiama Aquisgrana in tedesco, ha origini antichissime, ma divenne famosa solo dopo che un grande, anzi a il Grande, ne fece la sua città prediletta. Si trova ai confini tra Germania, Belgio e Olanda, ma Carlo Magno venuto poco dopo i romani e accentratore come loro, unificò l’Europa prima ancora che questi Stati sapessero di esistere. Il centro storico è grazioso è ha qualche pezzo pregiato in più rispetto a Colonia. Il duomo è molto più piccolo ma non certo meno bello. Nato romanico e finito gotico, ha un interno bizantineggiante, dichiaratamente copiato dalle chiese di Ravenna, con tanto di volte riccamente mosaicate. Per consacrarlo Carlone fece venire il Papa in persona, stiamo parlando dell’ottocento circa d.c. quindi non ci impiegò solo due ore di volo come noi. Nel pomeriggio visitiamo il museo Couven, una casa borghese dove sono stati ricostruiti gli ambienti in voga a cavallo tra ‘700 e ‘800. Bellissima la farmacia del padrone di casa situata al piano terra e interessante un ambiente rivestito con una collezione di ceramiche. Un giro nella vicina piazza del Rathaus (municipio) e poi rientro. La neve è ancora più abbondante, vista dalla grande vetrata del nostro monolocale ma l’aria e l’umore sono quelli del ritorno. Sono stati solo tre giorni, cinque se contiamo quelli di andata e ritorno, ma non per questo saranno meno ricordati e avranno un posto più buio nel nostro ormai fornito carnet di viaggi. www.regoleo.altervista.org

quote:Risposta al messaggio di tommaso52 inserito in data 26/02/2013  21:52:33 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>

> Ne sono convinto che tre giorni siano stati pochi, amo vagare per l'Europa e prima o poi ci tornerò. Ieri i compagni d'appartamento di mia figlia (un colombiano e una tedesca) le hanno chiesto che cosa ne pensasse del risultato elettorale italiano. Lei ha risposto: "Penso che quasi quasi resterò qui" [:D][:D][:D] Complmenti per le foto. www.regoleo.altervista.org