Inserito il 09/02/2015 alle: 23:47:19
Da Anita e Michele - 9Feb15 – Aggiornamento n.30 dall’ OMAN !!
Carissimi che ci seguite, il nostro programma di viaggio puo’ ritenersi “Compiuto” !!
Da ieri stiamo felicemente “calpestando” il suolo dell’Oman !! La meta che ci eravamo prefissati di raggiungere, mesi fa, sia pur con qualche difficolta’ ..ma poche, poche, e’ stata raggiunta! Siamo felicissimi, di trovarci in un ambiente a noi, piu’ congeniale.
Vi dico subito che psicologicamente ci sentiamo rilassati. Forse anche fisicamente !
Questo splendido paese ci ha accolti, come sapevamo, con simpatia e disponibilita’. Corre sottile, un’affinita’ con il comportamento del popolo iraniano, pur con caratteristiche diverse che a volte e’ sorprendente. A chi non e’ prevenuto, sempre e comunque a prescindere, suggeriamo di venirlo a visitare. Sia come Paese che come popolo. Certo, non ha la stessa Storia dei discendenti di Dario e Serse, ma penso che chi e’ un vero viaggiatore, debba saper valutare ed apprezzare tutto cio’ che un luogo sa offrire.
E poi, riteniamo che, come molti amici hanno scritto, bisogna “sentirsela”, avere la predisposizione ad osare. Amare anche la polvere, purche’ ti schiuda il mondo!
Alla nostra eta’ , ormai, solo la salute puo’ fermarci.
Fatte queste premesse e scusandomi se ho urtato qualche suscettibilita’,(ma non penso) passo a narrarvi quel che abbiamo fatto, aggiungendoci anche alcune informazioni, forse non da tuti conosciute.
Diciamo pero’ subito che ieri mattina, dopo alcune riflessioni, abbiamo deciso di rivoluzionare le mete. Vi avevo annunciato che saremmo partiti per la bella Penisola del Musandam (che come sapete, e’ una “enclave” staccata dall’Oman) ed invece abbiamo preferito, lasciarla al ritorno e partire per l’Oman vero e proprio. Infatti vi sto scrivendo da “Muscat” la bella capitale di questo paese.
I motivi sono principalmente due e forse anche tre. E ve li spiego.
Il caldo, il Carnet ed il Visto di ritorno per l’Iran.
Il caldo. Da informazioni ricevute da alcuni amici che erano gia’ in Oman, come Christine, la bella francese in giro con i figli, con la quale ci eravamo salutati a Dubai, 6/7 gg. fa, ma ne avevo accennato anche io in precedenti aggiornamenti, il caldo, laggiu’ ( e non solo) era gia’ tosto e si faceva sentire. Era quindi preferibile, partire per le visite per prima nelle zone “hot”.
Il Carnet. Da altre info, venivo a sapere che alla frontiera fra Emirati e Musandam, non timbravano il Carnet ed io avevo il tassativo obbligo, all’uscita del paese, di avere timbro e firma su questo documento.
Diciamoci molto chiaramente, per entrare negli Emirati Arabi Uniti, (ed in Oman),anche se si legge diversamente, il Carnet, non lo conoscono, non te lo chiedono e fanno pasticci, se glielo sottoponi. Come e’ successo al mio, ma poi.. vi spiego.
E’ purtroppo l’Iran in questo nostro viaggio, l’unica nazione a pretenderlo e quindi devi farlo, ma se venisse abolito dai persiani, si potrebbero attraversare e visitare tutti questi paesi, senza il costoso Carnet.
In ultimo il Visto. Come sapete, l’Iran nel concedere il Visto, rilasciato sia a Milano che a Roma, non chiede piu’ la lettera d’invito, ma dovendo noi richiederlo nuovamente a Muscat, per tornarcene a casa (essa, non concede piu’ per turismo, il multiplo, pur avendolo chiesto) era preferibile, passare quanto prima a farlo (non sappiamo ora, in quanti giorni ce lo rilasceranno, spero pochi e fra 2 giorni, o forse domani, ci arrivera’ da Teheran, il codice, che avevamo gia’ predisposto, prima di partire dall’Italia) e poi essere liberi di poter visitare l’Oman.
Bene, sulla base delle riflessioni di questi 3 fattori, abbiamo deciso di rivoluzionare il viaggio.
Siamo quindi partiti per il confine di Hatta. Questa dogana in cui si esce dagli Emirati e si entra in Oman e’ il posto di confine piu’ vicino a Dubai, da dove partivamo noi, ma e’ anche il “confine” piu’ singolare che abbiamo mai attraversato.
Esso ha una conformazione confinaria/territoriale, particolare, in modo che l’automobilista della prima volta, come noi, proviente da Dubai, passa 2/3 ceck control, ma non sa mai in che paese si trova. E’ da ridere, ma e’ cosi’ e vi spiego.. (nel frattempo.. su, su, gambe levate e correte ad aprire Google Earth o Maps, cosi’ vi rendete meglio conto di quel che scrivo e seguirete con maggior cognizione, come si snoda il confine.
Dunque. Alla prima linea di confine, per capirci, quando si esce dagli Emirati e si entra in Oman (sempre provenendo da Dubai), vi e’ un posto di controllo, in cui chiedono il passaporto. Tu pensi che lo timbrino ed invece nulla. Resti un po’ perplesso e chiedi che ti timbrino almeno il Carnet e questi ti guardano come se fossi un marziano. Caspita,dico ad Anita, ma questo viaggio ci ha cosi’ stravolti? Boh.. Cmq fanno cenno sbrigativamente di proseguire, anche perche’ la coda, suona. Aggiungono pero’ dont worry (non preoccuparti) piu’ avanti ci penseranno. Ok, pensiamo noi e proseguiamo, sperando che di li’ a poco o pochi centinaia di metri piu’ in la’, essendo entrati in Oman, ci sia la dogana omanita. Macche’ , nulla per 38 km !.. al che’ cominci a preoccuparti. Oddio ed il.. carnet?
Dopo 38 lunghi km, altro ceck control, perche’ qui per un “ricciolo” della linea confinaria, rientri negli Emirati e stranamente ti richiedono ancora il passaporto,(ma tu non sai dove ti trovi, perche’ e’ tutto deserto intorno e cartelli non ce ne sono ! Chiedi allora in che paese ti trovi e ti rispondono Emirates. Boh.. pensi tu, ma non ero uscito km fa? Vabbeh almeno qui non mi contesteranno nulla, perche’ visto e carnet sono ancora validi.
Anche qui, non timbrano nulla e la tua adrenalina comincia ad alzarsi ancora di piu.. ah! ah!
(nel frattempo, ridendomela sotto i baffi, dicevo ad Anita di prepararsi a lavare quanti piu’ piatti potesse, perche’ una volta in Italia, ci sciroppavano il camper ah! ah!
Ti fai, quindi, altri 10 km circa ed arriva il 3° ceck control.
Qui ti affianchi a destra e vai a piedi, ad uno sportello in un quasi Container. Al nostro turno, ci guardano e ci chiedono: dov’e’ il camion? Diciamo che non siamo camionisti ed allora ci indicano di proseguire piu’ avanti. Dopo 1 km ancora, ci avviciniamo a 3 gate e qui che, realizziamo, si esce veramente dagli Emirates, perche’ vediamo che a quelli davanti a noi timbrano il passaporto.
Quando tocca a noi, presento i 2 passaporti ed il Carnet e questo Signore in tunica bianca, immacolata, mi rifiuta sia pur delicatamente il Carnet, facendo il gesto di riconsegnarmelo. E no eh, penso io e gli dico, Sir,ma questo Carnet chi me lo timbra? Mi risponde che non lo sa e mi fa anche capire che non sa cosa sia e che comunque non e’ compito suo. Perbacco, penso ,qui siamo messi male. Gli dico allora di non timbrarmi i passaporti e di riconsegnarmeli e chiedo se posso parlare con un suo Chef, in qualche ufficio.
Acconsente, mi riconsegna i passaporti e mi da’ un nominativo a cui rivolgermi.
Entriamo i questo enorme edificio con aria condizionata da polmonite, chiediamo di quel nominativo e dopo un po’ arriva un Signore elegante, sempre in tunica, ma stavolta marrone, al quale facciamo presente il problema.
Annuisce e ci dice: ma perche’ siete arrivati fino al gate finale? Gli rispondo, molto diplomaticamente e col sorriso che i suoi colleghi, non sono molto preparati e che alle nostre varie richieste, ci rispondevano con vaghezza e non conoscenza del documento.
Allora ci dice di riprendere il camper e tornare indietro di un km e di rivolgerci alla palazzina Custom che si trova a sinistra.
Rimettiamo in moto il camper e ritorniamo dietro di un km. Spegniamo il motore ed entriamo negli uffici. Anche al distinto Signore che ci riceve, spieghiamo il problema. Ci dice di attendere, facendoci segno di accomodarci.
Dopo pochi minuti arriva un poliziotto che ci chiede di consegnargli il Carnet, ma di attendere li’. Glielo consegniamo e costui va via. Ritorna dopo un quarto d’ora con un solo timbro su di un altro foglio, integro, non sul foglio sul quale siamo entrati a Dubai. Gli dico che non va bene e che hanno commesso un errore. Chiedo di andare in Ufficio ed una volta davanti all’autore del Mistake, gli chiedo di mettermi il timbro qui, in alto e di ritirare l’altro pezzo di foglietto di carnet che era ancora attaccato al blocco e di ridarmi indietro quel foglio che si era tenuto prima. Fa, come gli dico (a dimostrazione che brancolano nel buio e non conoscono il doc). Saluto e vado via un po’ sudato.
Esco dal gate di prima e mi timbrano anche i passaporti. Siamo finalmente fuori dagli Emirates. (Chissa’ che succedera’ al rientro.. Michele, tieniti forte !)
Facciamo ancora qualche km ed arriviamo alla frontiera/dogana dell’Oman. Molto piu’ semplice. Visto per un mese (circa 50 euro a testa, come l’Iran) ed assicurazione del mezzo, per un mese (25 euro)da farsi in uffici diversi dello stesso edificio.(Negli Emirates il visto per un mese e’ gratuito, per noi italiani e l’assicurazione (min. 14 gg, 25 euro)
Non mi chiedono nessun Carnet, (a dimostrazione che non serve) ed entriamo quindi in Oman.
Ora desidero,raccontarvi degli episodi, capitatici il primo giorno, per farvi conoscere questo popolo omanita. Adesso siamo a Muscat, ma stamattina, a Shinas,un paesino sulla costa dell’Oceano Indiano, dopo aver parcheggiato, sono entrato nel grande Mercato del pesce. Adocchio 2 bei pagelli e li acquisto. Il venditore, me li pulisce e poi faccio il gesto di pagare. Mi dice subito: Welcome !! rifiutando il denaro. Insisto, ma niente. Lo ringrazio, e come compenso, visto che guardava insistentemente il camper, lo invito a vederlo. Contento e felice, ha voluto fare una foto con me.
Faccio qualche km e scendo a comperare il pane. Un Signore molto distinto che lo stava acquistando anche lui, mi chiede da dove provengo. Rispondo che arrivo dall’Italia. Alla domanda se ho viaggiato “on the road” rispondo di si. Iniziamo a parlare e molto affascinato del nostro viaggio, si rivolge all’altro Signore piu’ giovane a fianco a lui, evidentemente un suo collaboratore o aiutante, facendosi dare un fogliettino di carta ed una penna ed annota sullo stesso il suo numero di telefono ed il suo indirizzo di Muscat, consegnandomelo e dicendomi che se avessi bisogno, di recarmici per acqua, doccia e di poter sostare anche col camper all’interno della sua villa. Non avevo parole dalla sorpresa. Uno per me sconosciuto, che invita un altro sconosciuto, mettendo a disposizione la sua villa. Proprio come succede da noi.
Arriviamo verso Al Khaburah, sempre sulla strada costiera e ci fermiamo per il pranzo. Parcheggio in un acciottolato, davanti ad una grossa area di una casa. Preparo la griglia per cuocere i pagelli,mettendomi in modo che sia riparato da un tenue venticello che mi avrebbe spento il fuoco della griglia stessa. Mentre preparo, vedo furtivamente due donne che guardano il camper, dopo che altre persone si erano avvicinate, chiedendoci provenienza e se eravamo arrivati via terra con quel mezzo.
Passano pochi minuti e due bei bimbi, si presentano a noi, con un sacchetto di Datteri (l’Oman e’ grosso produttore di datteri) ed un caschetto di banane e fanno il gesto di consegnarcelo. Li prendiamo e vediamo le loro mamme compiaciute ch ci dicono che e’ un loro benvenuto.
Siamo commossi e ringraziamo, ma non e’ finita. Stavamo gustando i pagelli, quando sentiamo bussare alla porta del camper. Era un Signore anziano che parlava solo in arabo, ma che anch’egli ci offriva una bottiglia di acqua minerale, portando inoltre con se una grossa caffettiera e due bicchierini, offrendoci di degustare, alla fine del pranzo, il loro caffe’ e regalandoci un’altra busta di ottimi datteri. Alla fine, appuriamo che era il nonno di quei 2 bimbi.
Tutta la famiglia c’invita a casa loro. Il figlio piu’ giovane che parla inglese, ci fa da interprete e poi traduce per i parenti. Ringraziamo e dopo un po’ partiamo.
Proseguiamo per un po’ di km e giunto a Barka’, finisce il gas. Mi rivolgo cortesemente al primo che sta passando in auto. Si ferma, gli indico cosa ho bisogno e chiedo dove posso trovarlo. Pensa un attimo e poi mi dice di seguirlo. Si fa circa 8 km di strada per accompagnarmi in una fabbrica, dove caricavano le bombole che per 4 euro mi fa il pieno. Cosa si puo' dire di piu?
Anche stasera ho fatto tardi. Christine, la francese, ci aveva scritto che ci avrebbe aspettato a Muscat. Abbiamo girato per Mutrah, ma non siamo riusciti a trovarla (lei viaggia senza internet, senza gps .. spartana al massimo ecc, ecc..
Ci ha scritto una email, dicendoci solo: quando arrivate gridate Chriiiiistiiiiine.. Eggia’.. come se fosse facile trovarla con un grido. Domani la scoveremo.
Ora siamo nel grande parheggio sterrato, di fronte alla bella spiaggia in cui siamo stati l'anno scorso. Arrivera' anche lei, ne siamo sicuri.
Una felice buonanotte dal favoloso Oman
Michele e Anita!!