Inserito il 14/09/2009 alle: 12:15:49
Riporto la mail che ho inviato al Comune di Stintino e all'ufficio di Promozione Turismo della regione Sardegna.
Ringrazio vivamente l'amministrazione di Stintino per le particolari attenzioni prestate affinchè le bellezze naturalistiche del suo territorio siano liberamente fruibili dalle persone disabili.
Mi riferisco ai pietroni che sono stati posti a chiudere l'accesso della stradina che conduce alla caletta di Coscia di Donna, circa trecento metri prima di arrivare al mare, costringendo il parcheggio nello spiazzo antistante ed il raggiungimento della cala un' impresa assai dificoltosa.
Le mie particolari difficoltà motorie non mi consentono di frequentare litorali sabbiosi, per cui cerco di raggiungere il mare in luoghi dal terreno compatto, o con bassa scogliera.
Nella zona di Stintino queste caratteristiche si trovano, non certo alla Pelosa, Pelosetta o le Saline, bensì a Cala Coscia di Donna, che oltretutto trovo paesaggisticamente superba, sopra e sott'acqua, e, almeno fino a questa estate, facilmente raggiungibile.
Ora invece quaesta fruibilità mi è stata preclusa, e, cosa che ritengo ancora più grave, non solo nel periodo clou di affollamento turistico (mese di agosto), ma per tutto l'arco dell'anno. Bisogna considerare che lo spiazzo, se così vogliamo definirlo, in cui si riesce a parcheggiare, in realtà è il letto rinsecchito di un'area paludosa, o per lo meno fangosa nei periodi umidi, in una zona incustodita in cui eventuali malintenzionati non hanno alcuna forma di controllo.
Mi sorge il dubbio che la manovra ostruttiva sia stata messa in opera per impedire, o per lo meno ostacolare la sosta nella zona, con lo scopo di dirottare i bagnanti ai parcheggi a pagamento delle spiagge già citate. Ma a nessuno è venuto in mente che commercialmete la mossa non crea alcun vantaggio? Già, perchè la proporzione numerica dei frequentatori di Coscia di Donna, rispetto a quelli delle altre spiagge, è ridicola, e del resto gli “aficionados” di questo tipo di litorale difficilmente si riversano in alternativa su litorali sabbiosi ed attrezzati.
O è per impedire il campeggio libero? Rispetto alla consistente massa di camper che girano l'isola, chi si avvicina a Coscia di Donna è una quantità infinitesimale.
Ma per vietare il campeggio non si può vietare l'accesso in assoluto. Esistono altre zone nella stessa Sardegna in cui il campeggio nei parcheggi delle spiagge è vietato: la sosta è consentita solo nelle ore diurne, la sera i camper vanno nelle aree attrezzate, ma durante il giorno possono sostare e fruire del mare esattamente come le auto, in qualsiasi tipologia di litorale.
Piccola nota a margine. Lo stesso strattagemma dei pietroni sulla strada di accesso è stato utilizzato anche nella piccola zona costiera fra i Villaggi “Le Saline” e “Pischina Salidda”, dove si trova lo scheletro di una costruzione non ultimata (non conosco il nome della località), Qui non esistono neanche possibilità di fermarsi sulla strada principale, perchè stretta e priva di spiazzi.
In questo caso mi sorge il dubbio che a breve venga fagocitato da uno dei due villaggi confinanti, oppure che se ne crei un terzo, destinato, anche questo, a restare desolatamente deserto per 11 mesi all'anno.
Sarebbe opportuno prestare un po' più di attenzione per chi ha difficoltà a raggiungere la costa a piedi, e per chi viaggia fuori stagione: che sia in camper, o che alloggi in case o alberghi, al mare dovrà pure arrivarci...
Distinti saluti
Anna Agostini - Bologna
Ho volutamente restare sul vago riguardo al fatto che utilizzo il camper, perchè non ho la pretesa di fare necessariamente sosta libera. Io concepisco l'area di sosta non come un campeggio, ma dove un luogo dove sostare (appunto) per passare la notte, per usufruire di servizi di carico scarico, o come sorta di "parcheggio custodito", per poi muovermi durante il giorno.
Certo, campo lo stesso, posso sempre andare altrove, ma credetemi, ci si rimane male
Ciao Anna