Inserito il 25/07/2009 alle: 19:20:32
Il mare è sempre più malato
Scritto da GIOVANNI VERDUCI - Il Quotidiano della Calabria 6/05/2009
REGGIO CALABRIA - Per i delfini pare proprio non esserci più spazio nelle acque calabresi. I dati, diffusi sul web dal ministero della Salute, sulla balneabilità del mare calabrese non lasciano
spazio a dubbi di sorta: le nostre acque non sono più ne tanto azzurre, ne tanto chiare. La mappa stilata dagli esperti del ministero parla chiaro, lungo le coste calabresi sono molto numerosi i punti in cui vige un divieto di balneazione per inquinamento. Il monitoraggio è effettuato in tempo reale e si riferisce alla stagione balneare che sta per aprirsi in maniera ufficiale. Il quadro che emerge dalle tabelle del ministero è sconfortante. Su 150 punti di rilevamento nessuno di questi ha evidenziato la balneabilità, solo in pochi casi cambiano i motivi che sono diversi da quelli dell’inqui - namento. Da Catanzaro a Reggio Calabria sono tutte note dolenti. Non c’è un tratto di mare finito nella lente d’ingrandimento dei tecnici del ministero della Salute a salvarsi. Così, a Botricello 200 metri in località Fiume Crocchio non sono balneabili per inquinamento; a Gizzeria 580 metri in località Lido Sant’Antonio non ci potrebbe fare il bagno; lo stesso a Lamezia Terme (nei tratti compresi, solo per fare un esempio, fra la foce del fiume Amato a quella del fiume Bagni). In provincia di Cosenza, poi, solo per per citare alcuni casi, problemi si evidenziano anche ad Amantea, a Belvedere Marittimo, a Cetrano, a Corigliano Calabro, a Diamante, a Fuscaldo, a Paola, a Roseto Capo Spulico, a Scalea e a Praia a Mare. Scorrendo la Calabria verso sud, poi, si evince che nemmeno Crotone è messa bene.ACirò Marina, dove la zona del porto è dichiarata non balneabile per motivi diversi dall’inquinamento, la fascia costiera della zona industriale è off limits. A Cutro il bollino rosso è stato apposto sulla spiaggia di Caterisano ed alla foce del fiume Tacina. A Vibo Valentia, poi, soffrono Briatico, Filogaso, Nicotera, Pizzo e Zambrone. Se Catanzaro, Cosenza e Crotone “piangono”, Reggio Calabria non sta certamente meglio. Dalla fascia tirrenica a quella locridea, passando per le spiagge del basso ionio reggino e del capoluogo di provincia, le tabelle stilate dal ministero della Salute mettono in evidenza una serie assai lunga di negatività. L’analisi, per quanto attiene la provincia di Reggio Calabria, parte da Bagnara dove circa due chilometri, a sud del torrente Praia Longa, non risultano fruibili ai bagnanti. A Bianco, invece, i metri sono 800 e si trovano nei pressi della località identificata come camping Ionio blu. A Brancaleone il divieto riguarda quasi tre chilometri di costa. Soffrono anche Palmi (1136 metri in località scogliera, ma per motivi non legalità all’inquina - mento), San Ferdinando, Villa San Giovanni e Lazzaro di Motta San Giovanni. Lungo la fascia costiera della città di Reggio Calabria, infine, è davvero difficile identificare una zona senza restrizioni. Da Archi a Pellaro Lume, comprendendo anche la zona centrale della città, è tutto un susseguirsi di divieti per inquinamento. E’ importante specificare, infine, che i dati presi in esame fanno parte integrante del progetto "Osservatorio Acqua e Salute". “Un programma - come si legge sul sito del ministero - per gestire in maniera integrata i dati di monitoraggio delle acque, in modo da consentire una corretta valutazione del rischio sanitario e un'adeguata sorveglianza delle patologie associate alle acque”.