Ieri mi sono fermato, dopo tante volte che l'ho sfiorato percorrendo l'autostrada, il borgo di Pontremoli. Che piacere. La piazza principale senza boutique o agenzie di viaggi o banche o negozi di telefonini. Al loro posto botteghe semplici ed essenziali, di vita quotidiana, che sembrano rimaste immobili da decenni. Le insegne luminose quasi inesistenti, molte invece quelle fatte a mano: semplici tavole con scritte e disegni. Il castello un vero labirinto ed austero, ieri aperto con mostra di steli preistorici di pietra. E di pietra anche i ponti, acqua che scende dall'Appennino: il Verde, il Magra. L'aria freddina e chiara di fine settembre che, chissà perchè, esalta e disegna bene il paesaggio medievale. E vedi pellegrini e artigiani, boscaioli e frati, incappucciati.
Libri lasciati in cassette per le vie per il libero onesto scambio. Le viuzze, le case collegate da semplici archi, smorzano il vento.
E da qualche parte, ancor più perduta lassù tra le colline, c'è Grondola, dove abita, forse, se la vita non l'ha portata via, una mia cugina, anche lei fuggita dalla metropoli, preferendo forse il silenzio e la pace. E' incredibile: pur avendo un po' del mio stesso dna, sono più di quarant'anni che non la vedo: non ho il coraggio di aggiornare la mia memoria, cercarla, salire lassù. Forse un giorno.
Saluti.
pilao
Modificato da pilao il 29/09/2008 alle 22:44:46