Pubblicato:
15/03/2010 da
Marino2
Periodo:
03/02/2010 - 04/03/2010
(29 giorni)
Non specificato
Erano ormai anni che la Patagonia mi frullava nella mente, ma per impegni lavorativi, dovendo effettuare il viaggio nella stagione invernale, non mi era mai stato possibile dare atto al mio desiderio, e finalmente è arrivato il momento di compiere questo viaggio.
Dopo mesi passati a preparare il viaggio, e trovata anche un'altra coppia di amici, grandi viaggiatori, che si uniscono a noi, e prenotati voli e due camper, finalmente arriva il grande giorno della partenza, il freddo pomeriggio del 3 febbraio ci imbarchiamo da Torino su un volo per Roma, dove alla sera prenderemo l'aereo per Buenos Aires con successiva coincidenza per Ushuaia. Il tutto per un viaggio di 34 ore tra voli ed attese negli aeroporti, a Roma incontriamo gli amici, arrivati da Venezia, e tutto procede senza intoppi sino a destinazione.
Arrivati a destinazione, dopo una notte ristoratrice in albergo, al mattino prendiamo possesso dei camper ed iniziamo il lungo viaggio che ci porterà sino a Buenos Aires, il primo impatto con questa parte del mondo è piacevole, nonostante il vento fortissimo (che mai mancherà) ed il freddo abbastanza pungente, ma la giornata di sole, e la bellezza delle montagne circostanti, spruzzate di neve, nonostante la stagione estiva, ci appaga e ci rende allegri.
Terminate le pratiche burocratiche, la prima meta è in un supermercato per acquistare cibo e quanto necessario per la vita in camper, dopodichè iniziamo un giro turistico della cittadina, con visita all'ex Presidio di Ushuaia dove all'inizio del secolo scorso vi era un carcere militare ed ora riconvertito in museo.
In serata raggiungiamo il Parco Nazionale Lapataia (dove termina la ruta 3 che inizia da B.A.) che è stato mezzo distrutto dai castori, introdotti nel sito dall'uomo, per costruire le dighe secondo la loro natura, bei luoghi anche se non eccezionali.
Dopo aver pernottato nel locale campeggio, molto spartano, all'indomani iniziamo il viaggio in camper verso nord, con puntatina, voluta dal mio amico, ad una estancia ancora più a sud di Ushuaia, abitatata da persone di origine inglese ed ormai dedite, invece che all'allevamento di pecore, al turismo, con possibilità di andare con gommoni a visitare una colonia di pinguini, cosa che non ci è possibile fare causa la pioggia insistente.
Dopo aver dormito in questo luogo, che nonostante il tempo inclemente è di un certo fascino, riprendiamo il viaggio, buona parte dei percorsi dei primi giorni saranno su "ripio" - così chiamano le strade non asfaltate - dove se non si vuol sentire il mezzo che sembra smontarsi, occorre procedere ad una velocità non inferiore agli 80 km all'ora, e comporta una tecnica di guida abbastanza particolare: evitare frenate brusche e le correzioni di traiettoria con il volante avvengono... per scivolata, e non immediate, ma ci si abitua presto ed è pure divertente.
Ci dirigiamo verso il Cile per raggiungere Torre del Paine e dopo una estenuante coda con una moltitudine di persone, parte dentro gli uffici, parte in coda all'aperto sotto un vento fortissimo, riusciamo dopo un paio d'ore a varcare il confine. Per fortuna il caos era solo nella frontiera argentina, in quella cilena in pochi minuti si completano le pratiche, strade naturalmente non asfaltate ed il viaggio prosegue. Arriviamo a Punta Arenas, bella cittadina cilena con un bel lungomare dove ci fermiamo a pernottare, vi è un grande monumento a Magellano, dimenticavo di scrivere che con i camper abbiamo attraversato lo stretto omonimo, per fortuna con tempo ottimo, pare che le correnti siano particolarmente forti in caso di tempo perturbato.
Il Cile, per quel poco che ho avuto modo di vedere, mi è sembrata una nazione più ricca dell'Argentina, forse dovuto anche all'estrazione di petrolio, e si nota un certo benessere. Lasciata Punta Arenas, abbiamo il primo incontro ravvicinato con una colonia di pinguini sulle rive di un fiordo dell'oceano Pacifico: sono simpaticissimi e non hanno alcun timore di noi umani. Il vento fortissimo ci flagella sempre, ma è comunque piacevole il tour a piedi di un paio di km per visitare questa colonia e scattare le prime foto di questi simpatici animaletti.
Partiamo nuovamento per raggiungere Torre del Paine dove arriviamo e uno spettacolo meraviglioso si presenta ai nostri occhi: non vi è una nuvola - cosa assai rara - e il massiccio si presenta in tutta la sua bellezza. All'indomani faremo un percorso di 14 km a piedi per avvicinarci un pò, mentre i nostri amici, abili scalatori, impiegheranno 12 ore di cammino per portarsi ancora più vicini. Lasciamo con dispiacere questi luoghi per dirigerci verso il Perito Moreno e rientrare in Argentina. Sino ad El Calafate viaggiamo da soli, avendo lasciato gli amici al loro trekking, molto più lungo del nostro, con l'accordo di reincontrarci nella cittadina ai piedi del ghiacciaio. Così è, e dopo una mezza giornata di shopping in questa località molto turistica ci avviamo a visitare il ghiacciaio. E' un vero spettacolo della natura, di tanto in tanto si sentono dei tonfi nell'acqua, sono dei blocchi di ghiaccio che si staccano e precipitano nel lago, vi è un ottimo sistema di passerelle per poterlo vedere da diverse angolazioni ed altezze e facciamo pure il giretto in battello.
Alla sera torniamo nuovamente al campeggio di El Calafate e nella passeggiata serale ci rechiamo ad una festa locale con cantanti e complessi rock, sempre con una temperatura di poco superiore allo zero. Nei lunghi spostamenti da un luogo ad un altro percorriamo centinaia di km nella steppa patagonica, sempre uguale ma pur sempre affascinante. Ogni tanto vediamo guanachi, simili ai lama, nandù, simili agli struzzi, armadilli, e naturalmente pecore e cavalli, e vento che ti costringe sempre a continue correzioni di rotta per le spinte laterali che ti dà.
Ormai siamo ad un'altra meta sognata, il Fitz Roy ed il Cerro Torre, montagne difficili e conquistate da scalatori italiani. Ci fermiamo un paio di giorni e ci dedichiamo ad un paio di trekking, il primo giorno abbastanza breve, dove mia moglie a causa del vento perde il cappello e non lo recupererà più, ed il giorno successivo di quasi 20 km con adeguato dislivello, ma pur con la fatica è stata una bellissima esperienza. Ogni volta che si lasciano questi luoghi dispiace, anche perchè non si sa se si tornerà a vederli. Il viaggio prosegue ed avendo avuto notizia dai locali della strada molto dissestata in direzione nord, preferiamo allungare il percorso di circa 300 km per percorrere strade asfaltate puntando a sud per poi risalire con la ruta 3 nazionale. Il traffico è scarso, solo sulla 3 si incontrano molti autocarri, ma il sorpasso non presenta problemi.
Dopo un paio di giorni viaggio arriviamo nei pressi della foresta pietrificata. Per raggiungerla occorre fare una deviazione di 100 km tra andata e ritorno su strada sterrata piuttosto brutta, ma ormai siamo vaccinati e ci andiamo. Serata bellissima nel campeggio poco distante, unici clienti, e all'indomani pronti a recarci a visitare il sito: un tempo da lupi, vento fortissimo, pioggia violenta, ma non desistiamo, andiamo a fare il giro, torniamo bagnati come dei pulcini, nonostante il goretex, e dobbiamo cambiarci da capo a piedi prima di poter riprendere il viaggio. Bella la foresta, ma dato il tempaccio non vi è stato modo di gradirla molto.
Proseguiamo il viaggio, tra distese infinite di pianure selvagge. Raggiungiamo Commodoro Rivara e ci fermiamo poco prima, lungo il mare di una frazione della città. Alla sera temporalone. Il giorno dopo, attraversando la città, vedremo il disastro: è stata alluvionata a causa di una collina sabbiosa alle spalle delle case, con la pioggia il fango si è riversato nelle vie provocando gravi danni, sapremo poi che vi sono stati 3 morti nelle case alluvionate.
Proseguiamo con destinazione Punta Tombo, dove vi sono oltre 500mila pinguini. E' uno spettacolo vederli, la spiaggia stracolma di loro che entrano ed escono dal mare, le colline intorno pieni di loro nidi e loro sempre in attività. Unico neo la forte puzza, che nonostante il vento è presente.
Proseguiamo poi per la penisola Valdes, dove troveremo leoni di mare, foche, elefanti marini ed altri pinguini, tutto bello ed interessante.
Puntiamo ancora a nord ed intanto la temperatura è salita e cominciamo ad incontrare le prime spiagge piene di bagnanti e cittadine a prevalenza balneare turistica. Ormai non manca più molto alla destinazione finale, ed arriviamo finalmente a Buenos Aires, bella città con palazzi austeri e con grattacieli modernissimi. Le vie del centro sono affollatissime, più che a New York, andiamo a pernottare in un campeggio a Tigre sul Delta, ma è allagato, allora optiamo per un centro commerciale: dopo aver chiesto il permesso, ci indicano dove fermarci, assicurandoci di un controllo anche notturno, gentilissimi. Il giorno dopo giro in barca sul Delta del Paranà, con vegetazione tropicale, ed intanto il caldo si fa sentire. Alla sera ci trasferiamo presso la sede del noleggiatore, dove passiamo la notte, ed al mattino lasciamo i mezzi che ci hanno accompagnato per 22 gg.
Il giorno dopo, preparati i bagagli, ci trasferiamo all'aeroporto per destinazione Cascate Iguazu, altre luogo incantevole, neanche da mettere in paragone alle Niagara Falls, molto più imponenti queste.
Capatina dal lato brasiliano, per vederle da diverse prospettive, e ritorno la sera dopo a Buenos Aires, dove bighelloneremo per 2 gg. prima di prendere l'aereo per l'Italia.
Il viaggio è stato interessante ed ha risposto a ciò che erano i nostri desideri di conoscere gente e luoghi.
Gli argentini ed i cileni sempre gentilissimi a fornire spiegazioni, anche il noleggiatore (www.andeanroads.com), pur non disponendo in Argentina di mezzi pari ai nostri, ma comunque con un'ottima motorizzazione Mercedes, ci ha dato due mezzi validi che non ci hanno dato problemi, si è dimostrato corretto e preciso.
Come sicurezza non vi sono mai stati problemi, anche in caso di pernottamento in sosta libera, nei ristoranti si mangia benissimo con poca spesa e la vita in genere costa meno che da noi, il prezzo del gasolio è circa la metà del nostro.
Chissà non mi venga la voglia di ritornare da quelle parti...
Chilometri percorsi in camper 6.300 di cui circa 1300 di strade sterrate, ore di volo complessive circa 34.