Pubblicato:
03/12/2009 da
Paolo Ortenzi
Periodo:
16/10/2009 - 18/10/2009
(2 giorni)
Non specificato
Week End tra Toscana ed Umbria (16 – 18 ottobre 2009)
Equipaggio: Yael, navigatrice, cuoca, mia moglie; Paolo, guidatore, uomo di fatica, marito di Yael; Gazit, aiuto cuoca, amica di mia moglie.
Veicolo: Joint Z 360 immatricolato ad aprile 2009 preso a noleggio.
Roma, Venerdi 16 ottobre
La mia è una famiglia di campeggiatori. Ricordo fin da quando ho memoria di aver trascorso le vacanze assieme ai miei dapprima in tenda e poi in roulotte, permettendoci anche alcuni memorabili (per l'epoca...) viaggi all'estero.
Mia moglie si è appassionata ai viaggi in camper quando gliene ho parlato, nell'ormai lontano 2001, al punto che affittammo per la prima volta un camper, un CI Elliot, per il nostro compleanno (lo facciamo a pochi giorni di distanza l'uno dall'altra...) per una gita in Toscana, regione che nell'immaginario di mia moglie è la sua preferita.
Con l'arrivo di Gazit da Israele, una amica di mia moglie dai tempi delle scuole superiori, abbiamo deciso di regalarci dopo tanto tempo un week end per la metà di ottobre.
Dopo alcune ricerche, individuiamo un centro per il noleggio dei camper vicino Pomezia. In realtà il mezzo scelto era un Rollerteam, ma quando arrivo per noleggiarlo scopro che lo hanno venduto il giorno prima! Il titolare del punto di noleggio, molto gentilmente mi offre di noleggiare un mezzo di categoria superiore allo stesso prezzo del Rollerteam.
Espleto tutte le pratiche e venerdi sera ritiro il mezzo, che ha un aspetto magnifico, e lo parcheggio davanti casa.
Yael e Gazit cominciano a riempirlo con i vestiti, il cibo e le suppellettili necessarie, io completo la dotazione con il mio navigatore satellitare e scopro che nonostante il mio Garmin Nuvi 250 non abbia lo schermo molto grande, il parabrezza del Fiat Ducato della motrice permette di collocarlo comodamente sia per l'impostazione dei comandi che per la visualizzazione.
Siamo tutti eccitati e contenti, ed quando arrivo a casa trovo anche mio padre, vecchio caravannista e, per breve tempo, anche camperista, contento come mai: si vede che vorrebbe venire con noi, e non è detto che, in futuro, non succeda.
Il pensiero va a mia madre, scomparsa pochi mesi fa, anima logistica per decenni di tutte le nostre spedizioni sia in tenda che in roulotte che trovava sempre il modo di farci mangiare e dormire confortevolmente.
Le operazioni di carico vengono rallentate dall’allegra visita dei miei nipotini, che esplorano il mezzo in ogni più recondito e nascosto angolo divertendosi come matti e strappandomi la promessa che la prossima volta li porterò con me e la zia in camper.
Finalmente, verso le 19:30 partiamo e scopro con sommo disappunto che mia moglie si è dimenticata il latte per la colazione del mattino e, cosa ancor più grave, la carta igienica. Ci fermeremo più volte scoprendo che gli autogrill ed i distributori di benzina non vendono questo articolo, specialmente di venerdi sera.
Imposto la nostra prima destinazione nel navigatore, l'area di sosta di Spello, e finalmente partiamo.
Il mezzo è confortevole, la marcia silenziosa, e la posizione alta riduce la fatica di guida. Mia moglie si sistema di dietro con Gazit, che non ha mai viaggiato in camper ne in roulotte, a
chiacchierare. Questo è il bello del camper: si è a casa anche in movimento.
Imbocchiamo la A1 direzione nord fino ad Orte, poi usciamo sulla superstrada e proseguiamo fino alla diramazione della superstrada per Cesena, che prendiamo in direzione est. Ci fermiamo per la cena verso le 21:30, in un ampio piazzale di un distributore, poco prima di Perugia, che ha come attrattiva un piccolo zoo di animali locali.
Il Joint Z 360 è molto scenografico, ma pian piano rivela qualche pecca. Il meteo ha detto che il week end sarà caratterizzato da temperature rigide e da vento freddo. Il riscaldamento funziona bene nella zona della dinette, ma quando vado in bagno per lavarmi le mani, dalla bocchetta relativa non esce un filo di aria calda, per cui nella toilette si gela se si lascia la porta chiusa.
Altra scoperta quando ci sediamo nella dinette: i divani sono stretti, mancano almeno una decina di centimetri, e mia moglie ed io non riusciamo a sederci confortevolmente fianco a fianco e si che non siamo dei colossi!
Ricordo improvvisamente una recensione di una rivista di camper proprio sul Joint, un Z 350, dove avevano lasciato intendere proprio questo problema. Sono curioso, a questo punto, di sentire mio zio, camperista di lunga data e proprietario di un integrale della Adria, se nella sua dinette ha lo stesso problema oppure no.
La cucina funziona una meraviglia ed il frigo anche. In men che non si dica, nella sera buia in un piazzale sconosciuto al centro dell'Italia, ceniamo in allegria con una pasta al sugo preparata magistralmente da mia moglie Yael.
Il tempo di rassettare, e siamo di nuovo in viaggio. Non devo preoccuparmi dell'acqua e del carburante, perchè il camper mi è stato dato con il pieno di tutto.
Viaggiamo veloci nella notte, superiamo Perugia e prendiamo quel braccio della superstrada che passa sotto Assisi e ci porta a Spello. Alle 11:00 circa raggiungiamo l'area di sosta camper di Spello, vicino allo stadio, che troviamo facilmente grazie alle indicazioni.
Nel buio della notte tutto è pace e tranquillità: c’è un solo camper a farci compagnia. Ci attrezziamo per la notte e facciamo i letti. Mia moglie insiste per non aprire nemmeno una fessura sulle botole del tetto, per paura che entri freddo. Gazit fa la sua usuale doccia serale, non rinunciandoci nemmeno in viaggio e nemmeno per una sera.
Metto il riscaldamento al minimo e ci ficchiamo sotto le coperte.
La mansarda, purtroppo, non è riscaldata, ed un po di condensa si avverte verso i piedi del piumone.
Siamo stanchi morti per cui ci addormentiamo lo stesso.
Il letto della mansarda non è dei più confortevoli, e per trovare una posizione stentiamo, sfavoriti dalla poca ampiezza del letto matrimoniale.
Spello, Sabato 17 ottobre
Il mattino porta dei problemi, Mia moglie è già sveglia, e mi dice che Gazit non è riuscita ad usare correttamente il bagno e lo ha riempito completamente.
Non c'è latte, per cui bisognerà attendere di fare tutte le faccende, risolvere il problema del bagno e poi cercare un bar ed il minimarket più vicino.
Per ripristinare il Thetford devo aspettare un bel po': un signore casertano, con famiglia composta di moglie e tre figli, sta facendo CS prima di me, si è posizionato sulla vasca di scarico vicino alla fontanella e ci impiega una vita per compiere tutte le operazioni. Finalmente si toglie e constato che il Thetford è si pieno ma il sistema è ingegnoso e non da adito a perdite sgradite e poco igieniche quando lo sfilo dal suo alloggiamento per svuotarlo.
In 5 minuti il bagno è di nuovo fruibile per tutti.
Ho pianificato il percorso in base al meteo, visto che minaccia pioggia per tutto il week end, ed in base ai chilometri inclusi nella tariffa di noleggio, per cui ci sposteremo seguendo il sole, o quanto meno la mancanza di maltempo.
Non piove, ma su Spello incombe una spessa coltre di nubi grigia.
Spostiamo il camper in un altro parcheggio (li NON è consentita la sosta notturna ai camper!), vicino all’entrata della cittá, e ci avventuriamo dentro Spello.
L’antica Spellum è un paese fondato dai Romani, cosa evidente sin dall’entrata in cittá caratterizzata dalla porta di accesso di chiara fattura romana, che si arrampica su un’alta collina. E’ sabato, ma Spello ci appare ben diversa dallo spettacolo animato che ci aveva offerto nel settembre di due anni prima: è silenziosa e ci sono poche persone in giro.
La strada serpeggia verso l’alto tra le graziose case nel tipico tufo chiaro, tra vicoli adornati di piante e cancelli in ferro battuto da dove occhieggiano gil sbuffi d’erba dei giardini.
Sulla piazza principale troviamo un bar dove, finalmente possiamo fare colazione con un bel cappuccino e dei cornetti ancora tiepidi. Il bar, inoltre, ha un grande giardino retrostante che offre, specialmente in estate, una bellissima vista sulle dolci colline umbre attorno a Spello.
Seguendo il viottolo principale, si arriva finalmente in cima alla collina, dove dal belvedere si puó ammirare la piana di Assisi che si apre davanti al viandante. Se la giornata è chiara e si ha un buon binocolo, od un buon paio di occhi, si possono osservare le bianche mura della cittá di S. Francesco sulle colline distanti che si ergono sulla destra, sovrastate dalla mole del Monte Subasio.
Decidiamo che è il momento di muoverci, visto che nel pomeriggio è prevista piogga sull’Umbria, e riscendiamo verso il parcheggio dove abbiamo lasciato il camper, tralasciando la visita all’altra spettacolare porta romana presente a Spello, la Porta di Venere, immortalata nella nostra precedente visita.
Raggiunto il camper, le solite verifiche (botole chiuse, frigo commutato su energia elettrica, finestre chiuse etc. etc…) e poi si parte alla volta di Perugia.
Giá alla prima uscita per il centro di Perugia troviamo i sintomi di un gran traffico, con la Polizia che gestisce un gran afflusso di auto tutte dirette verso la stessa meta: l’annuale fiera Eurochocolate, che è anche il motivo per cui ci stiamo venuti anche noi.
Seguiamo i consigli che troviamo sui cartelli indicatori ed usciamo alla Madonnina Alta.
Ci ritroviamo, dopo un bel giro di strade, tangenziali e rotonde in costruzione, in un parcheggio accanto ad una fiera con tanto di giostre.
Apprendiamo che per raggiungere Eurochocolate bisogna prendere una metropolitana che collega diversi quartieri perugini.
I quadri luminosi ci consigliano di acquistare i biglietti sia per l’andata che per il ritorno da Eurochocolate, non sappiamo perché del consiglio ma lo seguiamo e scopriremo, piú tardi, che
abbiamo fatto bene.
La metro di Perugia è monobinario e completamente automatica, con vagoncini simili a quelli di una teleferica di montagna privi di guidatore che si inerpicano nella cittá.
Quando arriviamo alla fermata di Eurochocolat, cioè al capolinea, dobbiamo salire innumerevoli scale mobili, che ci catapultano in mezzo ad un bailamme di bancarelle, mentre ci accolgono delle mucche violette in plastica di una nota casa di cioccolato svizzero.
Al primo banco ci fermiamo e Yael ed io compriamo, alla “modica” cifra di 4 euro l’una, due crescione alla Nutella. Cioè l’impasto della piadina fatto lievitare e riscaldato mente viene farcito
con la deliziosa crema di cioccolata alla nocciola.
Vista la spesa, il crescione farcito è il minimo che ci serve per sopravvivere al vento ed al freddo presente nelle vie del centro di Perugia. C’è cioccolato in tutte le forme ed in tutte le salse, ma complessivamente Eurochocolat è una delusione e non ripetiamo l’esperimento di comprare qualche cosa perché ci sembra tutto iperprezzato, oltre alla noia di file interminabili che ci sono per fare qualsiasi cosa.
Quando le labbra e le mani virano verso il blu cianotico, decidiamo di averne abbastanza di Eurochocolat e cerchiamo di tornare verso il camper.
Sfortunatamente qualche altro migliaio di persone ha avuto la nostra stessa idea, e ci troviamo imbottigliati per un’ora e mezza in una estenuante fila per raggiungere le scale mobili che portano alla metropolitana leggera.
I visitatori vengono fatti affluire a scaglioni: il sistema, pur avverinistico, non è fatto per un afflusso cosi alto di persone ed è andato in saturazione.
Quando dio vuole raggiungiamo il camper ed accendiamo il riscaldamento, che ci restituisce un colorito piú compatibile con lo status di esseri viventi che non di stoccafissi congelati.
Yael e Gazit preparano un rapido pasto e ci riposiamo un pó prima di ripartire.
Dobbiamo fare spesa, ed il Garmin si rivela prezioso, indicandoci nei suoi POI (Point Of Interest) l’ipermercato piú vicino.
L’ipermercato, nel frattempo, ha cambiato nome, ma è li, identificabilissimo. Putroppo non sono altrettanto identificabili, mentre scende la sera, le vie di accesso ed i posti dove un camper puó parcheggiare.
Quando trovo le indicazioni di parcheggio svolto, ma solo sulla rampa trovo le indicazioni dell’altezza massima ammessa, altezza di quasi mezzo metro INFERIORE a quella del nostro
mezzo.
Yael è rapidissima a scendere per darmi le indicazioni per fare retromarcia, mentre si forma una piccola coda dietro di noi. Mentre siamo affaccendati a ritornare sulla strada, ci affianca un SUV con due signori, che molto gentilmente ci domandano dove vogliamo andare. Quando mia moglie gli dice che dobbiamo fare la spesa all’ipermercato e cerchiamo un parcheggio,
la risposta degli occupanti del SUV é laconica: “Seguiteci”. E noi li seguiamo su un’altra rampa dove ci viene indicato dove possiamo parcheggiare senza problemi.
Quando ci profondiamo in ringraziamenti di ogni genere, i signori del SUV ci sorridono e ci rispondono: “Siamo camperisti anche noi…”
Mia moglie sorride anche lei e mi dice: “Il mondo dei camperisti comincia proprio a piacermi…” ed io gli spiego che era cosi anche, nei tempi passati, quando con i miei genitori e gli zii si girava in roulotte e tra roulottisti ci si aiutava l’uno con l’altro.
Nell’ipermecato compriamo la cena, pollo arrosto con finocchio ed altre delicatessen, ci riforniamo di carta igienica, di latte, di pane appena sfornato. Torniamo al camper e ripartiamo uscendo finalmente da Perugia, con il sole che oramai ci ha salutato da un pezzo.
Nel Garmin imposto la prossima destinazione: Montepulciano, lasciandoci alle spalle i primi accenni di pioggia umbra ma, putroppo, non il freddo.
Arrivati in Toscana, a Montepulciano, nel buio fatico a ricordarmi dov’è l’area di sosta. Comincio a girare lentamente quando dietro alla stazione delle corriere scorgo un nutrito gruppo di camper in sosta: trovata!
Parcheggiamo non troppo vicini ma nemmeno troppo distanti dagli altri camper, accendiamo l’indispensabile riscaldamento (il riscaldatore Truma, sia per l’acqua che per l’aria calda non
perderá mai un colpo durante il nostro viaggio…) e mentre Yael e Gazit preparano la cena, io controllo il camper, svuoto il Thetford e mentre mi godo un meritato sigaro austriaco telefono a casa per dirgli che va tutto bene.
La cena a base di pollo è semplice e gustosa, annaffiata con Coca Cola e birra. Un rapido check alle spie dei livelli: l’acqua è calata di livello ad ¼ di serbatoio, mentre quella nei serbatoi delle acque grigie, ovviamente, è salita. Con le batterie stiamo bene. Per la notte ce la caveremo, ma domani mattina dobbiamo rifornirci di acqua e fare CS.
Ci concediamo tutti una doccia rilassante dopo cena, e dopo aver giocato a carte ci prepariamo per andare a letto.
Mia moglie ha un problema con un nervo della mano e deve dormire seduta. L’altezza della mansarda non consente di stare in quel modo, per cui tentiamo di montare il letto della dinette. Ma non ci riusciamo: lo schema dei cuscini non torna mai, non si capisce come collocare le spondine estraibili… una confusione irritante.
Nel frattempo abbiamo scoperto un altro problema: le eleganti chiusure a scatto degli sportelli non sono esattamente il meglio con l’MDF con cui sono fatti i mobili. Le vecchie maniglie avevano delle viti passanti che stringevano il legno tra maniglia e testa della vite. E soprattutto i vecchi mobili, anche se di fattura ed aspetto piú modesto (sto parlando degli standard di Elnagh degli anni ‘60 e fine anni ‘70…) erano fatti in legno. Le maniglie odierne fanno presa nell’MDF con due vitine poste all’interno dello sportello o del cassetto. Spingendo per sbloccare lo sportello, le viti sforzano nello pseudolegno, e dai e dai, anche agendo con la massima attenzione, l’MDF cede e non si chiude piú nulla. Gli sportelli sotto al letto che danno accesso al gavone laterale dall’interno, proprio per questo motivo, non si chiudono piú, e solo grazie al coltellino svizzero che mi sono portato appresso riesco ad operare una riparazione di emergenza.
Mia moglie rinuncia a dormire nella dinette. Abbassiamo il riscaldamento e con Yael troviamo in mansarda una posizione piú confortevole della notte precedente, mentre Gazit prende posto, come al solito, nel letto basso delle cuccette posteriori.
Durante la notte un altro guasto mi induce ad alzarmi: la pompa a pressostato dell’acqua entra continuamente in funzione.
Mi rivesto, prendo una torcia e mi faccio un giro sia interno che esterno del camper: non c’è nessuna perdita. Probabilmente il pressostato è andato e funziona per affari suoi. Spengo
l’alimentazione della pompa dell’acqua e per la notte è tutto.
Montepulciano, Domenica 18 ottobre
La giornata di ieri a Perugia si è fatta sentire ed ogni buon proposito di alzarsi presto per visitare Montepulciano e poi ripartire è andato. Non riusciamo ad alzarci prima delle 10, al suono delle campane della domenica mattina.
Facciamo colazione (finalmente!) nella dinette, con latte e caffè caldi ed abbondanti biscotti.
Ci sono un po di cose da fare prima di muoversi, come svuotare il Thetford, le acque grigie e quelle nere.
Mentre ci riforniamo di acqua, scambiamo qualche battuta con una simpatica coppia di Tedeschi provenienti da Norimberga muniti di un bellissimo motohome: per svuotare le loro acque grigie, visto che il bocchettone di scarico è laterale, usano i piedini elettroidraulici di stabilizzazione per inclinare il mezzo dalla parte voluta!
Partiamo selezionando sul Garmin come meta Volterra, ma dopo pochi chilometri, vedendo la distanza da coprire, optiamo per Pienza.
Dopo poco giungiamo a destinazione e troviamo un comodo parcheggio davanti ad una tabaccheria chiusa, a poche centinaia di metri dalle porte del paese.
Pienza è graziosissima, con le sue viuzze e la grande piazza. Il sole fa capolino illuminando il tufo con colori delicati.
Passiamo un bel po di tempo in un negozietto, acquistando salse tartufate e crema di vari vegetali fatte in casa.
Cerchiamo inutilmente il wine bar dove, qualche anno prima, con mia moglie avevamo consumato dei bei crostoni al tartufo innaffiati di rosso di Montepulciano, ma il locale sembra essere
scomparso. In compenso scopriamo che i ristoranti si stanno rapidamente riempiendo, e siamo solo a mezzogiorno e mezzo.
Il tempo di decidere che mangeremo fuori ed il nostro diventa un pellegrinaggio senza frutti da un ristorante all’altro all’interno della cinta di mura: sono arrivati numerosi pullmann di turisti e tutti i posti sono occupati.
Torniamo verso il camper senza aver del tutto abbandonato l’idea di mangiare qualcosa quando proprio vicino al parcheggio vediamo un ristorante semivuoto e decidiamo di rischiare. La Toscana e la sua buona cucina ci premiano perché anche in questo ristorante dall’apparenza modesta mangiamo piuttosto bene. E facciamo appena in tempo, perché non appena abbiamo ordinato comincia anche questo a riempirsi di turisti affamati.
Il pomeriggio lo trascorriamo pigramente, visto che oramai è tardi per andare da qualsiasi parte.
Io decido di sperimentare la cuccetta superiore per schiacciare un pisolino, trovandola piú comoda rispetto al letto in mansarda, mentre Yael e Gazit si cimentano un una serie di partite a carte, tra una chiacchiera e l’altra.
Nel tardo pomeriggio ci riavviamo e passando per Chiusi Chianciamo, da dove reimbocchiamo la A1, rientriamo a Roma, non senza prima aver rifornito il camper, scoprendo due cose: una fronda di albero ha portato via il vetrino di una luce delle freccie posteriori alte, e che il mezzo beve abbondantemente. Il CI Elliot che avevamo noleggiato anni prima, e che aveva meno fronzoli di questo in termini di allestimento, si era piazzato attorno ai 7-8 km al litro di gasolio, facendo piú o meno lo stesso giro. Il Joint sta allegramente attorno ai 5 km al litro!
Siamo comunque soddisfatti del nostro week end, sognando un giorno di poter avere un mezzo tutto nostro.
Km percorsi: circa 700 su un plafond di circa 1200.
Da rimarcare la completezza della manualistica e dell'assistenza del punto di noleggio.