2018 - Norvegia n° 9
10.6.18, domenica
Quest’anno arriveremo in Norvegia dopo esserci avventurati in Paesi sconosciuti.
Stamattina Messa propiziatoria, colazione e si parte.
In Germania prima sosta a Sulzemoos, presso il rivenditore di camper. AA (gratis) quasi al completo, come sempre, e questo ci meraviglia: qui non c’è praticamente niente, Monaco è a una ventina di km, credo. Diesel più caro di quanto ci aspettassimo.
Km effettuati: 493
11.6.18, lunedì
Ci dirigiamo verso la Polonia, passando da Dresda. Sole, caldo, tante cicogne. Sosta per la notte in un’AA molto carina, a Ebersbach – Saxen, vicino alla piscina. Paghiamo 5 euro solo per dormire, aggiungendo qualcosa ci sarebbero i servizi sanitari.
Km effettuati: 593
12.6.18, martedì
La Polonia è sia una sorpresa sia una delusione. Ci avevano preoccupati, parlando di strade orride. Le troviamo molto belle, nuove, ma lontanissime dai centri abitati e tutte o quasi inscatolate in alti pannelli isolanti, anche se in aperta campagna. Dove si può scorgere il panorama si intravvedono mega piatte estensioni di terreno.
Confermo quanto letto su vati diari: per ora autostrade gratis, ma ci sono caselli in costruzione un po’ ovunque.
Raggiungiamo Varsavia. Non intendiamo visitarla ma almeno accorgerci di esserci. No, non ci accorgiamo, la strada che probabilmente la attraversa scorre tra enormi pannelli colorati e tutta una struttura metallica in alto, forse artistica, chissà, ci isola completamente. Emergiamo all’aperto dopo molti chilometri.
Proseguendo, la strada, bella per molti tratti, è piena di lavori in corso per altrettanti molti, ed ora si è fatta ad onde, il mezzo è difficile da governare: cerchiamo un posto per dormire. Siamo vicini ad un villaggio, Sniadowo, prima di Lomza. C’è una chiesa immensa, pensiamo di sostare davanti ma non troviamo nessuno per chiedere il permesso (è nostro costume domandarlo, sempre). Giriamo in un paese apparentemente deserto, molte case disabitate. Incontriamo un vecchietto. Provo a parlargli, mimando sonno e chiesa..inutile. Due uomini ci osservano poi si avvicinano per aiutarci. Uno, giovane, parla bene inglese, l’altro mastica una parvenza di italiano. Ne consegue che alla fine parcheggiamo davanti alla “Pizzeria Diavolo” del più giovane (pizze con nomi italiani, la vegetariana, identica alla capricciosa, di vegetale ha solo i funghi, comunque buone!).
Siamo i primi italiani che “onorano” la sua pizzeria. Mangiamo da lui che, appena ha un attimo, ci fa una allegra compagnia, tra una corsa e l’altra per consegnare pizze con una rumorosissima Fiat 500, ci mette canzoni italiane, primo fra tutti Toto Cutugno, x l’appunto, e si dichiara fan di Ramazzotti, Pausini, Nek, pur non capendo una parola di quanto cantano. Ci scambiamo numeri telefonici, ci invita per un altro anno in una sua casa bellissima su un lago che ora non ricordo, ci presenta l’anziana mamma. Ci racconta di essere stato a Roma per vedere Giovanni Paolo II (di cui c’è una bellissima statua, molto somigliante, nel giardino di fronte alla chiesa).
Paghiamo, per due pizze, birra, acqua, salse e..animazione... 10 euro in tutto.
Il nostro beagle teme tutti i tipi di scoppio. Mentre siamo seduti sulla piccola veranda della pizzeria, proprio sul marciapiede sotto di noi un tipo comincia allegramente a sparare col fucile contro alcuni uccellini sull’albero vicino. Nel vedere il nostro cane spaventato, il nostro nuovo amico prende lo sparatore e lo sgrida. Si meraviglia quando racconto che da noi non si può sparare, tra le case, così, a casaccio e liberamente. Troppo lungo spiegargli come funziona, da noi.
Km effettuati: 718
13.6.18, mercoledì
Strada sempre a onde oppure con lavori e camion, camion, camion. A Grajewo, in una chiesa nuovissima, imponente, con una architettura particolare, constatiamo quanto i polacchi siano sempre e sempre più orgogliosi e legati al culto del “loro” Papa. Ci sono sue reliquie dappertutto, qui c’è un paio di scarpe.
La Lituania ci delude un po’, deserta, piatta, grandi campi a fieno, uguali problemi con lavori stradali (i fondi europei qui sono molto usati), cicogne, poche case e zero gente per le strade.
A Kaunas, nel Mega, una “città mercato”, ammiro un immenso acquario verticale, uno dei dieci acquari più grandi del mondo, secondo quanto c’è scritto sotto.
La Lettonia ci piace di più, panorama un po’ più vario, prati che si alternano a foreste, collinette, casette più colorate, ancora cicogne.
Per la notte ci fermiamo nell’AA di Zorgi, Zemgale, Iecavas Novads, “Kempings Labirinti”, molto bella, praticamente tutto un giardino, con i servizi, docce calde. Paghiamo 15 Euro e il proprietario, molto gentile, che non conosce l’italiano ci spiega, in inglese, che siamo, anche qui, i primi italiani, sia pur di passaggio, che lui ha visitato il Vaticano ed è stato a Verona, per assistere in “un magnifico teatro all’aperto” (la nostra Arena!) al concerto del “grandissimo cantante italiano” Adriano Celentano.
Km effettuati: 501
14.6.18, giovedì
Anche l’Estonia ci piace (nonostante i camion e i lavori in corso alla grande): i colori della campagna, dei boschi, delle case, sono vivi, piacevoli alla vista.
A Tallinn parcheggiamo al porto, ci interessiamo al traghetto per Helsinki, senza capirci molto data la nostra inesperienza, e visitiamo la città vecchia, bellissima. Ovunque si sente qualcuno parlare in italiano. Molti locali con nomi nostrani.
Km effettuati: 365
15.6.18, venerdì
Al mattino ci alziamo molto presto, con particolare attenzione: qui non c’è l’ora legale. Al terminal ci inviano al check -in, là non ci vogliono perché non abbiamo prenotato. Alla fine la vichinga al casello si commuove e ci fa passare, pagando pure meno di quanto avevo visto su internet (113euro x i nostri 6 metri scarsi, anziché 125). Salpiamo alle 7:00, ora solare. Nave immensa. Ci colpisce che, appena saliti, tutti si “stravaccano” immediatamente sui divani e dormono oppure si precipitano a rifornirsi di birra. Noi facciamo la colazione all’italiana, brioche e cappuccino, pagando esattamente il doppio che da noi con qualità decisamente scarsa.
Helsinki molto colorata, molto trafficata. Un grosso mercato vicino al porto.
Ci dirigiamo verso Turku.
L’idea, che poi si rivelerà un tantino infausta, è di risalire tutta la Finlandia percorrendone il versante ovest. La strada, fin su al nord, è bella, ma non è litoranea, si vedono i paesini o le case, più spesso i distributori, ma non si vede il mare, al di là dei grandi alberi che la costeggiano.
Lasciando la 8:00 raggiungiamo Siipy (Sideby) e proseguendo un corto sterrato troviamo l’AA di sosta, 6 posti camper, in un piccolo spazio tra vecchie case di legno, area di Museo (Kilin Kotiseutumuseo), che stanno sistemando sempre con fondi europei, sul mare.
Nelle AA finlandesi si paga la sosta, l’elettricità, il WC e la doccia, tutto con tariffe separate.
Stiamo due notti.
Km effettuati: 411
17.6.18, domenica
Un po’ delusi perché non vediamo il mare (forse era più bello passare dal centro della Finlandia, ricchissimo di laghetti), proseguiamo la strada per il nord e per la sera ci fermiamo in direzione di Paavola, sul fiume Siikajoki, Limingantie 2.
Anche qui varie tariffe. La signora del chiosco non parla inglese, le faccio i disegnini per spiegare che dormiamo solo e lei con gran sorriso ci fa capire che non vuole soldi.
Siamo in zona di notti molto chiare.
Km effettuati: 429
18.6.18, lunedì
A Haparanda- Tornio verifichiamo che la sosta sarebbe permessa nell’enorme parcheggio Ikea (100 posti sono riservati ai camper) ma è un tantino desolato e decidiamo di proseguire dopo una rapida incursione, a caccia di cartine, nell’Ufficio Turistico a fianco.
Da una parte della via c’è la Ruotsi (Svezia) e dall’altra la Suomi (Finlandia), poi si divide in due strade appaiate, divise dal fiume. Per arrivare a Overtornea (Svezia) saliamo dalla strada finlandese. Dopo la spesa all’Ica ci ripensiamo, torniamo di là, in Finlandia e riprendiamo il viaggio. Ci fermiamo per la foto di rito a Napapiiri, la versione meno commerciale, rispetto a quello norvegese, dell’inizio del Circolo Polare Artico.
A Muonio cominciamo a pensare di fermarci. Parcheggiamo davanti alla grande chiesa, sulla collina. Il dito che il mio autista si era ferito tagliando un cavolo, a mezzogiorno, riprende a sanguinare alla grande. Ci preoccupiamo. Ricordando una insegna con croce rossa in una via del paese, ci rechiamo in un Distretto Sanitario. Ci accolgono molto bene, cominciano a curarlo, senza nulla chiedere. Accettano poi, con sollievo, il tesserino sanitario, sono inizialmente perplessi sulla carta d’identità (non abbiamo il passaporto) e procedono alla medicazione e alla vaccinazione antitetanica e antidifterica. Ci spaventano un po’. Ci dicono che sembra difficile sistemare qui la piccola ferita (sangue arterioso), forse l’indomani dobbiamo recarci a Rovaniemi (230 km), grosso ospedale. Io non guido. No problem, ci mandano in taxi. Ma abbiamo un cane. No problem, loro possono dare precise istruzioni al tassista e a Rovaniemi c’è di sicuro un interprete. In sette ore vanno, operano e tornano, Sono perplessa. Il mio “ferito”, assolutamente non portato per le lingue, anni fa ha chiacchierato a lungo, non capendosi affatto, con un gruppo di camionisti bergamaschi, secondo lui, che al mio controllo delle targhe (BG) si sono poi rivelati bulgari. Comunque l’infermiera prova vari tipi di medicazione, stiamo fin oltre la mezzanotte e per il momento ci danno appuntamento per l’indomani mattina, quando il medico di turno deciderà il da farsi. Nel frattempo procede con una imponente fasciatura, ci dice di badare se la notte il sangue esce ancora, e, se del caso, suonare subito il campanello del distretto, augurandoci la buona notte con un bacio.
Povera, ha lavorato tre ore per cercare di sistemare la ferita. Per precauzione mi da anche il codice per aprirmi la porta.
Km effettuati: 469
19.6.18, martedì
Ci siamo sistemati davanti al Distretto Sanitario. Sospiro di sollievo: il medico procede alla medicazione, non serve andare a Rovaniemi. Usciamo con antibiotici, fasce, garze, cerotti, raccomandazioni, tutto gratis. Paghiamo 20,60 euro, per la visita del medico fatto arrivare appositamente per noi. Ma appena sul camper vediamo che il sangue ha ripreso ad uscire. Rientriamo. Altra medicazione. Ri-salutiamo chiedendo il permesso di stare lì davanti, caso mai ci servisse rientrare.
20.6.18, mercoledì
Sembra che il problema sia risolto. Decidiamo comunque di restare a Muonio e semmai domattina far verificare la ferita a loro, io temo di non saper fare nonostante le istruzioni. Il ditone è ingombrante, fatica nel cambio delle marce. Chiederò se si può ridurre la fasciatura. Ci siamo portati ancora alla Chiesa. Luterana. Una ragazza molto gentile oggi l’ha tenuta aperta fino alle 16:00. Ce l’ha fatta visitare. Molto spartana. Due grandi quadri e un bell’organo. Alla fine della guerra i tedeschi hanno incendiato il paese (le case sono tutte in legno) ma hanno risparmiato la chiesa. In questo momento stanno arrivando molti paesani con panche, sedie, orpelli vari. Preparano per la gran festa di mezza estate, sabato.
Ieri tempo variabile, pioggia e sole alternati. Oggi freddo e pioggia più o meno forte.
21.6.18, giovedì
Al Distretto Sanitario il medico e l’infermiera Annika hanno provveduto alla nuova medicazione, ci hanno ringraziato della visita (loro!), ci hanno detto che siamo stati i benvenuti, ci hanno augurato buon proseguimento del viaggio. Altro metodo, altro approccio di cura, altra civiltà (civiltà nordica?).
Io “pratico” i Pronto Soccorso nostrani, so di cosa parlo.
Siamo in piena Lapponia. Con un tempo uggioso lasciamo Muonio. Sulla lunga strada, per lo più deserta, si alternano i vari tipi di vegetazione: alti cipressi, verdi betulle, alberelli e poi bassi cespugli su terreno sabbioso. Sempre affiancati da un grande fiume che a volte diventa lago.
A Enontekio allegra chiacchierata con Carlo, 61 anni, modenese. Viaggia in moto, tutto solo, per scelta.
La strada da Kautokeino ad Alta è bellissima e impressionante. Si snoda con ripidi saliscendi tra alte rocce e il fiume, in un susseguirsi di curve e controcurve. Peccato manchi il sole.
Sosta in una piccola verde RastPlas prima della città, con i soliti spartani WC (un buco su una panca rialzata, con carta igienica, a secco, niente acqua ma con una possibilità molto gradita ai camperisti: sul lato del casottino c’è la possibilità di svuotare la tanica!).
Un camper inglese e due tedeschi. Già che ci sono, questi ultimi mi fanno una domanda “di servizio”: per caso so se hanno finito i lavori nell’area camper di Porta Palio, a Verona. Spiacente, non sono informata, ma tranquilli, fuori Verona ci sono altri posti adatti. Una piccola AA c’è anche da noi, a S. Pietro in Cariano, e ci sono i bus per la città. Ringraziano e, dopo aver parlato con me, tra loro constatano che con gli italiani non ci sono problemi di lingua, loro sanno sempre spiegarsi. Mica come intere famiglie tedesche che da anni vengono da noi e ancora non spiccicano una parola d’italiano!
Km effettuati: 272
22.6.18, venerdì
Alta ci delude. Ricordavamo una cittadina ospitale. Nel 2010 e poi nel 2011 c’eravamo stati bene. In città avevamo gironzolato, avevo fatto tutto il percorso dei graffiti sulle rocce al Museo, scendendo poi a Kafjord, pochi km più sotto, dove, più volte, per pura fatalità e seppur in anni diversi, avevamo reincontrato Casimir e Lucette, due anziani coniugi francesi con megacamperone.
Oggi, ad Alta, ... una guerra ! nessun parcheggio libero, neppure davanti ai supermercati. Davanti ad un InterSport, catena molto frequentata dal mio pescatore, neanche il tempo di guardare dove mettersi che già un tizio è venuto a dirci che lì noi non potevamo sostare.
Abbiamo parcheggiato, pagando le 20 Nk per un’ora, verso la nuova “Cattedrale della luce dell’aurora boreale”, un edificio imponente, curiosamente costruito a spirale come il trofeo che viene assegnato al ciclista che vince il Giro d’Italia.
Per prima cosa ben tre addette ci dicono che si deve pagare per entrare. Per seconda, più grave, non mi accettano le banconote norvegesi da 100 Nk (ne ho un pacco...). Mi dicono che sono “fuori corso”. Deve essere stato un “corso” accelerato perché le ho usate l’estate scorsa fino a fine agosto e nessuno mi ha detto che avrebbero avuto vita breve. Il peggio è che, al solito, in Norvegia è quasi impossibile cambiare soldi, figurarsi se poi sono scaduti. Da informazioni prese poi alla SpareBank, so che dovremo scendere fino a Oslo per recuperarle.
Non entro in chiesa. Dispiace, dopo aver letto quante particolarità ha. Anche se le nuove chiese, luterane, norvegesi, di solito sono bellissime per di fuori ma scarse all’interno, come il bianco duomo di Tromso, che si vede da molto lontano ma all’interno, oltre ai banchi, ha solo la grande vetrata in fondo con raffigurato un enorme Cristo, il più brutto visto finora.
Con delle monetine riesco a comprare delle immagini che confermano la mia teoria. Avevo rinunciato ad entrare, visto il problema, ma mi è sembrata eccessiva la mossa di una delle tre ragazze: si stava aprendo la porta per far passare una persona, lei si è immediatamente appoggiata per non permettere neanche una sbirciatina all’interno da parte delle persone presenti.
Lasciamo Alta quasi volentieri e ci troviamo incanalati in una nuovissima strada, poi un tunnel sgargiante e alla fine su un avveniristico ponte. Io ricordo una strada di un 10/15 km, molto bella, con qualche curva panoramica, per scendere dove il fiume sbocca nel mare, un ponte molto pescoso, e la possibilità di fermarsi in curva, da una parte o dall’altra. Poi a piedi salivo in passeggiata fino alla bianca chiesa di Kafjord. Al primo bivio dopo il ponte suggerisco di girare a sinistra, e infatti dopo pochissimi km ci ritroviamo al nostro vecchio posto. Mi chiedo cosa sia servito fare una strada nuova, bucare una montagna, costruire un ponte: solo per evitare due o tre comode curve? Da quando si sono arricchiti col petrolio, i norvegesi stanno distruggendo tutta la poesia delle stradine con panorami stupendi, stanno facendo diventare anche i turisti delle talpe, sempre in nuove gallerie. Se una strada ha qualche tornante niente paura, fanno saltare la montagna senza neanche pensarci, e la raddrizzano. Se la meta è arrivare velocissimi a Capo Nord raggiungono lo scopo, ma se invece si vorrebbe godere solo della bellezza dei colori norvegesi? Una gran delusione! Una decina di anni fa per queste strade era forse un pochino faticoso transitare, ma resta nel cuore il bello che si poteva vedere. Il guaio è che le vecchie strade le lasciano diventare impraticabili, solo qualcuna diventa un misero tratto di pista ciclabile. Peccato veramente, cercano di farci disamorare di questa terra meravigliosa.
Stiamo un paio di giorni tranquilli, a volte soli, a volte in compagnia di altri camper. Facciamo i turisti finché la mano del pescatore non guarisce perfettamente. Lunghe e belle passeggiate.
Il tempo comincia a tradirci, folate di vento, pioggia che si alterna al sole, freddo.
Km effettuati: 40
25.6.18, lunedì
Scendiamo. A Talvik svuotiamo, carichiamo acqua, un po’ di spesa ma non troviamo il nostro pane, il FormLoff, l’unico bianco e senza semi di sorta e dal prezzo più conveniente.
All’incrocio con la 882 giriamo e dopo un paio di km vediamo una solitaria chiesa, sembra abbandonata, un cimiterino coperto di erba, otto vecchie tombe, e una specie di terrazza sul Langfjord. Un ragazzo, sorpreso mentre dormicchiava, ci dice noncurante che possiamo stare li, che lui è lì per lavorare. Infatti comincia subito a tagliare l’erba intorno alla chiesa.
Bello, sole. Qualche gabbiano e moltissime rondinelle di mare, molto chiassose. Verso sera l’acqua sembra ribollire, si vedono pesci saltare in continuazione, le rondini agitate. Il pescatore, con grande cautela, prova un lancio con più ami, crede che a fare tutto sto caos sia un branco di aringhe. Lancia e recupera in un solo colpo tre merluzzi, non molto grossi, medi. Il problema è pulirli e sfilettarli con la mano fasciata, perciò facciamo una cosa un po’ così, dedicandoli al pasto del cane, che ringrazia.
Km effettuati: 73
26.6.18, martedì
Da vari diari leggo di un ghiacciaio in zona. Noi siamo sulla 882, proviamo a cercarlo. I diari non sono precisi. Infatti arriviamo fino a Oksfjord, a nostro rischio e pericolo per quella galleria che mette una gran paura, piccola, una sola corsia, lunga sui 4 km, credo, con molte M per scansarsi coi mezzi che si possono incontrare, ma del ghiacciaio, che si presume vicino, date le cime intorno tutte bianche, dalla strada, neanche l’ombra. Un nutrito gruppo di renne, che avanzava pacificamente, viene messo in fuga dall’abbaiare forsennato del beagle. Scappano tra le piante vicine. Neanche una foto decente, accidenti all’ossesso che mi impedisce i movimenti.
Il mio autista, incurante del fango e della pioggia, inizia a fare il sentiero a piedi nel bosco, indicato da un cartello, da solo e per un bel tratto segue una mamma alce con il suo piccolo. Poi rinuncia e torna al camper.
Torniamo alla nostra solitaria chiesetta. Ci si sta bene. Decidiamo di fare un pisolino. Ci svegliamo a sera inoltrata.
Km effettuati: 75
27.6.18, mercoledì
Nostra meta è Storslett, dove dovremmo trovare il Gpl per una delle nostre due bombole. L’indirizzo trovato su internet non è giusto. Un signore gentilissimo ci accompagna all’aeroporto dove il distributore c’è ma è sprovvisto dell’ “Italian dish”, non si riesce a riempirla. L’addetto mi stampa l’elenco dei distributori norvegesi e ci dice che il prossimo utile è a Tromso. Perfetto, era anche una nostra meta.
Le volte precedenti ci siamo arrivati via terra, stavolta scegliamo di salire sui due traghetti. Il primo, da Olderdalen, ci porta a Lyngen. Con la E6 saliamo in montagna. Le cime sono ancora molto innevate. Renne lungo la strada. Un grande arcobaleno più in basso di noi, sul mare, ammirato da tanti altri turisti. Ad un certo punto se ne forma un secondo, meno evidente ma sempre bellissimo. Molti camper sono fermi per vedere questa meraviglia.
A Lyngen, miracolosamente, riusciamo a vedere le partite senza le solite cerimonie, un po’ avanti, un po’ indietro eccetera per ricevere il segnale, quando ci va bene. Ci fermiamo anche per la notte. Tempo balordo.
Km effettuati: 166
28.6.18, giovedì
Secondo traghetto, poi E8 e arriviamo a Tromso. Cerchiamo il gas. Trovarlo è un problema perché si percorrono i tunnel con rotonde sotto la città dove il Gps non riceve il satellite, poi arriviamo e due camper italiani ci dicono che non si può fare, l’addetto non c’è, e quando viene dice che lui non fa niente, il suo orario è finito, può solo dare un consiglio: arrangiarsi. Per fortuna uno degli italiani ha un vecchio “beccuccio” che si rivela utile, riesce a riempire in automatico le sue bombole e anche la nostra. Meno male. Ci dirigiamo poi verso il punto di carico/scarico acque, dopo il Museo, e troviamo che hanno smantellato l’impianto. Dove si versava la tanica ora c’è un lucchetto e la Drinking water, col suo bel cartello, ha bisogno della chiave speciale quadra. Bene, quella ce l’abbiamo. Ci riforniamo. Piccolo giro per fotografare le grosse strane statue davanti al teatro e dopo una quarantina di km arriviamo al punto che ci eravamo prefissati.
Ci fermiamo nell’isola di Kvaloja, nei dintorni della casa di vacanza di due nostre amiche. Ci salutiamo per telefono, non possono raggiungerci. Tempo infame, pioggia, vento, freddo. Restiamo per due notti.
Km effettuati: 132
30.6.18, sabato
Con tempo molto migliorato ci rechiamo a Brensholmen, dove aspettiamo il traghetto per Bothnhamn, sull’isola di Senja.
Sono relativamente tecnologica, giusto il minimo sindacale, ma sentendo un ragazzo ticinese insegnare ad un italiano come installare un’app sullo smartphone (eh?) per risparmiare sul prezzo del traghetto, con altri suoi consigli, ci sono riuscita anch’io! Nel 2014, con camper di 7,30 m, avevo pagato 309 Nk, oggi, con camper sotto i 6 m, ma ben 4 anni dopo - ogni anno aumentano - ho pagato 246 Nk.
Arriviamo al porto e ci spostiamo subito alla spiaggia bianca di Laukvik. Tempo bigio. Freddo. Ci sono delle tendine.
Km effettuati: 35
1.7.18, domenica
Giornata stupenda. Il posto si va riempiendo, ora siamo noi, un francese, un tedesco, un norvegese, due tende. Caldo, bello. Spiaggia affollata a mezzanotte, macchine arrivano, per ammirarla sotto un sole splendente.
2.7.18, lunedì
Al porto facciamo operazione pulizia tanica mentre un pulmino carico di biciclette, appena arrivato col traghetto, sforna una quindicina di ciclisti di varie nazionalità : australiani, canadesi, tedeschi, irlandesi. Arriveranno ad A, sud Lofoten.
Ci rechiamo a Fjordgard, bellissimo posto ma raggiunto con qualche preoccupazione: due tunnel, bui, scavati nella roccia, a una sola corsia, ci mettono una gran paura. Il paesino è pittoresco, e la colorita e fiorita RastPlas, dove siamo sistemati, è silenziosa e tranquilla nel sole. La pesca, quasi per caso, visto che per ora non è la priorità, rende un grosso merluzzo.
Nel pomeriggio avanzato ci troviamo ad assistere ad un arrivo insolito. Un pickup, targa francese, con a rimorchio un van per cavalli, viene vicino a noi. Scende una coppia con due bambini molto piccoli, che lasciano entrano in mare nonostante la giornata grigia e la temperatura bassa. Hanno un cane lasciato in giro senza guinzaglio. Il marito alza una tenda a fil di strada perché il posto migliore l’abbiamo preso noi. Poi l’uomo fa uscire dal van un asino, un cavallo grosso e un secondo un po’ più piccolo. Con dei paletti e un filo recinta un pezzo di bosco dietro di noi e ci mette gli animali. A quasi sera, 8° gradi, la moglie, con una bacinella di acqua di mare “nature”, spoglia nudi i bimbi in mezzo alla strada e li lava, incurante delle loro proteste... ferie davvero particolari!
Km effettuati: 27
3.7.18, martedì
Ci dirigiamo verso Finnsnes, ammirando le bellissime spiagge di Senja, e decidiamo di visitare l’isoletta di Dyroya. Idea infelice, tempo brutto, strada molto stretta e malridotta. A fine strada ci piazziamo proprio in centro al parcheggio, stanno cominciando le partite in TV.
Per non rovinare la ricezione restiamo lì in mezzo, tra la curiosità dei pochissimi automobilisti che ci girano intorno.
Km effettuati: 154
4.7.18, mercoledì
Strada molto impegnativa, oggi. Da Finnsnes, poi Gratanger, abbiamo voluto arrivare alla E10 costeggiando sempre il mare ma la Imella, la strada “avventurosa”, come è definita sui cartelli che si trovano di tanto in tanto, è stretta, dissestata, avventurosa probabilmente per questo. E’ la 141, prima, poi la 825. Troviamo Sjovegan molto ingrandita, rispetto al passato, piena di supermercati. Arriviamo al ponte che congiunge la E10 con la 825, poi, superato il ponte, ci fermiamo presso il vecchio molo.
Traffico un po’ rumoroso ma pazienza. Noi e un altro camper norvegese ci stiamo bene uguale.
Km effettuati: 189
5.7.18, giovedì
Siamo arrivati all’Austerstraumenbrua in un giorno stupendo, mare blu, sole. Ci troviamo il mondo, camper portoghesi, svizzeri, tedeschi, un italiano che poi se ne va, norvegesi, finlandesi. Ci stiamo anche noi, e bene. Per puro passatempo c’è un tentativo di pesca, non fruttuoso, ma va bene lo stesso.
Km effettuati: 79
8.7.18, domenica
Sotto un cielo plumbeo ci dirigiamo verso Svolvaer, la città principale delle Lofoten. Per raggiungerla scegliamo di percorrere la Midnattsolveien, cioè la strada del sole di mezzanotte, che corre all’esterno delle montagne, lungo la costa oceanica. Che peccato: nebbia ,freddo e a tratti la pioggia, ci accompagnano. Sappiamo che sono posti da sogno… col sole. A Laukvik ammiriamo le immense rastrelliere, curiosamente strapiene di sole teste di stoccafisso. Svolvaer ci accoglie con delle novità: la piazza dove ci siamo accampati varie volte è sparita, al suo posto c’è l’ ennesimo mega centro commerciale, il parcheggio davanti è a pagamento (salvo per una breve sosta, per la quale comunque si deve prendere il ticket).
Un po’ di spesa, una breve visita alla piazza principale, dove partono i battelli da pesca a pagamento, piena di bancarelle, un giro all’ufficio turistico e per dormire sostiamo al porto da dove si va a Skutvik.
Km effettuati:115
9.7.18, lunedì
Due chiacchiere con un solitario motociclista milanese poi arriviamo al campeggio Orsvagvaer, dove facciamo un gran bucato con relativa asciugatura e rifornimento acqua. L’inclemenza del tempo ci scoraggia dal proseguire nelle Lofoten e torniamo al nostro ponte Austerstraumen.
Km effettuati: 87
10.7.18, martedì
Scendiamo oltre Narvik e ci fermiamo a Skjomnes, dove c’è il monumento a ricordo dei soldati polacchi periti nella battaglia del 1940. Siamo soli... per un po’. Arrivano prima due camper genovesi e poi pian piano il posto si riempie. L’Europa qui è ampiamente rappresentata.
Km effettuati: 191
11.7.18, mercoledì
Traghettiamo a Skaberget e scendiamo. Mi dispiace fare la talpa. Hanno tagliato la montagna che si risaliva con piacere per i panorami offerti, ora si percorrono vari tunnel, uno di quasi 7 km. Qui dovrebbero venire gli attivisti in giro per la Val di Susa, avrebbero molto di che protestare.
Ci fermiamo nella rastplass che sovrasta Sorfold.
Serata piacevole, in ottima e allegra compagnia: conosciamo, perché spontaneamente si presentano al nostro camper, Sinikka e Bjornar, lei svedese lui norvegese, e François e Christiane, francesi.
Si ride, si scherza, in un incrocio di lingue, a base di Ripasso della Valpolicella, Grappa nostrana e un Chateau Haut Lalande di Bordeaux, crackers, fette biscottate, saucisson e inviti incrociati tra Svezia e Chambery.
Km effettuati: 164
12.7.18 , giovedì
Il bisogno di riempire la bombola ci fa scendere a Fauske, dove internet dice esserci il distributore LPG con l’Italian dish. Azz! Il distributore è nuovo ma non ancora attrezzato. Siamo costretti a modificare il programma, anziché viaggiare lungo l’oceano ci addentriamo sulla E6 per arrivare, domani, a Mo i Rana.
Giornata bellissima, passeggiata e sereno relax nel parcheggio esterno del Polarsirkelen. Verso sera conosciamo una simpatica e interessante coppia marchigiana. Qualcosa di accomuna: conoscono bene le nostre zone, avendo comprato un Wingamm, la cui sede è nei paraggi di casa nostra. Trascorriamo una bella serata con loro.
Km effettuati:166
13.7.18, venerdì
Per strada ci ritroviamo con il Wingamm. Vengono a fare gas con noi a Mo i Rana. Noi poi andremo a Horn, sopra Bronnoysund. Ci salutiamo. Casualmente e con grande piacere ci ritroviamo ancora, nel pomeriggio, alle cascate di Laksforsen. Ci dicono che quasi quasi verrebbero con noi. Perfetto.
A Horn abbiamo la fortuna di trovare l’antico molo roccioso deserto: ci sistemiamo in prima fila sull’oceano. Il sole ci accoglie a raggi aperti. Km 344
Stiamo a Horn quattro bellissimi giorni, riposo, passeggiate, giusto un po’ di pesca. Gli amici se ne sono scesi verso Trondheim. Al loro posto una coppia svedese (lui, Johan, di importazione tailandese, lei Bodil, bionda, classica vichinga), molto simpatica. Johan, esperto pescatore, si da un gran daffare: insegna a tutti qualche trucco per ‘imbrogliare’ i pesci, come sfilettare, aiuta due persone a recuperare un enorme halibut e glielo pulisce pure. Intanto pesca e mette anche la gabbia per i granchi. Ne trova sei, grossi
17.7.18, martedì
La coppia di tedeschi , con cui abbiamo appuntamento a fine mese, ha modificato il suo programma, anticipando l’entrata in Norvegia, causa la terribile siccità in Svezia, dove i fiumi sono asciutti, i laghi con poca acqua e le foreste decimate da incendi, e ci reclamano subito a Osen. Ci dispiace lasciare questo posto ma tant’è, si scende, con calma.
Lungo la strada una signora alce corre avanti e poi torna. Tra l’abbaiare e il saltare come un matto del beagle riesco a filmarla per mezzo secondo. Oggi giornata caldissima, 31°, afa soffocante, sembra di essere a casa. Proviamo a fermarci a Hoylandet ma non si respira. Ci spostiamo sulle rive del lago dopo il paese, sperando di trovare sollievo. Un po meglio..dormiamo con tutto spalancato.
Km effettuati: 170
18.7.18, mercoledì
Siamo a Osen, km 125. Posto sempre molto bello e, stranamente, per come vanno ormai le cose in Norvegia, ancora con parcheggio gratuito. Lungo la strada grossi lavori, hanno sventrato le montagne, fatto saltare rocce. Chissà come cambierà questa stradina.
Per caso saluto una signora seduta in macchina: ci riconosciamo per esserci intraviste anche gli scorsi anni. E’ francese, Nadine. Da molti anni trascorre un mese l’anno nel campeggio di Osen. Il marito, pescatore, viene qui mattina e pomeriggio. Lei a volte lo accompagna. La invito per un caffè. Seguono piacevoli chiacchiere... bello parlare e capirsi, non la faticaccia che faccio continuamente coi miei tedeschi.
L’indomani mi sorprende: viene apposta dal villaggio per portarmi due tazze di mousse al cioccolato. Carina.
Seguono giorni belli, a volte un acquazzone. Tra una pescata e l’altra piccoli giri intorno. Km 10. Niente funghi.
Il marito francese cerca di insegnare al mio come coronare il suo sogno, sempre ancora irrealizzato, di pescare un salmone. Lui ne ha riempito tutti i suoi anfratti sulla roulotte, ora li pesca e li ributta in mare, non c’è giustizia.
Nadine di tanto in tanto viene a trovarmi. Stamattina, martedì 25, è stata a lungo sul nostro camper e, nel pomeriggio, voleva andassimo insieme, con la sua macchina, in paese in qualche negozietto. Ho declinato l’offerta, ringraziando: il beagle mi avrebbe sbranato (!) se avessi accettato. Loro ripartono sabato. Abitano sulla Manica.
I miei pescatori sono tornati con una pesca molto abbondante (senza salmoni, però!).
29.6.18, domenica
Dopo una notte insonne a causa del vento fortissimo, lasciamo Osen per fermarci a Fosen, sulla riva del lago, dove stiamo la notte. Trote zero.
Km effettuati: 27
30.6.18, lunedì
Risaliamo la strada e ci portiamo nel comune di Flatanger, vicinissimo in linea d’aria appena oltre la montagna. In realtà, via terra, sono 87 km.
La piccola e stretta baia è deserta, possiamo sistemarci al meglio anche se a me non piace molto: le alte montagne mi “schiacciano” un po’, amo gli orizzonti più ampi. La notte il sole illumina solamente le cime attorno e mi viene un po’ di malinconia. Gli uomini invece sono molto soddisfatti. La pesca, dalla barca del nostro amico, è sempre molto abbondante.
Facciamo anche lunghe passeggiate. Da italiana, a Vik, mi rende un tantino orgogliosa leggere “Montessoriskole” anche da queste parti, sull’edificio scolastico.
7.7.18, martedì
Andiamo prima a Steinkjer, dove riempiamo le bombole di propano, poi scendiamo nel comune di Stjordal, nel fiordo di Trondheim. Ci si sta bene, si pescano sogliole e si trovano grosse cozze, con tanto di perla all’interno. Ogni pomeriggio col cane mi faccio una scarpinata fino allo Steinvikholm, il castello/monastero dove ha vissuto per 30 anni anche S.Olav, l’unico santo venerato in Norvegia. Lo sterrato per arrivarci è una interminabile siepe di lamponi. Ne mangio a due mani.
Mi sorprende constatare quanto i nordici amino i dolci: in tutte le ricette il cibo naviga nella panna e qui vedo il camion “isbilen” – macchina del gelato - che si ferma casa per casa ( ce ne sono poche in realtà), fa partire la musichetta, escono i proprietari e comprano cassette di gelati, parecchie.
Fa tenerezza un signore molto molto vecchio che arriva mattina e pomeriggio, si avvicina al mare, butta la canna, non prende niente, la ritira quasi subito e riparte. Lo saluto e lui ricambia.
I norvegesi sono tutt’altro che “freddi”: se gli si dice una parola in più del buongiorno in tre minuti ti raccontano vita morte e miracoli.
12.8.18, domenica
Salutiamo i nostri amici tedeschi per raggiungerne altri due, sempre tedeschi, sull’isola di Hitra. Solita immensa delusione… paesaggistica. I fiordini, le piccole insenature, tutte scomparse. Nel 2010 neanche un tunnel. Ora, tra Orkanger e lasciando la E39, prima di arrivare a Sunde e quindi al tunnel per Hitra, ne ho contati ben sette. Rovinano anche una verde piccola penisola quadrata, hanno già cominciato a costruirci le campate per un immenso ponte che in effetti accorcia di molto il giro del fiordo ma è veramente molto triste. Da Orkdal a Sunde è tutto un cantiere, montagne distrutte, un disastro.
Arrivando dalla zona di Trondheim abbiamo percorso vari tratti a pagamento (lunghezza del mezzo fino a 6 m esatti 16 Nk/ da 6 m e un cm: 24 Nk, poi 32/49, 14/33, 15/36 e 71/238 = noi siamo m 5,99!)
A novembre mi arriverà una fattura riassuntiva da pagare con bonifico bancario.
Dopo la pesca, a notte inoltrata, facciamo una allegra riunione enogastronomica: Ripasso Valpolicella e gran risotto all’Amarone.
Km effettuati: 188
13.8.18, lunedì
Lasciamo il ponte di Ansnes (che stanno cercando di rendere inospitale: un tempo c’era un WC, c’erano delle tavole, c’era il bidone per l’immondizia... ora c’è solo l’immondizia ben sparsa ovunque), per scendere a Fillan e fare spesa. In tutto 21 km
Pomeriggio abbondante graditissima
amatriciana per tutti. Bella l’amicizia, nata in Norvegia e che sempre in Norvegia si rinnova con grande piacere.
14.8.18, martedì
Oggi il menu prevede una maxi sgombrata con patate e verdure varie. Perfetta! Chiacchiere, risate e Scala 40.
15.8.18, mercoledì
Ferragosto, giornata lavorativa quassù: da casa mi arrivano notizie di feste culinarie ovunque. Noi oggi panini con quello che ci resta del salame nostrano e un finocchietto striminzito, comprato qua . Abbiamo salutato gli amici che devono rientrare, facendo una sosta intermedia per la pesca alla mosca a Koppang, e noi ci siamo diretti al Bergsoysundbrua. Altri tratti a pagamento. Pazienza.
Però delude un po’ vedere che da quando si sono arricchiti sono diventati anche esosi. Hai voglia che su VisitNorway continuino a dire che in Norvegia puoi sostare ovunque, rispettando una distanza di almeno 150 m dalle case private. Ormai qualsiasi spiazzo, appena possono, te lo mettono a pagamento.
Arrivando al porto di Halsa, diretti a Kanestraum, c’è uno slargo, niente di che, con una minuscola capannina in legno con un tavolino e due sedie, dove c’è scritto che gli abitanti di Halsa, con amicizia, salutano i viaggiatori… ieri ci abbiamo trovato aggiunto un cartello dove chiedono di pagare 100 Nk al chiosco di fronte al traghetto. Amicizia. Abbiamo proseguito. Ora siamo al Bergsoy. Tempo matto.
Km effettuati: 204
16.8.18, giovedì
Niente funghi, niente mirtilli, niente pesce. Andiamo sulla Strada Atlantica, famosa per le gran pescate di sgombro. Tempo strano, raggi di sole alternati a piovaschi e colpi di vento. Restiamo qualche giorno, sostando per la notte nel grande parcheggio di Averoy, a destra, e portandoci al grande ponte, di giorno, per la pesca dalla passerella, condividendo gioie e dolori, brindisi e cena con una coppia di nuovi amici torinesi. Stiamo per qualche giorno in compagnia.
Km effettuati: 81
20.8.18, lunedì
Oggi si scende. Per Sunndalsora hanno aperto una galleria di quasi 8 km: ogni tanto c’è un colpo di luce, a volte rosso, altre blu, giallo, verde. Passando da Oppdal ci portiamo sulla 3, raggiungiamo Alvdal, Rendalen.
Siamo ormai avanti nella stagione e presso l’enorme Alce in acciaio, a Stor-Elvdal, non c’è la folla di turisti che la ammira in giugno/luglio. Proseguiamo e cerchiamo un posto per la notte. Alla fine ci fermiamo in una piccola AA dopo Amot, ad Asta, in direzione di Elverum.
Km effettuati: 497
21.8.18, martedì
Abbiamo fatto varie ipotesi e ricerche sul come raggiungere il centro di Oslo per recarci alla Banca Centrale di Norvegia (che non ha filiali sul territorio, ma una unica sede nella capitale, come ci hanno detto nelle varie banche visitate) per cambiare le corone scadute. Cosa non semplice. Il traffico privato è molto complicato: Oslo lo vuole evitare, sta eliminando i parcheggi ma anche la scelta del mezzo pubblico per girare in città, contrassegnato da simboli, è molto complicato per gli stranieri.
Ad Elverum ho un colpo di fortuna, conseguente all’idea di chiedere informazioni dettagliate per risolvere il nostro problema. Nel Museo, molto bello, pieno di scolaresche, con grandi statue di alci e orsi nel giardino, chiedo al ragazzo se mi può segnare “esattamente” il percorso , dove possiamo sostare col camper, su quale mezzo devo salire, dove devo scendere, come pago il tragitto. Oltre 10 anni fa era molto semplice, ora non più. Il ragazzo prova ad aiutarmi, chiama la sua capufficio, una ragazza tanto bella quanto gentile. Lei riflette, fa un po’ di telefonate, ci pensa e ci ripensa, poi guarda quanto contante ha in cassa, vede che arriva a coprire la somma che ci interessa, abbastanza alta, e, impietosita, ci cambia i soldi, così, senza nulla chiedere. Siamo stati in varie banche, da Alta in giù, prima di entrare nel museo, e nessuno ha potuto o voluto cambiarci i soldi e lei ha risolto con semplicità, dicendo che trovava giusto aiutare un turista. Stupenda.
Risollevati nello spirito, proseguiamo verso la Svezia, arrivando al Morokulien, l’AA sul confine tra Norvegia e Svezia.
Sempre niente funghi, tranne pochi striminziti finferli.
Km effettuati: 146
22.8.18, mercoledì
Scendiamo, passando da Trollhattan. Con nostra sorpresa leggo, passando, che pagheremo un pedaggio scendendo anche all’esterno di Goteborg. Novità, anni fa non si pagava nulla, l’anno scorso si pagava solo entrando in città, ora anche percorrendo la circonvallazione.
Pazienza, saranno euro 0,90 circa, la rogna è fare il bonifico.
Km effettuati: 370
23.8.18, giovedì
Da Malmo arriviamo a Copenhagen. Sul ponte ci incuriosisce un posto di blocco: fanno deviare i mezzi interessati sull’isola artificiale (danese) a metà Oresundbron. Noi proseguiamo e ci sistemiamo nell’AA di Faro.
Km effettuati: 357
24.8.18, venerdì
Traghettiamo da Rodby a Puttgarden. Cerchiamo, ridendo, il ristorantino giusto, con la foto del piatto scelto e raccomandato dai nostri amici, mangiamo, passeggiamo per Heilingenhafen e re-incontriamo i nostri amici torinesi. Loro sono passati da Oslo (prendendo una multa) poi con la nave sono arrivati a Copenaghen. Loro, nel sud Norvegia, hanno avuto fortuna, raccogliendo molti porcini.
Dopo un bel po’ di shopping “pescatorio” insieme e una sosta ristoratrice in un caratteristico bar ci rechiamo compagnia nella nuova (complicata, tutta tecnologica) AA alla fine del lungomare di Heiligenhafen, dove trascorriamo una serata molto simpatica.
Ci ripromettiamo di incontrarci ancora, in futuro, in terra scandinava.
Km effettuati: 100
25.8.18, sabato
La notte dormiamo ad Hardegsen, nella piccola AA sulla collinetta sopra il paese, ci restiamo anche la domenica, passeggiando e riposando.
Km effettuati 396
27.8.18, lunedì
Siamo a Baunach, nell’AA fuori il paese. Bellissimo villaggio.
Km effettuati: 306
28.8.18, martedì
Oltre Monaco usciamo dall’autostrada e ci gustiamo una bella strada da Bad Tolz, tra boschi e l’Achensee. Prima di Innsbruck compro la vignetta e ci rimettiamo sulla A12. Sosta a Vipiteno, un po’ deludente: moltissimi camper, confusione e polvere.
Km effettuati: 469
29.8.18, mercoledì
Camion, caldo, camion, caldo, camion e tanto caldo e arriviamo a casa.
Conclusioni
Lungo viaggio quest’anno, con meteo alterno, a volte amico a volte… no, comunque positivo, con fuga riuscita dal caldo veronese, posti e strade diverse, soddisfazioni per il pescatore, piacevoli incontri e soggiorni con vecchi amici, nuove conoscenze - alcune ci resteranno nel cuore - qualche delusione “paesaggistica” ripagata ampiamente da panorami stupendi, un leggero rammarico per mancate visite in località particolari, rifiutate di netto dal mio autista. Lui ama la natura, vuole boschi, mare, spazi verdi e odia il traffico cittadino e siccome il volante lo usa lui… e in giugno, se il Cielo ci assiste, si riparte…