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La nevicata del 56.

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Salvo Sa 2
Salvo Sa 2
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 16:17:52
Approfitto di questa nevicata in atto su tutta l'Italia, per ricordare certi momenti che mi legano ad un'altra nevicata eccezionale, quella del 56. Invito tutti i "vecchi" camperisti a postare i loro ricordi di quella nevicata.[;)] "La nevicata del 1956 e la relativa ondata di freddo rappresentano un evento meteorologico di particolare rilevanza ed eccezionalità storica per dimensioni del fenomeno che colpì il continente europeo e l'Italia nell'inverno di quell'anno". id="size1"> Ero un bambino che aveva appena compiuto cinque anni e ricordo perfettamente lo stupore che mi pervase alla vista di quella distesa bianca, il cortile della mia casa era una lastra di ghiaccio, i terreni retrostanti non si vedevano più, tutto gelato e candido. Improvvisammo, con altri bambini e i miei fratelli, dei giochi con degli sci ricavati dalle doghe delle botti, ovviamente non riuscivamo a sciare ma il divertimento fu massimo. Nelle campagne circostanti erano sparsi dei cumuli, delle montagnole di lapilli alte 5-6 metri e larghe quanto un campo di calcio, quelle montagnole erano il frutto di un lavoro massacrante fatto dai contadini per liberare le loro terre dal lapillo caduto nell'eruzione del Vesuvio del 44. Per giorni siamo saliti e scesi da quelle montagnole rotolandoci nella neve. [:X] In quei giorni, poco prima e poco lontano da me, era nata una bambina, il cui padre aveva un’azienda agricola nella piana di Battipaglia, settanta km lontano, coltivava carciofi in quelle terre che erano da poco state strappate alla palude, terreni pesanti, grassi, fertili, quello che ci vuole per i carciofi. Quella bambina venti anni dopo diventerà mia moglie.[:X] La nevicata bruciò tutte le colture, i carciofi erano in piena vegetazione, poco più di un paio di mesi dopo sarebbe venuta la Pasqua e quello era ed tuttora, il periodo migliore per la vendita dei carciofi, ma tutto andò in malora, i coltivatori abbandonarono al loro destino le coltivazioni di carciofi, solo mio suocero non si rassegnò, fece capitozzare tutte le piante, eliminò tutte le parti bruciate dal gelo ed attese. Venne il caldo primaverile e due mesi dopo le piante erano piene di carciofi teneri, i soli in tutta la piana del Sele, fece soldi, tanti soldi e lo diceva sempre alla figlia, la sua nascita gli aveva portato fortuna, in tutti i sensi, con i soldi che ne ricavò comprò altra terra, la sua azienda arrivò alle dimensioni attuali, circa trenta ettari. Ho amato molto quell’uomo, come un padre...[:X][B)] aveva una tenacia e una determinazione fuori dal comune, sapeva sempre dove voleva arrivare, anche a distanza di anni. Tutti questi ricordi, queste concatenazioni, mi vengono in mente ogni qualvolta ascolto quella bellissima canzone scritta dal “califfo” proprio in occasione dell’eccezionale nevicata del 56. Per me è la canzone più bella che abbia mai scritto. La ascolto e mi sovviene l’infanzia, il legame col destino che mi ha fatto conoscere mia moglie e spero che anche con questa nevicata, fra una quarantina d’anni, un giorno ci sarà un bambino o una bambina che rispolvererà i suoi ricordi, le sue date, per raccontare e raccontarsi e chissà... magari li condividerà con qualcuno o qualcuna. [;)] [8D] La nevicata del 56 cantata da Mia Martini:

http://www.youtube.com/watch?v=...

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laroby 64
laroby 64
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14/01/2010 8270
Inserito il 04/02/2012 alle: 16:52:51
quote:Risposta al messaggio di Salvo Sa 2 inserito in data 04/02/2012  16:17:52 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Nel '56 ancora non c'ero, ma mio padre e i miei zii Romani mi hanno raccontato di com'era magica Roma allora. Salvo Salvo...mi hai fatto piangere...[;)] Continuo ad essere una dOPAta in astinenza...
ik6Amo
ik6Amo
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 16:59:32
Avevo 6 anni. Ricordo la gente che usciva di casa dal balcone o dalla finestra e scendeva in strada tramite scalini ricavati nella neve gelata. Le strade erano ridotte ad uno stretto passaggio, fra le case. Ai lati delle strade era ammucchiata la neve caduta e quella spalata dai tetti. Purtroppo ero troppo piccolo per avere altri ricordi validi.
alexia76
alexia76
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 17:38:19
Io pure non c'ero... ma se avete foto personali sarebbe un piacere vederle. [:p]
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garmau
garmau
09/05/2009 4601
Inserito il 04/02/2012 alle: 17:55:06
ammesso e non concesso che le foto ci siano, bisogna dare il tempo al possessore di scannerizzarle, sempre che che abbia lo scanner, ci vuole del tempo.
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Anto15
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13/07/2009 8877
Inserito il 04/02/2012 alle: 18:10:31
Ciao [:)]Bellissimi ricordi ed emozionanti.Nel 56 avevo 2 anni ed a marzo era nata mia sorella.Però,mamma mi diceva sempre ,che quando sono nata io,in paese scendeva la neve e arrivava al ginocchio.Pensa te,sono nata di sabato ,in casa a mezzogiorno,allora suonava la sirena,che gli operai venivano a pranzo o perchè era mezzogiorno.Buon fine settimana a tutti ANTO15
Salvo Sa 2
Salvo Sa 2
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 18:55:29
quote:Risposta al messaggio di garmau inserito in data 04/02/2012  17:55:06 (

Visualizza messaggio in nuova finestra

)
>
> No, foto non ne ho di quei tempi, allora fare una foto mica era tanto facile, ricordo di un fotografo che si chiamava Felicetto, era lui i fotografo ufficiale di tutte le celebrazioni del circondario, sposalizi, prime comunioni, battesimi... chissà se i suoi eredi hanno conservato un archivio. Però ho trovato queste immagini della settimana Incom:

http://www.youtube.com/watch?v=...

Al minuto 0.30 si vede una persona che spinge una Fiat Belvedere con gli sportelli in legno, è la stessa macchina che aveva mio padre, altro collegamento di ricordi [:I], fu la sua prima macchina, ma la comprò 5-6 anni dopo il 56, ricordo che fece costruire un riparo dove mettere ma macchina, una baracca in legno chiusa da lamiere zincate, era il mio rifugio, c'era un vecchio fornaio che aveva tanti libri nella sua bottega, specie i gialli Mondadori, li leggeva la notte accanto al forno nell'attesa che il pane si cuocesse, sulle copertine c'era quasi sempre una donna con abiti aderenti i posa flessuosa, quell'immagine mi attraeva e li leggevo sperando di trovarci chissachè... [:I] lui ogni tanto me ne prestava qualcuno ed io mi rifugiavo nella macchina, chiuso nel box e cominciavo a leggere... in tutto il libro cercavo sempre la frase conturbante, tipo... "la guardò negli occhi, avvicinò le sue labbra alle sue e l'attrasse a sè..." tutto questo mi bastava per addentrarmi verso quella "scoperta" che i miei amichetti mi descrivevano come una cosa che ti fa vedere le stelle...[:p] ma io non vedevo stelle, sentivo solo un gran male.. [:I][B)][:o)] finchè un giorno le stelle le vidi veramente... che stelle... [:0] e che spavento, lì solo tutto impiastricciato... [:0] Se mio padre avesse saputo che la sua macchina era diventato il luogo delle mie fantastiche scoperte... [8D]
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Giovanni
Giovanni
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28/08/2003 13165
Inserito il 04/02/2012 alle: 18:58:52
Grazie Salvo per il ricordo... anche il mio ricordo: avevo allora 9 anni, vivevo in campagna, la neve era tanta, tanta, con conseguenti brucianti gelate. Allora le donne di casa si scaldavano in cucina attorno al fuoco, a rammendare, cucire le camicie per loro e per gli uomini di casa con i teli che avevano 'ordinato' nelle pause di novembre. Ordinato era il termine che da noi si usava per dire che si erano messi in ordine diversi filati colorati che poi, sul telaio di legno, manovrato a mano e pedali, si tesseva letteralmente il tessuto. Mia madre era considerata geniale per questo perchè a mente riusciva a progettare combinazioni di filati colorati che, dal telaio, avrebbero poi dato tessuti con abbinamenti colorati di piacevole effetto. Nel frattempo, le donne da matrimonio (ne avevo quattro in casa...), in un'altra stanza, solitamente un magazzino, erano a tesser le lenzuola per il corredo da sposa: tessevano al freddo, scaldandosi con lo scaldino con i legni ardenti, posto tra i piedi, dietro ai pedali del telaio. Gli uomini vivevano la giornata nella stalla, scaldata come una famosa grotta, dalla presenza del bestiame. Erano intenti a pelar paletti per far i manici degli attrezzi (falci, martelli, roncole, vanghe) affinchè, essicati, restassero lisci e lucidi; poi, con i vimini e le canne tagliate a croce per lungo, facevano cesti, cestoni, 'crinelle' (cesti molto grandi di vimini). Io me ne stavo un po' giù nella stalla ma gli uomini mi mandavano via perchè rischiavo di essere colpito dai vimini o striscie di canna volanti da quelli che facevano i cesti, in casa mi mandavano via perchè ero un uomo e dovevo stare con gli uomini nella stalla. Finchè mio padre mi prendeva sulle gambe e mi racchiudeva e scaldava le mani dentro le sue mani. L'immagine più dolce di mio padre che mi lascerà per sempre dopo due anni e mezzo. Così, particolare non trascurabile, noi maschietti, estate ed inverno, sempre pantaloni corti! E maglie di lana che quando le indossavi lavate, per due-tre giorni piccavano da matti. Ai piedi zoccoli con pianta in legno e copertura di cuoio duro come il ferro! Che vita, tagazzi! In questa situazione arrivò il 'nevone' del '56. La strada interpoderale che da casa mia scendeva verso altri contadini che abitavano più in basso, era sotto un'alta scarpata: il vento aveva ammucchiato tanta di quella neve su quella trada che per alcuni tratti saranno stati almeno venti metri; ricordo che fino a primavera inoltrata, questa povera gente passava per campi per andare in paese. E dovevano portarsi a spalla, fino a casa mia, il sacco di grano da portare a macinare al mulino in paese e riportare a casa, sempre a spalla, la farina. Allora il pane si faceva solo in casa. Fu una strage per gli ulivi. Il Governo di allora, forse il governo, forse qualche altra istituzione, organizzò numerossime squadre di operai che, diretti da esperti agronomi, passarono ad uno ad uno tutti gli ulivi e li potarono con maestria per cercare di non perderli definitivamente. Un ulivo, allora, per il contadino, era un bel capitale. Tutto gratuitamente! E si salvò praticamente tutto il parco ulivi, certamente la produzione diminuì perchè da grandi alberi si ridussero a pochi rami, pochi ma vivi. Giovanni
Nono Minimo
Nono Minimo
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 19:00:23
quote:Risposta al messaggio di Salvo Sa 2 inserito in data 04/02/2012  16:17:52 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Scrivi più spesso.
Salvo Sa 2
Salvo Sa 2
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 19:15:26
quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 04/02/2012  18:58:52 (

Visualizza messaggio in nuova finestra

)
>
> "Finchè mio padre mi prendeva sulle gambe e mi racchiudeva e scaldava le mani dentro le sue mani. L'immagine più dolce di mio padre che mi lascerà per sempre dopo due anni e mezzo. Così, particolare non trascurabile, noi maschietti, estate ed inverno, sempre pantaloni corti! E maglie di lana che quando le indossavi lavate, per due-tre giorni piccavano da matti. Ai piedi zoccoli con pianta in legno e copertura di cuoio duro come il ferro! Che vita, tagazzi!"id="size1"> Mi hai fatto venire in mente quel bellissimo film di Ermanno Olmi, "L'albero degli zoccoli". [:X]

http://www.youtube.com/watch?v=...

Un contadino viene cacciato dalla cascina per aver segato un ramo di pioppo per farne zoccoli per il figlio che doveva andare a scuola. [B)]
Nono Minimo
Nono Minimo
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 19:27:57
quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 04/02/2012  18:58:52 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Perchè non continuate? Ogni tanto qualcuno mette un suo 'ricordo' e ne viene fuori un 3d di quelli buoni...
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elio56
elio56
03/09/2003 413
Inserito il 04/02/2012 alle: 19:32:42
Sono nato nel 56, il 30 gennaio, in una casa di ringhiera in provincia di Milano col riscaldamento a stufa economica. Quando sono nato, mia mamma ricorda che sul comodino gli si era ghiacciato il bicchiere d'acqua... Mio papà ha tirato fuori la fisormonica è ha pensato così di festeggiarmi e riscaldare un po' l'ambiente... elio
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robyexcigs
robyexcigs
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02/06/2007 1036
Inserito il 04/02/2012 alle: 20:48:17
Io non ho ricordi del '56 (perche' sono arrivato 3 anni dopo) ed i miei genitori ora non ci sono per chiedere a loro Ma ricordo che una trentina di anni dopo, qui a torino, ha nevicato per una settimana di fila, fino a rendere percoloso camminare sotto i tetti causa le mini valanghe che ti potevano arrivare addosso senza preavviso. Il peggio è arrivato l'anno seguente, quando la stessa quantità di neve, con gli stessi pericoli di caduta neve dai tetti, è riuscito a farlo in tre giorni. Eppure, vuoi l'eta, vuoi un sacco di altre cose, nonostante i disagi, tornerei subito a quei tempi.

Modificato da robyexcigs il 04/02/2012 alle 20:49:14
Salvo Sa 2
Salvo Sa 2
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Inserito il 04/02/2012 alle: 20:54:21
quote:Risposta al messaggio di robyexcigs inserito in data 04/02/2012  20:48:17 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Roby... cos'è quel disegno nella firma, mica è il grafico dello spazio-tempo curvo?
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mrlifeguard
mrlifeguard
12/06/2009 3304
Inserito il 04/02/2012 alle: 22:13:24
mamma quanto tempo... ero un ragazzino di 6 anni e tutta quella neve mi aveva fatto diventare frenetico, abitavo a Milano in via Corsico, una casa di ringhiera dove per uscire il mio nonno aveva dovuto spalare la neve prima davanti alla porta di casa, poi su tutta la ringhiera e io dietro con uno scopino a dare man forte. Poi giù nel cortile della casa a giocare, con un vecchio cappottino (che mi ricordo ancora era scozzese) il cappellino con il paraorecchie e i calzoncini inesorabilmente corti, non mi ricordo però del freddo, era tanta la gioia di giocare nella neve che non c'era niente altro. Poi insieme al nonno siamo andati dal "sciostrè" il carbonaio a prendere due rotoli di legna per la stufa economica (erano listelli di legno tenero che servivano per ravvivare il fuoco per cucinare ed erano tenuti insieme da del filo di ferro formando una ruota di una quarantina di cm), e prima di salire ancora in casa lui era andato in cantina a spalare del carbone da portare su (quello serviva per tenere la stufa calda). La felicità era totale, niente scuola ( dove gli schiaffi erano ancora abbondantemente ben distribuiti), la neve, la dolcezza del mio meraviglioso nonno, i giochi in casa coi cristalli di ghiaccio nei vetri interni delle due camere da letto e poi inesorabili gli odiati compiti sul tavolo di marmo della cucina. Forse sarà la nostalgia della famiglia, di quella famiglia che non c'è più, ma i ricordi sono passati attraverso gli occhi un un bambinetto e tutto allora era facile, semplice, bellissimo.
id="left">
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banacoa
banacoa
19/07/2009 4234
Inserito il 04/02/2012 alle: 22:19:37
accidenti SALVOOOOO...ma, sono argomenti da sabato sera questi?? quanta neve e quanti ricordi.... per i primi giorni è passava uno "spartineve" ecologico...un cavallo con al traino una V in legno, con il conduttore che faceva da peso, accovacciato su un'asse che teneva la V aperta...quanto freddo...la Becchi arancione a 4 elementi non ha mai scaldato casa nostra...molti anni dopo, ho poi scoperto perchè... a Forlì, non fa freddo...ma come fanno a fare le stufe in una città che si chiama Forlì, dove addirittura, vicino, c'è un paese che si chiama Terra del Sole...ma che ca@@o ne sanno del freddo... vivevo in quartiere popolare, nel 1947, quando sono nato nevicava...a Brescia, nevicava sempre, ma quella del 56 era stata megagalattica, l'uscita del condominio dove vivavamo era preticamente bloccata e la neve veniva spalata e ammucchiata fino a raggiungere altezze di oltre 2 metri...in pratica si passava in "trincee"di neve che rimase, in alcuni punti, fino a Maggio inoltrato. I "geloni" sulle dita erano il prezzo di un'alimentazione calorica scarsa, che le generazioni seguenti non hanno avuto. Il dolore estremo nelle mani gonfie condizionava i giochi e allora ti vedevi costretto ad urinare sulle mani per attenuare il dolore. Ho digitato su google "nevicata del 56" guardate le foto.... ciao Tony
18
robyexcigs
robyexcigs
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02/06/2007 1036
Inserito il 04/02/2012 alle: 22:24:30
quote:Risposta al messaggio di Salvo Sa 2 inserito in data 04/02/2012  20:54:21 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> risposta a salvo - è un quadrante solare, che tanti chiamano meridiana in pratica è un grafico che indica le ore della giornata, sfruttando l'ombra che proietta un riferimento generalmente piantato nel muro ho scelto questa immagine perche mi interessano ma purtroppo non riescono a modificare lo spazio-tempo
umma gamma
umma gamma
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 22:31:45
Lo sapevo che gira gira Salvo postava la famosa nevicata del 56.. Salvato' ..ma tu si' na poesia..[:X][:X]
Salvo Sa 2
Salvo Sa 2
-
Inserito il 04/02/2012 alle: 23:29:31
quote:Risposta al messaggio di robyexcigs inserito in data 04/02/2012  22:24:30 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Beh... non lo stiamo forse modificando adesso? Siamo andati indietro nel tempo come niente. [;)]
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macap
macap
13/05/2007 1377
Inserito il 05/02/2012 alle: 08:30:25
io sono testimone oculare perchè allora avevo otto anni e mi ricordo che da casa mia a Sulmona si usciva di casa solo dalla finestra del primo piano: Questa la situazione tanto per dare un'idea

http://www.youtube.com/watch?v=...

donna
donna
-
Inserito il 05/02/2012 alle: 15:30:25
quote:Risposta al messaggio di Salvo Sa 2 inserito in data 04/02/2012  16:17:52 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Bellissimo! Leggere i Vostri racconti è stato emozionante. Grazie! Buona Domenica Ciao Donna
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