C'e' anche il "BiancoSpino"
Modalità di azione
Tre effetti devono essere distinti nel caso del biancospino:
* miglioramento della circolazione coronarica.
Per questa via si ottiene una riduzione della predisposizione alle crisi nell'angina pectoris e la rimozione dei disturbi coronarici soggettivi. Prove sperimentali hanno evidenziato con assoluta chiarezza che l'estratto acquoso di Crataegus ha un'attività coronarica; sono certi un incremento dell'irrorazione dei vasi coronarici e una dilatazione degli stessi. La conseguenza è non solo una eliminazione degli stati spastici, e perciò un'attenuazione dei disturbi soggettivi che ne derivano, ma anche un miglioramento dell'irrorazione del miocardio stesso, quindi una rimozione dell'ipossiemia. L'effetto immediato sulle cellule del miocardio è da intendersi nel senso di un incremento di attività e di un miglior trofismo delle stesse.
Diversamente dalla digitale e dai digitaloidi, che agiscono sulla sostanza contrattile delle cellule miocardiche, l'azione del biancospino si estende alle altre parti del muscolo cardiaco, che sono in gioco più per il trofismo, le riserve di energia, la spesa di energia. In particolare, si tratta di un positivo effetto sulla concentrazione di calcio intracellulare. Con ciò si spiega anche come mai dal biancospino non ci si debba attendere un rapido innalzamento dell'energia cardiaca immediatamente dopo la somministrazione, bensì un influsso persistente sulle alterazioni degenerative legate all'età del cuore. Analogo discorso vale per il miglioramento dell'irrorazione delle coronarie, che con la somministrazione prolungata si manifesta prima, ma poi persiste a lungo. I due effetti si completano a vicenda. Pertanto il biancospino non è né un mezzo per trattare un attacco di angina pectoris, per cui la nitroglicerina rimane sempre indispensabile, né un mezzo per il rapido superamento di uno scompenso cardiaco; ciò deve essere sempre sottolineato per avere sempre presente la differenza con digitale e digitaloidi e assegnare al biancospino il posto del trattamento di lunga durata delle coronaropatie, dove esso trova la sua collocazione più congeniale.
* II biancospino non ha un'azione antiipertensiva.
Tuttavia i valori pressori possono regolarsi grazie al miglioramento dell'energia del cuore, forse persino normalizzarsi. Quindi una pressione elevata può abbassarsi e d'altra parte una pressione ridotta può salire; l'indicazione come ipotensivo in senso stretto è però scorretta. In parecchi casi sarà opportuno combinare il biancospino con una pianta ipotensiva, quindi la Rauwolfia o il vischio. Non c'è, per questo, bisogno di nessuna specialità preconfezionata, anzi una simile combinazione si può preparare meglio e più elasticamente in proprio, somministrando un preparato puro di biancospino e un preparato puro di Rauwolfia. L'ideale è prendere il biancospino la mattina a digiuno e la sera prima di coricarsi, circa 30 gocce di tintura o di un preparato puro, e inoltre un preparato di Rauwolfia dopo la prima colazione e dopo cena.
* Disturbi ritmici del cuore
Sono emersi come il più recente campo di applicazione del biancospino;
innanzitutto le extrasistoli di genesi diversa, inoltre la tachicardia parossistica e gli altri attacchi di tachicardia, meno invece le tachiaritmie. Con un'iniezione e.v. di estratto acquoso di biancospino in grande quantità si riesce a far rientrare una vera e propria tachicardia parossistica; già dopo 10-20 minuti subentra una riduzione evidente della frequenza cardiaca e un rapido miglioramento dei disturbi soggettivi. Nei casi più lievi, soprattutto nelle extrasistoli, basta la somministrazione orale in gocce. Comunque, questa azione del biancospino sui disturbi del ritmo cardiaco rimane sempre al secondo posto nel suo campo di indicazione. Si prescrive il biancospino principalmente nei disturbi ritmici del cuore senile, ma solo allorché essi causano disturbi soggettivi. Si riuscirà più rapidamente a superare una fase di intensificazione di questi poco rilevanti disturbi ritmici, massimamente nei casi di temporanea intensificazione di extrasistoli. Il vantaggio del biancospino, come nel caso della Convallaria, sta nel fatto che lo si può dare senza preoccupazione nelle così frequenti bradicardie del cuore senile.
Saluto
El Vida 4x4
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