Bang, bang...

Si capisco[8)]. Altro che camper, ma.... quanto 'consumi'?[:D][:D][:D]... mi sembrerebbe di poter dire tantoooooo però... ne vale la pena[:D][8D]

Troppo onore per questo piccolo delirio Personaggi simili.[:)][:)]. Buon viaggio Ranger 'Uer Yugò'[:o)] e a presto[:D][:D]

I due uomini si guardarono e lo sceriffo accennò un saluto portando alla tesa del cappello la mano destra. Lo staniero rispose quasi contemporaneamente con un cenno della testa. Scese gli ultimi scalini e si avvicinò al bancone ma si tenne a circa un metro di distanza. Il barman era avvezzo a servire il caffè a quell’ora… lo sceriffo era mattiniero ma gli era capitato raramente di trovarsi due uomini davanti a se all’alba. Versò il caffè bollente nelle tazze di porcellana e lasciò il bricco sul bancone…. “Zucchero?” chiese rivolto allo straniero. “No, grazie. Va bene amaro.” “E così è un cacciatore di taglie…” fece lo sceriffo mentre avvicinava la tazza alle labbra. Soffiò nella tazza e il vapore denso del contenuto si sparse intorno al suo viso. “Di solito per evitare malintesi i bauntikiller vengono nel mio ufficio a… presentarsi. Così, giusto per buona maniera e per avere informazioni sui loro ‘clienti’.” Lo straniero aveva già bevuto un sorso bollente dalla tazza e si stava preparando a bere il secondo ma s’interruppe e girò la testa verso lo sceriffo. “Era molto tardi quando sono arrivato ma sapevo che sarebbe stato avvertito del mio arrivo. Mi chiamo Riciard Uidmark ma sono più conosciuto come ‘Nevy’. Lo sceriffo continuò a bere brevi sorsi di caffè come se nulla fosse ma quel nome lo aveva colpito. Non diede mostra di nulla. “Sono lo sceriffo di questa città. La Contea è grande e Forum City è sulla frontiera ed è piuttosto lontana da ‘COLvill’ per cui faccio lo sceriffo e, talvolta, il ‘giudice’… il mio nome è Modestus Aloysio Announ ma per Forum City ormai sono ‘Mod’. E’ su una traccia fresca?” ‘Nevy’ posò la tazza sul bancone, prese il bricco e se ne versò un’altra, poi fece il gesto di versarne anche allo sceriffo ma Announ rifiutò con un gesto della mano. Ripose il bricco e… “No, la traccia non è molto fresca però è costante e nell’ultima settimana penso di aver guadagnato terreno.” Mentre parlava estrasse dalla tasca interna della giacca il foglio che aveva mostrato la sera precedente al cauboi, lo distese sul bancone e lo allungò allo sceriffo. “Caccia grossa vedo… si, ha ragione, la traccia non è fresca. E’ stato visto a sud di Forum City mentre guadava il fiume. Si è tenuto a distanza dalla città per evitare di essere catturato…. Se riparte subito può cercare di recuperare altro terreno. L’inverno è alle porte e farsi sorprendere da una tempesta di neve non è la cosa più simpatica che possa accadere. E comunque non le sarà facile prenderlo. E’ da solo?” Lo straniero capì al volo l’invito che lo sceriffo gli aveva rivolto. Lasciare in fretta la città poteva essere un buon consiglio ma prima doveva essere certo che la traccia fosse sicura e per farlo doveva trovare qualcuno che gli desse una ragionevole conferma. Avrebbe richiesto qualche ora o, magari, tutto il giorno ma lui non era il tipo che si buttava all’inseguimento contando sulla velocità. Lui era più per la costanza. “Devo fare riposare il cavallo e fare qualche provvista. Se tutto va bene domani mattina riparto. Si, lavoro solo”. Aveva parlato in modo indiretto ma era certo che lo sceriffo avrebbe compreso… “Bene signor ‘Nevy’, piacere di averla conosciuta. Io devo continuare il mio giro. Se il cavallo lo ha portato in fondo alla strada vedrà che lo ritroverà in ottime condizioni…. Buon proseguimento e passi da me quando lascia la città. Così, per buona maniera”. Si voltò dirigendosi verso l’uscita. In lontananza si udivano i primi muggiti. Le mandrie stavano per arrivare. Sarebbero state caricate sul treno e avrebbero affrontato il lungo viaggio verso l’est. Sarebbe stata una giornata molto lunga quella che si stava stendendo su Forum City. Camminò tenendo il centro della strada che a quell’ora era ancora semideserta. Evitava il marciapiede in legno rialzato perché sarebbe passato sotto le tettoie delle case e non sarebbe stato visibile ai più. Quella era l’ora in cui Forum City era tranquilla e la sua presenza l’avrebbe mantenuta così per buona parte della giornata. La sera la ‘musica’ sarebbe cambiata e ‘quella’ sera sarebbe stata molto movimentata a causa di tutti quei cauboi arrivati con le mandrie. Avrebbero festeggiato la fine del lavoro e il ritorno ai loro rench che però non sarebbe avvenuto prima di un paio di giorni…. Il tempo di drenare il uischi. Il suo vicesceriffo stava scortando la diligenza che era partita il giorno precedente e non sarebbe rientrato prima di domani pomeriggio. I suoi ‘aiuto sceriffo’ erano tre ma lavoravano alle loro fattorie. Li avrebbe visti non prima del tramonto e fino a quell’ora doveva contare solo su se stesso e la sua Colt. Sorrise. Si sentiva in ottima compagnia. ‘Nevy’ lasciò il saloon e si diresse verso l’emporio. A una trentina di passi rivide lo sceriffo di spalle. Il suo incedere era lento e costante, il cenno di saluto che rivolgeva ai cittadini era misurato e ciò conferiva alla figura un’immagine di sobrietà. Unica nota ‘stonata’ la Colt portata molto bassa sul fianco sinistro. Denotava uno stile di tiro teso a colpire il bersaglio più ‘puntando’ che ‘mirando’. Era un mancino e i mancini non erano mai facili da ‘prevedere’ se li dovevi affrontare da dietro il tamburo di una ‘45’. Si infilò il guanto nella mano sinistra e lasciò la destra ‘nuda’ e libera di andare a toccare il caldo legno dell’impugnatura della sua Nevy…. Era da un sacco di tempo che veniva chiamato con il nome della sua pistola ma a lui non dispiaceva e poi…. oramai erano poche le persone che lo chiamavano. Scese gli scalini mentre un carro scoperto trainato da due cavalli stava sopraggiungendo alla sua destra. Si fermò sul ciglio della strada per non sporcarsi subito gli stivali con gli schizzi di terra sollevati dagli zoccoli dei due ronzini. A cassetta era seduta una donna vestita come un mandriano. Era bionda con i capelli raccolti in una coda e seminascosti da un cappellaccio a tesa floscia. Aveva un pesante giaccone incrostato di fango e un paio di pantaloni pesanti messi peggio del giaccone. Al fianco sinistro una fondina con una pistola dal manico in osso e dalla cromatura sfavillante, in aperto contrasto con gli abiti. La donna si accorse dello sguardo dello straniero e lo fissò in viso con espressione dura ma accennando un mezzo sorriso che lui ricambiò con un altro mezzo. Il carro lo sfilò e proseguì il suo lento cammino. La donna non si voltò. “Un’altra mancina…” pensò Nevy. “… tutti di sinistra in questa città.”

Ciao Sandro[:)]. Il gringo della Gallura se ne sta defilato perchè teme un coinvolgimento in una qualche sparatoria[:D][:D][:D]. Riguardo al fatto che nel vecchio West si masticava tabacco è vero... ma non è la sola cosa che si 'mastica' come hai potuto vedere[:D][:D][:D]

Ti vedrei bene nel ruolo del maniscalco... anche lui usa il martello[:D][:D]

Salvo non cominciare con queste 'velate' allusioni[8)]. Qui interviene gente a cui basta un 'niente' per ricamarci sopra storielle 'alternative'[;)]. Salviamo almeno il Vecchio Uest[:D][:D][:D]

Lo sceriffo aveva appena iniziato a guardare i documenti relativi a una disputa su alcuni pascoli tra un allevatore di bovini e il suo vicino che allevava abbacchi. Non erano ben visti da quelle parti i ‘pecorai’. Quella era una terra di vacche e di cavalli. Le pecore erano considerate una piaga. Avrebbe dovuto risolvere in fretta la questione prima che da qualche capo di bestiame morto si passasse a qualche altro ‘tipo’ di morto. Guardò fuori dalla piccola finestra e vide il carro scoperto di Calamity Chei che si fermava davanti all’emporio. La donna scese con un balzo dalla cassetta, si aggiustò la pistola, tolse i guanti e salì i due scalini in legno per poi scomparire all’interno del negozio. Calamity Chei…. Un paio di ‘botte’ in qualche fienile gli avrebbero anche fatto piacere ma quella più che una donna era un incrocio tra un riccio e un puma e non si era mai arrischiato a fare la benché minima allusione a quel suo recondito desiderio. Calamity non aveva mai avuto dei veri e propri guai con la Legge. Era stata in cella qualche volta per rissa e ubriachezza ma niente di serio a parte quella volta che aveva sparato a un cauboi un po’ troppo esuberante. Lui aveva estratto per primo e lei lo aveva fulminato. Calamity non si vedeva spesso in città. Viveva in una fattoria circondata dai suoi cani allevando qualche vacca e coltivando la terra che aveva vinto al gioco da un vecchio alcolizzato che ora riposava nel cimitero fuori città. Allevava anche uccelli, pappagalli per la precisione, e i cauboi ironizzavano pesantemente su questa sua passione ma stavano attenti a farlo quando lei non era nei paraggi. Si mise il cappello e uscì. Quando Calamity Chei veniva in città era bene stare attenti e vigilare. Nevy passò sull’altro lato della strada dove aveva visto la bottega del barbiere. Entrò e il piccolo campanello emise un cristallino tintinnio che attirò il barbiere dal retro. “Buon giorno, vorrei darmi una ripulita” Il barbiere fisso la pistola… “Nessun problema amico ma ‘quella’ la devi appendere là.” Disse indicando un appendiabiti posto sulla parete di fondo. Il profumo di sapone e di acqua di colonia era piacevole e questo contribuì a che Nevy accettasse di separarsi dalla sua pistola. Erano sempre di più i negozianti che chiedevano di disarmarsi prima di servire i clienti. Era una ‘moda’ che veniva dalle grandi città dell’est dove le pistole erano sempre più rare e gli sceriffi erano molto più numerosi. Appese il cinturone e si diresse verso la poltrona in morbida pelle di vacca. L’uomo aveva già iniziato compiaciuto a mescolare il sapone. Gli stese un lenzuolo bianco attorno al corpo e lo appuntò dietro al collo di Nevy. “E’ in città per l’arrivo del bestiame?” domandò il barbiere mentre iniziava a ricoprirgli il viso di schiuma bianca e profumata. “No. Sto cercando un uomo che è passato da queste parti una settimana fa.” Il barbiere cercò di troncare la conversazione ma Nevy estrasse da sotto il lenzuolo il ritratto del ricercato e glielo mostrò. L’uomo interruppe quello che stava facendo e guardò il foglio spiegazzato che Nevy gli mostrava. “Lo hai visto?” “No. Non è passato in città ma dicono di averlo visto al di là del fiume che andava a ovest. Che ha fatto per avere una taglia di 5.000 dollari sulla testa?” Nevy fece scomparire il foglio sotto il lenzuolo. “Dicono che abbia tentato di impiccare un uomo molto potente…. Ha cercato di farsi giustizia da solo. Gli uomini potenti hanno influenza anche sulla Legge e trovano sempre qualcuno che è disposto a dare una mano….” “Mmmhhh solo perché ha ‘cercato’ di impiccare un uomo si è meritato una taglia del genere? Forse c’è dell’altro…” Nevy annuì. Quell’uomo era sveglio e molto probabilmente ‘informato’ considerando il lavoro che faceva…. Poteva essere un buon canale d’informazione… “La Legge lo teneva d’occhio da un po’ in attesa di qualche passo falso…. E lui ha fatto perdere le sue tracce…. O almeno ci ha provato. Hai idea di dove possa essere andato?” “No. Nessuna idea ma…. se è passato da una settimana dubito che sia ancora nei paraggi. O ha proseguito fino a Magazineburg e li si è per forza fermato perché oltre è troppo pericoloso spingersi per via della tribù indiane dei Truma Neri e dei Nautici Fetidi, oppure è salito sulle montagne ma in questo caso ha dovuto per forza attraversare il passo di ‘Uetors’ ma lì ci sono solo pochi montanari e neppure troppo amichevoli. Altro non saprei. Io però credo che sia salito sulle montagne…” Riprese a insaponare il viso di Nevy che dal canto suo comprese che quell’uomo sapeva qualcosa di più ma doveva dargli tempo. Si rilassò e si mise a guardare la sua immagine riflessa nello specchio…. Non erano frequenti le volte che si specchiava e ogni volta che lo faceva si accorgeva che il tempo passava anche per lui. Avrebbe dovuto smettere di dare la caccia ai ricercati. Prima o poi avrebbe comperato un rench e si sarebbe messo ad allevare cavalli ma non da quelle parti, molto più a nord. A lui piaceva il freddo e la neve. Soffriva il caldo e la polvere. Amava gli alberi e le terre verdi e rigogliose…. “Per quale motivo pensi che sia salito a Uetors…” Il barbiere lo guardò attraverso lo specchio…. “Perché dicono che era a cavallo di un mulo. I muli non vanno bene per le praterie ma si arrampicano benissimo e sono molto più resistenti al freddo.” Il rasoio era pronto. Ogni volta che una mano che non fosse la sua si avvicinava alla sua gola con un rasoio provava una stretta ai maroni… era un riflesso condizionato. Sapeva benissimo che non sarebbe morto per una rasoiata ma sarebbe stato per una palla di piombo sparata da una pistola o da più lontano…. da un fucile.