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Grinza
Grinza
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16/02/2006 63247
Inserito il 18/10/2014 alle: 20:46:36
quote:Risposta al messaggio di Decimo Massimo inserito in data 18/10/2014  17:08:45 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> [:D][:D] si ma dopo io mi sono messo a studiare, sette mesi di studio matto e disperatissimo da arrivare a diventare istruttore di sesso l'unica attività (in genicologia ero un frana) che mi permetteva di vederla.[:D][:D][:D] Pensa che la vespina l'ho avuto e anche un come Garmau (si chiama Enzo) molto più sfigato di me[:)][:D][:D] --------------------------------------------------------------------------
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Decimo Massimo
Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 18/10/2014 alle: 20:59:12
quote:Risposta al messaggio di Grinza inserito in data 18/10/2014  20:46:36 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Beh Grinza, credo che chi ha vissuto quegli anni a quell'età si 'somiglia'... il giovane Decimo ci aveva visto lungo, lui le 'provviste', come le chiamava Zagor, le ha finite purtroppo. I suoi amici di allora li ha persi per strada. Ne ha trovati altri durante il viaggio ma quelli di allora mancano e mancheranno sempre. E' la vita, fa parte del gioco ma quando capita di pensarci il gioco non ti piace più tanto.
zagor61
zagor61
-
Inserito il 18/10/2014 alle: 22:26:00
Salvo poche eccezioni preferisco il ricordo di chi ho perso di vista come il “Ciaba”; si mangiava la evve, telefonò per la sua prima volta a scuola per segnalare l’ ennesima bomba fasulla, doveva solo dire “c’è una bomba nell’ istituto” gli chiesero “chi parla” invece di riattaccare rispose “ fate uscive tutti potvebbe scoppiave”. lo sospesero il giorno dopo. O “Mara” che rispose convintissimo al prof di lettere che Renzo (dei promessi sposi) mentre si recava a Milano in una locanda cenò con stracchino e prosciutto, lo disse con una tale convinzione che a domanda del prof metà classe confermò il menù,… 4 di gruppo. Non so che fine abbiano fatto ma mi piace tanto ricordarli così. Perché Zambo che incontro ancora è diventato più vecchio assieme a me, loro, nei miei ricordi, hanno sempre diciottanni.
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Grinza
Grinza
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16/02/2006 63247
Inserito il 19/10/2014 alle: 08:26:11
quote:Risposta al messaggio di Decimo Massimo inserito in data 18/10/2014  20:59:12 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Certo ne sono stati trovai altri, sempre fantastici, anche meglio ma sarà perchè la carta d'identità invecchia o anche perchè bastava vedere una mezza coscia per far partire la tempesta ormonale, che si ricorda con piacere e un pò di tristezza quel periodo, poi proprio per il tempo che inesorabilmente passa qualche amico ha cominciato a lasciarci.... --------------------------------------------------------------------------
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garmau
garmau
09/05/2009 4601
Inserito il 19/10/2014 alle: 11:44:01
Che ricordi, quasi tutti legati al periodo scolastico alcuni esilaranti altri un po meno[V]. Come quando "Renataccio"il mio attuale compagno di scorribande rallystiche, durante l'enunciazione accorata e sentita da parte della prof. d'italiano del brano "La morte di Ombretta" Tratto dal libro "Piccolo Mondo antico" del Fogazzaro, alzò la mano e improvvidamente chiese alla prof di andare in bagno...[:D][:D] Oppure quando "Renatone", quello che in classe tentava di dimostrare i teoremi di algebra e geometria seguendo teorie tutte sue con somma disperazione del professore, decise di smontare una bomba a mano residuato bellico della 2^ guerra con un cacciavite con il risultato di mandare la mano sx, due dita della dx e l'occhio sx decisamente a fare in cvlo.
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Decimo Massimo
Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 19/10/2014 alle: 15:06:09
Vi leggo e mi si 'accendono' ancora ricordi che non pensavo di conservare... forse ho fatto male a 'salire in soffitta' e rovistare nel baule delle cose messe via ma ormai è tardi per porci rimedio e quindi vado avanti anche per TWO W. Non vi nascondo però che non è raro che mentre ricordo e scrivo e scrivo e ricordo il maledetto vento che tira tutte le volte che mi metto davanti al Mac mi fa bruciare gli occhi. Finito sto @@77o di Amarcord torno alle ninchiate di sempre... sono un sacco più facili e non fanno pensare. Un abbraccio'Bend', magari ci si legge domani mattina.
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Decimo Massimo
Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 20/10/2014 alle: 06:39:17
Il rumore del quadrimotore da trasporto che iniziava a rollare sulla pista era assordante. Prese posto su uno dei piccoli sedili appoggiati alla parete. L’equipaggiamento era ingombrante ma non era permesso ne possibile appoggiarlo a terra. Si sistemò come meglio poteva, fuori diluviava e si erano fatti 800 metri sotto quell’acqua per raggiungere il C 130 per cui adesso lo attendeva un volo di diverse ore seduto e completamente fradicio. Avrebbe preferito fare una marcia di 25 chilometri con una grattugia nelle mutande piuttosto che congelarsi lentamente fino all’atterraggio. Erano diretti in Belgio in una località sconosciuta per un’esercitazione congiunta con le forze speciali di altri paesi NATO. Era tutto ciò che sapeva e a lui bastava. Il C130 non era nato per far stare comodi i suoi passeggeri ma per portarli in giro con un buon liveIlo di sicurezza. Chi aveva progettato quell’aereo in quella configurazione non si era posto il problema del comfort dei trasportati ma aveva pensato a far sì che potessero portarsi al seguito tutta l’attrezzatura di cui avevano bisogno. Il pilota diede manetta e il bestione iniziò a muoversi lentamente con un rumore infernale che aumentava in modo esponenziale all’aumentare della velocità. Dopo quello che parve un lasso di tempo interminabile si staccò dal suolo e iniziò la sua lenta e, apparentemente, incerta ascensione. Ancora in fase di decollo virò in direzione nord ovest e dopo qualche minuto stabilizzò la rotta. Prese dalla tasca laterale dei pantaloni un sacchetto di plastica trasparente che conteneva il suo Walkman nuovo di pacca e una coppia di cuffiette… era il regalo dei suoi ex compagni di liceo… lo avevano quasi commosso quando Garmino, un po’ imbarazzato, gli aveva consegnato il pacchetto regalo con tanto di biglietto d’auguri che recitava… “Sono tre compleanni che non ti fai vedere testa di @@77o… abbiamo pensato che l’acustica dovrebbe essere ottima considerato che tra un orecchio e l’altro hai solo il vuoto pneumatico…” Dentro il Walkman c’era anche una musicassetta che aveva scelto Decimo… “Abbey Road”. Mise le cuffiette e premette il tasto ‘play’. Le note di ‘Here comes the sun’ gli riempirono le orecchie. Quei *******i dei suoi amici avevano usato sia il Walkman sia la musicassetta. Sorrise. Forse lo avevano fatto solo per provare l’apparecchio e forse si erano fatti prendere la mano e si erano divertiti un po’ utilizzando l’auricolare a turno. Chiuse gli occhi… “Se sei stanco mentalmente non sei lucido e il rischio di lasciarci la pelle è elevato. Se sei stanco fisicamente non sei efficace e il rischio di lasciarci la pelle è elevato. Se non sei lucido e non sei efficace sei morto.” Questa frase gli era stata ripetuta decine di volte, come un mantra, sino a condizionarlo al punto che adesso riusciva a dormire a comando. Il sonno e la veglia erano diventati stati mentali che assumeva al bisogno ma non aveva mai provato a indurre il sonno con la musica… “Little Darling it’s been a long cold lonely winter…” Pensò ad Anjia, a come erano stati i suoi ‘inverni’, si chiedeva se lei ogni tanto lo pensasse come lui la pensava… “Little darling, the smile’s returning to the faces…” nei suoi sogni più segreti immaginava, un giorno, di poterla rivedere… Spense il Walkman e si tolse gli auricolari… il rombo del quadrimotore lo riportò alla cruda realtà delle cose. La musica facilitava i sogni ma quando svaniva lei, svanivano anche loro. Ripose il Walkman nel sacchetto impermeabile e lo rimise in tasca… “Grazie ragazzi ma devo andarci piano con questa roba, fa solletico all’anima.” Fu svegliato dalla voce gracchiante che proveniva dall’interfono. Stese le gambe nel tentativo di liberarle dal formicolio che le aveva assalite mentre lui dormiva e si preparò all’atterraggio. Quando l’enorme ‘bocca’ posteriore del C 130 si aprì l’oscurità era violata solo dai fari di due fuoristrada parcheggiati ai lati della rampa di discesa del quadrimotore. In lontananza le luci gialle e fioche dei lampioni illuminavano una serie di basse strutture a forma di cubo che facevano immaginare dove si sarebbero acquartierati. Non c’erano camion ad attenderli per cui avrebbero coperto la distanza a piedi sotto una pioggia battente resa pungente dalle folate di vento che sferzavano l’area. Quando ricevettero l’ordine di scendere fu colpito dall’odore acre del carburante che toglieva il fiato. Dopo una trentina di metri quell’odore aggressivo fu sostituito da quello più gradevole della resina dei pini e dell’erba bagnata. Faceva freddo e immaginò che fossero a qualche centinaio di metri sopra il livello del mare e in prossimità di qualche foresta di sempreverdi. Marciarono per una decina di minuti poi giunsero davanti all’alto reticolato posto a difesa delle strutture cubiche simili a enormi container. Il grande cancello si aprì lentamente, lo varcarono e furono assegnati agli alloggi. L’interno del container era attrezzato con 12 brande, sei per ogni lato lungo, piuttosto larghe rispetto a quelle a cui era abituato. A fianco di ogni branda un armadio metallico basso e largo. In fondo al container era situata la zona dei bagni con lavabi e tazze ma senza docce segno che per quelle erano stati dedicati altri container probabilmente posti in un’altra zona rispetto alla struttura in cui si trovava. Si diresse verso una branda centrale. Voleva essere equidistante dalla porta d’ingresso e dalla zona bagni. La luce era fornita da plafoniere al neon disseminate sul perimetro. Una piccola cassa acustica nera, sistemata sopra il varco di accesso ai bagni, avrebbe trasmesso le comunicazioni e, a fianco, una sirena, avrebbe urlato gli allarmi che si sarebbero succeduti a ogni ora del giorno e della notte fino alla fine di quel periodo ‘specializzazione’ che attendeva lui e il resto della squadra. Era stanco e sperò che, per quello che restava della notte, non fosse previsto nient’altro che qualche ora di sonno. Il loro sergente li osservò in silenzio restando sulla soglia per controllare come sistemavano l’equipaggiamento. “Alle 07.00 un mezzo vi verrà a prendere per portarvi nella sala briefing. Entro dieci minuti luci spente,” A quelle ultime parole gli venne in mente Mà che passava dalla sua camera prima di coricarsi e gli diceva di dormire perché era tardi e il giorno dopo ci sarebbe stata scuola. Fu invaso da un senso di nostalgia. Pensò alla sua camera, ai suoi, alla libertà di aprirsi il frigo a ogni ora del giorno e della notte… a quella di chiudersi la porta del bagno alle spalle per andare a @@g@re e a tutti gli aspetti della sua vita a cui aveva rinunciato… “Lo hai scelto tu ricordi? Lo studio non era il tuo cavallo di battaglia e per il lavoro non sembravi possedere un’attitudine molto sviluppata per cui… “ Ripensò al caldo e all’umidità del capannone dove, anni prima che sembravano secoli, aveva lavorato qualche mese… ora gli avrebbe fatto piacere patire un po’ di caldo. Si spogliò avendo cura di disporre gli abiti in modo che si asciugassero il prima possibile e si infilò nella branda. Il sistema di riscaldamento era stato acceso al loro arrivo per cui le lenzuola erano fredde e dure. Resistette sapendo che da lì a qualche minuto il calore che cedeva il suo corpo sarebbe rimasto intrappolato sotto le coperte e gli sarebbe stato restituito con gli interessi. Anche qualche scoreggia sarebbe stata utile alla causa. Si addormentò pensando a cosa avrebbe imparato e fatto dal giorno dopo e per i mesi seguenti… “Considerato che non ti piaceva studiare ne lavorare sei sicuro di aver fatto la scelta giusta?”
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Regoleo
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28/08/2008 2614
Inserito il 20/10/2014 alle: 13:46:38
quote:Risposta al messaggio di Decimo Massimo inserito in data 18/10/2014  07:13:48 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Azz... lo sapevo che mi sarei messo nei guai, ma allora è il caso di fare qualche precisazione. 1 La ciabatta non mi piace, preferisco il tradizionale civraxiu campidanese. 2 Pancetta, scamorza, brie, tonno e acciughe, invece vanno benissimo, anche tutti insieme, essendo sempre stato un discreto pozzo senza fondo. 3 Circa la mia bravura come ufficiale di rotta, confermo come risposta l'esibizione del dito medio. [:D] www.regoleo.altervista.org
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Regoleo
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28/08/2008 2614
Inserito il 20/10/2014 alle: 13:58:02
quote:Risposta al messaggio di Decimo Massimo inserito in data 20/10/2014  06:39:17 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Il C130 mi ha fato tragicamente venire in mente la scena seguente: https://www.youtube.com/watch?v=fhNrqc6yvTU Tragicamente perché al povero George Berger (interpretato da un giovanissimo Treat Williams) l'hippie che si sostituisce all'amico militare per consentirgli di andare per phiga e coprirgli una assenza nei ranghi che gli sarebbe costata un processo per diserzione, è costretto a partire per il Vietnam al posto suo e a tornare coi piedi in avanti. [V] www.regoleo.altervista.org
zagor61
zagor61
-
Inserito il 20/10/2014 alle: 17:53:59
quote:Risposta al messaggio di Regoleo inserito in data 20/10/2014  13:46:38 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Non ti scomponi minimamente davanti al ripieno ma fai accademia sul tipo di pane[:0] mi sa che Decimo ha trovato un degno competitore[:D]
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garmau
garmau
09/05/2009 4601
Inserito il 20/10/2014 alle: 18:19:02
quote:Risposta al messaggio di zagor61 inserito in data 20/10/2014  17:53:59 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> ...se non conosci 'su civrasciu' non potrai mai capire, fette di pane da un mq dal sapore sublime[:p][:p][:p]
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robocop
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24/03/2007 8633
Inserito il 20/10/2014 alle: 19:25:01
quote:Risposta al messaggio di Decimo Massimo inserito in data 18/10/2014  07:13:48 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Eh no Gigi, la Talbot Horizon no! Non me la puoi distruggere così. Colore blu baltico, 5 porte, 1100 di cilindrata, mi sembrava di avere comprato una Mercedes... uhm, forse perchè ho finito di pagarla dopo qualche centinaio di bollettini...[:I][:D] p.s. credo che tu abbia visto la nebbia del porto di Livorno una delle due sole volte che si è manifestata, caspita che tempismo![:o)][;)] andrea
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Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 20/10/2014 alle: 21:02:41
@ Rego... [:D][:D] come hai potuto leggere mi ero già portato avanti con il 'medio'... ero certo della tua gratitudine[:D][:D]. Comunque complimenti per l'appetito e per l'accostamento soave delle imbottiture delle 'ciabatte'[:D]. @ Rob de Cop... la nebbia al porto di Livorno io l'ho vista una sola volta di ritorno dall'Elba dove avevo fatto un qualche investimento in phiga[:D][:D] e ogni tanto staccavo la 'cedola'[:D][:D] invece TWO W non saprei... d'altra parte quello non era del tutto 'in bolla' con il cervello per cui non saprei. [8D][:D] La Talbot Horizon... ricordi il cruscotto? Sembrava un albero di Natale[:D][:D]
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Regoleo
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28/08/2008 2614
Inserito il 21/10/2014 alle: 09:22:25
L'ultima volta che ho visto il porto di Livorno è stato al rientro dalle ferie. Erano le cinque del mattino ma c'era un traffico da ora di punta. Gente del posto che andava a lavorare mista a italiani e stranieri che andavano o venivano dalle vacanze, ma tutti accomunati da un malumore feroce. Caldo afoso nonostante l'ora. Semafori, rotaie, rotonde, assenza o quasi di segnaletica e il navigatore ci metteva del suo a complicare le cose. Operatori non meglio definibili vestiti con giubbini fosforescenti, che avrebbero dovuto indirizzare il traffico ma in realtà scommettevano sulle reazioni del malcapitato di turno, dopo avergli fornito indicazioni volutamente vaghe e imprecise. Guidava mia moglie perché io ero in preda ad una brutta colica renale. Di solito se la cava molto bene, ma in quel caos era per così dire di malumore pure lei. A tratti imbottigliata in lunghe file ad elastico, ogni tanto spuntava a balzelloni come se avesse condotto un cammello. Vi assicuro che ai miei occhi, nonostante fosse fine agosto, c'era un bel po' di nebbia. [:(!] www.regoleo.altervista.org
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Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 22/10/2014 alle: 07:17:05
I giorni e le settimane si erano succeduti scanditi solo da esercitazioni sul campo, simulazioni e lunghe ore in aula a guardare filmati e ad ascoltare istruttori che illustravano contesti, situazioni, tattiche di infiltrazione e ripiegamento, linee di tiro, volumi di fuoco e navigazione terrestre. Gli unici momenti di svago erano rappresentati dai pasti. La maggior parte dei corsi erano in lingua inglese che rappresentava di fatto l’unico modo di rapportarsi con colleghi e istruttori. La stanchezza fisica e mentale erano una costante e il giorno di riposo veniva utilizzato esclusivamente per dormire. I rapporti con l’esterno non erano previsti, non c’erano telefoni da cui chiamare e le eventuali lettere in uscita dovevano essere consegnate aperte. Posta in ingresso ovviamente non ne arrivava. Quel posto era uno sconfinato nulla di un nulla ancora più sconfinato. Erano disponibili alcuni giornali che erano sempre di due giorni prima e, disseminato per la base, c’era anche qualche televisore per seguire sport e notiziari. Erano gli unici contatti con il mondo esterno concessi e tollerati. Nella base erano presenti diverse strutture che simulavano tutti i possibili scenari e dove venivano svolte le esercitazioni. I poligoni era almeno cinque e ognuno rappresentava un preciso modello per prove di tiro specifiche. Si andava dal poligono per il tiro con arma corta, che era del tutto simile a quelli civili, a quello dove esercitarsi per il fuoco di soppressione che era in grado di assorbire anche eventuali lanci di granate incendiarie o a frammentazione. Nessuna delle fasi alle quali partecipava era nuova ma tutte erano spinte a un livello di dettaglio a lui sconosciuto prima di arrivare lì. Gli Istruttori appartenevano quasi tutti alle SAS. Le uniche eccezioni erano rappresentate da un paio che avevano il suo stesso distintivo. Se non fossero stati in mimetica ma con una giacca di tweed e un paio di pantaloni di velluto a coste potevano essere scambiati per professori di un qualche College britannico. Avevano un modo di spiegare e di relazionarsi con l’aula pacato e assertivo. Nelle loro spiegazioni e nelle successive esercitazioni scritte non venivano mai posti all’attenzione coloro che avevano sbagliato ma solo ed esclusivamente l’errore che veniva poi sezionato, analizzato e discusso per comprenderne le conseguenze in una situazione reale. Se i suoi Prof del Liceo avessero tenuto le lezioni in quel modo lui sarebbe stato a scuola dodici ore senza ricreazione e per mandarlo a casa avrebbero dovuto chiamare i Carabinieri… Il modo in cui venivano trattati faceva crescere in lui la consapevolezza che era considerato un professionista. Quello a cui stava partecipando era il corso di specializzazione… le ‘elementari’ erano finite. Come tutti, aveva delle spiccate attitudini verso alcune ‘materie’ del programma e meno verso altre anche se bastava prendere una valutazione ‘sotto la media’ perché l’attenzione degli Istruttori si focalizzasse sull’interessato. Se quel grado di valutazione si ripeteva per la seconda volta era molto probabile che si tornasse ‘a casa’. L’aspetto su cui tutte le esercitazioni insistevano era rappresentato da una parola sola,‘SINCRONIA’. Tutti gli uomini di una squadra, tutte le squadre impegnate e tutte le azioni compiute come singoli e come squadra dovevano essere tra loro sincrone. Gli stessi gesti venivano richiesti di essere ripetuti sino a quando gli Istruttori valutavano la sincronia perfetta. Erano stati mostrati filmati delle ‘teste di cuoio’ tedesche e dei ‘Delta Force’. I primi, se paragonati ai secondi, apparivano come un gruppo di boys scout a cui scappasse da @@g@re impellentemente. Era stato chiaramente spiegato che… “un’azione sincrona ad altre novantanove sviluppa, insieme a loro, un valore aggiunto che rappresenta un vantaggio vitale. Una sola azione asincrona, in mezzo a novantanove sincrone, induce un fattore di decomposizione dell’operazione potenzialmente letale per tutti i membri della squadra. In parole più semplici… la forza di un’intera catena è pari a quella del suo anello più debole. Durante una di queste spiegazioni un Istruttore aveva detto, rivolto all’aula, che alla fine di quel periodo quelli che erano entrati come ‘soldati armati’ ne sarebbero usciti come ‘armi in mimetica’. Aveva pronunciato quella frase senza la minima traccia di retorica militaresca ma come se fosse la cosa più normale dopo quella che il sole sorge al mattino e tramonta la sera. Si chiese se, quando e contro chi quelle ‘armi in mimetica’ sarebbero state utilizzate.
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Grinza
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16/02/2006 63247
Inserito il 22/10/2014 alle: 10:12:19
quote:Risposta al messaggio di Decimo Massimo inserito in data 22/10/2014  07:17:05 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> .la forza di un’intera catena è pari a quella del suo anello più debole. Apperò questa l'ho sentita anni fa ad un corso a Monza, alla fine si dimostrò vera, verissima![;)] --------------------------------------------------------------------------
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Regoleo
Regoleo
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28/08/2008 2614
Inserito il 22/10/2014 alle: 10:57:41
Ma dove l'ha fatto il militare questo, a Guantànamo? [:D] www.regoleo.altervista.org
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Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 22/10/2014 alle: 12:20:16
quote:Risposta al messaggio di Regoleo inserito in data 22/10/2014  10:57:41 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Informazione coperta dal massimo livello di sicurezza "DECIMO"[8D]
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garmau
garmau
09/05/2009 4601
Inserito il 23/10/2014 alle: 12:09:22
ho come l'impressione che nella descrizione del corso ci sia parecchio di vissuto.
zagor61
zagor61
-
Inserito il 23/10/2014 alle: 18:05:27
quote:Risposta al messaggio di garmau inserito in data 23/10/2014  12:09:22 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> "ho come l'impressione che nella descrizione del corso ci sia parecchio di vissuto.id="red">" undici pagine e una sola phiga complimenti per la perspicacia e cammina raso al muro[:D][:D]
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