Credo di ritrovarmi nelle vostre parole. Anche io come Grinza sono 'fuggito' dai funerali e credo proprio che continuerò a 'fuggire' da simili appuntamenti tutte le volte che mi sarà concesso farlo.
Zagor e Rego hanno sintetizzato in 'quattro righe' quello che io ho cercato di dire in tredici pagine e Garmino ci ha preso in pieno... gran bel tiratore scelto Garmino, quasi meglio di TWO W[:o)].
Il mio tributo all'amico termina qui, quello al soldato non sono in grado di scriverlo perchè, come ho già detto, nessuno sa cosa sia realmente successo e poi perchè per farlo servirebbero comunque capacità che non mi appartengono.
Ci ho messo un sacco di tempo a decidermi e ancora adesso non sono convinto di aver fatto bene ma credo che le promesse fatte, anche se non hanno una scadenza, debbano essere onorate prima o poi e in questo modo io ho onorato quella che feci tanti anni fa.
Se poi questo racconto sarà anche servito a qualcuno altro per ricordare un amico che non c'è più e a rivolgergli un pensiero d'affetto mi fa piacere.
E ora chiudo qui la storia di 'TWO W'...
4 Settembre ‘82
Due ore dopo il tramonto
Arrivarono alla spicciolata, ognuno con il proprio mezzo.
A distanza di anni qualcuno, ripensando a quella sera, disse che fu la scomparsa di Marco a dare inizio al dissolvimento del Clan.
Qualcun altro era invece convinto che la sua morte lo avesse cementato permettendo ai membri del Clan di fissare nell’anima il loro legame per sempre.
Fu come se quella sera avessero scattato una polaroid della loro amicizia, dell’affetto che li legava e ognuno ne avesse avuto una copia da tenere per se.
L’avrebbero guardata, magari a distanza di anni, forse ogni volta che gli accadeva qualcosa di bello, o di brutto, o, forse, mai.
La lettera di Marco fu letta da ognuno di loro a turno.
Alla fine della lettura ci fu chi pianse e chi sorrise.
La birra scorreva come scorrevano le lacrime e tutti vi si lasciarono affogare. Poi Garmino ruppe il silenzio…
“Chissà quale motivo aveva per scrivere anche l’ora in cui lo stava facendo…”
Fu Decimo a tentare una risposta. Lo fece solo perché aveva letto e riletto quella lettera decine di volte e si era reso conto di quel dettaglio solo dopo la quarta o quinta lettura…
“Credo che lo abbia fatto per farci capire in qualche modo che stava per accadere qualcosa di ‘importante’ di cui non avrebbe dovuto e potuto parlare. Forse sapeva dove stava per andare e magari ha avuto paura e scrivere a noi lo ha fatto sentire meglio… non so di preciso…”
“Paura lui?! Non dire @@77ate Decimo. Uno che era solito usare il suo corpo come fosse quello di un altro non credo proprio che potesse aver paura…”
Grinza aveva preso le parole di Decimo come una critica a Marco e si era risentito.
“Intendevo dire che la sua paura fosse di non rivedere gli amici, di non poterli salutare o ringraziarli ancora per il Walkman… non che avesse paura di quello che si apprestava a fare… ha scritto a me ma ha parlato di Mà e di Pà… ha parlato di voi… non credeva di non rivederci più ma ha considerato la possibilità che ciò accadesse. Credo che ci abbia voluto dire, a suo modo, che ci voleva bene…”
Non riuscì a proseguire. Le parole si stavano strozzando in gola. Tracannò il mezzo boccale che aveva in mano e si avvicinò al barilotto della Tuborg per fare di nuovo il ‘pieno’… era a meno di un isolato dal coma etilico.
“Qualunque sia stato il motivo… paura per l’ignoto, paura di morire o voglia di pensare a qualcuno a cui vuoi bene e sai che te ne vuole non ha importanza. Ciò che importa davvero è che ha pensato a noi quella sera e forse ha pensato a noi anche mentre stava succedendo ‘l’incidente stradale in cui è morto… questo ha importanza.”
Tacquero per qualche istante… era il modo del Clan per affermare che Zagor aveva detto la cosa giusta…
“Già, l’incidente stradale… voi ci credete? Io no!” disse Garmino… “Sono sicuro che sia successo altro a Beirut… e chissà quanti altri ‘incidenti stradali’ capiteranno tra qualche mese… certo che i nostri soldati guidano proprio con il cvlo eh…”
Zagor guardò Decimo che era intento ad arrotolare una ‘canna biturbo’…
“E tu, analista dei miei colioni, cosa ne pensi?”
Tra Zagor e Decimo erano famose le discussioni politiche, le idee dell’uno viravano verso il ‘rosso acceso’, quelle dell’altro verso il ‘nero fumo di Londra’.
Decimo accese il cannone e fu subito chiaro come la sua propensione a farlo girare fosse inversamente proporzionale alla sua tristezza…
“La penso come Garmino. A meno che non mi si voglia far credere che a Beirut le pallottole si fermano ai samafori rossi e ricominciano a viaggiare con il verde… se questo è vero allora sì, Marco è morto in un incidente stradale.”
Zagor non rispose, sorrise amaro alla battuta ancor più amara di Decimo e gli porse la mano per prendere in consegna la ‘canna biturbo’…
“Non 'stasera Zagor. 'Stasera la ‘canna’ non è argomento negoziabile.”
Così dicendo Decimo gli lanciò il sacchetto di ‘tabacco’ che era appoggiato sul tavolo da giardino accanto al Marantz che Garmino aveva collegato alle casse e all’amplificatore con un accrocchio di fili, prolunghe e ciabatte.
“Sicuro Garmino che se accendo lo stereo non salta per aria il porticato? Sai, i miei hanno ancora una decina d’anni di rate di mutuo da pagare…”
Garmino alzò le spalle e a Decimo bastò.
Tirò fuori la ‘padella’ di vinile e l’appoggiò sul piatto. Abbassò la testina e 'Here comes the sun' riempì l'aria.
Fu la fine del Clan ma non dei suoi membri che portarono con loro quel legame oltre la linea dell’orizzonte.
“… grazie amico, saluta tutte le teste di @@77o e non prenderti disturbo di scrivermi la loro risposta perché già la so, ahahahahahahahaha ti abbraccio,
Marco…”
"Nessun disturbo amico, me la sono presa comoda ma alla fine la nostra risposta è arrivata anche se già la sapevi testa di @@77o ahahahahaha"
Modificato da Decimo Massimo il 03/11/2014 alle 21:13:19