Inserito il 24/09/2014 alle: 21:01:16
Le sei fermate che lo separavano dal quartiere cittadino in cui si trovava la scuola si susseguirono lentamente accompagnate dal ronzio profondo del filobus.
Era seduto dietro dove solitamente il bigliettaio controllore non si spingeva mai e in tal modo lui riusciva a utilizzare i soldi del biglietto per un trancio di 'pizza alla lava' dal suo fornaio di fiducia.
Era la sua colazione. La consumava in piedi, appena uscito dalla panetteria, facendo molta attenzione a che il suo ‘rancio’ non scivolasse dalla carta oleata in cui era avvolto per finire sulle scarpe da ginnastica.
Di solito mentre lottava contro i fili di mozzarella fusa e contro le temperature d’altoforno dei bocconi che staccava, veniva raggiunto da un paio di ‘Eschimesi’ che frequentavano l’ultimo anno e che, a quell’ora del mattino, con i loro capelli lunghi e unti e le loro barbe unte e lunghe si fermavano a prendere un paio di pagnottelle alla stessa panetteria.
Tra loro scorrevano sguardi seri e, a volte, qualche cenno di saluto ma per questo tipo di effusioni dovevano essere sotto Natale.
Il verde degli eskimo che indossavano si stemperava in quello degli zaini che avevano in spalla dando vita a un ‘tono su tono’ che con le immancabili sciarpe o maglioni rossi facevano tanto ‘studente proletario’.
La panetteria era però considerata una sorta di neutral zone dove gli attacchi a sfondo politico, di moda da qualche anno, erano tacitamente evitati tanto dagli ‘Eschimesi’ quanto dalle ‘Renne’, come venivano soprannominati i ragazzi di destra simpatizzanti o membri del Fronte della Gioventù che, a loro volta, all’immancabile giubbotto scamosciato, associavano un fularino nero annodato al collo e l’immancabile occhiale Ray Ban con lenti verde petrolio e montatura d'oro che veniva portato estate e inverno con affettazione.
Anche questa razza portava i capelli lunghi ma erano sempre puliti, in ordine e pettinati con la riga in mezzo.
La cosa che a lui appariva contraddittoria era che tra gli Eschimesi trovavi molti figli della media borghesia e tra le Renne altrettanti della classe operaia.
Non vedeva un nesso logico ma la politica giovanile, e non solo quella, era piena di contraddizioni. Anche le ragazze sembravano rispondere a una logica politico/estetico a lui poco comprensibile. Il 90% delle ragazze di sinistra andavano dal ‘bruttino’ al ‘cesso bombardato’ con rare quanto eclatanti eccezioni e tutte avevano l’atteggiamento da Pasionarie. Le ragazze di destra erano invece quasi tutte ricomprese tra il livello ‘Phiga, Bella Phiga, Straphiga. Anche tra questa categoria le eccezioni erano rare quanto eclatanti e il loro atteggiamento era solitamente altezzoso del tipo... "Ce l'ho solo, io, è d'oro e non te la do."
Con le Renne i rapporti erano sporadici e limitati a qualche sguardo leggermente meno torvo rispetto a quelli che ‘scorrevano’ tra lui e gli Eschimesi ma anche in questo caso si era senz'altro vicini al Natale.
Quella mattina, che per certi versi poteva essere identificata come la genesi di TWO W, la pizza non era ancora pronta. O lui era in anticipo o il fornaio in ritardo. Di fatto o aspettava o avrebbe dovuto rifugiarsi nel bar all’angolo per ripararsi dal freddo che si era fatto pungente.
Mancava una buona mezz'ora all'inizio delle lezioni così decise di rinunciare alla pizza e alle ustioni che la mozzarella fusa, spalleggiata dal pomodoro e dall’olio al brucio, gli avrebbe procurato al palato e alla lingua.
Decise che si sarebbe accontentato di una brioche e magari di una partitina a flipper.
Mentre usciva, il fornaio lo guardò storto… “@a77i tuoi amico. Se invece di infornare la pizza 'inforni' tua moglie ti posso magari invidiare ma non sono tenuto a comprare biscottini” pensò mentre, uscendo, ricambiava lo sguardo dell’uomo.
La nebbia non si era alzata e l’atmosfera era da tundra norvegese.
Raggiunse il bar e entrando fu investito dal calore dell'ambiente e dal profumo del caffè. Si accostò al bancone dove erano esposti i dolci, prese una ‘vuota’, lasciò 30 lire alla cassa e si diresse verso il flipper.
Aggirò due tavolini e mentre si apprestava a superare il terzo vi riconobbe, seduta, la Prof. di Educazione Artistica intenta a leggere il Corriere d’Informazione.
Pregò di non essere riconosciuto. Un ‘fuori orario’ con quella donna sarebbe stato più che accettabile sul sedile posteriore della sua Dyane6 ma no di certo alle 07.30 del mattino, in un bar, a parlare del Palladio o di qualche altro frocio che per esprimere la sua arte usava il ‘pennello’ sbagliato.
Come in risposta alle sue preghiere fu salutato da un “Ciao Marco!”. Ebbe così l’ennesima conferma che o non sapeva pregare o pregava il dio sbagliato.
“Buon giorno Prof… ma allora non è vero quello che dicono di voi. Siete umani. Anche a voi piace mangiare le brioche e non solo sgranocchiare i maroni degli studenti”.
La Prof continuò a sorridere anche se i suoi begli occhi azzurro cielo si sgranarono un pochino alla battuta sui ‘maroni’.
“No Marco, quello che dicono di noi è vero. La brioche è una copertura. Te lo dimostrerò tra una mezz’oretta quando cominciamo le mie due ore… hai ripassato il capitolo sulle Ville Venete?”
La minaccia era stata espressa chiaramente e probabilmente sarebbe anche stata messa in atto da lì a poco. Lui le rispose con un sorriso innocente e continuò in direzione del flipper mentre la Prof. lo guardava.
“Saprei io cosa ‘ripassarti’ Prof e magari sarebbe la volta buona che mi becco un bel 9!” pensò mentre la fantasia a propellente ormonale gli mandava dei flash della Prof. e di lui impegnati a ‘ripassarsi’ alla grandissima.
Non sapeva da cosa dipendesse, forse una eccessiva produzione di libido dovuta all’età o forse troppi film con Edwige Fenech e Gloria Giuda ma lui si sarebbe fatto tutte le sue Prof del liceo.
No, non proprio tutte, quella di Inglese proprio no… forse no… dipende. Sicuramente Madre Natura non era stata generosissima con lei in fatto di ‘telaio’ però lui sospettava che le avesse donato, in cambio, tanta ‘buona volontà’.
La partita a flipper aveva perso ogni attrattiva al cospetto di quei trailer cerebrali a sfondo erotico. Alle 07.38 era già infoiato come un Gibbone Cenerino, il complesso sistema di avionica che aveva nelle mutande era in sovraccarico e non c’era neppure la remota possibilità di porvi rimedio.
Sarebbe stata una giornata del @a77o nel vero senso della parola.