Inserito il 15/02/2008 alle: 20:35:48
Questo è quanto riporto nel mio diario di bordo:
Verso mezzogiorno arriviamo a Pamplona. Una confusione immensa, è il primo giorno della settimana dei festeggiamenti per San Firmino con la classica corsa giornaliera dei tori, per le vie della città (alle otto del mattino).
Difficile trovare posto poiché i parcheggi segnalati sono occupati da attività collaterali, e dopo varie peripezie ci fermiano nel parcheggio privato delle Orsoline (la recinzione è in parte divelta). Pranziamo, e verso le sedici ci avventuriamo per il centro (meno di 10 minuti) proprio alla Plaza de Toro, giusto in tempo per vedere l’ingresso festoso alla corrida delle varie bande musicali con seguito di mastelle colme di gelo e bottiglie di vino.
I bagarini chiedono da 50 a 100 Euro per i biglietti e non è detto che non siano falsi. Preferiamo passeggiare per il percorso riservato alla corsa, per la piazza principale ed altre zone. La stessa passeggiata la facciamo dopo cena: Pamplona in questa settimana è stracolma di turisti, scorrono fiumi di vino, birra e pipì (anche altro); bivaccamenti dappertutto.
Ammiriamo i fuochi artificiali spagnoli (hanno la caratteristica di durare almeno 45 minuti ininterrotti, non come in Italia con un fuoco ogni tot minuti) ed andiamo a dormire verso mezzanotte. All’una un poliziotto ci fa sloggiare, andiamo in un altro parcheggio ma alle due e mezzo ritorna e ci spiega che a Pamplona, in quella settimana, si può dormire per strada, nei giardini, nelle vetture, dentro i furgoni, fare i bisogni corporali sulla pubblica via ma non si può stare in un camper! Partiamo e, presa l’autostrada per Gasteiz/Vitoria, alla prima area di servizio ci fermiamo per finire la notte. Non riportiamo ciò che abbiamo visto a Pamplona, per strada, alle tre di notte… Quindi, evitare Pamplona nella settimana di San Firmino.
Personalmente te lo sconsiglio, anche perchè non vedrai niente della corsa dei tori, assolutamente niente; solo la gran confusione, puzza di vino, birra, cacca, pipì e vomito. Provare per credere.
Elio