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NORVEGIA e CAPO NORD

(passando per Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia).  Dal diario di bordo del camper.  Memorie, itinerari, dritte per chi viaggia in camper.

 

Data:                   partenza il 15.06.03  ritorno il 27.07.03

Camper:              CI Carioca mansardato, su Fiat Ducato 1.9 TD anno 1998,  lungo 5.98m.

Equipaggio:        Famiglia Maccarana , ovvero Carlo 48 anni, Antonella 47, Yamuna 11.

E-mail:                c.macc@tin.it

Cartografia:        Atlante Touring Club Italiano “Europa Nord” 1:900.000

                           Carta stradale della Kartforlaget  “Nordkalotten” 1:700.000

I nostri giudizi:  Ø: bello - ØØ: molto bello -ØØØ: eccezionale

Statistiche:          10.469 km percorsi  con 998.45 litri di gasolio per una media di 10.49 km/litro  

                           

Alcuni consigli per chi viaggia in Norvegia

 

La Norvegia è adatta a chi ama la natura.  Nel nord di opere d’arte o monumenti ce n’è pochini, ma si entra in una specie un museo all’aperto delle meraviglie della natura lungo 2000 km. 

 

Carico e scarico acque: è facilissimo in tutta la penisola scandinava.  In Norvegia ogni distributore dà acqua liberamente.  Per lo scarico abbiamo sempre utilizzato i molti wc pubblici lungo la strada.

 

Clima: da zero gradi fino ai 25 di alcuni giorni particolarmente belli.  Nell’equipaggiamento giacche a vento e magliette, pantaloni pesanti e pantaloncini corti.  Il piumone sui letti ci ha dato il massimo della felicità (!).  Per la pioggia l’ideale sono le mantelline.  Gli ombrelli servono a poco dato che quando piove c’è sempre un vento tale che te li disfa.

 

Codice della strada: limiti di velocità rispettati (e fatti rispettare) in modo rigoroso.  Quasi ogni paesino ha il suo radar fisso.  Guidatori rilassati ed educatissimi.  Guidare in Norvegia è un piacere, a parte qualche (raro) camionista che nello stretto non rallenta e ti mette un attimo in imbarazzo.

 

Prezzi: attenzione! Tutto è carissimo.  Portare il massimo possibile di scorte da casa (cibi in scatola, pasta, riso, ecc.)  Costano in modo particolare gli alcolici (birra a un minimo di 6€ al litro, vino e liquori pressoché introvabili e a prezzi da mutuo), le sigarette (minimo 6€ al pacchetto). Frutta e verdura costano il triplo che da noi.  Pane e latte sono accessibili (ciabatte a 7€ al chilo mentre la pagnotta “industriale” costa solo 1€/kg).  Gasolio compreso tra 0.95 e 1.10 €.  In Norvegia hanno la pessima abitudine di non esporre i prezzi (talvolta anche nei supermercati si fa fatica).  Le carte di credito sono diffuse ma per le piccole spese è bene portare valuta locale che si paga molto meno se acquistata in Italia.

 

Stazionamento: è l’apoteosi del campeggio libero.  Ovunque si può scegliere tra mille posti panoramici, tranquilli e, a mio avviso, anche sicuri.  Forse solo in poche grandi città non vale questa regola.  Noi non siamo mai stati in un campeggio in tutto il viaggio.

 

Traghetti: Tanti e inevitabili, alcuni cari, altri meno.  Attenzione alla lunghezza del camper.  Sopra i 6 metri si paga più del doppio, e in vari casi contano anche le eventuali biciclette.  Io ho sempre chiesto prima di imbarcarmi e in più di una occasione ho smontato le bici dal porta-bici e le ho messe internamente al camper, risparmiando tantissimo.  A nord sono meno fiscali ma non accettano le carte di credito.

 

Zanzare: sul mare ce ne sono poche o nessuna. Nell’interno, tanto più vicino a fiumi o laghi, se ne possono trovare miliardi, cattive e affamate.  Una dotazione di zanzariere a prova di bomba, insetticidi e zampironi, repellenti tipo Autan (da mettere anche sotto i vestiti!), pomate dopo-puntura  e una grande velocità a entrare e uscire dal camper possono semplificare la vita.  Se sbagli ti distruggono. Noi avevamo anche una zanzariera per ripararci la faccia (tipo maschera da apicultore)  Al momento ti senti buffo, ma l’invidia altrui ti fa capire che hai fatto bene.  (vedi diario del 28.06.03)

 

__________________________________________________________diario di bordo________

 

14.06.03  a casa – il giorno prima di partire -  PROLOGO

 

Ci sono 35° all’ombra e il camper è al sole.  Dobbiamo caricare mezza casa e un supermercato intero.  Dopo litri di sudore, trasportando anche piumoni e giacche a vento,  il camper è pieno come un uovo.  Abbiamo scorte per sfamare un reggimento.  Nei giorni scorsi ho sistemato la meccanica (tagliandone rigorosamente fai-da-te) mettendo olio sintetico per fare i circa 10.000 km previsti senza doverlo sostituire.  Tutto pare a posto.  Filtri nuovi, tergicristalli nuovi,  livelli, gomme, pastiglie freni, ammortizzatori, fanali, batterie, gas, apparecchiature interne, attrezzi e alcuni ricambi. Ho controllato anche il sotto-scocca; non ci sono tracce di problemi.  Niente ruggine, niente perdite; in un attimo di delirio da preparazione ho pulito anche le sospensioni.  Nulla è lasciato al caso.  Si va a Capo Nord dopo averlo sognato per anni e non vogliamo intoppi di sorta.  Partire con il camper controllato “ai raggi X” dà una gradevole sensazione di sicurezza.  Quello che si poteva fare l’ho fatto.  Domani si parte.  Vogliamo arrivare a Capo Nord rapidamente per fare poi un lungo e lento viaggio di ritorno lungo i fiordi della Norvegia.  Perciò per salire percorreremo la Svezia.

 

 

15.06.03  Da Bergamo a Rothenburg O.d.T. (D)   km 601                  ! cittadina medievale

 

Si parte alle 9.00.  Il contachilometri segna 61042.  Facciamo Milano, Como, Chiasso e tunnel del S.Bernardino tutto per autostrada.  Usciamo poco prima di Bregenz (A) per evitare quei 5 km di autostrada Austriaca che ci imporrebbero l’acquisto della vignette austriaca.  Via stradine arriviamo a Lindau (D) dove riprendiamo l’autostrada tedesca (gratuita).  A sera siamo all’altezza di Rothemburg O.d.T. dove il parcheggio P2, riservato ai camper e con C.S. ci aspetta. (6€ per 24 h).  Rothenburg è l’ideale per una bella passeggiata serale, onde sgranchirsi un po’.  Per la prima volta dopo tantissimi giorni si va a dormire non sotto i 30 ma sotto i 20°!!

 

 

16.06.03  Da Rothenburg a Schleswig (D)  km 708

 

Un viaggio non è bello senza almeno un imprevisto.  Dopo alcuni km una forte puzza di gasolio invade l’abitacolo.  Controllo e scopro che il tappino del circuito di ritorno dell’ultimo iniettore si è fessurato.  Forse non ci può essere un guasto più stupido.  Consulto il libretto dei concessionari e scopro che vicino (a Bad Brukenau) c’è un concessionario Fiat.  Ci vado e mi sistemano il guasto (con ricambio originale) in 4 minuti e un costo di 1€ e mezzo!  Viaggiamo tutto il resto del giorno e arriviamo qui a Schleswig.  Per il parcheggio basta seguire le indicazioni “zentrum”.  Ci sono vari parcheggi.  Quello per camper, al porto, segnalato in internet, costa 10€ compresa la corrente.  Noi andiamo invece al P4 (in Plessenstrasse), che è sterrato, libero e decisamente meno disturbato (e infatti è pieno di camper).  Un turista mi dice che anche il P5 è bello e libero.  Gli credo sulla parola ma non mi muovo. 

 

17.06.03  Da Schleswig (D) a Granna (S)   km 717

 

Al mattino troviamo una sorpresa.  Appeso al tergicristallo qualcuno ha messo un sacchetto che pubblicizza un centro di vendita di camper e accessori, e dentro ci sono 4 caldi e bellissimi panini variamente conditi con semi, olive, ecc.  Che bel modo di farsi pubblicità!!  E poi dicono che i tedeschi non hanno fantasia e simpatia!  Si viaggia.  Abbiamo deciso di percorrere i due mega-ponti che collegano la Danimarca all’Europa continentale e alla Svezia.  Belli e impressionanti.  Impressionante anche il conto.  Al primo pago all’automatico con la carta di credito.  La macchinetta misura la lunghezza e dato che con le bici al seguito supero i 6 metri mi classifica come TIR e mi “succhia” 610 corone danesi, ovvero 82 €.  Al secondo ponte pago ancora con la carta di credito ma presso l’operatore.  Questa volta mi applica la tariffa camper da “sole” 450 corone danesi, 61 €.  Al ritorno traghetteremo!  Arriviamo in Svezia.  A sera ci fermiamo a Granna, parcheggio segnalato in internet, al porto.  Uno stranissimo cartello dice che il luogo è parcheggio  dalle 8 alle 22.  Nasce il problema: dalle 22 alle 8 cos’è?  Visto che non ci sono divieti espliciti io parcheggio e come me altri 5 o 6 camper.  Il piazzale è enorme e nessuno ci disturba.  Siamo a nord, il tramonto inizia dopo le 22.  Alle 23 c’è ancora abbastanza chiaro.

 

 

18.06.03  Da Granna (S) a Stoccolma (S)    km 303

 

Ripartiamo e viaggiamo fino a Stoccolma.  Troviamo rapidamente l’isolotto Langholmen, dove c’è un parcheggio per camper.  Ancora per questa settimana è ufficialmente chiuso, nel senso che comunque è pieno di camper ma non si paga niente.  Ovviamente tutti i servizi sono chiusi, ma riusciamo comunque a scaricare e a fare il pieno di acqua.  Normalmente offre wc, docce, lavatrici e corrente.  Con le biciclette visitiamo la città (il centro è a meno di 2 km).

 

 

19.06.03  fermi a Stoccolma

 

Anche se oggi piove e tira un ventaccio fastidioso continuiamo la nostra visita alla città (a piedi).  Ci sono poco più di 10° e l’ombrello serve a poco (piove in orizzontale!).  Tra le cose belle segnalo il Vasamuseum e il palazzo reale. La pausa nel viaggio ci ha permesso di sgranchirci un po’.  La città è molto bella, peccato che le esigenze di mobilità abbiano portato a fabbricare ferrovia e autostrada sospese tra i canali del centro.

 

 

20.06.03  da Stoccolma (S) a Kallviken (S)   km 737

 

Altra giornata di trasferimento.  Piove forte.  Facciamo 700 km in un mondo assolutamente grigio e umido, sempre lungo la A4 verso nord.  A sera torna il sole.  Usciamo dall’A4 e deviamo verso il mare, un po’ a caso.  Siamo a sud-est di Lovanger.  Al termine della stradina troviamo questo villaggetto e un bel parcheggio in riva al mare.  Posto stupendo (Ø) sul mare circondato dai boschi.  Ne approfittiamo per una mezz’oretta di footing nella foresta.  Dopo una bella doccia e la cena ci troviamo verso le 11 di sera ad ammirare un tramonto che non finisce mai.  Mi accorgo che siamo a 64°50’ di latitudine nord, a meno di 2° dal circolo polare.  Mi sa tanto che stanotte la notte sarà brevissima.

 

 

 

 

 

21.06.03  da Kallviken (S) a Napapiiri (Fin) (Rovanjemi)  km 443     ! circolo polare

 

Lasciamo il nostro bel parcheggio con un po’ di dispiacere e viaggiamo tra sole e pioggia che si alternano portando il termometro da 20 a 10 e poi ancora a 20°.  Entriamo in Finlandia e arriviamo a Rovanjemi.  Il paese in realtà non ha nulla.  Circa 8 km a nord, però, passa il circolo polare artico e lì hanno creato una specie di villaggione, con parcheggi, negozi, il circolo polare disegnato per terra per la foto di rito, e ne hanno fatto la dimora ufficiale di babbo natale.  Un babbo natale, infatti, appare a orari prestabiliti per farsi fotografare a pagamento dai turisti.  Per chi lo desidera cartoline con annullo speciale e la cassetta che se imbuchi lì la tua cartolina verrà spedita solo sotto Natale.  All’ufficio postale ti vendono anche certificati ufficiali di attraversamento di circolo polare artico con data sancita dal timbro speciale.  Ho visto camperisti sessantenni pagare, ringraziare con un inchino e andarsene con il loro certificato e una lacrimuccia di commozione.  Per chi ama spendere, poi, ogni inutilità esista al mondo è in vendita nei vari negozi di souvenir. A breve distanza c’è anche una sorta di (costosissimo) parco divertimenti, adatto ai bambini più piccoli.  Tutto il luogo si chiama “circolo polare”, o meglio, nella lingua locale, Napapiiri.  Il parcheggio è grande e gratuito, ma non c’è C.S.

Noi preferiamo andare in paese con le bici, dove c’è il luna park.  Rientriamo con qualche difficoltà, non solo per la salita, ma anche perché qualche mattacchione ha girato tutti i cartelli delle piste ciclabili.  Oggi comincia l’estate, e da oggi, da qui in su, il sole non tramonta più!!

 

 

22.06.03   Da Napapiiri (Rovanjemi) a Inari (Fin)  km 328   

 

Siamo entrati nel “grande nord”.  Lo si capisce dalle alci e dalle renne, che prima vedevamo solo nei cartelli mentre adesso sono davvero un pericolo.  Alci e renne sono animali belli, simpatici ma decisamente stupidi.  Ti vedono arrivare, ti guardano e stanno fermi.  Poi, quando gli arrivi vicino, forse perché si sentono bloccati verso il bordo della strada, schizzano via e attraversano.  Dopo il primo spavento ci abituiamo a fermarci quando incrociamo una renna (di alci pochine), e questo ci salva certamente paraurti e fanalini, oltre che lasciare indenni gli animali stessi.  Tra foreste e laghi, con qualche sosta per bagnarci i piedi, avanziamo lemmi verso nord.  Il panorama diventa speciale.  Incontri una casa ogni 10 km e le strade sono un continuo saliscendi rettilineo che sembra di guidare in un cartone animato (Ø).  Transitiamo per Ivalo e a sera arriviamo a Inari, città della cultura Sami.  Lungo la strada, sui vari laghi, ci sono molte possibilità di pernottamento.  Siamo ormai entrati in un mondo meraviglioso in cui la natura la fa da padrona.  Il bel tempo ci sostiene e i colori prendono tonalità mai viste.  A Inari scegliamo di parcheggiare, con altri camper, al museo Sami, appena a nord della città, giusto dopo il ponte a 300 mt dal “centro”.

Nota sul gasolio: vicino alla frontiera costa 0.78 €, nell’interno solo 0.70, ma vicino a Inari 0.83.

 

 

23.06.03  Fermi a Inari       ! chiesa nella natura

 

Al mattino visitiamo il museo “Siida” sulla cultura Sami.  Il museo ha una parte interna informativa molto ben realizzata e una parte esterna in cui si visita un vero villaggio Sami, in gran parte originale e solo parzialmente ricostruito, con alcune case abitate fino al 1950.  Tutto molto bello e interessante.  Dopo pranzo ci trasferiamo di circa 2 km per il parcheggio da cui parte il sentiero che porta alla chiesetta delle “wilderness” (la strada passa esattamente dietro al museo e le indicazioni sono ottime – seguire “Eramaakirko”).  Da qui il sentiero (ben segnalato e facile) di circa 4-5 km (un paio d’ore compreso il bagnetto in un lago) si snoda lungo i boschi e incontra numerosi laghetti in un contesto naturale idilliaco (ØØ).  Al termine, sul lago Pielpajarvi c’è la chiesa.  E’ tutta in legno, è incustodita e sempre aperta.  Dentro è semplice e accogliente.  Sembra di essere in un altro mondo.  Rientriamo e torniamo a parcheggiare esattamente dov’eravamo stanotte.

 

 

24.06.03  Da Inari (Fin)A NORDKAPP (N)  km 383         ! paesaggi

 

Siamo arrivati!!!  Con un’ultima tappa da 383 km siamo arrivati a Capo Nord.  Il sole ci ha accompagnati lungo il lungo fiordo che porta al punto più settentrionale d’Europa.  Paesaggi meravigliosi (ØØØ).  Mare blu profondo da un lato e montagne alte e tanta neve dall’altro.  Alcune casette in legno, coloratissime.  Qui la natura (ma il sole aiuta!) esplode in una bellezza quasi sfacciata e ti lascia a bocca aperta.  Anche il tunnel sottomarino che porta all’ultimo tratto di strada ti lascia un po’ a bocca aperta, perché si inabissa ripido e risale ripidissimo dalla parte opposta dove una gentile addetta ti presenta il conto del transito (25€ per 4 km).  Arrivati al capo un’altra gentilissima addetta ti pela 45€ per l’ingresso al piazzalone di sosta di Nordkapp in cui hai il diritto di restare per 2 notti.

Il piazzalone, un po’ sconnesso, è pieno di camper.  Al limitare c’è un grosso edificio con i consueti bar, negozi di souvenir, ecc.  Bellino il cinema in cui proiettano 17 minuti di documentario (senza parole) sulla vita nel nord.  All’esterno il piazzale con il mappamondo simbolo di Capo Nord, da cui, nuvole permettendo, si può fotografare il sole di mezzanotte senza aver davanti null’altro che il mare, fino al polo.  Il tutto è posto su una penisola alta un centinaio di metri sul mare.  Vale la pena di camminare un po’ all’esterno, per ammirare i bellissimi paesaggi.  Nonostante il sole il termometro esterno del camper segna 1°.  Il vento teso che viene da nord ci consiglia di abbigliarci con giacche a vento, cuffia di lana e guanti.  Verso mezzanotte il mondo si anima.  Arrivano 50 pullman carichi di turisti.  Forse nessuno li aveva preparati al clima.  Alcuni sono in calzoncini corti e maglietta.  Il bar (grande vetrata) si riempie.  All’esterno restano in pochi.

 

Note su Nordkapp.

 

Il luogo è certamente esclusivo, ma i circa 95€ (45 di ingresso e 2 volte 25 di tunnel, andata e ritorno) meriterebbero di più.  Non c’è ombra di C.S. e quando ho chiesto alla giovane e bella addetta dell’Info point dove avrei potuto scaricare lei mi ha detto “per terra”.  Quando le ho fatto notare che è illegale, mi ha detto di non farmi vedere.  Complimentoni.

 

Un cartello avvisa che è tradizione, una volta arrivati a capo Nord, bere champagne con caviale.  Dato che la consumazione minima è una birretta a 7€, mi viene il dubbio che questa bella tradizione l’abbia inventata il barista.

 

Quando avevamo 18 anni volevamo venire a Capo Nord in moto. Osservando i motociclisti che arrivano qui provo ammirazione ma non invidia.  Il servizio meteo di Capo Nord comunica che nelle 24 ore si è avuta una massima di 4,5° e una minima di +0,3°.  Sarà che non ho più 18 anni, ma il caldo, l’asciutto e il confort del mio camper non li cambierei con nulla al mondo.

 

 

25.06.03  fermi a Capo Nord

 

Giornata dedicata al riposo, alle passeggiate, alla contemplazione del panorama, aiutati dalla bella giornata si sole glaciale.

 

 

26.06.03  Da Nordkapp a Jokta    km 279           ! canyon

 

Lasciamo Capo Nord, sotto un cielo grigio e piovigginoso.  Ci sono 3°.  Benedico stufa e boiler.  Prima del tunnel sottomarino, solo 50 metri prima, c’è un parcheggio con il wc.  Facciamo carico e scarico delle acque, non senza ammirare la pulizia e il fatto che il locale è riscaldato.  Percorriamo la E6 verso Alta.  C’è ancora tanta neve (non sulle strade!).  Poco prima di Alta, a Elvebakken, deviamo a sinistra verso Tverrelvdalen, alla ricerca del canyon di Cauzo (si pronuncia ciavciò).  Non c’è un’indicazione.  Proseguiamo verso Stilla, finché una sbarra (peraltro aperta) e una serie di divieti scritti in norvegese ci blocca per un po’ (la strada è privata dell’ente elettrico norvegese).  Finalmente dopo mezz’ora passa il primo cristiano e ci dice di non badare ai divieti, ma di proseguire fino alla prossima sbarra, che è chiusa.  Infatti dopo 17 km di assoluta solitudine arriviamo al limite della strada.  Proseguiamo con le biciclette (altri 8 km circa.  All’unico bivio tenere la destra) per una lunga e bella discesa e arriviamo infine ad ammirare il canyon.  La bella discesa, al ritorno diventa una brutta salita, ma tant’è.  Tornati al camper, ci spostiamo di soli 300 metri e parcheggiamo in riva al lago Jotka, dove c’è un villaggetto (disabitato) di buffissime roulottes prive di ruote ma dotate di slitta (!!).  Il luogo è incantevole (Ø).  Non c’è nessuno nel raggio di chilometri.  Siamo i padroni del mondo!

 

 

27.06.03  Da Jotka a Jokelfjord       km 139     

 

Dopo una notte in cui l’unico rumore è stato il soffio del vento, e dopo esserci svegliati tardissimo, ripartiamo sotto una pioggerella fine.  Spesucce al supermercato ad Alta (spesucce nel senso che compriamo 2 cosette, non che spendiamo poco!) e poi via lungo la E6.  Pranzo in riva al mare  e poi, poco prima di Alteidet deviamo a sinistra verso Jokelfjord.  Seguendo il simbolo stilizzato (sembra un fiorellino) che indica “c’è qualcosa da vedere” arriviamo alla fine della strada da cui parte il sentiero che porta a un ghiacciaio.  Secondo la guida questo è l’unico ghiacciaio in Europa che arriva direttamente in mare.  Si chiama Oksfjordjokelen.  Il parcheggio ha 6 posti, ma bastano per tutti.  Il sentiero è lungo 7,5 km.  Volendo si può affittare per 12€ a testa un motoscafo (bussando, come dice il cartello, alla casa lì vicino) e giungere ai piedi del ghiacciaio in 10 minuti.  E’ gia abbastanza tardi, il cielo è grigio, rimandiamo a domani.   In serata arriva nel parcheggio un secondo camper.  Siamo in due, quasi una folla!

 

 

28.06.03  Da Jokelfjord a Bilto   km 146                ! ghiacciaio  ! zanzare da paura

 

Stamattina ci svegliamo con la sveglia e, visto che il tempo è accettabile, ci prepariamo per la camminata.  Il sentiero è piano, anche se molto sconnesso.  Si cammina in riva al fiordo, con interi branchi di renne che ci osservano e che si allontanano non appena ci avviciniamo.  Ad un certo punto c’è un torrente da passare.  Il ponticello è crollato e qualche anima buona ha tirato una fune lungo la zona di guado.  Via gli scarponi e, aggrappati alla fune per non farci strappare dalla corrente, guadiamo il breve tratto d’acqua; invero pochi secondi, ma sufficienti a congelarci i piedi.  Ci avviciniamo al ghiacciaio, bellissimo e impressionante (Ø), anche perché manda ripetuti rombi di frane.  A circa 500 metri ci fermiamo, evitando così di attraversare un ghiaione dall’aspetto inquietante (tanto più che anche da lì scendono pietre).  Lo spettacolo è imponente, la vista è unica.  La guida afferma che questo è l’unico ghiacciaio europeo che termina direttamente in mare.  Dopo esserci beati gli occhi rientriamo, ridisturbando le renne lungo il cammino.  Totale della camminata 4 ore, compresa una buona oretta di sosta. 

  Dopo pranzo ripartiamo.  Vogliamo andare a Bilto, nell’interno, dove, secondo la guida, si può prendere la barca per visitare le cascate Mollefoss.  E qui comincia il zanzara-day!!!  Arrivare a Bilto non è un problema.  Lungo la E6, all’altezza di Nordreisa, si gira a sinistra verso la Reisadalen.  Prima di questa deviazione si transita sul Passo Kvaenangsfjell, tantissima neve e un panorama stupendo (Ø). Una cinquantina di Km e si arriva a Bilto.  Bilto non è un paese.  E’ un luogo dove la strada asfaltata finisce in una specie di area pic-nic in riva al fiume.  Cerco disperatamente informazioni sui battelli per visitare le cascate, ma l’unica soluzione pare sia telefonare ai numeri che appaiono su un cartello.  Mi sposto di alcuni Km lungo la strada non asfaltata, seguendo un’indicazione che parrebbe promettere escursioni in battello.  Trovo un camperista olandese che mi spiega che si è già prenotato lui.  Infatti la presunta agenzia viaggi è composta da un signore anziano che per 800 corone (96€) ti porta dove vuoi con il suo barcozzo massimo tre posti.  Torniamo a Bilto, sperando di trovare qualcuno che domani ci traghetti.  Fa caldo e c’è un bel sole.  Parcheggio e mi inoltro lungo le rive del fiume per una passeggiatina.  E’ pieno di zanzare ma confido nella generosa dose di Autan che mi sono messo.  Non serve a nulla.  Dopo pochi minuti qualche zanzara di bocca buona mi ha già assaggiato, mentre altre mi si infilano negli occhi e nelle orecchie.  Mi rendo conto che sono centinaia e scappo in camper.  Ceniamo con le zanzariere ben chiuse.  All’improvviso ci rendiamo conto che siamo attorniati da migliaia di zanzare.  Gli oblò fanno impressione, non passa più un filo di luce, ci sono solo zanzare fameliche.  Quando, verso le dieci di sera, il sole scende appena dietro il monte, le migliaia di zanzare diventano milioni, poi miliardi.  E’ uno spettacolo che lascia sgomenti.  Non c’è un centimetro di camper senza zanzare.  Attorno a noi si sente, distinto, il rombo di uno stormo di aerei.  Non sono però aerei lontani.  Sono le zanzare.  Alcune zanzare entrano dalle bocchette di aerazione.  Chiudo il ricircolo.  Forse alcune passano dalle prese d’aria della cucina.  E’ caccia grossa.  Ad un certo punto una barca attracca al molo.  Gli occupanti cominciano a schiaffeggiare l’aria intorno a loro.  Scendono, si agitano e scappano piegati su se stessi, letteralmente aggrediti da nuvole di zanzare.  Senza neppure discutere decidiamo che la passeggiata serale è rimandata a data da destinarsi.  Ci cospargiamo di Autan, sigilliamo il sigillabile e, prigionieri, andiamo a dormire.

 

 

29.06.03   Da Bilto a Skibotn      Km. 169       ! Fiordo

 

Grazie a Dio siamo ben organizzati.  Zanzariere a prova di bomba, Autan, zampironi e una tecnica sopraffina per uscire ed entrare in camper ci hanno permesso di sopravvivere.   Alla sveglia troviamo “solo” una decina di zanzare all’interno.  Le sterminiamo senza pietà.  Noi siamo pressoché indenni, ma come avranno fatto a entrare?  Con questo dubbio esco e vado a caccia di un battello.  Non se ne parla nemmeno.  Sono tutte barche private.  Gli unici che mi prendono in considerazione mi prospettano costi stratosferici.  Circa 1500 corone, 180€.  OK.  Bilto resterà un inutile deviazione dal percorso e un’esperienza indimenticabile.  D’ora in poi i film del terrore ci faranno ridere.  Torniamo sulla E6, verso Tromso.  Non traghettiamo come fanno tutti da Olderalen a Lyngseidet (costo circa 15€), ma ci facciamo tutto il bellissimo fiordo Lyngen (Ø).  Sotto un sole stupendo ci godiamo panorami, ghiacciai e cascate, il mare blu profondo; in breve una meraviglia.  A Skibotn decidiamo di fermarci davanti al porto.  Siamo un po’ vicini alla strada ma passa un’auto ogni mezz’ora e si può accettare.  Poco più avanti c’è un campeggio con sauna, ma mi pare più rumoroso che qui. 

 

 

30.06.03   Da Skibotn a Tromso   Km. 149

 

Sotto un bel sole percorriamo tutto il fiordo (il Lyngen) dapprima verso sud, poi verso nord, godendoci panorami, cascate, ghiacciai stupendi.  Arriviamo a Lyngseidet (dove potevamo arrivare ieri via traghetto da Olderdalen) e prendiamo a ovest la strada 91 fino a Svensby.  Lungo la strada ho un incontro ravvicinato con un’alce che sbuca dal nulla e mi si para davanti.  D’istinto suono il clakson e ciò spaventa l’animale che fa rapidamente dietro-front.  Per fortuna!  Non avrei potuto evitarla, e sarebbe stato un bel guaio (per l’alce e per il mio camper).  Da Svensby traghettiamo (12 €)  fino a Breivikseidet e dopo poco arriviamo a Tromso.  Un paio di chilometri prima del grande ponte che immette a Tromso c’è un parcheggio dotato di camper service.  E’ brutto e rumoroso e in più una persona del posto mi dice che in città hanno eliminato ogni possibilità di stazionamento per i camper.  Non resterebbe che il camping (lontano dal centro).  Provo lo stesso a cercare e la fortuna mi assiste.  Il parcheggio per i bus sul retro del museo Polaria (da non confondersi con il Polarmuseet) è grande, vuoto, e privo di divieti (non è neppure indicato come parcheggio per bus.  Ci sono solo lunghe strisce bianche).  Per trovarlo bisogna girare a sinistra appena scesi dal grande ponte, seguire la via Storgata.  Dopo circa un chilometro, dopo la grande birreria Macol, a sinistra c’è il Polaria.

Passeggiata e visita al Polarmuseet (10€ tariffa famiglia). 

Da alcuni giorni c’è un bel sole e fa caldo (temperature massime oltre i 18°!!).  I locali girano a dorso nudo e sono tutti rossi e scottati.  Non va dimenticato che qui il sole lo puoi prendere 24 ore su 24 e che i locali sono di carnagione molto chiara.

 

 

01.07.03   fermi a Tromso

 

Oggi giornata in bicicletta.  Facciamo il tour di tutta l’isola di Tromso, e visitiamo il bellissimo laghetto che c’è sulla sommità della collina (Ø).  A una quota di una cinquantina di metri sul mare, questo laghetto sembra un vero lago d’alta montagna.  Visitiamo anche la chiesona posta prima del ponte.  Ha la vetrata più grande d’Europa.  Ingresso 2.5 € a testa, ma sinceramente le vetrofanie che trovi nelle nostre chiese sono ben altra cosa.  Piacevole è anche la zona pedonale, bella e vivace (ma alle 18.00 resti solo).  C’è una pizzeria che ci attira, ma i prezzi esposti (una pizza margherita 16€ e una birra più di 7), e il fatto che alla fine le pizze non italiane ti lasciano quasi sempre deluso, ci consigliano di terminare la giornata con una bella pasta in camper. 

 

 

02.07.03  da Tromso a Sjovegan      km. 220        ! Laukvik, natura, paesaggi.

 

Partiamo da Tromso sotto un radioso sole glaciale (non si arriva agli 8°).  Scavalchiamo il ponte posto a nord-ovest della città (anche questo altissimo e in salita), e giungiamo sull’isola di Kvaloy dove, a Hillesoy, prendiamo il traghetto per Botnhamm (24€, 40 minuti), sull’isola di Senja.  La fortuna ci permette di arrivare giusto alle 11.40, 5 minuti prima della partenza del traghetto.  Il successivo sarebbe partito 4 ore dopo.  In tutto ci sono 4 traghetti al giorno.  Medito sull’opportunità di procurarmi un orario generale dei traghetti.  Durante la traversata ci attraversa la strada niente meno che un sottomarino in navigazione. 

Deviamo a nord verso Laukvik (ØØ).  Ne vale la pena.  Natura stupenda con incredibili colori e in fondo alla strada un cimitero con le lapidi che emergono da un prato all’inglese curatissimo.  Un colpo d’occhio bellissimo.  Parcheggiamo vicino alla spiaggetta per pranzo.  Meditiamo di fermarci qui, tanto il posto è bello, ma di questo passo non si finisce più, allora ridiscendiamo lenti via Finnsnes, Sorreisa e poi lungo la 84 arriviamo a Sjovegan, dove troviamo un grosso spiazzo sterrato e ci fermiamo per la notte.

 

 

03.07.03   da Sjovegan a Harstad (Trondenes)    Km. 167

 

Oggi il cielo è grigio e tutto è meno bello.  Percorrendo la 851 arriviamo sulla E6.  Giunti a Bjervik deviamo per la E10 e arriviamo sull’isola di Hinnoya, dove saliamo fina a Harstad.  In realtà la città non è né bella né accogliente.  Non troviamo situazioni che ci soddisfino e allora saliamo fino a Trondenes, dove c’è la chiesa in pietra più antica del nord Norvegia.  Ci fermiamo nel comodo parcheggio.  In questa zona si può anche visitare il museo storico e l’ Adolfkannonen, un cannone catturato ai nazisti, che pare sia il più grosso del mondo  (ingresso 18 € in tre). 

 

 

 

04.07.03   Da Harstad a Lodingen    Km. 96       ! incisioni rupestri

 

Ci alziamo per visitare la chiesa, ma c’è un funerale in preparazione e, per non disturbare, la nostra visita è rapidissima.  Scendiamo a Lodingen.  Al Tourist Office mi procuro una mappa dettagliata della zona.  Vogliamo visitare le incisioni rupestri.  Si prosegue oltre il paese.  Come al solito indicazioni zero, si va a naso.  Infatti la strada finisce esattamente al cancello di una caserma.  Si torna indietro e si va a sinistra lungo una strada sterrata che prima avevamo evitato perché sterrata e perché a fondo chiuso.  Questa scavalca un promontorio e ridiscende sulla costa, fino a un vecchio molo dismesso, dove parcheggiamo.  Il sentiero lo si trova prendendo l’unica strada che c’è, che passa tra due case (si ha l’impressione di passare in una zona privata).  La passeggiata è bella,  facile (seguire i bolli rossi), con bellissimi panorami (ØØ); per l’occasione rispunta il sole.  Le incisioni consistono in una renna e poco più.  Tornati in camper ci trasferiamo in paese per la notte.  C’è un grande spiazzo accanto e sotto il market, vicino al porto.  Volendo c’è un’area, a sud del paese, attrezzata per camper, con carico e scarico acque, a 10 € per notte.  Curiosa la riscossione: si prende una busta dalla cassettina A, la si compila con i propri dati, si introducono i soldi e la si imbuca nell’apposita cassetta B. Qualcuno controllerà.  Per la prima volta le istruzioni sono anche in italiano (!).

 

 

05.07.03     Da Lodingen a Langenes      Km. 258

 

Ci svegliamo col cielo grigio.  Doccia, colazione e attraverso il ponte di Sortland entriamo nelle isole Vesteralen.  Arriviamo a Hovden, per ammirare una natura spettacolare (Ø).  Tanti fiori, mare bellissimo.  Il mulino a vento pubblicizzato sui depliant turistici in realtà è un banale generatore eolico.  Torniamo indietro e ci fermiamo a Nykvag, per ammirare la più grande colonia di puffins (gallinelle di mare) d’Europa. Scendiamo verso sud, per fermarci a Fore, laddove ci sono le tombe dell’età del ferro.  Parcheggio con 2 posti, sentiero di 200 metri e, in mezzo all’erba, alcuni sassi  con un cartello che dice che quelle erano tombe dell’età del ferro.  Tra le tante cose indimenticabili, questa ce la dimenticheremo subito. Poi andiamo a zonzo fino a Steine, Bo, per poi risalire fino a Sto (Langenes), il punto più a nord dell’isola di Langoya.  Qui finisce la strada e da qui partono i whale safari, i safari (fotografici) alle balene.  Prendiamo informazioni.  Il safari costa 70€ per gli adulti e 42€ entro i 12 anni.  Noi tre 182 € (gulp!).  I depliants garantiscono che le balene si vedranno di sicuro, ma se così non fosse la gentile impiegata mi garantisce che non ti rimborsano.  Volevo ben vedere!  Occorre prenotare e pagare la sera prima.  Il viaggio dura circa 8 ore.  Il problema è che se anche domani c’è questo tempo schifosetto, ci facciamo 8 ore di mare e nebbia.  Decidiamo di non prenotare.  Se domani c’è bello torniamo alla carica.  Un problemino non indifferente è che il punto di partenza non ha praticamente parcheggio (tre coraggiosi camper si sono parcheggiati malamente uno attaccato all’altro).  C’è un camping a un paio di km.  Noi torniamo indietro di un po’ per parcheggiare accanto alla chiesetta di Langenes (Ø), da dove, sotto la pioggia, partiamo per un lungo giro di footing, che ci porta in paesaggi irreali, che appaiono e scompaiono tra mare, nebbia, e fiori gialli, quasi assurdi nel grigio generale, che sembrano brillare di luce propria (ØØ).  

 

 

 

 

 

06.07.03  Da Langenes a Kabelvag  (isole Lofoten)   Km 198

 

Piove!  Piove, c’è nebbia, grigio, umido, scuro, il mare è grosso, il safari alle balene sarà per un’altra volta.  Visitiamo la chiesetta di legno (molto bella) e ripartiamo.  Vorremmo risalire a Nyksund, ma dopo poco la strada non è più asfaltata, è stretta, scivolosa e piena di buche.  Il grigiore generale non ci dà entusiasmo e molliamo la presa.  Scendiamo fino a Melbu dove traghettiamo.  Qui, per la prima volta, non solo si interessano della lunghezza del camper, ma ci aggiungono anche le biciclette, per cui mi trovo a pagare la tariffa “maggiore di 6 metri e inferiore a 7”, che è più che doppia (25€ per 30 minuti di traversata).  Sbarchiamo sulle Lofoten e, dopo pranzo (sono le 15.00!!) ci spingiamo a est per visitare il Trollfjorden (strada da Fiskbol ad Hanoy e poi verso Digermulen).  Il fiordo è bello ma non così impressionante come dicono le guide.  Forse in navigazione è meglio.  La strada ad un certo punto non è più asfaltata.  Torniamo sui nostri passi fino ad arrivare qui a Kabelvag, dove parcheggiamo negli ampi spazi vicino a museo e acquario.  Il centro abitato è vicino e troviamo anche un internet café dove raccogliamo la nostra posta e ne approfittiamo per mandare qualche mail a parenti e amici.  Il sole viene e va, e verso le 10 di sera c’è un po’ di rosso in cielo.  Varrà anche qui che rosso di sera...?

 

 

07.07.03  Da Kabelvag a Stutvik     Km 41      ! traghetto panoramico

 

Piove ancora.  Siccome vogliamo visitare il museo ce ne facciamo una ragione, anche se scopriamo che più di metà del museo è all’aperto.  Un biglietto cumulativo da 12€ ci dà diritto a museo delle Lofoten, acquario e mostra pittorica di Kaare Espolin.  Fare solo museo e acquario costerebbe di più.  Il museo, dedicato alla pesca, è semplice ma molto ben fatto.  L’acquario è minimale.  La mostra pittorica è quanto di più cupo e triste si possa trovare.  Espolin rappresenta, quasi sempre in bianco e nero, cioè con i colori di quando c’è brutto tempo, la fatica e la sofferenza dei pescatori.  Ogni tema si ripete innumerevoli volte con sfumature diverse.  Basta così.  Ripartiamo, con il programma originale di arrivare fino in fondo alle Lofoten, ad A (in cui A è il nome della città).  Le Lofoten sono belle, paesaggisticamente parlando, ma solo con il sole.  Inoltre sono abbastanza inospitali.  Spazi stretti, vediamo i primi divieti per camper, non ci sono cassonetti o cestini per la spazzatura.  Capiamoci, hanno ragione loro.  Qui c’è poca terra e (relativamente) molti turisti.  Sembra un po’ di essere in Liguria, fai fatica solo a fermarti.  Eppoi arrivare fino in fondo significa saltare un pezzo di costa che invece vorremmo fare, e allora decidiamo di tornare sulla “terraferma” e traghettiamo, da Svolvaer a Stutvik.  Anche qui un inflessibile esattore ci chiede uno sproposito di biglietto.  Gli mostro il libretto che dice che il mio camper è 5.98 metri e smonto le biciclette e le metto dentro.  Con questa mossa il costo scende da 72€ a 37€.  Una piccola scocciatura, 35€ risparmiati.  Il viaggio dura 2 ore tra bellissimi paesaggi (Ø).  Usciti dal molo prendiamo la prima viuzza a sinistra dove troviamo (l’avevamo visto dal traghetto) un ampio spazio per passare la notte.  Torna un po’ di sereno.

 

 

08.07.03  Da Stutvik a Fauske    Km 234       ! faro   ! incisioni rupestri

 

Ripartiamo.  A Oppeid deviamo verso Tranoy, dove c’è un faro (indicato in lingua originale con FYR).  Ci si arriva con un paio di chilometri finali di strada sterrata e larga come il camper più gli specchietti.  Fortunatamente non incrociamo nessuno.  Il faro è molto bello, ma la natura che lo circonda ancora di più (ØØ).  Visita guidata al faro (5€ adulti, quasi 3 i bambini).  Siamo solo noi e la guida, uno stralunatissimo ragazzotto svedese, che ci spiega tutto del faro, ma ogni volta che gli chiedo delucidazioni (dice cose stranissime) mi dice che però non è sicuro. Pazienza.  La vista dall’alto è davvero bella, tanto più che oggi è tornato il sole.

Tornati sui nostri passi viaggiamo fino a Tommerneset, lungo la E6, dove ci fermiamo per visitare le incisioni rupestri, nel sito di Helleristinger.  Vediamo 2 renne di 8000 anni fa, ma la cosa più bella è il fiume lungo il quale si può camminare.  La natura si è sbizzarrita (Ø) e nel paesaggio si introducono le mille cascatelle artificiali, causate dai vasconi fabbricati per permettere ai salmoni di risalire il fiume, dopo che una diga, a monte, ne aveva ridotto la portata. 

Ripartiamo lungo la E6, bellissima in questa zona.  Montagne bellissime, paesaggi, gallerie in forte pendenza e anche un po’ strettine. Ci rechiamo all’ingresso del parco nazionale “Rago National Park” (a Megarden, sulla E6, di devia a est verso Lakshola).  Abbiamo una gran voglia di inoltrarci nella natura, ma questo parco è troppo impegnativo, non si presta per una passeggiata di solo alcune ore.  Si accede con circa 3 Km di sentiero (ripidissimo) ad un anello che con forti sbalzi di quota percorre decine di Km arrivando fino in Svezia.  Deve essere una meraviglia, ma ci si va solo con zaino e tenda e con almeno tre giorni di tempo.  Non siamo attrezzati per dormire fuori dalle comodissime pareti del camper, non ne abbiamo voglia, ci sono un miliardo di zanzare e sta riprendendo a piovere.  Ci basta per tornare sulla E6, direzione sud.  Arriviamo a Fauske, dove, sulla costa, nella zona dei supermercati, c’è un grandissimo spiazzo sterrato per camper con camper service gratuito.

 

 

09.07.03    Da Fauske  a non so bene dove siamo    Km 97    ! miniere di rame

 

Dopo aver fatto carico e scarico al camper service ripartiamo alla volta delle miniere di rame di Sulitjelma (segnalate con una stella dalla guida del Touring Club Italiano), seguendo una bella strada che parte da Fauske e va verso est, per una quarantina di chilometri.  Arrivati alle miniere scopriamo che la visita è una al giorno e alle 13.00.  Pazienza.  Aspettiamo.  L’ingresso ci costa 36€.  Ci danno tute, stivali, elmetto e ad alcuni anche una torcia elettrica da applicare all’elmetto.  Ci cambiamo in uno spogliatoio.  Tutto è lurido come  mai avevo visto a queste latitudini.  La miniera, dichiarata antieconomica e quindi chiusa una dozzina di anni fa, è stata assegnata a due dipendenti che non erano abbastanza anziani per il pre-pensionamento.  Costoro sono le due guide e parlano a stento il norvegese.  Uno dei due mi guarda e con grande fatica mi chiede: “How where are you from?”  che è la sovrapposizione di “come stai” e “di dove sei”.  Gli rispondo “fine, Italy”, (“bene, Italia”) ma dal suo sorriso capisco che queste sono le prime e ultime parole in inglese che pronuncerà.  La visita inizia con un tragitto di quasi 2 Km. col trenino originale.  La miniera è stata abbandonata dall’oggi al domani, vecchi fusti d’olio, ormai corrosi, spandono liquami nell’acqua che affiora in ogni punto.  Tutto è sporco, marcio, inquinato, scivoloso e scuro.  Una scala di legno, in cui mancano alcuni gradini, passa sopra uno strapiombo molto profondo.  Afferro mia figlia con un attimo di ansia.  Nessuno casca giù, ma tutto mi sembra demenziale.  Le guide spiegano la storia di ogni singola pietra.  Anche alcuni norvegesi sembrano non capire bene tutto.  Nella sala di comando dei macchinari di miniera ci sono ancora le matite, le riviste, i bicchieri sporchi di caffé, e le fotografie delle donne nude appese alle pareti, di una dozzina di anni fa.  Tutto è rimasto come era stato lasciato.  Lampadine rotte, vetri per terra, una giacca appesa al muro e mangiata dalla muffa, fogli di servizio gonfi di umidità.  Anche un paio di scarpe sotto una scrivania.  Il tutto dura quasi 2 ore e c’è anche poca aria.  Stanchi, affamati (sono le 3 del pomeriggio), sporchi di fango e sporchi dello sporco che c’era dentro le tute e gli stivali, finalmente usciamo.  Ci laviamo e scappiamo via.  Al primo spiazzo utile (accanto a una cascatella a non più di 200 metri dalla miniera) ci fermiamo per pranzo.  Ammesso che non vi piacciano le storie strane, la deviazione di 40 Km (che fanno 80 con il ritorno) non vale assolutamente la pena.  Torniamo a Fauske e prendiamo la E6 verso sud.  Dopo una ventina di chilometri nel nulla, troviamo un grandissimo spiazzo che si incunea nel mare, popolato da alcuni camper.  Un cartello dice che quella è un’area privata, ma che se vogliamo passarci la notte siamo i benvenuti.  La sosta è gratuita, continua il cartello, ma se volete mettere qualche monetina nella cassetta......  Simpatico!  Il posto è bellissimo.  Potrebbe ospitare un centinaio di camper (ce ne sono una dozzina) e il mare dev’essere pescosissimo, perché molti tentano di rimediare cena con la canna da pesca.  La lunga serata ci permette di conoscere alcuni camperisti svedesi e norvegesi.  Il bello della vita in camper lo si ha anche in queste relazioni interpersonali, con persone incontrate a caso.  Si conoscono realtà molto diverse dalla nostra.  Uno dei camperisti mi racconta che a casa sua d’inverno, il sole non sorge per due mesi, ma per altri tre, a causa di una collina, non batte mai.  Durante l’inverno ogni attività si rallenta, salvo poi, d’estate, non fermarsi mai, neppure di notte (col sole).

 

 

10.07.03   Circolo polare artico, lungo la E6    Km 116    ! montagne

 

Ripartiamo con l’intenzione di deviare per Graddis, nella valle Junkerdalen, dove, come assicura il depliant dell’ufficio turistico, c’è l’albero più vecchio della Norvegia, un albero di 1000 anni, chiamato Methusalem.  La strada finisce in una specie di camping sgangheratissimo, disabitato.  Nessuna indicazione, nessun cartello.  Finalmente, dopo mezz’ora, troviamo qualcuno che ci indica la strada.  Seguire il sentiero e al bivio tenere la destra, circa 400 metri e.... eccolo!  Un alberone morto e rinsecchito, grande come un platano abbastanza grande, ma più piccolo di quegli alberi secolari che si trovano nei nostri parchi.  Non sappiamo se ridere o piangere.  Seconda deviazione e seconda fregatura in due giorni.  Le zanzare del bosco, presenti in quantità industriali,  ci consigliano di scappare via.  Torniamo sulla E6, e al circolo polare artico ci fermiamo sul parcheggio esterno, quello più lontano dai negozi (e decisamente meno disturbato).  Con poco interesse facciamo un giretto nei negozi (decisamente in scala ridotta rispetto a Rovanijemi) e pranziamo.  Dopo pranzo facciamo la cosa più bella della giornata.  Saliamo sulle montagne in direzione ovest, arrampicandoci per un paio d’ore, in un mondo fatto di roccia, neve e acqua, senza sentieri, con mille torrenti e grandi ammassi di neve.  Panorama e ambiente bellissimi (Ø), incontaminati; l’impressione è che lì siano saliti in pochissimi, o forse mai nessuno.  La sera (sì, a questa latitudine si ha un accenno di tramonto!) ci trova stanchi e affamati.  Decidiamo di pernottare qui.

 

 

11.07.03  Dal Circolo polare a

                un punto tra Tosbotn e Tosen, lungo il Tosenfjord   Km 299     ! grotte

 

Sotto un sole limpido, ripartiamo per visitare le grotte di Gronligrotta.  Circa 15 Km prima di Mo I Rana, a Rossvol, deviamo verso Gronligrotta.  Dopo 10 Km c’è una prima grotta, da cui parte la strada per la seconda.  E’ una strada sterrata e ripidissima, bisogna affrontarla di gran carriera e non fermarsi per 1 Km.  Io mi fermo perché incrocio 2 auto in un punto troppo stretto e non riesco più a ripartire.  Le ruote slittano in modo furioso.  Scendo a retromarcia e poi riparto.  Spero di non incontrare nessuno dopo 995 metri!  Mi va bene e arrivo nel parcheggio della seconda grotta, quella che avevamo deciso di visitare.  L’ingresso, ogni ora,  costa 10€ per gli adulti e 5 per i bambini.  Le grotte non sono le solite con stalattiti e stalagmiti.  C’è un ruscello sotterraneo che ha scavato molte “marmitte dei giganti”, fori nella roccia che si creano per il moto vorticoso delle acque.  Una cascata sotterranea e vari angoli caratteristici, creati dall’acqua, completano la visita.  Usciamo.  E’ scoppiato il caldo (27°!!!!).  Alla prima occasione ci fermiamo per pranzo, e ne approfittiamo per un bagno in mare (acqua comunque freddissima).  Poi si riparte.  A Laksfors, lungo la E6, a 34 Km a sud di Mosjoen, facciamo una breve deviazione per visitare una bella cascatona.  Poi proseguiamo e deviamo verso Bronnoysund.  Finalmente si torna sul mare, e al primo posto un po’ bello ci fermiamo.  Siamo soli e non passa nessuno.  Come piace a noi.

 

 

 

 

12.07.03   Da dov’eravamo a un punto tra Skage e Namsos   Km 245

 

Piove.  Avevamo in programma un’escursione sull’isola di Torghatten, vicino a Bronnoysund, segnalata da guida e depliant turistici, da fare lasciando il camper, ma l’idea di fare una passeggiata sotto la pioggia non ci ispira, quindi viaggiamo.  Traghettiamo a Vannesund e poi giù lungo la 17, lenti lenti, finché non troviamo questo parcheggio con wc lungo la strada.  Da lì parto per il mio giro di footing, lungo una secca nel fiordo che raggiungo transitando su un ponte ferroviario (apparentemente abbandonato).  Che meraviglia.  La secca si inoltra per chilometri nel fiordo (che non ha strada) e mi permette di vedere posti selvatici e unici (Ø).  Forse disturbo gabbiani che hanno il nido nei paraggi, perché alcuni di loro mi svolazzano attorno, puntandomi come aerei in picchiata, forse per spaventarmi.  A sera altri camper si fermano nel parcheggio e il sole tenta di far capolino.  Grande novità!! Verso mezzanotte fa buio!

 

 

13.07.03  Da dov’eravamo a Trondheim  Km 270

 

Ci alziamo tardi e viaggiamo.  In questa zona la Norvegia non è più così bella.  C’è più gente, più traffico, meno natura.  Arriviamo a Trondheim alle 17.00.  La città è pressoché imparcheggiabile.  Vicino alla cattedrale ci sono alcuni camper stretti nei normali parcheggi a pagamento.  La domenica non si paga, ma da domani il parcheggio vale massimo 5 ore e 15€.  Provo verso lo stadio, ma qui si sono organizzati.  Pare che i camper non li vogliano.  Alla fine arrivo in uno spiazzo sterrato dietro la cattedrale, appena a nord del ponte Elgeseter bru, spiazzo che viene indicato anche in internet.  Nessun cartello proibisce la sosta, ma per accedere o si passa da una strettoia i cui paletti ferma-traffico sono rotti, o dalla zona pedonale.  Parcheggio confidando nella tolleranza scandinava e facciamo un breve tour per la città.  A sera altri 3 camper mi parcheggiano vicino.  Passa la polizia e non dice niente. 

 

 

14.07.03  Fermi a Trondheim

 

Ci sentiamo trendy!  Ieri sera abbiamo rischiato un parcheggio poco convincente.  Stamattina contiamo una trentina di camper.  In compenso qualcuno ha chiuso l’ingresso da noi utilizzato.  Tutti i camper vengono su dalla zona pedonale.  Nessuno pare essersi accorto di un altro vialetto, stretto ma libero che accede alla zona.  Oggi visita a cattedrale, musei, ecc., il tutto con biglietto “famiglia” da 12 €.  Bella è la salita sulla torre e il concerto d’organo in cattedrale.  Fa caldo (25°) e tutta la città è in costume a prendere il sole nei bellissimi giardini dietro la cattedrale.  Prato all’inglese, tanta gente, non un pezzetto di carta per terra.  Parcheggio a parte, Trondheim è bella (Ø).  

 

 

15.07.03  Da Trondheim a Andalsnes   Km 262       ! cascate

 

Un mese fa partivamo.  Abbiamo percorso già più di 7600 Km.  Lasciamo il parcheggio pieno di camper più di un campeggio a Rimini d’agosto.  Scendiamo fino a Oppdal e poi deviamo lungo la 70 fino a Sunndaslora, poi lungo la 62 prima e la 660 poi, tocchiamo Eidsora, Vistdal, Isfjorden.  La valle prima di Sunndaslora ha mille cascate altissime.  Peccato che il disgelo sia ormai terminato e non sono così piene.  Immagino che vederle un mese prima possa essere uno spettacolo stupendo.  Paesaggi comunque molto belli fino ad Andalsnes.  Qui troviamo 2 aree dedicate ai camper.  Una vicino alla ferrovia, vuota, e una al porto, con rubinetto di acqua potabile accanto ai giardinetti.

Il posto non è male, ma meglio parcheggiarsi defilati, perché accanto al parcheggio sostano i bus di linea, che tengono il motore acceso per ore intere prima di partire.

 

 

 

 

16.07.03  Da Andalsnes al Passo di Korsmyra  (strada dei Troll)    Km 99

 

Ripartiamo.  Circa 15 Km dopo Andalsnes, in direzione Valldal, strada 63, sale una delle strade più spettacolari che io abbia mai visto.  E’ la strada dei Troll (ØØØ).  Da una vallata si arriva alla base di un monte quasi verticale.  La prima domanda è: “e adesso da dove si passa?”.  La risposta la si ha sul campo.  11 tornanti per passare da zero o poco più a 850 metri di quota, lungo una strada stretta, ripidissima (raramente ho messo la seconda) e suggestiva al massimo.  Il sole rende il tutto ancora migliore.  In cima c’è un bel parcheggio (possibile anche la sosta notturna), una passeggiata per ammirare da sopra la cascata e la strada, e un ruscello glaciale (il ghiacciaio è poco sopra), in cui comunque ci bagnamo.  Scendiamo per una discesa decisamente meno ripida e , a Valldal deviamo per Tafjord, e poi Linge, dove traghettiamo per Eidsal.  (Tratto breve, 15 minuti, 9 €).  Da lì saliamo per la 63 verso Geiranger, verso la strada delle aquile.  Arriviamo sotto una montagnona di tipo dolomitico e a un bel lago, poco dopo il passo, sulle rive del quale ci fermiamo.  Footing, bagno nel lago (ci sono 28°), cena.  Dall’Italia ci giungono notizie di un caldo record.  E’ record anche qui.

Nota sulla strada dei Troll:  per gustarne la bellezza va percorsa da Andalsnes verso Valldal, e non viceversa.

 

 

17.07.03  Dal Passo a Geiranger   Km 16      ! crociera sul fiordo

 

Oggi si viaggia poco.  Con un sole quasi tropicale scendiamo i ripidi tornanti della strada delle aquile, con panorami mozzafiato sul fiordo (Ø).  Scendiamo a Geirangen, dove parcheggiamo nel grande piazzale al porto.  Qui un cartello “no camping” spaventa un po’ i camper che si ammassano, stretti stretti nel campeggio vicino.  Provo a informarmi su cosa voglia dire “no camping”.  Mi dicono che se me ne sto parcheggiato senza allargarmi con tendalini, tavolini, ecc. non faccio camping.  Lasciamo il camper e saliamo (a piedi) sul traghetto per Hellesylt, (biglietto andata e ritorno 16€ adulti, 8 bambini).  Ci facciamo una piacevolissima crociera di 1 ora, 20 Km, lungo il Geirangerfjord, tra cascate e paesaggi molto belli (Ø), mollemente sdraiati sulle sedie sul ponte più alto.  Una voce registrata fa da guida durante il viaggio.  Sbarcati,   arriviamo in camper giusto per evitare un temporale, che, data la temperatura elevata, ha caratteristiche quasi tropicali.  La gente, tanta, forse troppa sparisce e il mondo diventa più abitabile.  Anche qui sono in ferie.

 

 

18.07.03  Da Geiranger a Lillehammer   Km 280

 

Oggi inizia la fase di rientro vera e propria.  Ripartiamo e troviamo bellissime montagne con tanta neve e un lago su cui, ancora, galleggiano blocchi di ghiaccio (Ø).  Lungo la strada ci sono bei posti in cui fermarsi, ma siamo partiti da poco e proseguiamo fino a Lillehammer.  Usciamo a Lillehammer Zentrum, dove troviamo subito parcheggio nel mega piazzale dietro un distributore nella zona dei supermercati.  La Norvegia bella è finita.  Qui siamo in città, fa caldo, c’è traffico e rumore.

 

 

19.07.03   Da Lillehammer a Stromstadt (Svezia)    Km 321

 

Siamo in Svezia.  Abbiamo viaggiato sotto la pioggia, in una terra né brutta né bella.  Abbiamo saltato Oslo a piè pari,  pagando comunque le tratte autostradali attorno alla città.  Passata la frontiera abbiamo abbandonato la E6 per venire al mare.  Stromstadt è una bella cittadina turistica.  C’è un parcheggio apposito per camper un 2 o 3 Km nell’interno con bus navetta, oppure in riva al mare ce n’è uno per bus e auto a pagamento dalle 8.00 alle 17.00, ma gratis il week-end.  Infatti è pieno di camper.  La sistemazione è ottima e il posto si presta per una passeggiata da turista.  Dopo più di un mese di natura andiamo a zonzo per negozi.

Oggi, per la prima volta da quando siamo partiti, abbiamo fatto un’ora di coda.

 

 

20.07.03  da Stromstadt a Goteborg    Km 195

 

Ripartiamo sotto un bel sole.  Prima tappa Tanum, dove, nei pressi del museo Vitlycke (deviazione dalla E6 di un paio di Km), ci sono eccezionali incisioni rupestri (Ø), dicono che siano le più belle e complete d’Europa.  Si visitano lungo un percorso pedonale nel bosco.

Seconda tappa l’Isola di Orust, deviando a ovest rispetto alla E6, ma, a parte il bagno in mare, non ci entusiasmiamo.  Arriviamo a Goteborg e parcheggiamo vicini al centro, sulla Nya Allén, in un parcheggione di fronte alla Feskerkyrkan.  Si paga 0.5€ all’ora di giorno, mentre dalle 18.00 alle 8.00 la tariffa è di 0.22 €/ora.  Con 20 corone, 2.2 € circa, si passa la notte.  Passeggiata e visita alla città.

 

 

21.07.03  Da Goteborg a Helsingor (DK)    Km 258

 

Facciamo una prima tappa a Tjoloholm, in cui c’è un castello con borgo medievale.  Sfortunatamente il sito è in ristrutturazione e la visita salta.  Andiamo allora a Varberg , dove c’è una fortezza dotata di un paio di musei (5€ gli adulti, 3 i bambini per il  biglietto “full”).  Bellina, ma niente di speciale.  Andiamo allora a Helsinborg, dove prendiamo il traghetto al volo.  Mi applicano la tariffa “entro i 6 metri” da 28€, altrimenti sopra i 6 metri costa 60€.  Sbarcati, non dopo aver fatto una scorta di birra al duty free, cerchiamo il parcheggio trovato su internet, vicino al castello di Amleto.  Precisi cartelli vietano il pernottamento ai camper (indicando anche l’apposita multa).  Tornando indietro dal castello imbocchiamo la prima a destra (Strandpromenade), una strada a fondo chiuso.  Dopo poco, davanti al porticciolo, c’è un ampio parcheggio senza divieti.  Qui passiamo la notte.  La cittadina merita una passeggiata.  Consultare le guide per i monumenti da visitare.

 

 

22.007.03  Da Helsingor a Kobenhavn (Copenhagen)     Km 53

 

Dato che c’è bel tempo decidiamo di passare un paio di notti a Copenhagen (che in realtà si chiama Kobenhavn. Sarebbe bello smetterla di tradurre i nomi delle città).  Arriviamo in città sotto un temporale passeggero e cerchiamo il parcheggio.  Dapprima proviamo in un parcheggio appena a sud di Tivoli, ma è brutto, disturbato e in più mi informo e scopro che il pernottamento in città sarebbe proibito (non ci sono cartelli, ma la Polizia può mandarti via).  Allora andiamo al City Park, area apposita per i camperisti.  La si raggiunge scendendo lungo la Bernstoffgade (la via che passa tra la stazione ferroviaria e Tivoli).  Al termine della via, quando non si può più proseguire dritti si va a destra, e dopo un paio di Km, dopo il centro commerciale Fisketorvet, a sinistra ci sono le indicazioni per il parcheggio camper e roulottes.  Decisamente caro, (30€ per una notte e tutto il giorno dopo.  Si deve ripartire entro le 21.00) ha comunque tutti i servizi di un campeggio.  Per metà è asfaltato, l’altra metà ha ghiaia.  La visita di Copenhagen la facciamo in bici, rientrando solo a sera per cenare.

Nota: i danesi non hanno voluto l’euro, ma tutti i prezzi in città sono esposti in euro.  Anche al parcheggio/campeggio mi sono stati chiesti gli euro.  Dato che avevo in tasca delle corone danesi ho chiesto di poter pagare con quelle.  Il gentile proprietario ha preso la calcolatrice e mi ha tradotto l’importo in corone.  Robe da matti!

Nota:  Tivoli, il parco divertimenti in centro città (anche qui prezzi in euro), sembra costare davvero poco.  L’ingresso costa solo 9€, ma ti dà diritto solo a entrare.  Una volta dentro ogni giostra chiede da 1 a 4 ticket, ciascuno del costo di 2€.  Il “full ticket” costa 26€, ma non comprende comunque tutte le giostre.  L’importante è informarsi e capire bene un prezziario che non è per niente chiaro.

Nota: chi ama la birra fa bene a fermarsi in uno dei tanti bar della zona pedonale.  La birra danese (alla spina) è molto buona.  Attenti solo alle biciclette che, poi, non vanno più tanto dritte.

 

 

23.07.03  da Kobenhavn (DK) a Scharbeutz (D)   Km 225

 

Dopo aver dedicato ancora l’intera mattinata e parte del pomeriggio a visitare la città ripartiamo.  Traghettiamo a Rodbyhavn per Puttgarden, pagando la tariffa “meno di 6 metri” che è di 52€.  Qui non sembrano interessati alle biciclette appese dietro.  Viaggiamo un po’, poi lasciamo l’autostrada per dirigerci sulla costa verso Travemunde.  Troviamo un bel parcheggio per camper con camper service.  Si paga solo di giorno, e con 10€ si acquista il biglietto per 24 ore.  Passeggiata serale.

 

 

24.07.03  da Scharbeutz a Wernigerode    Km 343

 

Oggi volevamo viaggiare “tanto“, ma le autostrade non ci piacciono, perciò ci facciamo tutta una serie di stradine in mezzo al verde.  A sera raggiungiamo Wernigerode, dove eravamo già stati l’anno scorso, e dove c’è una pizzeria gestita da italiani (veneti) che fanno la pizza come in Italia.  Dopo 40 giorni la pizza “vera” è ormai una questione di crisi d’astinenza.  Il parcheggio per camper è occupato dal luna park, quindi parcheggiamo alla stazione ferroviaria.  Passeggiata e pizza chiudono degnamente la giornata.

 

 

25.07.03  Da Wernigerode a Rothenburg O.d.T.   Km 401

 

Scendiamo verso sud, sempre a stradine.  Non ricordavamo cos’è l’ex est!  Continue deviazioni per lavori stradali, la media oraria non arriva a 40 Km/h.  Poi nel pomeriggio, nell’ex ovest, viaggiamo più spediti.  Arriviamo nella bellissima e, per noi, già conosciuta Rothemburg, nel solito parcheggio per camper che ci aveva ospitati anche all’andata e anche l’anno scorso.

 

 

26.07.03  Da Rothenburg al Passo del S.Bernardino   Km 452

 

Si viaggia tutto il giorno, sempre e comunque con molta calma.  Unico brivido della giornata ce lo dà il gasolio.  Per fare il pieno in Austria, dove costa meno, faccio un sacco di chilometri in riserva, fino ad arrivare con un filo d’ansia al distributore, dopo aver percorso quasi 800 Km dall’ultimo pieno.   Abbandoniamo l’autostrada svizzera e saliamo al passo e parcheggiamo in uno spiazzo a circa 1 Km di distanza dall’Ospizio.  In realtà su questo passo non c’è gran ché da parcheggiare, ma tanto ci basta.  Ne approfittiamo per una passeggiata, prima che la nebbia avvolga il tutto.

 

27.07.03  Dal Passo del S.Bernardino a casa (Albano S.A., BG)   Km 206

 

C’è poco da raccontare.  Il viaggione finisce.  Tra pochi giorni la bimba se ne va con i boy scout per il campo estivo.  Avremo il tempo di risistemare un po’ il camper e noi ce ne andremo sulle alpi francesi a prendere un po’ di fresco, ma questa è un’altra storia.

 

 

EPILOGO: è bastato un rapido referendum e questo viaggio ha meritato il titolo di miglior viaggio mai fatto, con tre voti su tre.  Il nostro grande entusiasmo non è derivato da qualche episodio eccezionale, ma dalla continua e quotidiana eccezionalità dei posti visitati.  Anche nei lunghi e lenti trasferimenti la nostra attenzione era sempre sveglia nell’ammirare scorci di panorama unici, nel cercare animali selvatici, nel godere degli incredibili colori della Norvegia, spettacolare con il sole, affascinante e misteriosa nel grigio delle sue giornate piovose.  Mai come in questo viaggio abbiamo dormito ovunque senza preoccuparci.  Il senso di sicurezza è pieno, continuo e convincente.  Dove andremo l’anno prossimo, per il viaggione estivo?  Ho già qualche sospetto.

 



Viaggio effettuato nel 2003 da Antonella e Carlo Maccarana

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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