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Vai alla home page di www.CamperOnLine.itGrecia - L’isola di Tassos e la penisola Calcidica

Agosto 2006

Camper: Laika Lasercar 590 del 1995, motorizzato Fiat Ducato 2500 turbodiesel.

Equipaggio: Giuseppe e Anna con la figlia Alessia ed il nipote Antonio (questa volta manca il figlio Simone).

Mete: l’isola di Tassos, la penisola Calcidica (obiettivo mancato l’anno scorso), e Tessalonica.

Periodo: dal 29 luglio al 17 agosto 2006.

Km. percorsi: 2.584, compreso lo spostamento in patria, Nola-Bari-Nola, ed i giri a vuoto che non mancano mai.

 

Note:

Quando vengono citati giri a vuoto le distanze intermedie sono approssimative. I costi delle autostrade non vengono indicati in quanto esse sono per lo più gratuite e per i pochi tratti a pagamento la spesa non supera i 4,00 euro.

I nomi delle località sono riportati anche con i caratteri e secondo la lingua greca (come sulla segnaletica stradale), per agevolarne l’eventuale riscontro, ma a prescindere dalla pronuncia: in greco, per esempio, Atene si scrive Athena (Αθήνα) ma si pronuncia Atina; taverna si scrive taberna (ταβερνα) ma si pronuncia taverna; Tebe si scrive Teba (Τήβα) ma si pronuncia Thiva. Rispetto al greco antico si è verificato, in pratica, un processo di iotizzazione, cioè di prevalenza dalla iota (ossia della “i”) rispetto ad alcune altre consonanti, sicché spesso sia la “e” (η = eta  o ε = epsilon) sia la “u” (υ = iu) si pronunciano “i”.

Diario di bordo

          Premessa

Quest’anno il viaggio è stato finalizzato ad un “tutto mare e riposo”, per cui il presente diario non contiene notizie particolarmente interessanti ma solo utili a chi voglia fare altrettanto lungo lo stesso percorso. Il nostro viaggio si è svolto da un posto balneare all’altro, utilizzando per lo più il dopo-pranzo per i trasferimenti, così che quasi in tutti i punti di sosta abbiamo potuto fare il bagno nel pomeriggio e nella mattinata successiva.

Anche quest’anno i programmi per le vacanze sono stati fatti all’ultimo momento ed a luglio inoltrato, sicché scartata la Corsica - improponibile ad agosto senza un minimo di prenotazione - dirottiamo per la Grecia, unico posto dove sappiamo che non c’è bisogno di prenotazioni perché spazio libero ce n’è a iosa. Questa particolarità garantisce la tolleranza per i camperisti, anche se ufficialmente il campeggio libero è vietato.

L’esperienza dello scorso anno (già il sesto in Grecia ma per la prima volta in camper) ci ha poi consentito di verificare i margini della detta tolleranza: infatti i greci - polizia compresa - pur essendo molto ospitali e disponibili non sono disattenti, per cui la tolleranza non va confusa col disinteresse e non appena qualcosa non va nel verso giusto immediatamente interviene la polizia che, dal canto suo, non fa molti complimenti.

Quel che non manca in Grecia, per esempio, è l’acqua e di fontane se ne trovano disseminate dappertutto; ciò non vuol dire che la si possa prendere a proprio piacimento: se si chiede il permesso non viene mai negata ma se la si prende arbitrariamente nascono giustificate discussioni. Qualcuno la vende addirittura (ma con scarsa clientela). Quelli che non la negano sono i benzinai ma, ovviamente, fare anche un po’ di rifornimento di carburante non guasta.

1.       Da Nola a Bari, km. 252

          29 luglio

Partiamo da Nola (luogo di residenza, a circa 25 km da Napoli) alle 10.00, una volta tanto in orario. Il tragitto, in verità non ci preoccupa in quanto questa volta, per due buone motivazioni, dobbiamo imbarcarci a Bari anziché a Brindisi: la prima è che il traghetto da Bari costa dai 100 ai 150 euro in meno, nonostante ci siano da fare 100 km. in più; l’altra è che i traghetti dell’unica compagnia di navigazione con la quale abbiamo trovato un posto in open deck (la VENTOURIS FERRIES) partono appunto da Bari e, tra l’altro, sono anche i più economici (397,00 euro per il biglietto più altri 100,00 per tasse di imbarco, andata e ritorno, per camper e quattro adulti).

Imbocchiamo la A16 confidando nell’intelligenza degli italiani: partire il 29 luglio e per di più di sabato certamente non può guadagnarsi la qualifica di “partenza intelligente”, ma noi siamo certi che gli italiani sono intelligenti e che oggi se ne stanno tutti a casa, così partiamo da imbecilli e di traffico non ne incontriamo affatto.

Poco prima di Trani uno dei display autostradali segnala un incidente con conseguente coda di circa 4 km. in aumento. A Trani, quindi, lasciamo l’autostrada e giusto in tempo: da un cavalcavia notiamo che la coda sta per arrivare fino a tale punto. Proseguiamo per la statale giungendo al porto di Bari alle 13.00 con abbondante anticipo sull’orario di partenza del traghetto. E come tutte le volte che siamo arrivati in orario all’imbarco, il traghetto parte con le solite due ore di ritardo: alle 18.00 anziché alle 16.00.

2.       Da Igoumenitsa a Parga, km. 49

          30 luglio

Arriviamo a Igoumenitsa (Ηγουμενίτσα) alle 7.30 locali, recuperando parte del ritardo. Nella prospettiva di attraversare la Grecia continentale verso Salonicco, ossia Tessalonica (Thessalonichi = Θεσσαλόνικη) con un trasferimento di non breve durata e per strade impervie, decidiamo di andare a sud, verso Parga (Πάργα), bella località scoperta 11 anni fa, per non perdere una prima giornata di mare.

Alle 9.00 siamo a Parga, che ricordiamo non avere molta disponibilità per accogliere camper, e prima di inoltrarci nel centro abitato - col pericolo di dover effettuare difficoltose manovre - dirigiamo verso un parcheggio di cui vediamo l’indicazione. Raggiungere il parcheggio risulta non meno difficoltoso di quanto volevamo evitare: strada stretta, ingresso con svolta a 90 gradi resa altresì pericolosa da alberi bassi e sbarra bloccata a mezz’altezza. All’ingresso del parcheggio c’è un cartello che ne indica il costo in 5 euro per l’intera giornata, ma non c’è nessuno che li riscuota. Il parcheggio è piccolo e dopo vari tentativi troviamo una posizione che non dia fastidio agli altri. Con molto comodo arriva il gestore del parcheggio che ci chiede, invece, 14 euro (tariffa camper inventata al momento). La cosa ci infastidisce e con ulteriori difficoltose manovre usciamo dal parcheggio ed andiamo a sostare lungo la strada, a soli 50 metri di distanza, dove intanto cominciano ad arrivare e sostare auto e pullman di bagnanti.

Alle 13.00 ci mettiamo alla ricerca di un ristorante che abbia la televisione e ci faccia vedere la Formula 1. Sul lungomare la ricerca si rivela inutile ma sulla strada parallela interna che porta fuori paese troviamo un bar con un maxischermo il cui gestore, intanto, per mangiare ci indica il ristorante attiguo che - ci dice - ha il cuoco che parla e cucina italiano. Prenotiamo il pranzo e all’ora stabilita andiamo a consumarlo, mangiando benissimo (per lo più a base di pesce) e pagando pochissimo (30 euro), per poi trasferirci nel bar a vedere il Gran Premio di Germania.

3.       Da Parga a Meteora, km. 323

Dopo la vittoria della Ferrari iniziamo il trasferimento verso Tessalonica con l’intento di una sosta a Kalambaka per una visita ai monasteri di Meteora (Μετέωρα). Dopo 10 km. ci troviamo sulla statale e subito dopo anziché imboccare la strada per Paramithia (Παραμιθιά), che avrebbe abbreviato il percorso, dirigiamo a Igoumenitsa per utilizzare l’autostrada A2 per Ioannina (Ιωαννίνα) della quale avevamo visto le indicazioni e che 11 anni fa ancora non c’era. A Igoumenitsa in prossimità del porto imbocchiamo l’autostrada che però si interrompe in più punti e i tratti esterni, da un tronco all’altro, sono peggiori della normale strada esterna (la E90 E92), con brutti tornanti da affrontare in 2ª o addirittura in 1ª. L’autostrada, infatti, segue un percorso del tutto diverso da quello della strada statale, per cui da un tronco all’altro non si percorre la statale bensì strade di montagna, strette, ripide e tortuose, più adatte a un 4x4, lungo le quali notiamo non poche auto (o, meglio, autisti) in difficoltà. L’autostrada, inoltre, giunge direttamente a Ioannina e l’unica indicazione utile per Kalambaka, ossia quella per Trikala (Τρίκαλα) facilmente sfugge sicché ci si viene a trovare nel pieno centro urbano. Ci troviamo così nel centro di una città che già ricordavamo piacevole, ordinata e ben percorribile, e quando camminando alla cieca giungiamo sul lungolago, chiediamo indicazioni a due poliziotti in motocicletta; questi si offrono di accompagnarci e ci fanno da guida lungo le tortuose stradine del centro storico, bloccando il traffico per farci passare e scortandoci fino all’immissione in un’arteria periferica che ci avrebbe condotto sulla strada per Kalambaka.

Il tratto fino a Kalambaka è ancora quello che ricordavamo; la strada non è cattiva ma il susseguirsi di curve e saliscendi costringe ad una velocità media non superiore ai 50 km/h e solo in pochi tratti si riesce ad innestare la 5ª.

Ad un certo punto incontriamo un’indicazione dell’autostrada per Grevena (Гρεβενά) che, vista dov’era (dalla cartina), decidiamo - ma erroneamente - di non imboccare e andiamo incontro ad altre interminabili curve e saliscendi. In pratica, infatti, l’autostrada è indicata come tratto Ioannina-Grevena ma essa non arriva né all’una né all’altra località, in quanto l’intero tronco è stato realizzato solo per alcuni tratti; pertanto se avessimo imboccato il tratto per Grevena, utile come direzione e non come destinazione, avremmo risparmiato diversi chilometri e, principalmente, avremmo guadagnato moltissimo tempo perché il tratto di autostrada si snoda attraverso tre lunghe gallerie e lo si percorre agevolmente a 120 km/h. All’altezza di Metsovo (Μετσόβο) incontriamo la deviazione per l’autostrada per Tessalonica (tratto Grevena-Kozani-Alexandria-Tessalonica, che avremmo fatto al ritorno) ma tiriamo dritto per Kalambaka in quanto la meta è Meteora. Siamo ormai nel punto più alto del gruppo montuoso, il tempo s’è guastato, camminiamo nella nebbia accompagnati solo da grossi nuvoloni pieni d’acqua. Sono ormai le 22.00 quando ci fermiamo per la cena ed il pernottamento a Koridallos, paesino di poche case già tutte a luci spente e con l’immancabile taverna ancora a luci accese, a 37 km. dalla meta.

          31 luglio

Alle 8.45 ripartiamo per Meteora dove ci tratteniamo per visitare soltanto i due più grandi monasteri ortodossi: il monastero di Varlaam ed il Megalo Meteoro. In verità noi tre della famiglia li avevamo già visitati 11 anni fa ma non ci è dispiaciuto rivederli.

4.       Da Meteora a Kavala, km. 462

Alle 12.30 ripartiamo in direzione Trikala dopo breve sosta al LIDL di Kalambaka per un po’ di spesa. Raggiungiamo agevolmente Larissa (Λαρίσα) dove imbocchiamo l’autostrada in direzione Katerini (Κατερίνη) e, quindi, Tessalonica. Lasciamo l’autostrada a Platamonas (Πλαταμώνας), da dove inizia un lungo tratto di località di mare con numerosissimi campeggi. Alle 18.30, dopo aver percorso 179 km., ci fermiamo a Paralia Skotinis (Παράλια Σκοτίνης), in prossimità degli alloggi estivi riservati all’aeronautica militare, su di un lungomare servito da un parcheggio comodo ma inadatto per una sosta prolungata; la spiaggia è libera, come il parcheggio, e, come nella maggior parte dei casi, è munita di ombrelloni, docce e spogliatoi (anch’essi liberi). Pernottiamo in un ampio spazio, anch’esso adibito a parcheggio, immediatamente a ridosso del lungomare, praticamente spostandoci di poche decine di metri da dov’eravamo prima.

          1 agosto

Alle 14.30 lasciamo Paralia Skotinis ed imbocchiamo l’autostrada per Katerini, seguendo per Tessalonica dove giungiamo rapidamente. La città è immensa ed è servita da un’ottima circumvallazione esterna grazie alla quale l’attraversiamo da ovest ad est imboccando infine l’autostrada per Kavala (Καβάλα) che in verità, secondo la segnaletica, è vietata agli autocarri ed alle auto con a traino anche carrelli e roulotte. I camper non risultano tra i veicoli deviati sulla statale e quindi proseguiamo. In strada non c’è praticamente nessuno; superiamo i due grandi laghi di Koronia e Volvi passandovi a nord e quindi ci immettiamo sulla statale (che invece si snoda a sud degli stessi laghi) e dirigiamo verso Kavala dove arriviamo alle 19.30; Kavala è una bellissima cittadina, importante snodo verso la Turchia, che espone con orgoglio un vecchio acquedotto turco (ma qualcuno dice che era romano e che i turchi vi hanno apposto il proprio copyright per vantarsi di aver fatto qualcosa anche loro). Ci rechiamo subito al porto per informarci dei traghetti per Tassos e quindi dirigiamo verso il campeggio Irini, ad est della città, sulla strada per Xanthi.

Ivi giunti rileviamo, tuttavia, che il campeggio è chiuso ed è in evidente stato di abbandono; mentre ragioniamo sul da farsi, dall’interno del campeggio compare un tipo che ci apre il cancello e poi si dilegua. Entriamo e ci posizioniamo in una comoda piazzola “vista mare”, ombreggiata e servita da fontana indipendente, in prossimità di alcune roulotte i cui occupanti sono seduti a godersi l’ombra degli alberi. Uno di questi ci dice che il campeggio - pur se funzionante - è ufficialmente chiuso ed è aperto solo per pochi amici e familiari; in pratica ci stanno cortesemente ospitando. Ci concedono il pieno d’acqua ed una doccia calda per tutti ma poi dobbiamo andarcene per evitare loro problemi nel caso intervenga un’ispezione.

Ringraziamo - dando loro una bottiglia del nostro vino del Vesuvio - e torniamo verso il centro, andando a parcheggiare a poche centinaia di metri in un piccolo parcheggio in riva al mare che avevamo già notato, capace di ospitare 7-8 camper, aggiungendoci a quelli che già c’erano. Ceniamo in una taverna sul lungomare - sempre ottimamente (a base di pesce) e sempre economicamente (40 euro) - festeggiando in tal modo i 25 anni di matrimonio.

          2-5 agosto

Durante la notte piove ma al mattino il tempo è ottimo. Facciano il bagno sul posto notando che esso è ricchissimo di cozze che si possono prendere con notevole facilità: non sono pochi, infatti, quelli che tornano su dal mare portandone buste piene.

Alle 13.30 prendiamo il traghetto per Tassos (Θάσος) sbarcando a Skala Prinos dopo un’ora e mezza circa. Il trasferimento costa 47,50 euro ma è il camper che incide molto: da solo paga circa 33,00 euro. L’isola è collegata anche da un’altra linea di traghetti più grandi, più veloci e meno costosi, che partono dal capoluogo Limenas (Thassos) a attraccano a Keramoti, circa 30 km. ad est di Kavala.

Dirigiamo a sud alla ricerca di un campeggio di cui cominciamo ad aver bisogno. A poche centinaia di metri c’è un campeggio comunale abbastanza buono ma il mare non ci piace. Torniamo indietro e dirigiamo a nord, verso Limenas, seguendo le indicazioni di un articolo comparso sul Plein Air di giugno, e proseguiamo alla ricerca degli altri campeggi ivi indicati. Raggiungiamo infine la spiaggia denominata Golden Beach, entusiasticamente descritta nel Pein Air e che, tuttavia, non fa per i nostri gusti; sul posto vi è un unico campeggio piatto e poco ombreggiato, superaffollato e con un solo posto libero; la spiaggia antistante non è da meno: poco profonda e molto affollata. Ci spostiamo di pochi metri per trovare ampi spazi, anche ombreggiati, in riva al mare, dove possiamo fare comodamente il bagno per poi continuare a circumnavigare l’isola.

Giungiamo infine a Potos (Ποτός), paesino accogliente, ricco di negozi, taverne e bar frequentatissimi, e più precisamente a Pefkari, località solo balneare, distante alcune centinaia di metri da Potos, dove c’è l’omonimo campeggio che pretende una sosta minima di 3 giorni. Il campeggio è accogliente ed ombreggiato, con ampia spiaggia quasi del tutto riservata; accettiamo quindi la condizione e ci fermiamo fino al 6 agosto, un giorno in più, per accogliere l’invito fattoci da una coppia di napoletani trasferiti a Padova, intanto conosciuti nello stesso campeggio, di fargli compagnia in una uscita a pesca con il loro gommone e, quindi, per consumare l’abbondante pesce pescato molto facilmente anche da due inesperti come noi.

In serata “prenotiamo” a Potos il solito ristorante (taverna) munito di televisione con l’impegno di farci vedere l’indomani il Gran Premio di Formula 1.

          6 agosto

Alle 12.00 lasciamo il campeggio Pefkari, sostiamo a Potos per il pranzo in taverna tele-munita rilevando, tuttavia, che il televisore visto il giorno prima non c’è più; ricordiamo al gestore l’impegno preso e questi dopo un po’ si presenta con un enorme televisore a schermo piatto, decoder e quant’altro e dopo aver armeggiato a lungo per posizionarlo e poi per cercare il canale giusto, individua finalmente quello suo quale viene trasmessa la corsa.

Dopo il pranzo e la deludente prestazione della Ferrari, torniamo in direzione Limenas, avendo intenzione, all’indomani, di fermarci a fare il bagno ad Aliki (Αλυκή), bellissima penisoletta marmorea unita alla terraferma da una lingua di terra balneabile su entrambi i lati.

Sostiamo lungo la strada in uno spazio sterrato direttamente sul mare a poca distanza da un piccolissimo centro abitato composto, sostanzialmente, da due mini market, un benzinaio che noleggia anche motorini, qualche immancabile taverna ed un paio di alberghi. Ci sono altri camper i cui occupanti, da quanto ci dicono, sembrano entusiasti del posto che ormai frequentano da almeno un paio d’anni, evidentemente contenti di fare migliaia di chilometri per andarsi poi a fermare nella sterpaglia!

          7 agosto

Raggiungiamo Aliki non all’alba ma in tempo per trovare comodamente parcheggio nelle immediate vicinanze della stradina che porta giù al mare. Quando le mete non sono molto “comode” per un camper, occorre recarvisi non oltre le ore 10.00, approfittando che i greci normalmente non si recano al mare prima delle 11.00; solo in questo modo si evita il traffico e si trova parcheggio.

Il tempo, però, non è granché e dopo un po’ si scatena un furibondo temporale che evitiamo giusto in tempo correndo a rifugiarci in camper: all’avvicinarsi delle nuvole, infatti, avevamo notato che il personale delle taverne si stava dando da fare per coprire con teli di plastica i tentacoli di polpo (octopus) messi ad essiccare, il che faceva presumere che la pioggia sarebbe arrivata di certo.

Il temporale, violento, dura poco più di un’ora e subito dopo torna a splendere il sole forte come non mai, tale da consentirci ripetuti bagni. Restiamo sul posto fin quasi al tramonto. Alle 18.30 ci spostiamo in direzione Prinos, passando nuovamente per Potos, e troviamo un comodo spazio in riva al mare, in prossimità di alcune taverne, a poca distanza dal porto dov’eravamo sbarcati, ma con l’intento, per il ritorno, di imbarcarci a Limenas.

          8 agosto

Superiamo Prinos e ci fermiamo a pochi chilometri da Limenas, fuori del centro abitato, alla fine di un lungo tratto costituito da un susseguirsi di abitazioni private, studios (ossia appartamentini con o senza cucina autonoma), residence, abitazioni private, taverne e bar.

Alle 13.00 prendiamo il traghetto da Limenas in direzione Keramoti; il costo è di molto inferiore a quello dell’andata - 28,20 euro, da solo il camper paga più di 21,00 euro - per il fatto che il tragitto è più breve. Il traghetto è più grande ed impiega solo mezz’ora per portarci a terra. Lasciamo Tassos dopo avervi percorso complessivamente 179 km. nei vari andirivieni: il periplo dell’isola, infatti, non supera i 90 km.

Durante il viaggio assistiamo allo stesso spettacolo dell’andata: il traghetto è letteralmente circondato da un nutritissimo stormo di gabbiani che girano in tondo e si precipitano sui pesci che compaiono in superficie, senza disdegnare pane e biscotti che strappano al volo dalle mani protese dei passeggeri del traghetto.

5.       Da Keramoti a Pirgadikia, sulla penisola Calcidica, km. 216

Sbarchiamo a Keramoti e prendiamo la statale per Kavala, sostando per il pranzo all’ombra di grandi alberi in prossimità di una delle innumerevoli coltivazioni di meloni. Ad un certo punto imbocchiamo l’autostrada, per dirigerci verso la penisola Calcidica (Χαλκιδική), ma ci ritroviamo dentro Kavala. Le autostrade greche hanno una caratteristica tutta loro: molte stazioni hanno solo l’uscita o solo l’entrata e non entrambe nella stessa località, per cui se si esce da una parte bisogna poi rientrare da tutt’altra località e non semplicemente dal lato opposto. Questo è uno di quei casi: seguendo le indicazioni, infatti, l’autostrada per la Calcidica saremmo andati a riprenderla molti chilometri dopo Kavala, dopo aver attraversato tutto il lungomare della città.

Peraltro l’autostrada, una volta imboccata, termina subito dopo per diventare la normale statale che corre lungo la costa. Discese a mare ce ne sono diverse ed i posti - già notati all’andata - sono veramente belli ma il programma di viaggio non ci consente soste.

Correndo lungo costa deviamo per Stavros (Σταυρός) e quindi verso sud, fino a Ierissos, dove ci rendiamo conto di aver sbagliato strada: avremmo, infatti, dovuto deviare per Stratoniki, passando per Stagira, Neochori, Paleochori, Megala Panagia e quindi Pirgadikia (Στρατονίκη, Στάγιρα - non Στάγειρα -, Νεοχώρι, Παλεοχώρι, Μεγάλα Πανάγια, Πυργαδίκια).

La penisola Calcidica è composta da tre lingue di terra: da ovest ad est, Cassandra, Sithonia e Agios Oros (Monte Athos). La prima è troppo turistica e offre (ci dicono) poche possibilità di campeggio libero; la terza è per la maggior parte una repubblica teocratica indipendente, ricca di monasteri difficilmente accessibili e rigorosamente vietati alle donne. La seconda, Sithonia, quella intermedia, è la nostra meta. 

A Ierissos facciamo una capatina al porto dove capitiamo proprio nel momento in cui da grosse imbarcazioni sbarcano gli escursionisti provenienti dal Monte Athos. Riusciamo a guadagnare un po’ di spazio fuori mano, sul molo, e attendiamo il deflusso dei turisti. Deviamo quindi per Gomati (ma non ci sono indicazioni in tal senso) percorrendo una strada stretta ma molto panoramica, fino ad immetterci sulla strada per Pirgadikia infilandoci nelle strette stradine del paese e finendo sul molo, tra taverne e tavolini, senza la possibilità di fare un’inversione di marcia. Torniamo difficoltosamente a retromarcia all’ultimo incrocio e qui imbocchiamo l’unica strada che - in quanto stretta e tortuosa - non dava affatto l’impressione di condurre fuori dal paese.

Dopo pochi chilometri intravediamo un ampio spazio adibito a parcheggio, direttamente sul mare, verde ed ombreggiato, con taverna e bar, munito di docce, WC chimici e spogliatoi. La presenza di una tenda a igloo sotto gli alberi di ulivo ci lascia dedurre che il parcheggio sia libero e non riservato agli ospiti della taverna o del bar. Vi entriamo e ci sistemiamo comodamente tra gli ulivi senza nessun problema.

6.       Da Pirgadikia a Toroni, km. 105

          9 agosto

Come al solito nel primo pomeriggio lasciamo il posto utilizzato per il bagno della mattina. Ci dirigiamo a Vourvourou (Βουρβουρού) alla ricerca di una pineta fresca ed ospitale segnalataci da altri camperisti. Il posto è caratteristico: lunghe lingue di terra, strette e basse sul mare, alberate e percorribili, danno l’impressione di trovarsi nei mari tropicali. La ricerca della pineta risulta vana e finiamo in una specie di campeggio che (ci dicono) essere dismesso ma nel senso di privo di licenza in quanto di fatto risulta essere più che frequentato (avremmo poi appreso che alla pineta c’eravamo arrivati molto vicino: infatti ci si arrivava proprio seguendo una stradina laterale al detto campeggio). Proseguiamo per Sarti (Σάρτη), affollata località molto turistica e ben servita. Sostiamo sul lungomare, in prossimità di un puzzolente depuratore, in un ampio parcheggio che separa la parte vecchia del paese, ricca di locali e negozietti, dalla parte composta prevalentemente da case da villeggiatura e alberghi.

Ci sono altri camper ed il puntuale “no camping” non ci preoccupa, anche perché in effetti non avremmo campeggiato ma solo parcheggiato.

Ci fermiamo per la cena in una delle taverne del posto, come al solito abbondante e squisita (stavolta tutto carne) nonché economica (38 euro), pernottando nel detto parcheggio. Scambiamo quattro chiacchiere con l’equipaggio del camper a fianco al nostro - simpatica famiglia di Lodi composta da padre, madre, figlio e cane - che avremmo poi incontrato di nuovo e con i quali avremmo proseguito la vacanza fino all’imbarco per il ritorno in patria.

          10 agosto

Ripartiamo da Sarti alle 9.30 dopo aver fatto rifornimento d’acqua ad una fontana in un campo di basket in costruzione, proprio di fronte al parcheggio, e proseguiamo veloci verso sud. Discese a mare non se ne notano molte (forse con un po’ più di attenzione avremmo potuto trovarne), ma la prospettiva di fermarsi a Toroni (Τώρονη), posto segnalatoci dai lodigiani della sera prima, ci spinge a proseguire senza perdere tempo. Giungiamo quindi a Porto Kufo (Πόρτο Κουφός), porto naturale a ferro di cavallo, a 3 km. da Toroni, dove ci fermiamo lungo la strada che costeggia il mare a pochi metri.

Nel pomeriggio proseguiamo verso sud incontrando deviazioni per Toroni. Alla terza decidiamo di entrare nel paesino e ci ritroviamo direttamente sull’ampio spazio posto all’estremità del paese, dove numerosi camper sostano indisturbati nonostante tale spazio sia presidiato dal solito cartello “no camping”; paradossalmente sul posto c’è un chiosco (che pretende di imitare un bar) che vende acqua per i camper (un pieno 6 euro). Sul posto ci sono anche due tende e sono proprio queste che avrebbero determinato l’intervento, deciso e poco garbato, della polizia appresso descritto.

Proseguiamo verso il paese e lo attraversiamo tutto fino all’altra estremità, dove sono i ruderi di una torre bizantina; lì c’è un ampio spazio dove sono sistemati diversi camper. Ma la zona è meno ventilata e ci sono scarichi d’acqua di cui non conosciamo la provenienza per cui preferiamo tornare all’estremità opposta.

Qui incontriamo anche la famiglia di Lodi conosciuta a Sarti, la sera prima, con la quale avremmo poi proseguito il viaggio.

In serata il tempo si guasta e piove abbondantemente.

          11 agosto

Restiamo a Toroni ed in serata organizziamo un’abbondante grigliata con i nuovi compagni di viaggio facendo programmi per il giorno dopo.

          12 agosto

Per la prima volta assistiamo ad un deciso intervento della polizia che intimano agli occupanti delle tende di sgomberare entro un’ora. Agli equipaggi dei pochi camper - 6 sen’erano andati via nella prima mattinata - non dicono niente; c’è anche da dire, tuttavia, che nessuno di noi ha messo fuori verande e tavolini per cui risultiamo normalmente in parcheggio come le molte auto presenti nello stesso spazio. Non dicono niente neanche al gestore del chiosco che alloggia in una tenda militare a casetta 6x4!

7.       Da Toroni a Tessalonica, km. 134

Alle 15.00 partiamo da Toroni con i lodigiani diretti verso Porto Carras ben sapendo di non potervi accedere: Porto Carras, segnalato fin da quando si imboccano le strade per la Calcidica, è un’ampia zona circoscritta e sorvegliata e riservata esclusivamente a quelli che vi alloggiano; anche i sentieri montani sono sbarrati (con detriti o transenne) per evitare intrusioni.

Percorriamo le strette stradine che sovrastano le bellissime insenature ma più del paesaggio non possiamo goderci. Discese a mare non ce ne sono ed anche i pochi campeggi sono al completo. Riprendiamo la strada principale, superiamo Nea Marmaras ed arriviamo ad un promontorio che sovrasta un’enorme spiaggia. Il posto, però, non ci attrae tanto, anche perché (considerata la data) molto affollato.

Torniamo sulle stradine che attraversano i boschi che proteggono Porto Carras alla ricerca di uno posto, sia pur piccolo, dove sostare e fare il bagno. Troviamo infine una bella pineta in riva al mare dove si sono già sistemati numerosi camper, qualche roulotte e alcune tende. Mentre ragioniamo su come sistemarci per restare sul posto almeno fino all’indomani, veniamo distratti da un’auto insabbiatasi poco più in là, il cui conducente crede di risolvere la cosa continuando ad accelerare. Decidiamo di dare gli una mano; l’auto verrà liberata con l’aiuto di una jeep - inizialmente insabbiatasi a sua volta nel tentativo di tirare fuori l’auto - dopo considerevoli sforzi e dopo aver rovinato cunei, spezzato funi e spalato notevoli quantità di sabbia. In questo frattempo e venuta la polizia a sirene spiegate che ha minacciato di multare i campeggiatori attendati ed ha impaurito abbastanza i camperisti che, uno alla volta, si sono allontanati.

Ignoriamo la polizia fin tanto che impegnati nel soccorso auto ma subito dopo decidiamo di cambiare zona tornando, comunque, verso l’accogliente Toroni. Lungo la strada deviamo nuovamente verso il mare raggiungendo infine, attraverso una stradina angusta e sterrata, una spiaggia quasi “privata”, essendovi sul posto solo dei residence, un albergo e poche case da villeggiatura. Sostiamo praticamente sulla spiaggia, insieme ad alcune roulotte molto rovinate ma in uso; ci troviamo, in pratica, in una piccola baia e da qui vediamo che immediatamente dopo ce n’è un’altra nella quale si intravedono tre camper direttamente sulla spiaggia cui si aggiungono, poco dopo, alcune tende. Quel posto, visto da dov’eravamo, sembra molto più attraente; ci ricordiamo, quindi, della stretta deviazione incontrata prima della strada sterrata ma dopo tutti i giri a vuoto fatti durante il giorno per oltre 120 km. non abbiamo voglia di ulteriori spostamenti. Ceniamo – stavolta in modo insoddisfacente - presso l’immancabile taverna.

          13 agosto

Nella tarda mattinata un finto veliero pirata adibito a gite turistiche ormeggia sul posto e scarica decine di escursionisti che vi restano per diverse ore. Questa circostanza ci porta a concludere che quello dove siamo (in quanto meta di escursioni) dev’essere uno dei più bei posti della zona.

Decidiamo, intanto, di fermarci a visitare Tessalonica lungo il viaggio di ritorno. A tal fine prevale la proposta di iniziare il trasferimento dopo il bagno del pomeriggio, così da guadagnare strada, scartando l’ipotesi di muoversi al mattino per poi raggiungere la città in pieno giorno.

Alle 19.30 iniziamo il viaggio verso Tessalonica ripercorrendo le strade lungo le quali abbiamo vagabondato il giorno prima. Allo svincolo per Nikiti (Νικήτη) a sinistra e per San Nicola (Agios Nikolaos = Αγίος Νικόλαος) a destra, notiamo una lunga fila d’auto in direzione Nikiti, il che ci porta a valutare l’ipotesi di ripercorrere la strada fatta all’andata, sul versante est della penisola (per San Nicola e poi Stavros). Prediamo intanto la strada a destra e ci fermiamo per la cena in una piazzola di sosta, rinviando a dopo la decisione. Nella piazzola si ferma un auto con una ruota bucata; l’autista chiede una torcia per cambiarla ma quando abbiamo finito di cenare è ancora lì. Ci rendiamo conto che non è capace e quindi provvediamo rapidamente noi e poi gli chiediamo qual è la strada più conveniente per raggiungere Salonicco; questi esclude del tutto l’ipotesi di risalire per Stavros e ci indica la strada per Nikiti, dalla quale ci eravamo già in parte allontanati per trovare la piazzola di sosta.

Torniamo indietro e ci rendiamo conto che la lunga fila d’auto - intanto del tutto smaltita - era provocata da una serie di semafori situati immediatamente dopo l’incrocio. Proseguiamo quindi velocemente per Tessalonica, percorrendo anche un tratto in autostrada, dove giungiamo alle 24.00; dopo un breve vagabondare per la città, ben percorribile, dirigiamo al porto con l’intento di fermarci lì, ma l’obiettivo fallisce. Proseguiamo sul lungomare, ricco di bar ed altri locali tutti molto affollati, superiamo la ben visibile Torre Bianca e la statua equestre di Alessandro il grande e dopo circa un chilometro troviamo un comodo parcheggio sulla destra, che separa due tratti della passeggiata pedonale lungomare, dove pernottiamo senza problemi.

          14 agosto

Breve visita alla città in pullman e a piedi. Prima tappa al museo archeologico che, però, il lunedì apre alle 13.00; dirottiamo per l’acropoli, panoramica ma non eccezionale. Alle 14.00 siamo di nuovo al museo archeologico e poi passiamo a quello bizantino situato dell’altro lato della strada. Per le altre cose da vedere (la Torre Bianca, l’arco di Galerio, alcune chiese) ci contentiamo di quello che abbiamo visto passando col camper.

8.       Da Tessalonica a Igoumenitsa, km. 392

Alle 21.00 circa, dopo un breve rifornimento al Carrefour, lasciamo Salonicco, seguendo le veloci strade ed autostrade per Alexandria e Veria (Αλεξάνδρεια, Βέροια)e poi, in un’unica lunghissima salita, per Kozani (Κοζάνη) e Grevena, passando a breve distanza dalle centrali nucleari. Dopo una veloce cena consumata subito dopo aver lasciato l’ultimo tratto di autostrada, proseguiamo superando Metzovo (Μέτσοβο) e, quindi, fino al vicino passo di montagna, punto più alto della zona, dove ci fermiamo in un ampio spazio a servizio degli impianti sciistici, dopo aver percorso in tutto 236 km.

          15 agosto

Alle 10.30 riprendiamo la strada verso Ioannina utilizzando, stavolta, il tratto di autostrada sfuggitoci all’andata. Dopo circa 2 ore siamo a Ioannina dove a un incrocio troviamo una generica indicazione per l’autostrada (a sinistra) ed un’indicazione a fondo blu per Igoumenitsa (a destra); l’autostrada non poteva che essere quella per Igoumenitsa ma d’istinto giriamo a destra, in quanto era indicato lì in modo chiaro ed evidente la nostra destinazione. In tal modo evitiamo del tutto l’autostrada, che avremmo dovuto imboccare da tutt’altra parte, ma la strada è abbastanza veloce e dopo un’ora e mezza circa (comprensiva di sosta per rifornimento acqua e carburante), siamo a Igoumenitza.

Per la sosta ci spostiamo poi a Plataria (Πλαταριά), a 10 km. circa verso sud, anche per il fatto di aver notato molti camper fermi sul lungomare di detta località (se ne contano 33, oltre 4 roulotte), ma il mare non è eccezionale come sembrava visto dall’alto.

          16 agosto

Non poteva mancare un’altra visitina a Parga prima di rientrare in patria. Alla 10.00 siamo già sul posto e troviamo facilmente dove parcheggiare i due camper. Torniamo alla spiaggetta posta all’estrema sinistra della piccola baia con la speranza di trovarla meno affollata di quella principale, prospiciente all’isoletta che rende caratteristica la località. Troviamo poi refrigerio nei vicoletti stretti e nei negozietti con aria condizionata, pranzando a suon di gyros pita che gli amici di Lodi ancora non avevano assaggiato.

Alle 18.30 lasciamo Parga con l’intento di trovare un’altro posto dove fermarci per l’ultimo giorno in Grecia ma dopo vari inutili tentativi - e, in verità, non avendo in animo di affrontare ancora percorsi disagevoli o pericolosi – ci rifugiamo a Plataria, dopo aver percorso circa 100 km., dove concludiamo la serata con un’abbondante grigliata di souvlaki e bistecche di maiale.

          17 agosto

Il posto continua a non incontrare il nostro entusiasmo ma ormai siamo già con la mente all’Italia e per anticipare la sensazione di essere tornati in patria pranziamo a suon di spaghetti aglio, olio e peperoncino.

Alle 19.00 siamo a Igoumenitsa dove facciamo il pieno di un po’ di tutto: olio, formaggio Feta, tsatsiki, olive Kalamata, ouzo, gasolio ed anche gyros pita che avremmo immediatamente consumato a bordo, mentre i lodigiani – ormai anch’essi convertiti al gyros – ne consumavano comodamente in taverna in quanto la loro nave sarebbe partita molto più tardi.

Alle 22.00 il nostro traghetto parte puntuale effettuando poi una breve sosta a Corfù.

9.       Da Bari a Nola, km. 254

          18 agosto

Sbarchiamo a Bari alle 9.00 e dopo poche ore siamo a casa. Le vacanze, per ora, sono finite.


Viaggio effettuato nell'Agosto 2006 da Giuseppe Iandolo

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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