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Rhone Alpes Diario del viaggio
compiuto nella regione del Rhone-Alpes (Francia) dall’1 al 23 agosto 2003. Equipaggio: Claudio, tour operator, autista,
logista, interprete in lingua inglese (poco usato); Roberta, responsabile vettovagliamento, gestione affari culinari,
interprete in lingua francese; Elisa,
7 anni, prima accompagnatrice (quasi autosufficiente); Federico, 2 anno (non autosufficiente). Mezzo:
camper Rimor “Europeo In” su Ford Transit. Distanza
totale: 2.620 km. (comprensivi di trasferimenti iniziale e finale) Documentazione
informativa: ü
Francia Rodano-Alpi, estate inverno, Touring Club Italiano; ü
Itinerari e Luoghi, “Rhone-Alpes: la campagna dell’Ain”,
numero 114, giugno 2002; ü
Itinerari e Luoghi, “Francia: viaggio nel Vercors”, numero
84, settembre 1999; ü
Itinerari e Luoghi, “Drome provenzale: la via della
lavanda”, numero 125, giugno 2003; ü
Plein Air, “Il parco dei certosini”, numero 352 Note Generali
Avevamo affrontato questo
viaggio con la parziale incognita di visitare una regione poco reclamizzata in
ottica turistica. L’avevamo scelta come mèta spulciando alcuni articoli
presentati su riviste specializzate (“Itinerari e luoghi” e “Plein-air”), che
suggerivano alcune proposte di percorso nella zona. Non ci aspettavamo, quindi,
richiami particolarmente forti quali quelli provenienti da altre zone ben più
famose (Bretagna, Loira, Provenza, tanto per citarne alcune), ma siamo partiti
con la prospettiva di scoprire piccole (o grandi) bellezze meno declamate. Le aspettative sono state sostanzialmente attese: nel Rhone-Alpes non
abbiamo trovato elementi particolarmente superbi o unici nel loro genere, ma
alcuni punti di interesse al di sopra della media ci hanno fatto trascorrere,
ancora una volta, una vacanza alla ricerca, come sempre, di cose nuove e belle
da vedere. Il viaggio era stato inizialmente programmato tenendo conto di poter
contare su ritmi piuttosto tranquilli, adatti alle esigenze delle
“piccole belve” (Elisa + Federico) al seguito. Peccato che per
almeno due terzi del periodo il caldo, a volte torrido, abbia influito
negativamente sul dinamismo vacanziero: più volte il termometro ha superato i
40°C e, talvolta, abbiamo avuto anche problemi a dormire la notte. Quindi, dopo
qualche giorno abbiamo ritenuto opportuno modificare parzialmente il progetto
originario per andare alla ricerca di un po’ di… ossigeno fresco nelle zone
montane. Ma, in qualche caso, questo fatto ci ha permesso di scoprire begli
angoli nascosti che avremmo, altrimenti, tralasciato. In Francia la vacanza con il
camper è particolarmente agevolata: sebbene altre zone da noi visitate in
passato ci avessero dato l’impressione di un’accoglienza ancora più sensibile
verso questo tipo di soggiorno, non abbiamo avuto mai problemi di stazionamento
né per le operazioni di carico / scarico. Abbiamo più volte pernottato in
parcheggi (cercando di valutarne preventivamente, come al solito,
l’affidabilità) e nei campeggi “municipal”, che garantiscono i servizi
essenziali, ma che hanno i vantaggi di essere generalmente economici e,
soprattutto, abbastanza tranquilli. Si trovano anche aree attrezzate
con strutture di Camper Service: quasi sempre consistono nella tipica colonnina
“Euro-Relais” che consente di scaricare gratuitamente acque nere e grigie,
mentre offre acqua potabile e corrente elettrica a pagamento (tipicamente, 2
euro per 100 litri d’acqua o 1-2 ore di corrente). Peraltro, si trovano con
buona frequenza fontane o rubinetti che danno possibilità di far rifornimento
di acqua. Finalmente, grazie all’Euro, non
abbiamo avuto problemi di cambio (l’anno scorso eravamo in Danimarca, dove è
ancora in corso di validità la Corona !). Il costo della vita non
differisce di molto da quello cui siamo abituati. La spesa di generi alimentari
è facilitata dall’enorme diffusione di super- e iper-mercati, generalmente
situati alla periferia dei centri abitati. Il gasolio è, in linea di massima,
meno caro che in Italia ed il prezzo varia tra 0,72 euro/l. e 0,85 euro/l.. Della nostra visita merita un
rilievo, innanzitutto, la zona dell’ARDECHE, e non solo per la sua più
famosa attrazione, costituita dalle “gorges” scavate dal fiume omonimo: sono
senz’altro molto spettacolari (e sarebbe stato bello poter sperimentare un giro
in canoa, fra le innumerevoli proposte che si trovano sul posto), ma per
evitare il sovraffollamento del periodo estivo basta percorrere pochi
chilometri sulle stradine secondarie della zona per scoprire angoli appartati
ricchi di quel fascino selvatico che caratterizza, in alcuni casi, il gusto
della vicina Provenza. Un altro rilievo particolare,
per quel che riguarda gli aspetti naturistico-paesaggistici, lo merita la zona
della CHARTREUSE, nei pressi (a nord) di Grenoble. Qui la zona dà
l’impressione di essere più curata, ma la sensazione più forte proviene da quell’aurea
di mistico che viene, evidentemente, sprigionata dal monastero omonimo: nella
necessità di aver dovuto stravolgere il programma originario, abbiamo
beneficiato della felice (col senno di poi) intuizione di visitare il parco
naturale partendo da Voiron, dove si trovano le distillerie del rinomato
liquore locale e dalla cui visita si inizia già ad assaporare lo spirito
particolare. Forse perché già trascorso ferragosto, non abbiamo trovato traccia
di calca turistica, ma abbiamo potuto ammirare gli splendidi panorami (boschi e
pascoli) in buona tranquillità. Al VERCORS, a sud di
Grenoble, abbiamo dedicato, probabilmente troppo poco tempo. Abbiamo avuto la
sensazione, anche in questo caso, di una zona paesaggisticamente molto bella.
Le tappe che ci siamo concessi ci sono rimaste favorevolmente impresse, anche
lo stesso paese più rinomato, Villard-de-Lans, che abbiamo evitato per
l’eccessiva frequentazione turistica. Infine, per completare gli
aspetti naturalistici, segnaliamo il bel lago vulcanico di ISSARLES
(dove si trova, fra l’altro, una bella e funzionale area camper comunale) e LOUBARESSE,
un paesino di poche anime sperduto in mezzo ai monti, che offre una splendida
sensazione di silenzio e tranquillità. Un’altra bella caratteristica
che abbiamo avuto modo di apprezzare è costituita dalla catena di “Village
du Characteur” (paesi di carattere, carattestici), che riconosce uno
speciale richiamo turistico a quegli agglomerati particolarmente significativi
sotto l’aspetto strutturale ed architetturale. Soprattutto nella zona più
meridionale del nostro tragitto segnaliamo BALAZUC (forse il più spettacolare),
VOGUE, LA GARDE ADHEMAR, ST. MONTAN. Per quanto dia la sensazione di essere
stato ristrutturato quasi esclusivamente a fini turistici, non tralasciamo
PEROUGES, le cui viuzze sono riuscite a fermare gli orologi ad alcuni secoli or
sono. La catena dei “Village
Fleurie” (paesi fioriti) contribuisce, invece, a rendere gradevoli il
contatto e l’eventuale soggiorno in numerosi centri urbani, dai più piccoli
alle città più popolate: per il tramite di uno speciale concorso, vengono
valutati gli addobbi floreali presenti nel luogo, e viene concesso il diritto
di esibire un certo numero di fiori (da 1 a 4), già fin dal momento
dell’ingresso nel centro abitato. Su tutti (se ne incontrano numerosi lungo il
percorso) ci è rimasto particolarmente impresso CHATILLON SUR CHARLARONNE. Per la gioia di Elisa e
Federico, ma anche dei loro genitori, abbiamo piacevolmente visitato il Parco
Ornitologico di VILLAR-LE-DOMBES (particolarmente rimarchevole), il
Giardino Ferroviario (treni in miniatura) di CHATTE e ci siamo lasciati
scarrozzare dal treno turistico de “La Mure”. Strano e un po’ grottesco il Palais
Ideal du Facteur Cheval a HAUTERIVES, mentre impressione migliore ci
avrebbe senz’altro lasciata la regione della DOMBES, dove l’eccessivo
caldo ci ha fatto desistere quasi subito dall’intenzione di approfondire la
visita. Non abbiamo avuto modo di
soffermarci in grandi agglomerati urbani: LIONE, inizialmente in programma, è
stata… oltrepassata a motivo degli oltre 40°C di temperatura, BOURG-EN-BRESSE
non ci ha entusiasmato, mentre la dignitosa GRENOBLE merita una sosta (in ogni
caso non eccessivamente prolungata). E, sia in andata che in ritorno,
il semplice transito per la zona alpina dell’OISANS (dal Colle del
Monginevro fino a BOURG D’OISANS) ci ha lanciato un richiamo: chissà che in un
prossimo futuro… Ed ora alcune note di dettaglio. 1 agosto 2003 Partiamo da Verona dopo cena e,
imboccata l’autostrada A4, proseguiamo per circa 3 ore giungendo ad un
autogrill nei pressi di Torino, dove trascorriamo la notte 2 agosto 2003 Proseguiamo in autostrada,
oltrepassando Torino e poi Susa e imboccando, poi la statale 24 che porta al
Colle del Monginevro (tratto di salita piuttosto ripida, ma molto panoramico).
Da qui, su territorio francese raggiungiamo e oltrepassiamo Briancon, Col de
Lautaret (2.058 metri s.l.m., molto spettacolare), Bourg d’Oisans, per giungere
nel primo pomeriggio a St. Georges de Commiers dove parte il treno
turistico “Chemin-de-fer-de-La Mure” e per il quale avevamo
prenotato i biglietti via telefono il giorno precedente. Il prezzo del
biglietto non è trascurabile, ma ne vale la pena: locomotiva e carrozze rosse
arrancano faticosamente lungo 30 km. seguendo il corso del fiume Drac, offrendo
belle visuali sulle gole omonime, inoltrandosi in gallerie un tempo minerarie
ed arrivando infine al capolinea di LA-MURE. A metà percorso è prevista una
sosta di circa un quarto d’ora a LA-MOTTE-D’AVEILLANS per sgranchire le gambe e
comperare alcuni prodotti a base di miele. Considerando il tempo necessario per
il ritorno, la mezza giornata preventivata è esattamente il tempo occorrente
per ritrovarsi al punto di partenza, soddisfatti della bella esperienza. Scartabelliamo la nostra
documentazione e decidiamo di puntare verso VARCES, dove troviamo un tranquillo
parcheggio per la notte (con annesso parco giochi). 3 agosto 2003 Notiamo, con nostra
soddisfazione, che le “boulangerie” (panifici) sono aperti anche la domenica e
comperiamo le nostre prime “baguette”. Facciamo rotta verso GRENOBLE
dove, probabilmente perché domenica, non troviamo molto traffico. Parcheggiato il camper in
centro, ci addentriamo a piedi nel quartiere storico, sulla riva sinistra del
fiume Isere. Sebbene non vi siano attrazioni particolari, si passeggia
piacevolmente fra le viuzze in parte pedonali ed in parte a traffico limitato.
Dal lungo fiume si godono senza dubbio le viste migliori (caratteristico il
ponte di St.-Laurent). Incappiamo in un Mc Donald’s e
non possiamo esimerci dal… provarlo (anche perché dotato di aria condizionata).
All’interno del bel “Jardin de Ville” ci fermiamo per un’oretta,
complice anche un buon parco giochi. Strappati i bambini dagli
attrezzi, affrontiamo la ovovia che ci permette di raggiungere la vetta della “Bastille”,
la fortificazione che sovrasta il colle sulla riva destra dell’Isere. Il luogo
è particolare, ma il caldo non ci risparmia: prendiamo conoscenza dei prezzi
esorbitanti dei gelati (ben 2 euro per un ghiacciolo !) e ci incamminiamo lungo
uno dei sentieri che riportano a valle in città (notiamo numerosi cartelli che
impongono la massima attenzione nel prevenire i rischi da incendio). Dopo una
sosta ad un altro parco giochi e ad una provvidenziale fontanella, riprendiamo
il camper. A Sassenage, in periferia di Grenoble, la zona sosta non ci
soddisfa, quindi decidiamo di spostarci nel VERCORS, alla ricerca di un
campeggio. Lo troviamo a LANS, ma è pieno e così tentiamo la sorte domandando
ospitalità ai proprietari del Museé des Automates (all’ingresso del paese) che,
molto gentilmente ci danno il permesso di trascorrere la notte nel parcheggio
antistante. Il posto è bello (circa 1.000 metri s.l.m.), c’è fresco (una
rarità, di questi tempi) e troviamo un mini-zoo per la gioia dei bambini. 4 agosto 2003 Ci troviamo già sul posto per la
visita dell’affascinante Museé des Automates. Si trascorre
un’oretta abbandonando il tempo ed immergendosi in un’atmosfera di fiaba, dove
ci si trova contornati da pupazzi animati meccanicamente e splendidamente
ambientati. Fra gli scorci più belli, quello con i Puffi, uno con gli orsetti
nel bosco, uno con una banda musicale di coccodrilli ed uno che riproduce un
circo. Molto bella anche la sezione dedicata ai numerosissimi Babbi Natale. Seguiamo i suggerimenti
dell’articolo di “Itinerari e Luoghi” (nr. 84) e facciamo una deviazione verso AUTRANS,
un bel paesino di montagna, ben posizionato, che è un frequentato centro
invernale per lo sci di fondo. Facciamo una rapida spesa alimentare e
ripartiamo alla volta di VILLARD-DE-LANS. Il paese principale del
Vercors è molto frequentato e non troviamo un posto che ci soddisfi per
fermarci a pranzare. Perciò, proseguiamo lungo la strada che porta alle GORGES
DE LA BOURNE, molto spettacolare ed a strapiombo sulle gole create dal fiume
omonimo (gli speroni di roccia consentono il passaggio ai veicoli alti al
massimo 3,5 metri). Purtroppo, non ci sono opportunità di sosta o di fermata ed
arriviamo in breve al parcheggio delle GROTTE DI CHORANCE. Dopo pranzo,
acquistati i biglietti di ingresso, risaliamo il sentiero che porta
all’ingresso delle grotte (circa 400 metri). Si accede con visita guidata, ma
sebbene la spiegazione sia solo in francese (agli stranieri viene consegnato un
foglietto riepilogativo), lo spettacolo è affascinante: soprattutto la prima
sala, con le numerosissime “fistolose” (sottili stalattiti che pendono
fittissime) e la sala dove viene proposto un coinvolgente intrattenimento di
“suoni e luci”. Dopo circa un’ora
torniamo alla canicola esterna (all’intero è presente una temperatura costante
di 11-12°C) e percorriamo un sentiero circolare nei paraggi. Completato il
programma della giornata, scendiamo al vicino villaggio di CHORANCE, dove ci
sistemiamo nel campeggio municipale. 5 agosto 2003 Ci svegliamo al
suono del clacson del “boulangiere”: baguette e croissant sono arrivati !
Completiamo l’attraversamento della zona alta del Vercors, raggiungendo PONT-EN-ROYANS,
un paese caratteristico per il fatto che alcune case sono state costruite a
strapiombo sul fiume Bourne. Dopo una veloce visita, ci appostiamo sul
lungofiume, dove è stata predisposta una bella zona “relax” con tavolini per il
pic-nic e, soprattutto, con due vasche d’acqua quasi gelida alimentate da una
cascatella, dove molti bambini sguazzano e dove anche noi immergiamo i piedi
per rinfrescarci un po’. Dopo pranzo ci
spostiamo a CHATTE, dove visitiamo il bel “Giardino Ferroviario”,
un parco privato dove è stato costruito un bendiddio di trenini in miniatura:
una trentina di convogli attirano l’attenzione sfrecciando tra scenografie
ricostruite di ambienti reali o di fantasia. Per la sosta notturna puntiamo
verso SAINT-ANTOINE-L’ABBAYE, dov’è segnalato un parcheggio. Scopriamo
con piacere un pittoresco paesino, che ruota essenzialmente attorno
all’abbazia, nota mèta di pellegrinaggi di fedeli francesi. Dopo cena, un
giretto nel centro storico ci ha dato la sensazione di tornare indietro nei
secoli (ottima la locale birra alle noci). 6 agosto 2003 La prima tappa è HAUTERIVES,
dove è situato il Palais Ideal du Facteur Cheval, un’opera
architettonica di stile “naif moderno” costruita interamente da un postino di
campagna sul finire del XIX secolo: la visita suscita impressioni contrastanti,
tra stupore, sconcerto ed ammirazione. Riprendiamo la
strada e sostiamo a ROMANS-SUR-ISERE per il pranzo e per visitare il Museo
Internazionale della Calzatura (curioso ed interessante, ma le numerose
didascalie sono, come al solito, esclusivamente in francese). Dopo un
trasferimento relativamente lungo, raggiungiamo GRIGNAN, dove prendiamo
posto nel locale Camping Municipal che, per gioia di Elisa, dà diritto di
accesso all’annessa piscina comunale (un po’ datata, ma comunque…
refrigerante). 7 agosto 2003 Prima di ripartire
visitiamo il centro storico di GRIGNAN, attorcigliato attorno al possente
castello che non visitiamo internamente causa le… reiterate salassate in
biglietti di ingresso. Ci addentriamo, però, nelle pittoresche viuzze e ci
soffermiamo presso la chiesa parrocchiale, il cui aspetto esteriore è piuttosto
particolare. Ripartiamo alla
volta di LE-GARDE-ADHEMAR, un altro minuscolo paese che merita
decisamente una visita: per la sua posizione, arroccata su un colle (si gode
un’ottima vista sull’intera piana del Rodano); per le vie d’accesso; per il
nucleo storico, racchiuso entro belle mura e con una piazza che sembra aver,
ancora una volta fermato il tempo (non fosse solamente per le poche autovetture
che di tanto in tanto vi accedono); infine, per il particolare giardino dove sono
coltivate numerose piante officinali. Terminato il
pranzo, raggiungiamo in breve la rinomata strada D209 che risale le Gorges
de l’Ardeche. Nonostante avessimo nota di raggiungere a piedi il
caratteristico paesino di AIGUEZE partendo da ST.-MARTIN D’ARDECHE, la
temperatura ci induce a proseguire con il camper, fermandoci di tanto in tanto
nelle zone sosta predisposte (ce ne sono 12) per ammirare i punti più
spettacolari delle gole: panorami veramente splendidi, la cui vista è resa
ancor più piacevole dalle innumerevoli canoe colorate che solcano le acque del
fiume. Percorriamo senza fretta ed in gran “compagnia” i 35 km. di strada
necessari per raggiungere Pont d’Arc (uno spettacolare ponte
naturale) ed il capoluogo della zona, VALLON PONT D’ARC. Qui la
zona è… ad alta intensità turistica e quindi, nonostante sia disponibile
un’area camper ben segnalata, decidiamo di spostarci oltre il vicino paese di SAVALAS,
per sistemarci nel Camping Municipal, che ha accesso diretto alla sponda del
fiume Ardeche. Seguiamo il comportamento di un buon numero di soggiornanti e ci
concediamo un bel bagno ristoratore nelle acque del fiume. Subiamo
malvolentieri la “turisticizzazione” della zona, in quanto dopo cena (e fino a
mezzanotte inoltrata) nel campeggio sparano musica disco ad alto volume. 8 agosto 2003 Contrariati dai
disguidi musicali notturni, decidiamo di non fermarci ulteriormente (come
sarebbe stato nei programmi) e puntiamo verso BALAZUC, un paese che,
classificato nella categoria dei “più bei villaggi di Francia”, conferma tutte
le note positive riportate sulle guide turistiche: la sua struttura e la sua
posizione, i vicoletti e le viuzze, lo strapiombo sull’Ardeche. Nell’atmosfera
tranquilla, interrotta dal vociare di qualche turista e dalla presenza discreta
di alcuni negozi di prodotti locali, ci immergiamo per un paio d’ore,
scarpinando fino alla sommità del paese, dov’é posizionata la chiesa
parrocchiale. Dopo pranzo ci spostiamo a VOGUE, anch’esso classificato
fra i paesi caratteristici di Francia: meno affascinante del precedente, ma
ugualmente piacevole e spettacolare, è disposto ad arco lungo un’ansa
dell’onnipresente fiume Ardeche. Terminata la passeggiata (circa un’ora)
riprendiamo la strada per raggiungere VIVIERS (che non visitiamo, nonostante i
programmi, perché i piccoli dormono) e poi SAINT-MONTAN. Anche in questo
caso ci si trova di fronte ad un bel villaggio abbarbicato sulla fiancata di un
monte, probabilmente in ricostruzione e restauro (così è sembrato di capire da
alcuni spunti emersi qua e là dalla piacevole e rilassante passeggiata fra gli
antichi viottoli). Dopo una breve
pausa refrigerante, scaliamo la strada locale che porta a LARNAS,
impervia ma paesaggisticamente superba, dove facciamo rapida sosta per ammirare
e fotografare la bella chiesa romanica piazzata in un contesto agreste. Nella seconda metà
del pomeriggio troviamo un campeggio con piscina poco prima di ST-REMEZE e ne
approfittiamo per goderci un po’ di relax. 9 agosto 2003 Non potevamo
tralasciare la visita del Museo della Lavanda, situato un paio di km.
fuori ST-REMEZE. Così lo inseriamo come prima tappa della mattinata: la visita
sarebbe molto gradevole e ben organizzata, se non fosse per il “solito”
problema… linguistico (tutte le spiegazioni esclusivamente in francese e, a detta
di Roberta, in un francese molto stretto e di difficile comprensione !). Ad
ogni modo, un po’ grazie alla presentazione video della durata di una ventina
di minuti, un po’ grazie all’oggettistica presente sul posto e alla mimica
della guida, qualcosa riusciamo a recepire, soprattutto riguardo alla fase
della distillazione della lavanda. Immancabile,
all’uscita, il negozietto (fornitissimo e molto curato, per la verità)
tentatore. Dopo circa 1 ora,
ci rimettiamo in camper per percorrere la strada D320 che ci riporta sulla D290
(panoramica delle gole dell’Ardeche). Ne approfittiamo per fotografare il PONT
D’ARC, trascurato il giorno precedente e, a seguire, per raggiungere LABEAUME,
un altro paesino caratteristico. In effetti, la strada che vi conduce termina
direttamente su una scenografica falesia dell’Ardeche, attorno alla quale è
affacciato il villaggio. I parcheggi sono pieni (anche qui, con in moltissimi
altri posti, i francesi non hanno perso occasione di convertire il luogo in
“piscina naturale”), ma troviamo ugualmente posto per il pranzo e per fare un
giro a piedi. Una volta ripartiti
e giunti a LARGENTIERE, prendiamo la “drastica” decisione di modificare il
percorso iniziale, causa “canicula”, e cercare un po’ di refrigerio in
montagna. Seguiamo le tracce
di un articolo di Plein-Air e, superato il paese, imbocchiamo la spettacolare
(ancorché stretta e mal asfaltata) strada D24 che, dopo circa 30 km. e
poco più di un’ora (alla media, quindi, dei 25-30 km./h) ci porta a LOUBARUSSE.
Ne valeva la pena, alla fine, perché ci troviamo… ai confini del mondo, immersi
in uno splendido silenzio, alle porte di un paese che all’ultimo censimento
contava… 32 abitanti. Nella parte alta
del borgo troviamo un piccolo parcheggio e decidiamo di goderci questa atmosfera
e questo paesaggio (nonostante il caldo torrido abbia anche qui provocato
numerosi danni chiaramente visibili dal colore dei prati e della vegetazione):
verso sera veniamo raggiunti da un altro equipaggio che ci fa “compagnia”
durante la notte. 10 agosto 2003 Un bel tacer (e un
bel silenzio) non fu mai scritto… Il posto meriterebbe una sosta un po’ più
prolungata (l’equipaggio condomino parte a piedi per una camminata lungo i
sentieri della zona), ma il tempo è tiranno e abbiamo ancora parecchie cose da
visitare. Riprendiamo la
strada D24 che sale fino al COL DE MEYRAND (m. 1.319 s.l.m.) e poi proseguiamo
lungo la D19 in mezzo ad uno scenario stupendo. Con nostro
disappunto ci accorgiamo, però, che dopo il Col de Meyrand abbiamo
evidentemente sbagliato strada (una deviazione mal segnalata o da noi non
percepita avrebbe dovuto condurci in breve sulla strada statale N102, restando
in quota), perché usciamo sulla statale N102 circa 30 km. più a Sud del
previsto (siamo quasi tornati nei pressi di AUBENAS) e, soprattutto, dobbiamo
sorbirci nuovamente più di 1.000 metri di dislivello… povero camper. Non
sappiamo se sia maggiore quest’ultimo sentimento di costernazione o quello di
soddisfazione per aver, comunque, avuto modo di ammirare splendidi paesaggi.
Fatto è che, completata l’imprevista arrampicata, ci inoltriamo su strade
secondarie (anche in questo caso molto spettacolari) per raggiungere MAZEN
L’ABBAYE (non ci fermiamo per difficoltà di parcheggio) e, di seguito, la
nostra méta, cioè il LAC D’ISSARLES. Troviamo la prevista area camper, un
modello ideale con un bagno, una doccia calda, scarico, rubinetti d’acqua,
lavapiatti e corrente elettrica… un mito ! Peccato solo sia un po’ piccolina,
ma per fortuna ci sistemiamo nell’ultimo posto disponibile (ad un incaricato
comunale che passa sul far della sera si versano € 7,60 per la sosta). Il posto è
evidentemente noto per le uscite di fine settimana, perché, essendo domenica,
la spiaggia del lago è presa d’assalto dai bagnanti (il giorno successivo,
lunedì, la folla si sarà praticamente dileguata): ad ogni modo, la sosta è
consigliata e anche noi ne approfittiamo per fare un bel bagno nelle acque di
questo caratteristico laghetto vulcanico. 11 agosto 2003 La notte è
trascorsa con una temperatura “freschina” (non succedeva da tempo). Nella
mattinata percorriamo a piedi il perimetro del lago (5 km., 1h. e 15 min.
circa), una tranquilla passeggiata che ci predispone ad un’oretta di spiaggia e
ad un nuovo corroborante bagno nel lago. E’ lunedì ed il numero di turisti è
drasticamente diminuito rispetto ad ieri. Dopo pranzo,
completati scarichi e rifornimenti, riprendiamo la strada con il camper. Giungiamo nei
pressi del MONT GERBIER-DE-JONC, un “pan-di-zucchero” molto caratteristico e
piuttosto frequentato: notiamo la possibilità di raggiungere la vetta
attraverso un sentiero breve ma scosceso e battuto senza molta difficoltà da
parecchie persone. Probabilmente la nostra guida non l’ha evidenziato a dovere.
A pochi metri di distanza si trovano le Sorgenti della Loira, un
ruscello all’apparenza insignificante che, secondo i riferimenti ed un’insegna
stradale altrettanto insignificante, è stato identificato come il punto di
partenza del grande fiume francese. Poco oltre
scendiamo nuovamente per visitare la Ferme de la Boulatiere, un’antica
fattoria ristrutturata che dovrebbe avere funzioni didattico-culturali circa
l’architettura rurale della zona. In realtà, al di là delle probabilmente
interessanti spiegazioni contenute in un video in lingua francese (tanto per
cambiare !), si può ammirare con interesse la sola struttura esterna, in quanto
all’interno non si trova nulla di interessante. Non perdiamo, quindi, molto
tempo e pian piano scendiamo a valle, passando per ANTRAIGUES (segnalato come
un bel paese caratteristico) e VALS-LES-BAINS, rinomata stazione termale. Puntiamo
direttamente verso AUBENAS. La cittadina in sé non è male, con alcune
vie pedonali che conducono al castello posto sulla cima di un colle, ma
un’atmosfera poco accogliente ed il ritrovato caldo soffocante ci spingono a
spostarci per cercare un accomodamento per la notte. Ricordiamo di aver notato
un segnale che conduce a MEYRAS, un paesino distante qualche chilometro e che
mette a disposizione un ampio parcheggio con camper service. Sul posto scambiamo
quattro chiacchiere con un equipaggio inglese, che si trova alle prese con
alcune disavventure. Breve perlustrazione notturna del villaggio per decidere
di fare una visita la mattina successiva, prima di ripartire. 12 agosto 2003 Il piccolo paese è
carino e ben tenuto (anche se l’illuminazione notturna lo rende più suggestivo)
e dedichiamo una mezz’oretta per passeggiare fino alla chiesa parrocchiale. Percorriamo a
ritroso un breve tratto di strada in camper per raggiungere il PONT DU
DIABLE, nei pressi di THUEYTS. Lo spettacolo è suggestivo: un bel ponte in
pietra a cavallo, tanto per cambiare, del fiume Ardeche. A piedi si può
raggiungere in pochi minuti lo spiazzo ai piedi del ponte dove, manco a dirlo,
un certo numero di persone ha convertito il luogo in spiaggia; inoltre, alcune
rocce a strapiombo sul fiume si propongono come naturali trampolini per tuffi.
Dopo aver assistito ad alcune “spericolate esibizioni”, ripartiamo in camper
per risalire verso nord. Dalle note
riportate sulla guida ci orientiamo a visitare la valle del fiume EYRIEUX,
ma accedendo dalla direzione di Privas non abbiamo scelto la via migliore.
Comunque, arriviamo a VERNOUX-EN-VIVARAIS, dove troviamo un campeggio
municipale all’interno del quale pernottiamo. Al calar delle tenebre notiamo
nemmeno tanto in lontananza il bagliore di una foresta in fiamme, che ci dicono
sul posto essere ad una trentina di chilometri (siamo comunque rassicurati sul
fatto che non vi sia alcun pericolo). 13 agosto 2003 Non vi sono particolari richiami nella zona, ma decidiamo di prenderci
una giornata di relax. Inforchiamo le bici (evento raro nel corso di queste
ferie !) e raggiungiamo il vicino paese di CHATEAUNEUF DE VERNOUX,
oltrepassandolo poi fino a raggiungere un prato con un gruppo di caprette con
le quali Federico… ha fatto amicizia. Torniamo a VERNOUX, dove si respira un’aria di tranquillo paesetto di
mezza montagna, con un laghetto (artificiale ?) all’ingresso del centro
abitato. Dopo pranzo, la proposta di una siesta ristoratrice trova unanimi
consensi: Claudio ed Elisa si immergono nell’acqua della piscina comunale
situata esattamente di fronte al campeggio (carina quanto sovraffollata). 14 agosto 2003 Nella mattinata ci trasferiamo a CHALENCON, uno dei più
caratteristici paesi della zona: struttura particolare, buona conservazione, ci
si inerpica a piedi fra scale e vicoletti fino a raggiungere la sommità, dov’è
situata la chiesa. Dalla piazza maggiore si gode una bella vista panoramica su
tutta la zona. Percorrendo poi la strada D364, stretta e tortuosa ma molto
spettacolare, si scende a fondo valle dove scorre il fiume Eyrieux. Svoltiamo a
destra sulla D120 in direzione LE-CHEYLARD (ad ingresso paese, nei pressi del
centro commerciale, Camper Service con colonnina “Euro-Relais”) e poi
proseguiamo sulla D578 verso LAMASTRE. Purtroppo perdiamo gran parte della scenografia del tratto successivo
verso TOURNON a causa di un violento acquazzone che, però, rinfresca l’aria. Nel pomeriggio percorriamo un lungo tratto di strada, lasciando Lione
sulla parte sinistra e raggiungendo PEROUGES. Si tratta di un bel paese
d’atmosfera (paragonabile al “nostro” Grazzano Visconti), evidentemente
recuperato con finalità turistiche, ma molto ben conservato e la cui visita è
in ogni caso suggeribile. All’ingresso del paese assistiamo ad una fase della
lavorazione del vetro presso un laboratorio artigianale. Poi girovaghiamo per i
bei viottoli fino alla piazza centrale (gustando anche una “Galette”, il dolce
tipico locale, gentilmente offerto ad Elisa da una signora). I parcheggi, descritti come possibili zone per la sosta notturna, non
ci soddisfano e così ci spostiamo presso l’ampio parcheggio (dotato di comodo
Camper Service) del Parco Ornitologico di VILLARD-LES-DOMBES, nostra mèta per
il giorno seguente. Lungo il tragitto abbiamo un primo “assaggio” del panorama
della “DOMBES”, la celebre zona degli stagni. La serata è caratterizzata, per
la gioia dei bimbi, dal rumore delle cicogne che presidiano i propri nidi sugli
alberi. 15 agosto 2003 La giornata è dedicata alla visita del Parco Ornitologico di
VILLARD-LES-DOMBES. Si tratta di una vasta superficie sulla quale è stato
sviluppato un parco destinato alle visite turistiche di innumerevoli razze di
uccelli, nonché alla loro protezione e salvaguardia. Nonostante la data (15
agosto) riusciamo a visitare il parco con buona tranquillità: i visitatori si
distribuiscono con comodità lungo i percorsi tematici consigliati (Europa,
Asia, Sud America / Africa) o nelle numerose aree di sosta e di ristoro. Per
avere una panoramica generale iniziamo opportunamente la visita con un giro sul
trenino turistico che, nell’arco di una ventina di minuti, propone una rapida
carrellata sulla struttura del parco. All’ingresso ci viene proposta una
“formula” di biglietto comprendente, oltre al diritto di ingresso, il giro sul
trenino ed un menu fisso al self-service: facciamo i brillanti e decidiamo per
questo “tutto compreso”. Si notano belle ambientazioni, specifiche per le diverse categorie di
uccelli: dai fenicotteri rosa, all’ingresso, ai pellicani, ai pinguini; gli
uccelli più… “dinamici” (rapaci in genere) sono collocati in ampie gabbie,
mentre molto simpatiche sono le numerose gabbie dei pappagallini e degli
uccelli più piccoli; spettacolare la voliera del Pantanal (ricostruzione
dell’ambiente della celebre regione brasiliana). Non mancano un accattivante
“labirinto del tempo”, con un giochino per bambini e numerosi parco-giochi che
fanno la gioia dei più piccoli. Usciamo verso il tardo pomeriggio e, dopo le operazioni camperistiche,
ci dirigiamo verso il monastero di NOTRE-DAME-DES-DOMBES, nei pressi di
LE-PLANTAY. Trascorriamo la notte nel piccolo e tranquillo parcheggio
antistante il complesso, non prima di aver fatto una visita alla chiesa e al
negozietto annesso. 16 agosto 2003 Nel corso della mattinata girovaghiamo attraverso i piccoli paesi della
regione della Dombes, incontrando di tanto in tanto qualche “etang” (stagno) e
giungendo, per ora di pranzo a CHATILLON-SUR-CHARLARONNE. Il paese, che
ha guadagnato il riconoscimento di “4 fiori” nel concorso “villaggio fiorito”,
richiama l’aria dell’Alsazia, con il centro storico impreziosito da alcune case
“a graticcio” ed una piazza con un interessante antico luogo di mercato (“Les
Halles”). Numerosi scorci sono valorizzati da ricchi addobbi floreali. Dopo pranzo, un pic-nic in un bel parco all’ingresso del paese,
facciamo rotta verso BOURG-EN-BRESSE dove, all’arrivo, prendiamo posto
nel camping municipale (l’unico nei pressi del centro; pur essendo
contrassegnato da 4 stelle, ha una struttura vecchiotta, ma non costa molto).
Ci prendiamo una pausa, in attesa di verificare anche che intenzioni ha… il
cielo che, nel frattempo, si è rannuvolato. Dopo un paio d’ore inforchiamo le
bici e scendiamo in centro dove, a piedi, seguiamo il “percorso culturale”
suggerito dal depliant dell’ufficio turistico. Rimaniamo un po’ delusi dalla
visita della città, probabilmente a causa di un traffico un po’ troppo
invadente anche nel cuore del centro storico e del fatto che molti negozi sono
chiusi per ferie. Ad ogni modo, curiosiamo qua e là lungo i vicoletti da dove,
di tanto in tanto, spunta qualche antica casa “a graticcio”. Un aspetto
probabilmente interessante, che tralasciamo di approfondire, sono gli spazi
verdi: ma la giornata sta volgendo al termine e facciamo appena in tempo a
ritornare in campeggio, prima dell’arrivo di un forte acquazzone. 17 agosto 2003 Decidiamo di non fermarci oltre a BOURG ma, prima di partire
definitivamente, raggiungiamo BROU, il sobborgo poco distante, famoso
per la bella chiesa ed annesso monastero fatti costruire da Margherita
d’Austria. Al pari di una comitiva presente sul posto, riteniamo opportuno non
visitare l’interno (a pagamento, piuttosto salato) ed accontentarci di ammirare
il perimetro esterno (comunque gratificante). Dopo una “sosta tecnica” in un panificio (abbiamo conferma, con
piacere, che questi negozi sono aperti anche la domenica), percorriamo la
strada che ci conduce verso la zona della CHARTREUSE, originariamente in
programma ad inizio viaggio, ma in seguito rimandata. La prima tappa, provenendo da ovest, è VOIRON, dove si trovano
le rinomate distillerie in cui viene prodotto il celebre liquore dei
frati certosini. Per fortuna, nonostante avessimo indicazioni contrarie, la
visita è ammessa anche di domenica e ne vale veramente la pena. Una visita
guidata gratuita alle cantine, con “supporto tecnologico (walk-man)” per le più
diffuse lingue straniere (compreso l’italiano), è il pretesto per iniziare ad
entrare nel clima mistico-religioso della regione. Vengono brevemente
illustrati la storia e la vita dell’abbazia (che visiteremo in seguito) ed il
processo di produzione, conservazione e distribuzione del famoso liquore, la
cui ricetta è tutt’oggi segreta e nota solo a tre frati certosini. Al termine
della visita alle cantine (notevoli le botti di conservazione), assaggio
gratuito dei prodotti alcolici e sosta (non gratuita) al negozio: qui è
praticamente impossibile esimersi dal… fare del danno (economico). Usciamo contenti (e un po’ brilli) all’aria aperta, sotto una notevole
cappa di umidità. Ci spostiamo a ST-ETIENNE-DE-CROSSEY, dove ci sistemiamo nel
Camping Municipal. In serata siamo travolti da un autentico nubifragio: per
fortuna noi ne rimaniamo esenti, ma nei dintorni (leggeremo il mattino seguente
sul giornale locale) i danni sono stati numerosi. 18 agosto 2003 Al risveglio il tempo è pessimo. Quindi raggiungiamo il vicino paese di
ST.-LAURENT-DU-PONT attraversando lo spettacolare DEFILE’ DU GRAND CROSSEY
(strada D520) per fare rifornimento alimentare presso il locale Intermarché.
Poi imbocchiamo la strada D520b che si incunea nelle GORGES DU GUIERS MORT,
addentrandoci nel Parco Naturale della Chartreuse fino a raggiungere LA
CORRERIE: il tempo metereologico favorisce la visita al Museo de la
Grand Chartreuse, all’interno del quale sono spiegati e riprodotti la
storia, lo stile di vita, lo spirito che anima i certosini e che ha mosso il
loro fondatore, S. Bruno. La visita, circa un paio d’ore, è molto interessante
e ben strutturata, favorita anche dall’ausilio di un’audioguida (in italiano !)
che ben traduce ogni singolo passaggio all’interno del museo. All’uscita, come per incanto, troviamo il sole ed un cielo limpido.
Facciamo un rapido pranzo e decidiamo di fare una passeggiata lungo il percorso
che conduce al monastero. L’inizio è irto, ma nel complesso camminiamo in tutta
tranquillità per circa un’ora e mezzo (con un passo un po’ più veloce ci si può
impiegare anche meno) fino ad arrivare a scorgere il complesso monastico:
probabilmente, con un po’ di tempo in più, ci si potrebbe avvicinare
ulteriormente, ma siamo ugualmente contenti. I pargoli sono stati molto bravi e
così decidiamo di ritornare al camper. Riprendiamo la strada fino a ST. PIERRE
EN CHARTREUSE per poi andare alla ricerca del campeggio “Martiniére”, un paio
di chilometri fuori dal paese. Il posto è molto bello e panoramico: ci godiamo
un bel relax e, verso sera, il piacere di indossare con gusto, dopo parecchio
tempo, una bella felpa… 19 agosto 2003 Dopo colazione raggiungiamo il vicino borgo di ST.-HUGUES dove
si trova una chiesa impreziosita dai bei lavori dell’artista contemporaneo
Arcabas: un ciclo di pitture ed affreschi realizzati nell’arco di tempo di
trent’anni, che restituiscono una calda atmosfera rosso-oro ed una bella
sensazione visiva. Attraverso una stradina panoramica raggiungiamo il vicino centro di ST.
PIERRE EN CHARTREUSE, animato-ma-non-troppo e ben posizionato
scenograficamente. Parcheggiamo a valle del paese, dove si trova anche un parco
giochi per i bimbi, e facciamo un giro ai piedi fino ad ora di pranzo. Nel pomeriggio ci avventuriamo in un giro panoramico della Chartreuse.
Raggiungiamo ST. PIERRE D’ENTREMONT e poi ENTREMONT-LE-VIEUX, ammirando un
paesaggio affascinante. Svoltiamo a sinistra e imbocchiamo la strada D520c che
costeggia una sponda del fiume Guiers Vif: anche in questo caso si ammirano
splendidi panorami di pascoli e boschi circondati da belle montagne. A CORBEL,
un minuscolo paesetto con 2 case un bar ed il municipio, ci fermiamo per una
foto. Scendiamo, quindi, a valle sulla statale N6 e, svoltando a sinistra,
raggiungiamo LES ECHELLES dove imbocchiamo la D520b per risalire le GORGES
DU GUIERS VIF. A circa metà strada è necessaria una sosta (non c’è molto
spazio per parcheggiare !) per ammirare lo strapiombo mozzafiato del PAS DU
FROU, direttamente sul corso del fiume. Chiudiamo il percorso circolare ritornando a ST. PIERRE d’ENTREMONT,
dove mangiamo un gelato e notiamo la stranezza di questo paese, diviso in due
fra Isere e Savoia: due municipi, due chiese,… un solo nome (vedere lo scorcio
nei pressi del ponticello per credere) ! Nella bourcherie locale compriamo la nostra ottima cena e facciamo
ritorno a ST. PIERRE EN CHARTREUSE per scoprire che il “Parking du Bourg” è in
realtà una piacevolissima area camper con tanto di camper service (non
segnalato): troviamo infatti la compagnia di altri equipaggi. 20 agosto 2003 Per oggi abbiamo in programma la parte orientale della Chartreuse.
Raggiungiamo, quindi, COL DU GRANIER seguendo la strada D912. Sostiamo
brevemente prima di scendere a valle lungo la strada D285a, fino a
CHAPAREILLAN. Proseguiamo fino a LE TOURVET e da qui chiediamo un nuovo sforzo
al nostro mezzo per risalire lungo le strade D29 e D30: si raggiungono
nuovamente i 900 metri s.l.m., ma anche in questo caso ne vale la pena perché
da un bel pianoro si gode un’ottima vista sulla valle dell’Isere. Ci fermiamo a
ST. HILAIRE, dove troviamo un bel parco ombreggiato e… fornito di parco
giochi. Dopo necessaria e prolungata sosta ci portiamo a piedi nei pressi dello
spazio riservato al lancio dei parapendii (molti sono già in volo e di alcuni
ammiriamo la partenza). Appena poco oltre si trova la stazione a monte della
funicolare che sale da fondo valle e che viene utilizzata prevalentemente per
motivi turistici, per riportare in quota i parapendii stessi. Abbandoniamo, quindi, definitivamente (e malinconicamente) la
Chartreuse, scendendo fino a ST. IZMIER e poi raggiungendo VIZILLE per evitare
il traffico di GRENOBLE. Facciamo rotta verso BOURG D’OISANS (chiudendo mestamente il cerchio
delle ferie proprio là da dove eravamo partiti) dove abbiamo individuato un bel
campeggio che proprio da questo giorno accetta i “Camping Cheque”: fatalità ne
abbiamo qualcuno a portata di mano… 21 agosto 2003 Le vacanze stanno volgendo al termine e decidiamo di prenderci una
giornata di riposo. Facciamo un giro a piedi nei dintorni del campeggio. Nel
pomeriggio raggiungiamo in bicicletta il centro del paese di BOURG D’OISANS
per una visita ed un po’ di shopping (numerosi negozi di scarpe). Dopo aver
giocato a “Passetrappe” (una specie di biliardino in legno) nella piazza
centrale, ceniamo in un ristorantino e torniamo in campeggio a goderci un po’
di fresco. 22 agosto 2003 Ammorbidiamo la tristezza del rientro programmando questa giornata con
la visita ai due principali passi che riportano in Italia. Raggiungiamo il COL
DE LAUTARET (m. 2058 s.l.m.) dopo aver percorso una strada molto panoramica
e, tutto sommato, nemmeno troppo irta considerando i 1.300 metri di dislivello
in circa 40 chilometri. La giornata è mozzafiato ed il panorama superbo: sul
passo sono posizionate le immancabili “gazzerie”, comunque piuttosto discrete:
è sufficiente allontanarsi di pochi metri per immergersi nella quiete di
splendidi paesaggi. Notiamo che un parcheggio è stato adottato da numerosi
camperisti come area sosta, probabilmente anche per la notte. Dopo pranzo ripartiamo e, superato SERRE CHEVALIER 1500 notiamo due
laghetti circondati da una vasta distesa erbosa presa d’assalto dal popolo dei
camperisti: ottimo punto sosta, da tenere presente per evenienze future (non ci
fermiamo perché abbiamo in programma di raggiungere il Monginevro, ma ne
sarebbe valsa la pena). Superiamo BRIANCON e percorriamo gli ultimi 12 chilometri (piuttosto
pendenti !) fino al COL DU MONTGENEVRE (m. 1.800 s.l.m.). C’è una comoda
area sosta gestita dal comune (passerà la mattina seguente l’incaricato a
riscuotere i 3 euro di tassa di soggiorno), piuttosto affollata (veniamo anche
a conoscenza che l’area è aperta tutto l’anno e d’inverno c’è possibilità di
usufruire di bagni e attacco di corrente; però, non troviamo l’angolo utile
allo scarico delle acque). Facciamo un giro sulle belle “Slitte d’estate” (un
percorso in discesa con una specie di bob “d’erba” che scivola entro un
tracciato in lamiera). Sgranchiamo le gambe visitando il paese di Monginevro
(attrezzato per il turismo invernale). Dopo cena assaporiamo l’ultimo fresco
(quasi freddo !) prima del rientro a casa. 23 agosto 2003 Dopo la “visita” alla comoda boulangerie posizionata in fronte al
parcheggio, avviamo il camper verso l’Italia (il confine è a poco meno di 2
chilometri). Scendiamo il pendio italiano fino a l’OUX (anche questo versante è
molto caratteristico, anche per la presenza di gallerie), proseguiamo su strada
normale fino a SUSA, dove imbocchiamo l’autostrada fino a TORINO. Qui, molto
opportunamente, propendiamo per il percorso Torino – Piacenza – Brescia, di
poco più lungo ma molto più tranquillo e per niente trafficato. Raggiungiamo
nel pomeriggio la casa-dolce-casa immersa in un caldo soffocante, dopo circa
2.600 chilometri dall’inizio delle ferie. Speriamo che queste note possano contribuire a far scoprire a qualche
“collega camperista” questa bella zona francese. Chi volesse
avere ulteriori notizie o chi volesse fornirci indicazioni e pareri può
contattarci all’indirizzo e-mail: clarob@libero.it Ciao e buone vacanze a tutti !
Viaggio effettuato ad Agosto 2003 dalla Fam. Perina Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |
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