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ALSAZIA
Dai Vosgi alla Route du Vin

La regione francese dell'Alsazia si estende tra la Valle del Reno e il Massiccio dei Vosgi ed è in gran parte collinosa e montuosa tanto che i suoi abitanti affermano che le montagne fungono da ombrelli, proteggendo così le loro viti dall'eccessiva pioggia. Questo detto illustra chiaramente la vocazione vinicola della regione i cui vini, in prevalenza bianchi, costituiscono il 20% circa dell'intera produzione francese.

L'Alsazia, abitata fin dalla preistoria, vide dapprima insediarsi i Celti cui seguirono i Romani che però furono cacciati nel 352 a.C.; infine, sotto Carlo Magno, pur restando una provincia indipendente, raggiunse un importante ruolo di potere. Annessa alla Francia nel 1648, dopo la guerra franco prussiana del 1871 fu ceduta alla Germania; ritornò alla Francia nel 1918 per ridiventare tedesca nel 1940 e tale restò fino al 1945.

Il fatto di essere stata oggetto di contesa tra le due nazioni per ben quattro volte nell'arco di 75 anni spiega perché l'Alsazia abbia cercato di conservare la propria identità aggrappandosi tenacemente alla sua cultura, alle tradizioni e alla sua architettura. Quest'ultima ricorda quella dei paesi renani dell'Europa settentrionale con casette bianche dai tetti a punta, rivestite in legno e con balconi traboccanti di gerani.

A darci il benvenuto in Alsazia (in quanto in questo viaggio proveniamo dalla Germania) è il Parco Naturale Regionale dei Vosgi del Nord, creato nel 1975 e riconosciuto dall'UNESCO nel 1989 come Riserva Mondiale della Biosfera, per via del suo patrimonio naturale, storico e culturale. L'altitudine delle montagne si aggira sui 1200 mt, il paesaggio è verdissimo e boscoso ma quello che colpisce è la gran quantità di sentieri attrezzati che invitano ad una totale immersione nel verde. E noi l'attraversiamo tutto il Parco per arrivare a Wissembourg, la prima meta del nostro itinerario. Facciamo solo una breve sosta a Lembach dove spicca un tratto delle fortificazioni della Linea Maginot, costruita tra i due conflitti mondiali per proteggere il confine nordorientale con la Germania; abbiamo in famiglia un appassionato di storia militare e quindi questa sosta è d'obbligo.

Apro una parentesi a proposito delle soste che, da quando abbiamo cominciato a viaggiare, sono state soprannominate "d'obbligo". Durante un viaggio lungo o breve che sia, è giusto che ognuno possa fare o vedere le cose che desidera, ovviamente secondo il tempo che si ha a disposizione. E così, alternando musei, cattedrali, monumenti, quartieri pittoreschi, locali tipici, mercati e, in presenza di bambini e non, parchi naturali e di divertimento, si avrà un viaggio molto vario dove tutti saranno accontentati. Dimenticavo due ingredienti fondamentali: la pazienza e la tolleranza senza le quali la vita a bordo potrebbe rivelarsi, a volte, un po' complicata. Non dobbiamo dimenticare però il lato positivo della situazione. La vita in camper ci offre una bellissima opportunità: quella di trascorrere molto più tempo insieme, cosa da non sottovalutare in quanto talvolta, tra lavoro, scuola e impegni vari ci si vede un po' poco in famiglia. Chiudo la parentesi e do il via all'itinerario.

Nonostante i due conflitti mondiali, Wissembourg, è rimasta pressoché intatta. Assai graziosa è la Place du Marché aux Choux, dove la domenica mattina si tiene un colorato mercato e deliziose sono le casette che si specchiano nel fiume Lauter. La maggior attrattiva della cittadina è però l'Eglise St. Pierre et St. Paul, del XIII sec., la chiesa alsaziana più grande dopo la cattedrale di Strasburgo.

Imboccata poi la D263 in direzione sud, arriviamo a Betschdorf, situata ai margini della Foresta di Haguenau. Oltre che famosa per le tartes flambées, la cittadina alsaziana è meta gradita agli amanti delle ceramiche che qui sono prodotte tradizionalmente fin dall'epoca gallico-romana. Una visione completa degli antichi ed attuali manufatti se ne ha nel locale Museo della Ceramica con annesso laboratorio in rue de Kehlendorf 4. La produzione predominante è bianca e azzurra: i miei colori preferiti. Girello, osservo e acquisto: mi piace da morire questa cittadina ma non posso soffermarmi più di tanto; devo salire nuovamente in camper perché tra poco più di 45 km è prevista la sosta nell'antica capitale alsaziana.

Strasburgo, la romana Argentoratum, dal 1949 sede del Consiglio d'Europa, nonostante il suo cosmopolitismo è a mio avviso una città divertente e a misura d'uomo, perfetta per passeggiare col naso all'insù alla ricerca dei dettagli delle case dai tetti aguzzi, sovrastati da bizzarri abbaini. Nel dedalo delle viuzze del centro storico si affacciano ristoranti e negozi che propongono i prodotti regionali che vanno dalle costose eaux de vie al kugelhopf, al paté de foie gras e alle maioliche.

I tre luoghi strasburghesi che colpiscono maggiormente il turista sono la Cathèdral Notre Dame, la Maison Kammerzell e il quartiere Petit France. La prima, edificata in arenaria rosa dei Vosgi è un sublime ricamo in pietra che ingloba una serie infinita di mirabili particolari. Oltremodo affascinante l'interno con il pulpito gotico fiammeggiante, le vetrate, il famoso pilastro degli Angeli e l'Orologio astronomico.

La Maison Kammerzell, costruita verso la fine del XVI sec. da un ricco commerciante di tessuti, ospita attualmente un ristorante. L'edificio è rivestito in legno con splendide incisioni raffiguranti i segni zodiacali, personaggi biblici, eroi dell'antichità e medievali. Inutile dire che per scattare una fotografia senza torme di turisti in posa sia davanti alla cattedrale sia accanto alla Kammerzell si rivela, a certe ore della giornate, un'impresa sfiancante.

Del tutto diverso è invece il colorato Petit France, un tempo quartiere di conciatori, mugnai e pescatori, con i Ponts Couverts dai molteplici negozietti, gallerie d'arte e winstub (i bistrot in cui sono serviti piatti regionali e vini, spesso serviti al bicchiere) dove fare una doverosa pausa gastronomica.

Per la sosta nel centro antico di Strasburgo abbiamo utilizzato un parcheggio a pagamento (dalle 9 alle 18) nei viali ombreggiati adiacenti Place de la Gare e precisamente in Boulevard du Président Wilson. Il giorno seguente, con il camper, abbiamo raggiunto nel primo pomeriggio il Palais de l'Europe, accanto al quale vi sono moltissimi parcheggi, tutti gratuiti. Giunti all'ingresso del Palais, apprendiamo che è possibile visitare il Nuovo Parlamento, raggiungibile però da un ingresso alquanto distante e la visita inizia alle 15,30 cioè tra dieci minuti. Arriveremo in tempo? Alla fine ce l'abbiamo fatta naturalmente, con una corsa rocambolesca che ci ha lasciato senza fiato, ma che importa? Ho imparato per esperienza che tutte le occasioni vanno prese al volo e quindi alle 15,30, puntualissimi, siamo lì. Poche le formalità, gruppo visitatori nutritissimo, visita interessante di circa un'ora in lingua inglese che, concentrandomi al massimo, riesco anche a comprendere. E l'ultimo quarto d'ora, sprofondata in una delle morbidissime poltrone blu della sala circolare interna sono ritornata pimpante, pronta per la nuova tappa anzi per l'inizio di un "itinerario nell'itinerario" che ha l'eloquente nome di Route du vin, la Strada del Vino lunga circa 180 km che inizia a Marlenheim, 19 km a nord ovest da Strasburgo e termina a Mulhouse, quasi Svizzera.

Vorrei fare una premessa al riguardo della Route du Vin. Nonostante molte carte stradali non riportino tutte le località citate, probabilmente perché alcuni villaggi sono minuscoli, non v'è alcuna difficoltà a percorrere quest'itinerario. Basterà tener d'occhio i vari cartelli recanti la dicitura "Vins et Cremant d'Alsace" e seguirli fiduciosamente anche se a volte si potrà pessimisticamente pensare: "Ma dove andremo mai a finire?" Si finirà sempre, ve lo assicuro, in un villaggio dall'aspetto accattivante con caves piccole o grandi che, oltre alle degustazioni e all'acquisto dei vini offrono talvolta ai camperisti l'interessante possibilità della sosta notturna.

I nomi dei vini alsaziani, essenzialmente bianchi, derivano dalla vite utilizzata e non dalla regione dove viene coltivata, come avviene nel resto della Francia. I nomi di alcune di queste … delizie alsaziane? Sylvaner, secco e fruttato; il corposo Pinot Blanc; Riesling, il più coltivato ed il più famoso; Tokay d'Alsace o Pinot Gris, perfetto con carni bianche e poi lo speziato e fruttato Gewurztraminer, un vino dal nome complicato da gustare con il paté di foie gras e poi il Muscat da servire con l'antipasto, il rosso Pinot Noir leggero e fruttato, simile ad un rosé.

Marlenheim è il primo paese della Strada del Vino, caratterizzato da borghi medievali e case a graticcio, che precede l'incantevole Molsheim, ai piedi dei Vosgi e sulla riva sinistra del fiume Bruche. La strada che si snoda tra vigneti Riesling, dopo una breve deviazione ci conduce al paesino romanico di Rosheim, steso in una valle verde e rigogliosa dove, tra gli interessanti edifici civili in pietra grigia, spicca la "Casa dei Barbari" risalente al 1170. In questa località è prodotto un vino rosso, tra i migliori della regione. La sosta con il camper è da effettuare all'inizio paese.

Percorsi sei km a sud di Rosheim siamo ad Obernai, uno dei paesi più belli tra quelli della Route du Vin che offre ai camperisti un apposito parcheggio ad inizio città, fuori delle mura. E' quasi sera quando arriviamo sul piazzale dove già sostano almeno 50 camper, noi naturalmente ci accodiamo e troviamo subito compagnia. Passiamo il resto della serata a parlare di viaggi e a scambiarci informazioni sui punti sosta effettuati nei rispettivi itinerari: il tutto contraddistinto da quel particolare feeling che scatta tra chi viaggia in camper.

Per un motivo alquanto banale ero curiosa di vedere Obernai. Ho sempre associato questa cittadina ad alcune ceramiche arrivate in casa non so come, né quando, che per via della particolarissima forma, sono sempre state chiamate "ceramiche con le orecchie". E l'indomani mattina, dopo i bastioni, le torri medievali, il Municipio e il Vecchio Mercato del Grano sovrastato da un grosso nido di cicogna, sono entrata in un negozio di prodotti regionali. E ho rivisto le "mie" ceramiche, sempre "con le orecchie" naturalmente! Ho provato un attimo di nostalgia di casa… subito fugato però all'apparire dei prossimi paesini del percorso.

Ed ecco Itterswiller, fioritissima e con inviti a degustare il "gran cru", che precede Dambach la Ville, famosa per il gran cru Frankstein. Si entra nel centro attraverso una stretta porta della cinta muraria, meglio quindi fermarsi per la sosta nel parcheggio turistico fuori le mura. Anche qui, come in altre località, nella settimana di Ferragosto c'è la Foire du Vin. Seguendo i caratteristici cartelli dell'itinerario s'incontrano poi Chatenoise, graziosa e fiorita che propone il Tour de Sorcieres, e poi Kintzheime, rinomata per il Riesling. Due cose da tenere a mente: il punto sosta alla fine del paese e la grande Festa con ballo che, come di consueto, si tiene il 15 di Agosto.

Siamo ora entrati nel dipartimento Haut Rhin che segna anche l'ingresso nella deliziosa cittadina di St. Hyppolite che reclamizza, a ragione, l'omonimo Rouge. Poco più avanti le indicazioni per il castello di Haut-Koenigsbourg, uno dei più visitati d'Alsazia ed infine Ribeauvillé il cui centro è anticipato da una nutrita sequenza di caves, che emanano il forte aroma del vino. Parcheggi gratuiti all'imbocco della zona pedonale e camping a 400 mt.

Ricca di pittoreschi edifici e piacevole (anche se penalizzata dalla massa dei turisti "mordi e fuggi") la Grand Rue, orlata da chiese, case antiche con bovindi, botteghe di prodotti regionali e winstub tra cui il Pfifferhus del XVI secolo.

Il tipico vino della cittadina è il Riesling ed importanti sono due Manifestazioni: il Festival del Vino che ha luogo gli ultimi due fine settimana di Luglio mentre la prima domenica di Settembre si celebra il Giorno del Pifferaio con una fontana che spruzza vino.

Ancora 14 km ed ecco la fiabesca Riquewihr, chiusa entro doppia cinta muraria e considerata monumento storico. Punto sosta camper: parcheggi a pagamento prima dell'ingresso al villaggio oppure camping ad un km e mezzo dal centro antico.

Riquewihr è una costante piacevolissima scoperta. Dalle case d'epoca, al Museo delle diligenze postali, ai cortili affascinanti, alle insegne di ferro battuto… E poi la Rue des Cerfs indicata da una testa di cervo, la Tour des Voleurs ed il curioso negozio "Feerie de Noel" con articoli natalizi e pupazzi alle finestre. Una delle caves più antiche d'Alsazia (Tokay, Riesling, Gewurztraminer), quella della famiglia Hugel, si trova proprio in questa città e risale al XVI secolo. La raccolta e la lavorazione dell'uva vengono ancor oggi effettuati con metodi tradizionali, almeno così asseriscono i proprietari che fanno anche da guida ai turisti.

Una curiosità sui vigneti. In questa zona, all'estremità di ogni filare di viti, si vedono sovente cespugli di rose. Non è soltanto per l'effetto visivo che i viticoltori li hanno piantati, ma per il fatto che le rose rivelano i parassiti molto prima delle viti. Ed ora due velocissimi suggerimenti per assaporare al meglio questa città. Il primo è quello di visitarla al mattino presto perché, al pari di Ribeauvillé, è presa d'assalto dai turisti. Il secondo è quello di salire sulla Torre del Dolder, simbolo cittadino che ospita il Museo di armi e monete antiche e di lasciare vagare lo sguardo su questo villaggio da fiaba e sulla campagna sottostante fitta di vigneti e borghi medievali. Vi assicuro che non c'è miglior belvedere del Dolder!

Dimenticavo: poco prima di Riquewihr è possibile visitare il grande Parco delle Cicogne. Questi simpatici pennuti, simbolo d'Alsazia, vengono venduti a migliaia, sotto forma di peluche. Deviazione poi per Kaisersberg, nota principalmente per aver dato i natali ad Albert Schweitzer, con una vocazione vinicola di tutto rilievo. Ogni cinque anni ha luogo la Festa della Vendemmia.

Entriamo in Colmar, la città alsaziana meglio conservata che fu la residenza reale di Carlo Magno. Sostiamo quasi in centro, in Place Scheurer Kestner. Qui, a Colmar, le ore scorrono velocemente tra il pittoresco quartiere Petit Venise, il Museo Unterlinden, gli edifici religiosi e l'Antica Dogana. In molte piazze si trovano statue di Frédéric Auguste Bartholdi nato qui nel 1834, lo scultore della Statua della Libertà. Nel centro storico capitiamo per caso in una piazza dove si svolge una specie di Festival della Birra, cosa un po' inusuale per quest'itinerario…

Altra deviazione per la rinascimentale Turckeim con le tre antiche vie di accesso e la bella Place Turenne e successiva sosta nella medievale Enguisheim dalla tripla concentrica cinta muraria. Al centro del paese il Castello con la statua di Bruno Enguisheim che diventò papa col nome di Leone IX. Due sono i famosi grands crus locali: l'Eichberg (Collina delle Querce) e Pfrsigberg (Collina delle Pesche).

Guebwiller, uno degli ultimi paesi della Via del Vino, chiamata "la porta d'accesso alla valle dei fiori" è un piccolo centro con chiese e case imponenti. Conta diverse industrie tessili e macchinari ma le caves restano l'attrattiva maggiore. Per la sosta si può scegliere tra il Camping Florival oppure uno dei parcheggi prima del centro.

Di nuovo in marcia lungo la N83 sulla quale, deviando a nord ovest per 6 km incontriamo Thann, la cittadina che delimita l'estremità meridionale della Route du Vin. Bella la Collegiale St. Thiébaut in pietra gialla, considerata la più bella struttura gotica di tutta l'Alsazia.

Mulhouse, l'ultima tappa dell'itinerario è una città moderna di oltre centomila abitanti che ha in Place de la Réunion il suo centro antico. Tra i molti musei, ne vanta cinque da non perdere: Belle Arti, Storia, Tessuti, Locomotive e Automobili. L'ultimo è forse il più importante ma ho trovato estremamente interessante il Musée de l'Impression des Etoffes, dedicato all'arte dei tessuti stampati. Negli archivi del museo sono custoditi circa otto milioni di campioni di tessuti e disegni, importante punto di riferimento per i creatori di moda.

Oggi è domenica e la sosta quasi in centro città non è stata poi così difficile.

In conclusione, un'ultima considerazione.
Per percorrere l'itinerario della Route du Vin non è necessario essere estimatori del bianco o rosso nettare, si può anche essere astemi al cento per cento e trovarlo ugualmente interessante. Percorrere le strade sinuose di questo frammento d'Alsazia è un ritorno al passato, un contatto diretto con la natura che qui mostra ancora il suo volto più vero e genuino attraverso un paesaggio verde, morbido, ondulato e dolce.

E qui, come in poche altre regioni di questo Paese, sorge spontaneo dire: France, douce France…….

Informazioni pratiche

Lunghezza dell'itinerario: 350 km circa.

Dove sostare
I suggerimenti per le soste sono indicati accanto alle località citate nel testo. L'unica precauzione da prendere, in fatto di parcheggio, è quella che riguarda la Route du Vin poiché, essendo i villaggi molto piccoli oppure medievali, caratterizzati sovente dalle strette porte inserite nella cinta muraria, è consigliabile fermarsi all'inizio o alla fine del paese onde evitare di trovarsi incastrati in viuzze decisamente affascinanti ma dalle quali sarà problematico tirarsi fuori con dignità, nonostante l'indiscussa bravura di guidatori…….

Cosa acquistare
Ceramiche, cristalli, tessuti kelsch in lino o misto cotone, dolci, vini, eaux de vie.

Cosa gustare
Foie gras, choucroute (crauti con costine di maiale e salsicce) civet de lièvre (stufato di lepre) piatti a base di carne di anitre e oche serviti arrosto, stufati o in "confit".
Tra i dolci, le tartes flambée (crostate croccanti ricoperte di frutta o formaggio) e il kugelhopf (pandolce con uvetta, spolverizzato con zucchero e mandorle).
I vini sono superlativi, così come l'eau de vie, un liquore secco e incolore al sapore di frutta: si avrà veramente l'imbarazzo della scelta tra 25 tipi differenti.


Viaggio effettuato da Tosca Ferro nel Luglio 2002

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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