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AUSTRALIA

Great Ocean Road L'Australia è talmente vasta che è necessario pianificare l'itinerario per potere godere ovunque delle migliori condizioni meteorologiche e di paesaggio.

Precediamo a Sydney di alcuni giorni la nave in arrivo dalla Nuova Zelanda e abbiamo modo di visitare questa metropoli che in occasione delle Olimpiadi del 2000 è stata ammodernata. Fino a qualche decennio fa aveva una sua fisionomia di stampo anglosassone-mediterraneo ma adesso comincia a prevalere l'elemento asiatico.

La baia si articola in decine di fiordi e canali ne ovunque si vada si incontra sempre acqua.

Seguendo la costa fino a Melbourne facciamo una deviazione a Canberra dove non si ha l'impressione di essere in una grande area urbana ma piuttosto in un bel parco con alberi in fiore, prati e laghetti.

Proseguiamo lungo la Great Ocean Road, una delle più spettacolari strade costiere del mondo, lungo i suoi 300 chilometri segue il sinuoso andamento della costa, spesso sul filo della scogliera. I punti più panoramici hanno nomi pittoreschi e ci sono delle piazzole per ammirare il panorama.

Adelaide Melbourne ha perduto il ruolo di città più importante del continente e l'atmosfera è più tranquilla che a Sydney, in centro circolano ancora i tram degli anni Trenta, i caffè con i tavoli all'aperto richiamano il gusto nostrano: gran parte della popolazione è infatti di origine italiana e greca.

Poche decine di chilometri ad Ovest comincia il bush, termine che qui indica un terreno non coltivato, praticamente quasi l'intero paese.

Dopo un migliaio di chilometri arriviamo a Adelaide, la città forse più graziosa di tutto il continente con nobili edifici vittoriani.

E' una tappa godibilissima e quasi obbligata per chi vuole visitare la zona vinicola circostante.

Poco più a nord sono già evidenti i tipici contrasti del paesaggio australiano: spesso da una parte dell'autostrada si estende il bush con la sua rada vegetazione, mentre dal lato opposto sembra di essere in una terra promessa di campi verdeggianti, pascoli, sconfinate piantagioni di agrumi e vigne - decine e decine di chilometri di vigne, di una vastità che non abbiamo mai visto in Europa.

Wave Rock - l'onda di roccia Dopo 6.000 chilometri siamo nuovamente a Sydney ma se guardiamo la carta stradale ci prende lo sgomento perché dell'Australia abbiamo visto solo una piccolissima parte e, per giunta, la più facile, quella con strade migliori e i maggiori centri abitati.

Fra qualche settimana ci aspettano gli spazi sconfinati dell'outback.

Sull'autostrada che porta verso Brisbane incrociamo centinaia di roulotte: sono pensionati che tornano a sud dopo aver trascorso l'inverno sulla calde coste del Queensland.

La prima lunga sosta la facciamo a Coolangatte, una deliziosa cittadina di mare. Il suo nome ci fa sorridere, ma in Australia di posti dai nomi strani, spesso aborigeni, ne incontriamo tanti: Wagga Wagga, Wooroonooan, Boomahnoomoonah, Mullumbimby, Gin Gin….

Man mano che si sale a nord il paesaggio assume un carattere sempre più tropicale e le piantagioni di canna da zucchero si estendono per centinaia di chilometri. Lungo la strada si può acquistare frutta fresca su bancarelle self-service: cassette colme di manghi, banane e avocado, una bilancia e un bussolotto in cui si mettono i soldi dopo aver pesato da sé la merce, senza un venditore né controllo.

Pinnacle National Park Sulle spiagge ci sono ancora turisti ma sembra che nessuno abbia voglia di fare il bagno: sta infatti iniziando la stagione in cui comincia ad apparire una micidiale specie di medusa il cui veleno è mortale, tanto che alcuni brevi tratti di spiaggia sono protetti dalle reti.

Dopo Cairn lasciamo la costa e iniziamo il nostro viaggio nell'outback, la vera Australia, come ci è stato detto più volte. Giorno dopo giorno il paesaggio si fa sempre più desertico, perfino i minuscoli villaggi sono spariti, la terra grigia sta diventando sabbia rossa e anche l'ultima stazione radio ci dà l'addio.

Quando cala l'oscurità ci fermiamo nei parcheggi lungo la strada: spiazzi polverosi con un mulino a vento dalle pale di lamiera e una cisterna dell'acqua. Questo è il momento in cui cominciano a muoversi gli animali, i canguri in particolare rappresentano un pericolo e ad investirli in piena velocità c'è da lasciarci la pelle; per questo i camion hanno davanti al radiatore dei poderosi paraurti che chiamano roo-bars.

Quando si entra nel Northern Territory il paesaggio diventa ancora più monotono e dalla strada principale si diramano piste sabbiose che conducono a sperdute station di bestiame lontane anche centinaia di chilometri; all'incrocio c'è un bidone verniciato di bianco dove il postino, una volta alla settimana, depone i pacchi e la corrispondenza. Le roadhouse sono sempre più distanti l'una dall'altra: poche case dal tetto di lamiera, un distributore di carburante il cui prezzo aumenta in proporzione alla lontananza dalla costa, un modesto spaccio di generi alimentari.

Arrivare a Alice Springs ci sembra quasi un sogno, come un'oasi irraggiungibile. In realtà è solo una cittadina formata da un reticolo di strade roventi sotto il sole. Dopo due settimane di deserto rivediamo supermercati, banche, parcheggi pieni di fuoristrada coperti di polvere rossa e addirittura semafori e parchimetri.

Ayers Rock Arrivati ad Alice Springs si pensa che la mitica Ayers Rock sia nei dintorni, invece mancano ancora 400 chilometri, un'altra giornata di guida sotto il sole accecante con una temperatura che di giorno sale fino a 40°.

Quando mancano ancora una trentina di chilometri appare finalmente sullo sfondo; dal primo giorno che siamo in Australia l'immagine di questa montagna rossa ci ha quasi perseguitato: la vedevamo raffigurata dappertutto, dalle copertine delle guide turistiche ai calendari e ci chiedevamo che reazione avremmo avuto quando ce la saremmo trovata davanti.

Giungiamo alla sua base all'ora del tramonto e restiamo senza fiato: è molto più grande e imponente di quanto pensassimo ed emana una forza magnetica.

Restiamo affascinati ad osservare il colore della roccia che lentamente volge a violetto, al grigio ed infine al nero; quando ormai intravediamo solo una sagoma scura contro il cielo stellato, rimettiamo in moto e raggiungiamo il campeggio.


Dintorni di Ayers Rock Dopo una settimana trascorsa nei dintorni dell'Ayers Rock riprendiamo il viaggio verso Nord lasciandoci alle spalle le tondeggianti sagome delle Olgas.

Ci attendono centinaia e centinaia di chilometri di rettilineo sempre uguale fino a Darwin e ancora 4350 fino a Perth attraverso la Western Australia, lo stato più grande del paese.

Broome è una delle poche cittadine che incontriamo e ci fermiamo per riprendere fiato per qualche giorno.

Quando ripartiamo troviamo un forte vento contrario che ci accompagnerà per le prossime due settimane: il consumo di carburante aumenta paurosamente e occorre tenere d'occhio il livello del serbatoio.

A Exmouth ritroviamo la barriera corallina che, a differenza di quella della costa orientale, è a pochissima distanza dalla costa.

Ci fermiamo con altri camper in riva a un billabong, un piccolo stagno di acqua salmastra, a due passi dalla spiaggia. Sono ancora giorni di relax assoluto, a diretto contatto con una natura da paradiso terrestre.

Perth Perth è una città moderna disposta su terrazze naturali che scendono al fiume Swan. Ha bei parchi e un centro animato, dove si stanno stendendo ghirlande di finto abete e luminarie perché il Natale è ormai vicino.

Ci fa una strana impressione, perché pensiamo al freddo, al cappotto, alla neve: qui invece fra qualche settimana saranno tutti in spiaggia con temperature di fuoco.

Ci spostiamo a Fremantle, il porto di Perth, e possiamo parcheggiare il camper al circolo italiano: la nostra comunità è composta quasi esclusivamente da pescatori provenenti da Capo d'Orlando in Sicilia, che qui si dedicano alla pesca delle aragoste.

Dopo qualche giorno troviamo un imbarco per la prossima destinazione: l'Asia.

Spiaggia sulla costa occidentale

continua...


"La maggior parte di noi porta dentro di sé per tutta la vita un sogno, per noi questo sogno è stato quello di poter fare, un giorno, un viaggio in camper intorno al mondo. Un viaggio che si è alimentato per decenni di letture, proiezioni, incontri con persone che, con i loro racconti, ci rendevano partecipi delle loro esperienze in paesi lontani.
Poi un giorno il sogno diventa realtà e allora sei tu che vorresti trasmettere ad altri le tue emozioni.
Così è nata l'idea di scrivere un libro, che vuole essere una testimonianza della nostra esperienza attraverso i cinque continenti.
Il titolo è 'Vagator - 7 anni in camper intorno al Mondo' - che viene presentato sul sito www.campervagamondo.it."
Cesare Pastore


Viaggio effettuato nel 2001-2002 da Cesare Pastore, www.campervagamondo.it.

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE.


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