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COPENAGHEN

Allegra, vivace, frizzante e romantica: gli aggettivi si sprecano per definire la capitale danese. Ma non finisce qui perché è considerata anche "Porta del Baltico", "Città fatata di Andersen" "Parigi del Nord", oltre che un'ennesima "Venezia del Nord". E fra tutti questi luoghi comuni, l'ultimo è quello che con orgoglio (per niente malcelato) apprezzo di più anche se, ovviamente, Venezia è unica.

C'è da dire che la capitale danese è una delle mete preferite per i turisti italiani e c'è da sottolineare che questo feeling si sta rivelando, sempre di più, anche sotto l'aspetto gastronomico. Perché se è vero che il turista italiano, notoriamente curioso e goloso, ha da un pezzo imparato ad apprezzare la cucina danese iniziando magari dallo smorrebrod, il classico spuntino nazionale, è altrettanto vero che a Copenaghen continuano ad aprire e a prosperare ristoranti dagli italianissimi nomi quali: "Pastamania", "Pasta Basta", "Frascati", "Vesuvio", "Via Appia", "Quattro Fontane" e via discorrendo, oltre naturalmente alle innumerevoli pizzerie dalle inconfondibili insegne ispirate al nostro tricolore. Amore reciproco, quindi? Direi proprio di sì.

Amo molto il Nord Europa che resta, per svariati motivi, una delle mete preferite dei miei viaggi estivi e torno sempre volentieri a Copenaghen, anello di congiunzione tra il Grande Nord Scandinavo e il Grande Sud Europeo.

Copenaghen (in danese Kobenhavn "porto dei mercanti") sorge in parte sull'isola Sjaelland ed in parte sulla costa settentrionale dell'isola di Amager, ha di fronte la città svedese di Malmo e nel corso degli anni, a seguito di un forte sviluppo urbanistico, ha inglobato anche le confinanti città di Frederiksberg e Gentofte.

E' una città pianeggiante e questo spiega l'altissimo numero di biciclette che vi circolano, i cui proprietari reclamano vivamente la loro corsia.

Sia che vi si arrivi da sud che da nord del Paese, i quartieri periferici di Copenaghen hanno pressappoco il medesimo aspetto: grandi caseggiati intervallati da minuscole villette, ampi viali, traffico scorrevole che diventa però intenso man mano che ci si avvicina al centro.

La zona più animata della città è lo Stroget, la strada pedonale che partendo da Radhus Pladsen arriva a Kongens Nytorv attraverso Frederiksberggade, Nygade, Vimmelskaftet, Amagertorv e Ostergade.

Appena arrivata a Copenaghen faccio invariabilmente le stesse cose. Dopo aver sistemato il camper in un punto abbastanza vicino al centro città, vado al Tourist Information, situato accanto al parco divertimenti del Tivoli, per costatare se c'è qualcosa di nuovo o appena inaugurato da vedere, poi mi avvio verso Stroget e a questo proposito vorrei dare un suggerimento. Se lo si percorre la mattina non è molto affollato, si possono visitare i monumenti e le chiese che vi si affacciano o che si raggiungono con brevissime deviazioni, in tutta tranquillità. Se invece si desidera assaporare il "colore" di quest'arteria pedonale lunga quasi 2 km, è decisamente consigliabile il pomeriggio quando gli artisti di strada rendono "viva" Stroget.

Su Stroget si affacciano negozi e grandi magazzini eleganti, ristoranti, pub e locali di divertimento. Ma è la folla ininterrotta che passeggia a rendere vivace questa strada, come pure i numerosi personaggi che vi si esibiscono: mimi, suonatori di svariati strumenti, giocolieri, complessini musicali, caricaturisti, …. e l'elenco potrebbe ancora continuare: praticamente ogni dieci metri c'è un'attrazione o meglio un motivo per fermarsi, ecco perché diventa piacevolissimo percorrere Stroget. Dimenticavo i giocatori di scacchi che propongono a tutti, turisti compresi, una sfida pubblica. E ho visto turisti (ma anche copenaghesi, per la verità) essere liquidati in un battibaleno da questi abilissimi campioni: il più delle volte ti sei appena seduto e già sei battuto!

E ho lasciato per ultimo lo shopping che Stroget offre in maniera superlativa. Il design danese, sia tradizionale sia moderno si trova soprattutto da Illum Magasin e Illums Bolighus mentre ad Amagertorv spicca l'elegante negozio di Georg Jensen, il "re danese dell'argenteria". E sempre ad Amagertorv si trova il negozio della Royal Copenhagen che propone inoltre la visita guidata (a pagamento) alla manifattura sita nel quartiere di Frederiksberg.

Due parole al riguardo di quest'antica manifattura che fu fondata nel 1775 su editto del re Cristiano VII, col nome di Kongelige Porcelainfabrik. Il sovrano desiderava che la sua reggia disponesse di un vasellame prestigioso e per questo motivo tutta la produzione era destinata alla corte, ma l'interesse dei nobili e dell'alta borghesia per questo "oro bianco" fu tale che la regina madre, Juliane Marie, decise di aumentare la produzione dei servizi decorati con i celebri motivi Blue Fluted e Blue Flower assicurando così alla manifattura un rapido consolidamento. Lo stabilimento è un vero alveare di disegnatori, vasai, smaltatori, stampisti addetti alla cottura e decoratori e durante la visita si possono vedere i forni di cottura, il reparto decorazione, le sale del museo ed infine i locali della rivendita dove è possibile acquistare i famosissimi oggetti, compresi quelli di seconda scelta ed i modelli di cui è cessata la produzione.

Una cosa che mi ha colpito della produzione Blue Fluted (Flauto Blu) è l'incredibile numero di pennellate necessarie ad un abile artigiano per decorare un piatto: sono all'incirca 1197 e la guida ripete più volte questo numero precisando che l'artigiano deve essere abile, molto abile! Però….

Un altro negozio a cui non manco mai, ma proprio mai, di fare una visita (ma sarebbe meglio dire fare acquisti in quantità) è quello di Sostrene Grenes Okonomimarked, sempre ad Amagertorv. In Danimarca vi sono molti negozi di questa catena, ma quello di Copenaghen è il più divertente. Qui si trovano prodotti provenienti da tutto il mondo, compresi oggetti strampalati, dall'uso a volte misterioso e dai prezzi stracciatissimi. E qui si trovano anche specialità alimentari provenienti da tutto il globo e quest'anno ho trovato pure i grissini torinesi, uguali a quelli che ho nel camper e che tengo di scorta, caso mai mancasse il pane. In queste peregrinazioni (chiamiamole così) da un negozio all'altro, Giovanni non mi segue perché le nostre idee sono un po' differenti per quanto riguarda lo shopping. Così mi aspetta nei pressi, comodamente seduto (poiché caffè e panchine non mancano su Stroget), in compagnia della guida turistica e del suo amato quotidiano. A questo proposito devo sottolineare che nella capitale i quotidiani italiani arrivano nelle edicole abbastanza presto, in mattinata comunque. E Giovanni mi segue anche, ma giusto per fare due passi e solo per cortesia, nel mio appuntamento copenaghese in Israels Plads. Qui, il sabato mattina, ha luogo il Mercato delle Pulci, ed io che sono un'appassionata del piccolo collezionismo, torno sempre volentieri in questo vivace mercato dove acquisto invariabilmente qualche oggetto simpatico o solo vecchio anche se non proprio antico, che va ad aggiungersi ai miei souvenir.

E per concludere l'argomento shopping mi viene in mente, proprio in questo momento, la vetrina di un negozio in Stroget. Sto passeggiando con guida e cartina alla mano quando due manichini di un negozio di abbigliamento catturano la mia attenzione. "Non è possibile…" dico tra me e me, ma sono assolutamente sicura di non avere le traveggole: eppure quei manichini si muovono! Mi avvicino e non ho alcun dubbio: in tenuta intima-sportiva quei due "umani" (perché è di due ragazzi che si tratta) alti, biondi, occhi azzurri ed un fisico decisamente palestrato, si muovono, parlano, e illustrano ai passanti le caratteristiche del loro abbigliamento. Caspita! Non l'avevo mai vista una pubblicità così originale, neanche a Londra……

E continuando il nostro itinerario arriviamo in una zona pittoresca che si trova appena dopo Kongens Nytorv e precisamente lungo il canale Nyhavn, sulle cui sponde si possono ammirare le coloratissime case del 18° secolo, oggi quasi tutte trasformate in bar e caffè. Soprattutto qui, verso sera, i caffè e i ristoranti sono frequentati non solo da turisti ma anche, e soprattutto, dai copenaghesi che, terminato il lavoro e in compagnia di un amico o di un collega vengono a bere una birra che viene servita in enormi calici. C'è anche chi preferisce berla seduto per terra e così, lungo i marciapiedi, si possono contare decine e decine di giovani con accanto ingenti quantità di bottiglie, e non solo Tuborg o Carlsberg ma anche Pilsner, Lager, Faxe, Ceres….

Nel nostro girovagare, naturalmente non abbiamo tralasciato la Copenaghen del tempo passato, nei cui musei e palazzi aleggiano le presenze del vescovo Absalon, suo fondatore e del re Cristiano IV, per merito del quale la città fiorì.

Il sovrano Cristiano IV aveva una particolare predilezione per le costruzioni e così, tra una guerra e l'altra, ideava e faceva realizzare edifici che oggi sono punti di riferimento della capitale: il Castello Rosenborg, la Borsa e la Torre Rotonda.

E a proposito di quest'ultima, si dice che il sovrano abbia dato un tocco personale alla sua costruzione forgiando le code dei quattro draghi che ornano la cuspide e con un po' di fantasia possiamo anche immaginarlo, mentre dirige i lavori, vestito di velluto nero ricamato in argento, con guanti, stivaloni alle cosce e una benda di seta bianca sull'occhio cieco…

Una parte medievale della capitale si trova lungo la Laederstraede e Kompagnistraede, anch'esse pedonali e subito dopo Amagertorv: questo tratto è chiamato dai copenaghesi semplicemente "Straedet": la Strada. E' una zona molto bella e tranquilla dove, tra gli edifici d'epoca che conservano intatto il loro fascino, sono inseriti caffè e ristoranti, gallerie d'arte, rigattieri e antiquari.

A due passi, Gammelstrand, che con Nyhavn e Langelinie è punto di partenza per i giri dei canali e del porto. E dopo aver perlustrato Straedet siamo ormai arrivati al Castello di Cristianborg, sede del Parlamento. Qui, nel 1167 Axel Hvide, meglio conosciuto come il vescovo Absalon, costruì la prima fortezza della città, le cui fondamenta sono oggi visibili sotto il castello.

Poi, ritornando sulla piazza di Kongens Nytorv dove Cristiano V campeggia su statua equestre ed aver superato Charlottemborg, il centro delle esposizioni artistiche della capitale, arriviamo ad Amalienborg.

La residenza reale è visitabile soltanto in parte e quindi il cortile antistante non è mai affollato (all'infuori del momento del cambio della guardia); offre però una bella vista d'insieme per via del grandioso colonnato che lo circonda (pare di pietra, in realtà è di legno: basterà sfiorarlo con la mano per sincerarsene).

Osservando oggi l'imponenza di Amalienborg, Cristianborg e Rosemborg non si direbbe che Copenaghen, fino alla metà del XII secolo fosse soltanto un villaggio di pescatori sull'isola Slotsholmen.

Attraverso i personaggi che contribuirono a scrivere la sua storia nei secoli, dal vescovo Absalon che la fondò e le diede il primo nome di Axelhus, a Cristoforo di Baviera che la elesse capitale; da Cristiano IV che la rinnovò a Cristiano V che la riedificò dopo molteplici incendi, Copenaghen crebbe in importanza sia commerciale sia navale tanto da diventare capitale anche di Svezia e di Norvegia oltre che di altri territori sul mar Baltico; questo spiega inoltre la sua posizione geografica che sembra un po' decentrata rispetto all'intera Danimarca.

E dopo Amalienborg, proseguendo su Bredgade, arriviamo all'Esplanaden dove un Museo conserva le testimonianze della Resistenza durante la seconda Guerra Mondiale.

Qui troviamo anche il Kastellet, la Cittadella, con fortificazioni a pianta stellare, costruita nel 1660 a difesa del porto. E naturalmente non abbiamo dimenticato in Langelinie Promenade "Den Lille Havfrue", la Sirenetta, simbolo della città, personaggio della favola di Andersen che da anni continua, in un alternarsi di sfregi e successivi restauri, ad osservare il mare dal suo scoglio.

Dopo la visita meticolosa ed affascinante alle bellezze architettoniche ed ai Musei, si ritorna, inevitabilmente su Stroget. Ma anche qui, Copenaghen è imprevedibile: basta deviare appena sulle vie laterali e la folla scompare: si ha la sensazione di essere in una tranquilla città di provincia e si riesce così a cogliere un'immagine diversa della capitale.

Si possono vedere laboratori di artigiani in locali poco illuminati o minuscoli esercizi dove la gente si rifornisce per il vivere quotidiano. Si possono cogliere ed assaporare scorci insoliti in centro città: piccoli, colorati ed invitanti chioschi di frutta e fiori; angoli verdi dove sostare per un attimo di relax, oppure scoprire in Klosterstraede bellissime case a graticcio.

E visto che siamo nei pressi di Stroget sarebbe un vero peccato tralasciare quella specie di Quartiere Latino che è diventata la zona circostante Larsbiornstraede. La parte compresa tra Frederiksberggade, Vester e Norre Voldgase, un tempo assai degradata e sinonimo di prostituzione e traffici illegali, a partire dagli Anni 70 ha completamente cambiato volto grazie al fatto della sua vicinanza con l'Università. E tenendo conto che sono 26000 gli studenti dell'ateneo su meno di un milione e mezzo di copenaghesi, si può comprendere facilmente il clima giovanile e vivace che si respira in questo quartiere, sede della prestigiosa università fondata cinque secoli fa. Abbiamo forse dimenticato il Tivoli? Ma neanche per idea!

L'ultima sera di permanenza a Copenaghen la trascorriamo, come d'abitudine, al Tivoli, il grande parco di divertimenti dove l'anima mediterranea si fonde con le tradizioni nordiche, con l'aggiunta di un pizzico di esotismo.

Qualche cifra per dare un'idea di ciò che è il Tivoli. Oltre 300.000 i mq della sua superficie; più di 280 milioni sono le persone che hanno visitato fino ad oggi il Parco con una media di 5 milioni l'anno; 100.000 circa sono le lampadine colorate che lo illuminano e migliaia e migliaia di fiori ricoprono le aiuole che un vero esercito di giardinieri, dopo la chiusura serale, provvede a risistemare. Devo dire comunque che il Tivoli è un po' differente dai Parchi Divertimento che siamo abituati a vedere; ci sono ovviamente tutte le attrazioni classiche del luna park però qui abbondano anche i teatri, compreso quello pantomimico, e le sale concerto, vi sono circa 40 tra ristoranti e trattorie oltre gli innumerevoli caffè e negozietti di ogni specie.

Numerosi i teatri all'aperto dove ad ore alterne e in diversi punti del Parco orchestre di molti elementi si esibiscono suonando musica che va dal valzer, al tango, polka, mazurka e via dicendo. C'è chi balla, chi guarda e chi, in una delle comode poltrone antistanti il palco, fa una sosta per riprendere un attimo di fiato dopo tanto girellare. E noi siamo tra questi ultimi e, mentre facciamo riposare le nostre doloranti estremità, ci guardiamo intorno. Molti copenaghesi, turisti di tutte le nazionalità ma soprattutto italiani. Famiglie con bambini, giovani coppie e gruppetti di giovani che ridono e scherzano lasciando trasparire i vari italici dialetti. Ad un certo punto due ragazzi si avvicinano al palco e, come si usa da noi, chiedono al direttore d'orchestra di suonare il brano de Las Ketchup, il tormentone dell'estate canora italiana. Io li guardo e sorrido divertita perché una scena simile l'ho già vista altre volte e so già in anticipo come andrà a finire. Il direttore guarda i due ragazzi e fa finta di non capire ma i due, imperterriti, ripetono la richiesta prima in francese e poi in inglese, ma non succede nulla. E i due ragazzi, pensando che il direttore non abbia capito, mimano il ballo scatenando l'ilarità del pubblico. Finalmente Il direttore annuisce, poi alza la bacchetta, ed attacca con il valzer "Wonderful Copenaghen" che ha la meglio, in modo travolgente, sul brano de Las Ketchup…..

Sul finale, alcuni scoppiettii annunciano i fuochi d'artificio e la gente comincia ad avviarsi senza fretta verso il laghetto davanti al Teatro all'aperto dove, come ogni mercoledì e sabato ha luogo un grandioso spettacolo pirotecnico. E oggi infatti è sabato e stasera si conclude il nostro breve soggiorno in una delle città nordiche più vivaci, sicuramente una tra le più visitate dai turisti. Il suo volto più noto è quello fatto di attrattive legate al patrimonio architettonico, ai molteplici divertimenti e alle molte curiosità che la rendono allegra e colorata, tutti ottimi elementi per indurci ad una prima od ennesima visita.

Ma non è tutto, perché c'è un'altra Copenaghen da vedere o meglio da vivere ed è la città che lavora, quella che di turistico ha ben poco. Per vivere qualche momento di locale vita quotidiana, basterà trovarsi dalle parti delle stazioni di Norreport e Vesterport la mattina di buon'ora quando migliaia di persone, provenienti dai quartieri dormitorio di Gentofte, Lyngby e Holte scendono dai bus e dalle auto per raggiungere il lavoro in centro città. E verso mezzogiorno sarà sufficiente entrare in uno dei tanti caffè e chioschi e mescolarsi tra la gente che riempie la pausa pranzo con un semplice smorrebrod oppure, cedendo alle nuove tendenze, consuma una baguette al prosciutto o una pizzetta per fare poi due passi sotto il pallido sole nordico.

Lontano dai classici itinerari turistici, si avrà allora la sensazione di vivere veramente in una "città a misura d'uomo". Un altro luogo comune? Niente affatto! E' in assoluto, a mio parere, il complimento più vero e più bello che si possa fare ad una città, a maggior ragione se è una capitale.


Qualche informazione pratica.

Dove sostare
- Punto sosta tra la Falk e il comando di Polizia in Bernstorfesgade, alle spalle del Tivoli.
- Parcheggio City Camp in Vebisgade, a 600 mt dal Tivoli e dalla Stazione Centrale, con carico-scarico acqua, servizi, elettricità.
- attorno a Copenaghen vi sono diversi campeggi, tutti però alquanto distanti dal centro città.

Copenaghen Card
Se prevediamo di fermarci nella capitale almeno un giorno è' conveniente la Copenaghen Card Comprende il biglietto di viaggio illimitato per autobus e treni della grande area metropolitana inclusa la Selandia del Nord, Roskilde e Koge; sconti dal 25 al 50% sui traghetti per la Svezia e l'ingresso gratuito in oltre 60 Musei. E' acquistabile presso gli Uffici Turistici, le stazioni ferroviarie e le agenzie di viaggio.

Biciclette
Se la bicicletta non è nostra fedele compagna di viaggio, nessun problema. Potremo noleggiarla oppure, con un piccolo deposito, averla gratis per visitare la città. Sono 150 i depositi dove con una moneta si può staccare la bicicletta e, dopo averla usata, riagganciarla in uno dei punti predisposti.

Cosa acquistare
Porcellane, vetri e cristalli, oggetti in argento, ambra, piumini da letto, maglioni fatti a mano nelle classiche geometrie scandinave, oggetti di design moderno, pipe di ogni foggia e materiale

Cosa gustare
Oltre allo smorrebrod dalle molteplici guarniture, ottimo il pesce come le aringhe, i gamberetti, il salmone, le sogliole e le ostriche. Tipici piatti di pesce sono la muslingesuppe (zuppa di cozze), stegt rodspoette (sogliola impanata), fersk roget makrel (sgombro affumicato) e stegt hornfisk (aguglia in padella). Piatti tradizionali di carne sono helstegt oksesteg (arrosto di manzo), svinemorbrad (lombo di maiale) e le frikadeller ossia le polpette di carne fritta. Squisiti i dolci: l'appelsinfromage (semifreddo di limone) e lagkage (torta di sfoglia, panna montata, marmellata e canditi)


Viaggio effettuato da Tosca Ferro ad Agosto 2002

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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