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Camping Sport Magenta

LES PLAGES DES LANDES
ET
LES CHATEAUX DE LA LOIRE 1997

Viaggio in Italia, Francia

19 Luglio - 15 Agosto 1997

Con la partecipazione di

Alessandra, Diana, Gabriella & Gabriella, Roberto

AUTOMEZZI
Motorhome Safariways Gomes su Fiat Ducato 14
Motorhome Safariways Vasco de Gama su Iveco Daily 35.8



  1. Prefazione
  2. Castel Gandolfo Civitavecchia Albinia - Km 170.
  3. Albinia Rosignano M. Genova Ventimiglia Area "La Scoperta" - Km 536.
  4. Area "La Scoperta" Frejus St. Tropez Parking "Bonne Terrasse" - Km 134 .
  5. Parking "Bonne Terrasse" - Km 0 .
  6. Bonne Terrasse" La Croix Valmere Hyeres Toulon Marseille Martigues Pont de Crau - Km 236.
  7. Pont de Crau Arles Salin de Giraud Plage de Piemancon - Km 81.
  8. Plage de Piemancon Salin de Giraud St. Maries de la Mer - Km 74.
  9. St. Maries de la Mere Aigues Mortes Sete Agde Cabanes de Fleury - Km 182.
  10. Les Cabanes de Fleury - Km 0.
  11. Cabanes de Fleury Salles d'Aude St. Pierre de la Mer Area Gruissan - Km 35.
  12. Area Gruissan Narbonne Plage Area Gruissan - Km 10.
  13. Area Gruissan Narbonne Plage Narbonne Lezignan Corbieres Capendou Trebes - Km 89.
  14. Trebes Carcassonne Mirpoix Foix Camping du Lac de Peyran - Km 132.
  15. Camping du Lac de Peyran St. Girons Lannemzan Tarbes Lourdes Tarbes Aire La Pyrennese - Km 185 .
  16. Aire La Pyrennese Bayonne Biarritz Labenne Capbreton Messanges Plages - Km 215.
  17. Messanges Plage - Km 0.
  18. Messanges St. Girons Plage Cap de l'Homy Mimizan Parentis Sanguinet Mios Ares Lacanau - Km 219.
  19. Lacanau Ocean Carcans Plage Le Pin Sec Le Verdun Royan Saintes Cognac - Km 205.
  20. Cognac Saintes Rochefort La Rochelle Ile de Re Plage de la Patache - Km 168.
  21. Plage de la Patache Phare des Baleines La Rochelle - Km 67.
  22. La Rochelle Lucon Montaigu Nantes Ancenis Varades - Km 217.
  23. Varades Angers Saumur Montsoreau Chinon Usse' Azay le Rideau - Km 166.
  24. Azay le Rideau Tours Amboise Chenonceaux - Km 77.
  25. Chenonceaux Chaumont sur L. Blois Chambord Bracieaux - Km 92.
  26. Bracieaux Chambord Romorantin Vierzon Bourges - Km 115.
  27. Bourges Moulins Varennes sur A. La Palisse Roanne Lyon Aire d'Isle d' Abeu(A43) - Km 338.
  28. Aire d'Isle d'Abeu(A43) Grenoble Pont de Pensonnas Gap Barcellonette La Condamine - Km 267.
  29. La Condamine Col de Larche Cuneo Savona Genova Grosseto Civitavecchia Castel Gandolfo - Km 756.



Prefazione.
Dopo l'impegnativa galoppata portata a termine la scorsa stagione, per quest'anno ci siamo prefissi come obiettivo principale del viaggio estivo soprattutto sole, mare, spiagge e relax. Dai diari dei vecchi viaggi in Spagna, recuperiamo le informazioni riguardanti il sud della Francia e ci accorgiamo di aver sempre saltato la Camargue. Navigando su Internet apprendiamo di un'area di sosta per camper in prossimità di Frejus, così mettiamo in conto una puntatina a Saint Tropez e alla Costa Azzurra. Aggiungiamo anche Carcassonne e Lourdes, due mete classiche. Giunti a metà Pirenei, e visto che la dose di mare sembra ancora scarsa, proseguiamo con Biarritz e Les Plages des Landes. Su suggerimento di Renato e Marina, ci concediamo poi un bicchierino a Cognac ed un piatto di cozze a La Rochelle ed arriviamo così fino a Nantes. Visto che siamo sulla Loira, dovendo tornare a casa niente di meglio che una visitina ai rinomati castelli. Sulla via del ritorno prevediamo una sosta a Bourges, per la cattedrale, e il valico del Passo della Maddalena così l'itinerario è bello e completato. Preparati passaporti, carta verde e modello E111, giungiamo tranquillamente, alla fatidica data della partenza.



Sabato 19 Luglio 1997.
Appena tornati dal lavoro raccogliamo le ultime cose che mancano nel nostro bagaglio, annaffiamo le piante, stacchiamo la luce, chiudiamo acqua e gas, carichiamo le biciclette e partiamo che sono le 19.00. Tutto procede bene, temperatura fresca e traffico scorrevole. Percorrendo il tratto di A12 da Roma a Civitavecchia ci accorgiamo, con rammarico, di esserci dimenticati la nostra gloriosa Minolta, che ha documentato tutti i nostri viaggi. Arriviamo ad Albinia alle 21.20 ma troviamo il parcheggio vicino alla chiesa occupato dai banchi di un mercatino dell'antiquariato. Lasciata la strada principale, nel tentativo di percorrere una scorciatoia per raggiungere nuovamente l'Aurelia, finiamo in un ampio parcheggio, semivuoto, in cui già sostano altri mezzi. Ci sistemiamo che sono le 21.35. Prima ceniamo, poi usciamo per accompagnare Diana al vicino luna park ove facciamo le 23.30 tra giri sull'otto volante, pesche sfortunate e gelato. Per oggi mettiamo in conto una buona semitappa di 170 Km che consideriamo un ottimo risultato per rompere il ghiaccio. Domani si vola.

Domenica 20 Luglio 1997.
Il sole che ha scaldato il mezzo e le campane della parrocchiale sostituiscono la sveglia, anch'essa dimenticata, e ci inducono ad alzarci che sono le 8.40 mentre Diana, imperterrita, continua a dormire spaparacchiata nel suo letto. Acquistiamo una macchinetta fotografica automatica per sanare la mancanza della nostra amata Minolta. Riprendiamo l'Aurelia alle 10.20, là dove l'avevamo lasciata ieri, dirigendo verso Grosseto. Tutto procede senza intoppi. Il traffico è scorrevole e il caldo ancora non si fa sentire. Percorrendo agevolmente la superstrada, aggiriamo Grosseto e dirigiamo verso Livorno. In prossimità di Rosignano Marittima troviamo nuovamente l'accesso all'autostrada. Appena ripresa l'A12, ci fermiamo alla prima area di servizio che incontriamo, Fina Est, ove è segnalato un camper service. Ripartiamo alle 12.15 in direzione Viareggio. Superato il raccordo per Lucca e Firenze, anche se il viaggio continua a procedere piacevolmente, il caldo comincia a farsi sentire e la fame pure. Pressoché puntuali, alle 13.30. arriviamo all'area di servizio Santo Stefano di Magra Est, raggiunti alcuni minuti più tardi dal Gomes delle Gabrielle. Saluti, baci, abbracci e tutti a pranzo. Partiamo alle 15.40 in direzione di La Spezia e Genova. Presto iniziamo lo stressante attraversamento delle innumerevoli gallerie del tratto ligure. Volando, superiamo Genova e, alle 18.10, ci concediamo una sosta all'area Ceriale Nord per gustarci un gelato e goderci un poco di relax. Alle 19.45, arriviamo alla dogana di Ventimiglia avendo già percorso 515 Km. Ci fermiamo giusto il tempo per telefonare a casa. Alle 20.20 arriviamo e ci sistemiamo all'area di servizio La Scoperta alle spalle di Monte Carlo chiudendo la tappa a 536 Km. Ceniamo in armonia e, dopo aver scambiato due chiacchiere con le Gabrielle sul ritmo tenuto, data la fatica accumulata, alle 22.30, ce ne andiamo tutti a dormire. Sono circa le 24.00 quando veniamo bruscamente svegliati da una pattuglia della gendarmeria che ci avverte, noi e tutti gli altri equipaggi, di stare attenti ai furti e agli scippi. La cosa per come è stata condotta ci impressiona un poco ma la stanchezza è tale che, nonostante ciò, riprendiamo sonno in breve tempo.

Lunedì 21 Luglio 1997.
Sveglia alle 8.00. In meno di un'ora siamo in assetto di marcia riprendendo la A10 verso Nice e Cannes. Alle 10.00 raggiungiamo l'uscita per Frejus, St. Tropez. Avendo necessità di scaricare, ci fermiamo al Camping Frejus ove per 30 FFr, circa 9.000 lire al cambio corrente, riusciamo solo a fare rifornimento di acqua, in quanto la sanitary station, di cui è dotato il campeggio, è per noi inutilizzabile in quanto messa in un posto scarsamente accessibile da mezzi di grandi dimensioni. Smaltito il malumore, riprendiamo la via del mare immettendoci sulla RN98 in direzione di St. Tropez. La strada è buona ma molto trafficata e resa stretta dalle auto parcheggiate sui due lati. Si procede a velocità molto bassa attraversando continuamente zone balneari e godendoci ottimi scorci purtroppo per noi irraggiungibili. Alle 12.50 cogliamo al volo la prima vera occasione di sosta che ci si presenta. Appena superata St. Maxime troviamo uno spiazzo sterrato sul lato del mare ove vista la disponibilità di spazio riusciamo ad infilare i nostri due mezzi. Il posto è grazioso, ma non eccezionale. Il camper è parcheggiato a bordo strada. Di fronte abbiamo una piccola scarpata che conduce ad una spiaggia stretta e ghiaiosa poco frequentata, effettivamente in zona c'è di meglio, ma è ad uso esclusivo dei vip stanziali. Il mare è un intreccio di macchie azzurre, smeraldo e ondine scintillanti sotto un sole cocente. Dall'altra parte della baia si staglia netto l'abitato di St. Tropez con una fornita schiera di panfili disposti davanti alla rada e al porto. Roberto scende al mare, con Diana, giusto il tempo per saggiare la temperatura dell'acqua, rivelatasi non eccessivamente calda, rispetto alla torrida presenza del sole, appena attenuata da un vento costante e fresco. Mentre noi pranziamo le Gabrielle cadono in un lungo e profondo sonno ristoratore. Riscesi al mare, scambiamo opinioni con un equipaggio di Cuneo che ci conferma la ricettività della spiaggia di Piemancon, in Camargue, uno dei nostri prossimi obiettivi. Raccolti sassi e conchiglie, alle 18.00, pensiamo sia meglio premunirci per passare una notte più tranquilla di quella scorsa, così ci rimettiamo in marcia. Seguendo sempre la costiera RN98, arriviamo fino in fondo alla baia, località La Foux, dove seguiamo la RN98A verso St. Tropez. Giunti in prossimità dell'abitato, non avendo trovato alcun posto di nostro gradimento, concordiamo di tentare di raggiungere Cap Camarat, nella speranza di poterci sistemare intorno al faro. Prendiamo allora la D93 che, oltretutto, indica chiaramente "les plages", la seguiamo per una decina di chilometri fino a trovare le indicazioni per il Phare de Camarat. Giriamo a sinistra e ci inoltriamo in una strada che sembra andare nel nulla, anche se nella direzione giusta. Percorsi alcuni chilometri, ci ritroviamo ad un quadrivio ove la strada per il faro attraversa un ponticello, troppo stretto non solo per i nostri mezzi, la strada di destra dirige verso un supermercato mentre quella di sinistra dirige verso il mare. Procediamo per istinto. Imboccata la via sinistra, dopo un breve tratto, cominciamo a vedere cartelli di divieto di accesso ai camper, veramente giustificati dalla scarsa altezza della vegetazione arborea. Non avendo spazio per girare siamo costretti ad andare avanti. Arriviamo così, per puro caso, al parking comunale Bonne Terrasse, del comune di Ramatuelle, posto ad una estremità della lunghissima plage de Pampelonne, fornito di acqua potabile, scarichi a pozzetto, docce, bagni e tanto spazio tutto per la modica cifra di 20 FFr, circa 6000 lire, per 24 ore. La cosa ci rincuora l'animo, pensare che con quello che abbiamo speso a Frejus, solo per l'acqua, avremmo potuto sostare qui quasi due giorni. Sistemati in un batter d'occhio, carichiamo le docce solari di entrambi i mezzi, scarichiamo le biciclette e ci prepariamo per una fresca e ventilata cena all'aria aperta. Mettiamo così fine alla tappa a 139 Km.

Martedì 22 Luglio 1997.
La notte, passata eccessivamente tranquilla, ha regalato a Roberto un bel torcicollo. Facciamo colazione, poi il gruppo si divide. Diana, Alessandra e Gabriella vanno in bici al mare, mentre Roberto e l'altra Gabriella, anch'essi in bici, vanno prima al supermercato a fare la spesa. La mattinata passa così, tranquilla e serena, tra bagni, di sole e di mare, e passeggiate sulla scogliera. Pranziamo all'aperto, sotto la veranda del camper delle Gabrielle, poi, quando il sole comincia ad essere meno cocente, torniamo in spiaggia.Per la cena ci attrezziamo all'aperto, come per il pranzo. Finiamo la giornata a giocare a carte nei camper, dopo che alcune isolate gocce di pioggia ci hanno spinto ad una precipitosa ritirata.

Mercoledì 23 Luglio 1997.
Il tempo si è prontamente rimesso al bello anche se il vento sembra più forte dei giorni scorsi. Dopo colazione andiamo tutti verso la spiaggia, ove speriamo di ripetere le piacevoli prestazioni di ieri. Purtroppo il mare mosso ha scaricato a riva molta sporcizia, ed altra attende galleggiando. Non ci resta che starcene al sole e ricavarci una vaschetta pulita tra gli scogli, buona solo per il bagno di Diana. Alle 13.00 torniamo ai mezzi, pranziamo tutti assieme, ci trastulliamo scherzando e giocando poi, alle 15.00, pigramente, cominciamo i preparativi per la partenza. Alle 17.10 partiamo verso la Camargue. Raggiunta rapidamente la D93, prendiamo la direzione di La Croix Valmer. La strada si snoda in un continuo susseguirsi di curve e saliscendi a mezza costa ora allo scoperto, ora in una buia galleria sotto le fitte fronde degli alberi. Gli stupendi panorami che si scoprono non possono essere goduti dagli autisti, ai quali non è concessa che qualche breve e sporadica distrazione dalla guida. Giunti a La Croix Valmer ci immettiamo sulla più agevole, ma più trafficata, RN559 in direzione di Le Lavandou. Alle 18.50, percorsi appena 62 Km in un'ora e venti, arriviamo a Hyeres ove proseguiamo in direzione Toulon e presto prendiamo la A570. In meno di un'ora superiamo Toulon e prendiamo la A50 verso Marseille, che raggiungiamo e superiamo agevolmente parte in soprelevata e parte in sotterranea. Lasciata la metropoli e presa la A55, dirigiamo verso Martigues e presto ci si aprono davanti stupendi panorami sull'etang de Berre, non altrettanto gradevoli sono però le visioni delle aree di parcheggio, tutte troppo strette e anguste per essere utilizzate per la notte incombente. Accesi i fari, proseguiamo fiduciosi prendendo la rettilinea RN558 che lambendo la zona industriale di Port St. Louis ci porta fino alla periferia di Arles. Siamo tutti stanchi e anche un poco preoccupati. Ormai è buio e ancora siamo in giro a cercare una sistemazione. Fortunatamente, seguendo le indicazioni del Portolano di Plein Air, dirigiamo nel centro abitato di Pont de Crau ove, anziché trovare l'area di sosta segnalata, troviamo due ampi e comodi parcheggi posti davanti all'edificio della scuola, illuminati e pianeggianti. Ci sistemiamo agevolmente che sono le 22.10, ceniamo rinchiusi nei mezzi a causa delle enormi e fameliche zanzare che, a nugoli, orbitano attorno ad ogni lampione e chiudiamo la tappa con altri 236 Km all'attivo.

Giovedì 24 Luglio 1997.
Dopo una notte insperatamente ed assolutamente tranquilla, ci prepariamo senza fretta. Vista l'ombrosità del tempo, decidiamo, prima di avventurarci in Camargue, di fare una bella spesa e visitare Arles. Partiamo alle 9.50 diretti verso il centro. Impieghiamo quaranta minuti per percorrere gli undici chilometri che ci separano da Arles. Alla fine, districatici nel dedalo caotico delle vie cittadine, troviamo una appena sufficiente sistemazione sotto i platani di Boulevard Emile Combes a ridosso della Rhone. Parcheggiati i mezzi, alle 10.30, scendiamo e iniziamo la visita della città. Restiamo a zonzo per tre ore filate per vedere l'arena, solo fuori, ingresso 15 FFr a persona Diana compresa, il teatro antico e il chiostro di St. Trophine. Pranziamo da Mc Donald, per la felicità di Diana che ha effettuato quasi tutta la visita in pattini. Arles è molto disordinata, sporca ed in evidente stato di decadenza e abbandono. La Rhone, che qui assume dimensioni ciclopiche, è di un sudiciume ed un fetore indescrivibili. Usciti da Arles prendiamo la D570 in direzione di Les Saintes Maries de la Mer, fatti meno di dieci chilometri, giriamo sulla D36 in direzione di Salin de Giraud. Al termine di un tratto di strada percorso rincorrendo la scoperta, sempre più frequente, di fenicotteri ed altri uccelli intenti a beccare cibo negli stagni, arriviamo al centro di visita delle saline ove ci fermiamo per scattare qualche spettacolare foto ai bacini in essiccazione e alle gigantesche colline di sale. Ripartiamo dopo mezz'ora e, superata Salin de Giraud, arriviamo all'immensa spiaggia di Piemancon e ci mettiamo immediatamente in cerca di una sistemazione dignitosa. La situazione ricorda quella di Narbonne Plage ma la presenza di tende, roulotte e camper è veramente notevole. Tutta la zona prospiciente il mare, fino ad una distanza superiore ai duecento metri, è completamente inzuppata di acqua ed assolutamente inutilizzabile sia per parcheggiare che per stendere asciugamani o stuoie per prendere il sole. Dopo aver percorso la spiaggia in lungo e in largo, ci sistemiamo vicino al punto di soccorso, accostati alla duna che separa la spiaggia dall'etang de Faraman, mettendo fine al nostro peregrinare giornaliero con soli 81 Km all'attivo. Il forte e costante vento ci sconsiglia di mangiare fuori, nonostante ciò riusciamo ad accendere il braciere per cuocere, spiedini, salsicce e bruschetta, gentilmente offerta dalle Gabrielle. Dopo il tramonto, avvenuto verso le 21.15, tutta la zona piomba nel buio più completo, con esclusione delle luci di alcune rivendite e ristori, alimentati con gruppi elettrogeni, e dei numerosi falò accesi dai campeggiatori, compreso il nostro.

Venerdì 25 Luglio 1997.
Ieri sera abbiamo superato le 23.00 attorno al fuoco tra barzellette e stelle cadenti. Abbiamo dormito tranquilli e freschi come fossimo ... su un battello in mezzo al mare. Il vento non ha cessato un attimo di soffiare sopra, sotto e dentro i mezzi. E' solo calato un pochino di intensità, ma le raffiche più forti fanno vistosamente ondeggiare i camper. Alle 11.20, dopo un breve consulto, visto il persistere del vento e l'impossibilità di svolgere qualsiasi attività esterna, optiamo per spostarci a Saintes Maries de la Mer. Tornando verso Salin de Giraud, lungo la strada, ci godiamo la vista di numerosi fenicotteri rosa negli stagni, nonché la semina della candida schiuma, prodotta dalle onde delle saline, da parte del forte vento. Giunti in città, la traversiamo tutta, giusto per veder alcuni banchi del mercato, poi facciamo un bel pieno di carburante presso il carissimo distributore locale, e alle 12.10 riprendiamo la D36 verso Arles. Percorsi una ventina di chilometri, lasciamo la via per Arles e giriamo in direzione dell'etang de Vaccares e Les Saintes Maries de la Mer. Effettuiamo una breve sosta presso un punto di osservazione, ai limiti dello stagno, per osservare fenicotteri e cavalli, quindi ci rimettiamo prontamente in cammino. Ripresa presto la D570, alle 13.20 arriviamo a Les Saintes Maries de la Mer. Appena giunti in periferia, presso la seconda "giratoire", sulla sinistra, ben visibile, si trova l'area comunale attrezzata per la sosta dei camper. E' questo un grande parcheggio recintato, pianeggiante, illuminato, dotato di bagni, lavabi, scarico a pozzetto e acqua potabile. Tutto per 30 FFr al giorno. Ci sistemiamo agevolmente e poniamo così prontamente fine a questa breve tappa che in tutto porta a casa 80 Km. La cittadina è molto caratteristica, particolarmente il quartiere intorno alla chiesa, pedonalizzato. Alle 17.00, dopo aver pranzato e riposato, usciamo tutti in bicicletta ed arriviamo alla chiesa fortezza delle sante Marie, Jacoba e Salomè, e dall'ancella Sara, protettrice dei gitani. Visitiamo la chiesa sia sotto, la cripta dell'ancella mora, che sopra, stupendo il panorama degli stagni dal tetto, compriamo qualche souvenir poi, alle 18.00, dopo un bel gelato, ci facciamo un bella pedalata di un'ora e mezza lungo la lingua di sabbia di fronte allo stagno dell'Imperial arrivando a diretto contatto con una infinità di fenicotteri al "pascolo". Alle 19.30 siamo di nuovo al parcheggio, ricarichiamo le bici, ceniamo e ci godiamo il rientro di numerose formazioni di fenicotteri nel cielo bruno del tramonto.

Sabato 26 Luglio 1997.
Fatta colazione, facciamo una rapida spedizione in centro per sigarette, cartoline e giornali, qui arrivano quelli italiani del giorno stesso. Scaricate le acque nere e fatto il pieno di acqua potabile partiamo che sono le 10.25. Riprendiamo la D570 verso Arles, poi giriamo sulla D58. Poco dopo aver superato il ponte sulla petite Rhone, alle 10.50, ci fermiamo a comprare frutta e "vin de sables" ad una rivendita locale. Ripreso il viaggio, ci immettiamo sulla D979. Parcheggiamo sotto le mura di Aigues Mortes alle 11.30 dopo aver percorso appena 34 Km. Visitiamo la città a piedi. Nel tragitto per raggiungere il castello, giunti nella piazza centrale, Diana si sciroppa una bella macarena insieme ad altre due bambine. Pranziamo in uno dei bar con panini e birre fresche poi facciamo il giro delle mura. Lasciamo Aigues Mortes alle 15.00. Per un breve tratto percorriamo a ritroso la D979 poi, seguendo la D62, dirigiamo verso Montpellier. Qui giunti, ci immettiamo sulla N112 tornando lungo costa fino a Sete. Presa poi con qualche difficoltà la giusta direzione e raggiunta Agde, dirigiamo prima verso Beziers, poi verso Vendres, Lespignan, Fleury e, infine, Les Cabanes de Fleury. Il trasferimento è estenuante. Il caldo, il traffico e la segnaletica approssimativa, ci stancano molto più di quanto effettivamente non faccia il percorso. Arriviamo a destinazione alle 19.30 e ci sistemiamo nell'ampio parcheggio prospiciente la spiaggia già occupato da diversi altri mezzi. Dopo cena, Roberto e Diana vanno al villaggio per qualche giro sulle giostre e il solito gelato. Al ritorno, al lume della torcia, ci fanno compagnia le innumerevoli stelle della Via Lattea che si staglia nitida nel cielo buio ma reso terso dal vento costante.

Domenica 27 Luglio 1997.
Dopo aver trascorso una notte tranquilla, al risveglio, oltre al vento, dobbiamo aggiungere una fastidiosa velatura del cielo che nasconde il sole. Al villaggio c'è il mercato ma la spiaggia, alle 11.00 è ancora semideserta. Scendiamo al mare trovandoci un posto, a ridosso della duna, riparato dal vento, che spira da terra. Passato mezzo giorno, il vento cala un pochino e, di conseguenza, aumenta il caldo. Ci avviciniamo all'acqua dando via libera ai bagni di mare e sudore. Alle 13.00 torniamo ai mezzi, durante il pranzo ci scoliamo il "vin de sables" che abbiamo acquistato in Camargue, poi diamo vita ad un breve torneo a "machiavelli" fino alle 17.30 quando ci sembra tempo di tornare in spiaggia. Altri bagni ed altro sole per quasi due ore, poi, fatte le docce, ceniamo nuovamente all'aperto. Dopo cena andiamo al circo, poi un giro al luna park e, alle 23.00, rientriamo ai mezzi.

Lunedì 28 Luglio 1997.
Sveglia alle 8.30, notte tranquilla, cielo sereno, vento sempre presente ma sensibilmente minore rispetto ai giorni scorsi. La mattina scendiamo nuovamente in spiaggia, prendiamo il sole e facciamo bagni dalle 10.30 alle 13.30. Tornando ai mezzi, approfittiamo ancora delle docce della spiaggia, pranziamo all'aperto e, dopo una partita a carte e un pisolino, partiamo che sono già le 17.30. Riprendiamo la D578 fino a Fleury poi giriamo verso St. Pierre e, al primo bivio, dirigiamo verso Salles d'Aude per recarci al locale Intermarchè a fare la spesa. Fatta la spesa e il rifornimento di carburante, ripartiamo un'ora più tardi dirigendo verso Fleury e, di lì, verso St. Pierre sur Mer. Dopo aver scartato la possibilità di pernottare presso l'area di Narbonne Plage, gratuita e comoda ma senza attacco elettrico per i nostri frigo e con ben due pozzetti completamente ostruiti e traboccanti, alle 20.00 arriviamo all'area attrezzata di Gruissan ove scarichiamo, ci riforniamo di acqua potabile e ci attacchiamo alla corrente per 30 FFr, appena 9000 lire al cambio del momento. Sistemati per benino i mezzi, prepariamo la griglia per il pesce, ceniamo all'aperto lottando strenuamente contro zanzare ed altri infidi insettini che sembrano prediligere le nostre caviglie.

Martedì 29 Luglio 1997.
Durante la notte abbiamo avvertito chiaramente i rumori provenienti dalla vicina statale, comunque per le 9.30 siamo pronti a partire per la spiaggia. Impieghiamo un quarto d'ora per percorrere i 5 Km che ci separano dall'immensa spiaggia carrabile di Narbonne Plage. Dato lo spazio a disposizione, facciamo presto a sistemarci. Alle 10.30 siamo già in spiaggia. Per tre ore mare, bagni e telline. Alle 13.30 torniamo ai mezzi, ove pranziamo, quindi ci concediamo una interminabile partita a bocce. Verso le 18.00 Diana, instancabile, costringe Roberto all'ultimo bagno della giornata quindi, mezz'ora più tardi, prendiamo la via del ritorno. Arriviamo al parking alle 19.15, avendo prima effettuato una breve sosta a Les Ayguades di Gruissan per qualche spesuccia. Pagati i 30 FFr. per la notte, ci sistemiamo a dovere, attacchiamo la corrente e ci facciamo le docce in camper. Dopo cena Diana esige il rispetto della promessa fattale ieri, così andiamo tutti al luna park fino alle 23.30 chiudendo inquesto modo anche questa tappa che porta in cantiere solo 10 Km ma tanta serenità e relax.

Mercoledì 30 Luglio 1997.
Stamattina abbiamo qualche problema con i bruciatori della cucina a causa delle forti raffiche di vento che penetrano nelle feritoie del frigo, il quale, collegato alla rete elettrica, è una vera bomba. Prima di recarci alla spiaggia, arriviamo fino a Gruissan così da permettere alle Gabrielle di effettuare un cambio valuta e di fare la spesa tutti quanti. Ripartiti dopo mezz'ora, nel cambiare l'alimentazione da gas a batteria, ci si rompe la manopola di regolazione del frigo. Appena arrivati a Narbonne Plage, nell'effettuare la manovra di parcheggio, abbiamo un principio di insabbiamento alle ruote anteriori. Effettuata la manovra correttiva, con l'ausilio delle palette di Diana, sistemati a dovere, ci accorgiamo di una lieve perdita dal serbatoio della acque nere. Roberto si ingegna, in una situazione resa elettrica dal rapido susseguirsi degli avvenimenti, a riparare la perdita, in modo tale da consentirci di proseguire il viaggio. Durante la riparazione, Diana scende al mare con Gabriella. Al primo tuffo viene punta da una tracina con conseguenti pianti e ricorso al posto di soccorso poco distante sulla spiaggia. Per fortuna tutto si risolve al meglio. Come ormai consuetudine, pranziamo all'aperto con spaghetti al sugo di telline raccolte ieri. Dopo pranzo ci rilassiamo un poco, per smaltire il nervosismo mattutino, poi ci facciamo le docce solari e, quando il cielo comincia ad imbronciarsi, leviamo le ancore. In meno di mezz'ora, arriviamo alla periferia di Narbonne ove effettuiamo una sosta presso la Narbonne Accessories per acquistare la manopola di ricambio per il frigo e la colla per rendere più stabile la riparazione allo scarico delle acque nere. Presa con una certa facilità la N113, superiamo prima Lezignan Corbieres poi Capendu, senza incontrare alcun intoppo. Arriviamo così alle 19.30 a Trebes, sulla D610, ove, dopo una breve ricerca, troviamo l'ara di parcheggio, a bordo del Canal du Midi, un poco angusta ma ombreggiata, tranquilla e a due passi dal centro. Con gli 87 Km percorsi oggi, siamo arrivati a non più di una decina da Carcassonne. La temperatura è decisamente alta, nei mezzi sfiora i 40°, e l'umidità dovrebbe essere a livelli tropicali. Si suda da morire. Siamo parcheggiati a bordo del canale insieme ad altri equipaggi e battelli, sotto una coltre di enormi platani che coprono i mezzi con le loro ciclopiche ombre. Sotto di noi possiamo vedere tutta l'area sportiva attrezzata di Trebes. Appena sistemati, usciamo tutti assieme per recarci a cenare alla Pizzeria Napoli, sul piazzale del porticciolo, per festeggiare così l'arrivederci che saremo costretti a darci domani. Tra pizze, gelati, birre e vino, facciamo mezzanotte in allegria e serenità.

Giovedì 31 Luglio 1997.
In conseguenza della scorpacciata di ieri sera, la sveglia e' ritardata alle 9.00. Notte assolutamente tranquilla. Prima molto calda e umida, poi molto fresca. Comunque ventilata. Levate le ancore ci riportiamo sulla N113 e, percorsi in un quarto d'ora, meno di dieci chilometri, alle 10.05 siamo già parcheggiati, sotto la citè di Carcassonne, in un piazzale con acqua e bagni, riservato a bus e camper, un poco scomodo per la pendenza. Per prima cosa ci facciamo un giro in trenino, per la felicità di Diana e Gabriella, intorno alle mura, poi visitiamo con calma e piena soddisfazione tutta la citè, il castello e la cattedrale di St. Nazaire. Pranziamo a panini e birre, compriamo souvenir e cartoline a sufficienza, infine Diana si gode ben sette giri sulla caratteristica giostra posta davanti alla porta Narbonnaise. Torniamo ai mezzi alle 16.50, tiriamo le somme con le Gabrielle, ci salutiamo con dispiacere da ambo le parti e, levate le ancore alle 17.30, al primo semaforo dividiamo la flotta dirigendo noi ad ovest e loro ad est, verso casa. Lasciare Carcassonne si rivela una impresa più difficile del previsto. Seguiamo le indicazioni per Foix così finiamo per uscire lungo la D33, invece della D119 come volevamo. Presa poi la D4, riusciamo a raggiungere la D119 a Mirepoix e, così, alle 18.45 arriviamo a Pamiers dopo 83 Km di tappa. Facciamo rifornimento all'ipermerchè Continent, poi uno spuntino al locale Mc Donald, per la delizia di Diana, quindi, presa la decisione di seguire la N20 fino a Foix e prendere poi la D117 per raggiungere St. Girons, ripartiamo che sono già le 20.00. Il percorso che, attraverso Foix, ci porta verso St. Girons diventa vieppiù interessante e caratteristico. Alle 21.00, cercando la Base de Loisir du Lac de Peyran, gettiamo, invece, l'ancora al placido camping du Lac de Peyran in cui stabiliamo la nostra base notturna per 60 FFr comprensivi di corrente elettrica. Nel camping c'è un tiepido laghetto in cui un paio di coraggiosi ancora fanno il bagno. Il campeggio, stagionale, lascia molto a desiderare come servizi. Il parco giochi non si capisce se è in costruzione o in demolizione. Tutto sommato i 60 FFr sono una rapina in confronto al comfort di parcheggi, anche municipali, già frequentati in Francia.

Venerdì 1 Agosto 1997.
Notte fresca e tranquilla trascorsa nella pace dei Pirenei. Il sole, già sorto da un pezzo, non si annuncia troppo caldo. Salpiamo alle 10.50 ripresa la D117, superiamo St. Girons e, prima di raggiungere St. Gaudens, incontriamo l'autostrada A64. Superata Lannemezan alle 12.20, dieci minuti più tardi ci fermiamo, per il pranzo, all'area Boudet. Pranziamo in tutta tranquillità e senza fretta. Ripartiamo alle 14.20 verso Lourdes ormai quasi raggiunta. Alle 14.30 visto che Diana accusa una temperatura di 38.2 gradi le somministriamo una supposta di tachipirina e lei, per tutta risposta, si addormenta. Usciamo dall'autostrada a Tarbes. Arrivati in città prendiamo la superstrada per Lourdes. Alle 15.15 siamo già fermi al parcheggio Bouserie, a due passi dal centro, dalla basilica e dalla grotta, raggiunto grazie alla cortese guida di una pattuglia di polizia. Da stamani abbiamo percorso 154 Km e ora ci accingiamo ad andare a visitare il santuario mariano più famoso al mondo. In una atmosfera veramente trascendentale, al cospetto di molte tangibili sofferenze umane, visitiamo prima il santuario, poi la vicina grotta quindi assistiamo alla benedizione degli infermi. Per finire dirigiamo in città, affollata di turisti e pellegrini soprattutto italiani. Diana, sotto l'effetto della tachipirina, ha ripreso un poco di spirito così ci costringe a cenare da Mc Donald. Riempite alcune bottiglie di acqua benedetta, lasciamo Lourdes alle 20.40. Tornati a Tarbes per la medesima strada percorsa all'andata, risaliamo sull'autostrada diretti verso Pau e Biarritz. Alle 21.15 piantiamo le tende, per la notte, all'area di servizio La Pyrennese, con camper service, già a noi nota da alcuni anni. L'aria è frizzantina ma i Pirenei, purtroppo, non si vedono a causa della nuvolosità.

Sabato 2 Agosto 1997.
Notte tranquilla e fresca. Questa mattina nell'area c'è molto traffico e, a giudicare dalle auto in sosta, ce ne dovremmo aspettare altrettanto sulle strade. Oggi, come in Italia, è il giorno critico delle partenze estive. Partiamo un poco rinfrancati alle 10.15. A mezzogiorno, siamo a Bayonne, dopo aver lasciato l'autostrada per la necessità impellente di fare rifornimento. Abbastanza facilmente riusciamo a raggiungere Biarritz, posta una quindicina di chilometri più a sud ovest. Lasciamo il camper alle 12.30 in Rue de Madrid, lungo la strada che conduce verso St. Jean de la Luz. Gambe in spalla, torniamo sui nostri passi, scendendo su Plage Marbella e Plage de la Cote Basque. Arriviamo, quasi esausti, alla roccia della Vergine quindi proseguiamo, sempre sul lungomare, fino in centro città. Prima del porticciolo, i morsi della fame si fanno sentire, così ci fermiamo in un ristorante ove pranziamo con cozze, tonno alla griglia e hamburger, per Diana. Per smaltire il lauto pasto, annaffiato con dell'ottima sangrilla, attraversiamo il centro città, acquistando qualche cartolina e guardando le vetrine cariche di articoli da mare e abbigliamento. Alle 18.30, sazi di sole e di foto al mare, alle onde spumeggianti e ai surf spicchiamo il volo. Prima di riuscire ad invertire la marcia siamo costretti a seguire la N117 fin quasi a Bidart. Tornati a Biarritz, raggiungiamo Bayonne passando per Anglet. Superata Bayonne, seguendo le indicazioni per Dax e Bordeaux, seguiamo la N10 fino a Labenne ove dirigiamo verso la costa delle Plages des Landes seguendo la D79. Superiamo Capbretonn e proseguiamo verso Vieux Boucau. Superiamo una infinità di semafori e giratoire, anche molto strette, senza mai aver occasione di vedere o avvicinarci al mare. Tutta la zona sembra essere inaccessibile ai camping car data la massiccia presenza di villaggi, campeggi, sbarre e divieti. Alle 20.20, dopo 215 Km di tappa, parcheggiamo nella prima area riservata ai camping car che incontriamo. Vi giungiamo da Messanges ove, seguendo le indicazioni per la plage, abbiamo lasciato la D652, nella quale eravamo confluiti poco prima di Vieux Boucau. Raggiunta la base della duna, troviamo, al termine della strada, una sbarra a 2 m di altezza. Ai lati dello sbarramento vi sono due capienti parcheggi, un poco sconnessi, uno per i camper e l'altro per le auto. Non sappiamo se è consentita la sosta notturna comunque, in attesa di chiedere spiegazioni, ci sistemiamo al meglio, come altri, sotto i pini in una posizione il più possibile pianeggiante. Dopo di noi arrivano altri equipaggi. Diana e Sandra vanno in perlustrazione a visionare la spiaggia. Alle 20.30 passa anche un pulmino della gendarmeria che non fa nessuna osservazione, limitandosi a controllare che tutto sia in ordine. La plage, senza confine né a sud, né a nord, si trova a circa 200 metri dal parcheggio al di là di due dune di cui, la seconda, alta oltre 20 metri e sulla sommità della quale si trova un ristoro oltre a un punto di pronto soccorso con tanto di docce e sirene per l'emergenza marea. Davanti al posto di soccorso, troviamo il solito cartello con le informazioni, che riportano la bassa marea alle 10.50, l'alta marea alle 17.50 e la temperatura dell'acqua 21 gradi. Tanto per un confronto, a Cabanes de Fleury l'acqua aveva una temperatura di soli 16 gradi.

Domenica 3 Agosto 1997.
Sveglia alle 9.00 vista come è messa bene la giornata, alle 10.15 siamo già in spiaggia. Più ci bagniamo, più ci sembra strano il fatto che quest'acqua sia più calda di quella del Mediterraneo. La spiaggia è attrezzata secondo lo stile francese. Posto di soccorso, sorveglianza dei bagnanti dalle 11.00 alle 19.00, bollettino sulle condizioni del tempo, acqua, vento e maree due volte al giorno. Sulla sommità della duna c'è il ristoro ove a pranzo acquistiamo tre panini e bevande fresche. Riusciamo così a fare tutta una tirata sulla spiaggia e tantissimi bagni tra bassa e alta marea. Alle 17.00, rientrando al camper, ci leviamo il sale di dosso alle docce del posto di soccorso. Il camper, al fresco sotto la pineta, è ormai assediato dalle auto che, comunque, pian piano, ci lasciano, riportando i loro padroni a casa. Al fresco della sera, mentre ceniamo all'aperto, cominciamo a riflettere sulle carenze di questa comunque ospitale sistemazione. Non abbiamo idea di dove rifornirci di acqua e, soprattutto, di dove poter scaricare. Terminata la cena, abbiamo ancora luce per farci una rilassante passeggiata fino al ristoro ove, alle 22.00, abbiamo modo di veder ancora gente sulla spiaggia che fa il bagno.

Lunedì 4 Agosto 1997.
Stanotte, per breve tempo, ha piovuto e il cielo stamattina è completamente coperto di conseguenza, la temperatura si è sensibilmente abbassata. Partiamo alle 11.00 e, dopo 20 minuti siamo a Leon, ove troviamo l'indicazione per un'area per camping car. Per entrare in paese ci sorbiamo una coda di un quarto d'ora, dovuta alla presenza, sulla piazza principale di un affollato mercatino, poi, seguendo le indicazioni, arriviamo al "bord du lac" di fronte al campeggio. Dell'area di scarico neanche l'ombra. Chiediamo informazioni al camping mentre, nel frattempo, facciamo spesa di pane e latte. Seguendo le indicazioni forniteci, giungiamo infine a trovare l'area per lo scarico ma, come al solito, per noi non va bene essendo adatto ai wc a cassetta. A mezzogiorno ci rimettiamo in cerca verso la prossima tappa Vielle, St. Girons Plage. Percorsi 31 Km, arriviamo a St. Girons Plage, troviamo con facilità l'area, posta di fronte al camping Tourterelles, municipale, che gestisce l'eurorelais. Riusciamo a scaricare e a rifornirci di acqua per 7 FFr e, dopo qualche tentativo fallito di parcheggiare, alle 13.00 ci rimettiamo in marcia riportandoci sulla D652 filo conduttore di tutta la zona costiera. Passati quaranta minuti, arriviamo a Cap de l'Homy Plage, ove facilmente ci sistemiamo per pranzare e passare un pomeriggio in spiaggia. Il sole è tornato padrone del cielo e fa sentire tutta la sua influenza. Dopo pranzato, scavalcando la duna, arriviamo alla spiaggia. Diana non perde tempo e si gode le onde dell'oceano con il surf e senza. Noi ci prendiamo un'altra abbondante dose di sole, soccorriamo un surfista olandese, punto da una tracina, ci godiamo ancora le evoluzioni dei suoi colleghi sulle magnifiche e spumeggianti onde finche' qualche goccia di pioggia ci induce a pensare ad un prematuro rientro al camper. Consumata una veloce merenda, alle 18.50 siamo in assetto di marcia. Dopo 63 Km di tappa, siamo a Contis Plage ove vediamo chiare indicazioni di un "aire de camping cars" con scarico, bagni, acqua, sosta consentita 48h, il tutto per 60 FFr. Tornati sulla D652, aggirata Mimizan, prendiamo la D46 che ci porta direttamente a Parentis en Born ove giungiamo alle 20.00. Sempre seguendo la D46 raggiungiamo Sanguinet le Bouges ove prendiamo la D216, che seguiamo fino a Mios. Qui giunti, ci immettiamo sulla D3, percorrendo la quale, superiamo Biganos, Audenge e Ares, ove prendiamo la direzione per Le Porge. Superato anche questo villaggio, raggiungiamo Lacanau ove, ormai buio, lasciamo la D3 per dirigere verso il mare a Lacanau Ocean. Sono ormai le 22.00, raggiungiamo il parcheggio del mercato di Lacanau Ocean che porta in bella evidenza il divieto di sosta notturna per i camper. Data l'ora, visto che altri equipaggi già sono piazzati, decidiamo di approfittare e ci sistemiamo. Appena tirati giù i letti, arriva una pattuglia della gendarmeria che sollecita tutti ad abbandonare il parcheggio e a spostarci nell'area attrezzata in località Le Huga ove arriviamo che sono le 23.30. Troviamo il posto già molto affollato così siamo costretti a sistemarci lungo il viale d'accesso.

Martedì 5 Agosto 1997.
La notte, nonostante la posizione del mezzo, è passata relativamente tranquilla. Il transito di automezzi è stato scarso. A tratti ha piovuto e, stamattina, il cielo è ancora completamente coperto. Questo posto si trova tra Lacanau e Lacanau Ocean, ed è antistante la base di elicotteri dei pompieri. Vi si trova uno scarico e un eurorelais per i camper. I posti disponibili per la sosta sono limitati dal fatto che fuori carreggiata il terreno è completamente sabbioso e si rischia di affondare, specie in giornate piovose. Salpiamo alle 9.15 dirigendo la prua verso Lacanau ove riprendiamo la D3 per portarci a Carcans. Qui giunti, facciamo rifornimento di carburante e seguiamo le indicazioni per Carcans Plage. Arriviamo che sono le 10.25 trovando facilmente posto in un ampio parcheggio e, sotto un cielo uggioso, scendiamo per un breve giro di perlustrazione. Facciamo due passi sulla spiaggia, naturalmente immensa, solite onde, soliti surf, nonostante il tempo. Sulla via del rientro acquistiamo qualcosa da mangiare. Leviamo le ancore che è già mezzogiorno. Ripresa la D3 a Carcans, dirigiamo su Hourtin ove prendiamo la D101 e proseguiamo verso nord. Percorsi una decina di chilometri viriamo verso il mare raggiungendo St. Isidore, prima, e la Plage de le Pin Sec poi, nel bel mezzo della Foret de Flamand. Giusto il tempo di andare a vedere l'immensità della spiaggia, scoperta dalla bassa marea, che comincia a piovere. Non abbiamo neanche il tempo di scendere a vedere le fortificazioni dell'ultima guerra scivolate dalla duna. Tornati al camper, ci mettiamo a tavola ripensando alle temperature riportate sui bollettini meteorologici dei posti di soccorso. Oggi qui ci sono 18 gradi in acqua e 19 nell'aria, mentre Carcans Plage avevamo 20 gradi in acqua e 21 nell'aria. Tutto sommato si starebbe meglio in acqua che fuori. Visto che la pioggia non accenna a cessare, alle 15.15 partiamo. Ripresa la D101, la seguiamo fino a Le Verdun dove arriviamo alle 16.05 . Pagato il pedaggio, 240 FFr., ci imbarchiamo per la traversata della Gironda. Durante la traversata ci rendiamo conto che il battello naviga tra una infinità di banchi di sabbia e che il mare è popolatissimo di meduse multicolori. Attracchiamo a Royan alle 17.00, proprio mentre si scatena un furibondo temporale. Entrati in città ci troviamo prigionieri di un ingorgo gigantesco che sembra non avere fine. Riusciamo a liberarcene solo alle 18.20 allorché, raggiunto l'ipermercato Leclerc, che con i suoi saldi lo aveva prodotto, riusciamo a prendere la N150 per Saintes. Raggiunta Saintes, facendo un poco di confusione, prendiamo la N141, seguendo la quale raggiungiamo Cognac. Cerchiamo con attenzione il camper service ma, visto che non riusciamo a trovarlo, alle 19.30 ci rifugiamo al camping municipale. La reception è chiusa, così ci sistemiamo in una delle piazzole libere sotto gli alberi. Il camping, proprio in riva alla Charente, è molto bello, ordinato, ombreggiato e assai tranquillo. Fruiamo subito dei servizi godendoci tutti e tre abbondanti docce calde, poi ci rechiamo al ristorante a cena sorbendoci piatti di carne quasi cruda, patatine fritte e la solita birra fresca.

Mercoledì 6 Agosto 1997.
Notte tranquilla, cielo coperto, aria fresca. Paghiamo i 90 FFr al campeggio e partiamo alle 10.50. Cerchiamo alla disperata di raggiungere le distillerie Martell per la visita ma riusciamo a farlo solo alle 11.20 dopo aver girovagato per 9 Km dentro Cognac seguendo segnaletiche da capogiro.La visita è oltremodo interessante e spazia dalla storia della società alla formazione del cognac per concludersi con una gradita degustazione ed un cospicuo omaggio di bottigliette da collezione. Per le confezioni ordinarie, non bastano neanche i contanti, ci vogliono le carte di credito. Usciamo alle 13.30 e, vista la tarda ora, proseguiamo verso il centro ove in un bar pranziamo, al solito, con panini e bibite fresche. Torniamo al camper alle 15.30 e cerchiamo di raggiungere l'eurorelais che abbiamo visto, passeggiando sul porto, dall'altra parte della Charente. Effettuato carico e scarico, nell'area riservata ai camping car, riprendiamo il largo che sono le 16.10. Tornati sulla N141 raggiungiamo Saintes, e imbocchiamo la N137 che, via Rochefort, ci conduce fino a La Rochelle. Pensiamo bene di effettuare una visita all'Ile de Re, così, rapidamente, decidiamo di attraversare la città e portarci direttamente sull'isola, riservandoci la visita al ritorno. Raggiunto e superato il ponte a pedaggio, 110 FFr, planiamo sull'Ile de Re (fotoalbum)a Sableauceaux ove ci immettiamo sulla D735 diretti al Phare des Baleines. La strada, pressoché unica sull'isola, ci porta a superare La Flotte, St. Martin de Re e Ars en Re. Alle 18.50, costeggiando una coda di auto in fila indiana, di quasi 20 Km, che, sull'altra corsia, stanno rientrando, arriviamo ai piedi del Phare des Baleines. Il parcheggio è pieno pertanto manovriamo e ci rimettiamo in marcia verso l'estrema propaggine dell'isola nell'oceano. Superata anche Pont en Re, arriviamo al parcheggio per camping car della Plage della Patache, con acqua e bagni, già abbastanza affollato.

Giovedì 7 Agosto 1997.
Notte assolutamente tranquilla, non ha piovuto ma, in lontananza, si sono distintamente sentiti, diverse volte, forti tuoni. Stamattina è ancora una volta tutto coperto mentre la bassa marea, in procinto di arrivare, sta scoprendo un poco di spiaggia presso il porticciolo posto a meno di 200 metri dal parcheggio. Partiamo alle 10.00 e, in un quarto d'ora, copriamo i 9 Km che ci separano dal faro. Appena aperto, saliamo fin sulla cima, sorbendoci ben 220 gradini all'andata e altrettanti al ritorno. La vista sull'oceano, punteggiato di isolotti e scogli, e sulle spiagge dell'isola è veramente gradevole. Rimessi i piedi a terra, andiamo a pesca. Si tratta di andare a piedi nell'immensa distesa di stagni e di scogli che il mare, in bassa marea, ritirandosi, scopre e pescare cozze, ostriche e gamberetti. Noi, maldestramente, riusciamo a catturare solo alcuni grossi granchi che, regolarmente, rigettiamo in acqua. Alle 14.30, quasi esausti, siamo di nuovo al camper ove ci prepariamo dei panini alla francese che divoriamo con rapidità. Durante la passeggiata sulle acque, il tempo si è rimesso decisamente al bello, così ci siamo alleggeriti ed abbiamo approfittato per prendere altro sole. Alle 15.20 spicchiamo di nuovo il volo riportandoci sulla D735 diretto verso Sableuceaux. Dopo 40 minuti superiamo il Pont de Re ed atterriamo a La Rochelle. Giriamo in lungo e in largo la città per un'ora e mezza prima di trovare il parcheggio per camper, assolutamente non segnalato, nel quale ci sistemiamo agevolmente solo alle 17.30 Preparatici rapidamente, usciamo tutti insieme a vedere, a piedi, quello che già abbiamo visto dal camper. Tornati al Porto Vecchio, ci facciamo, passo, passo, tutto il giro dei moli, godendoci i numerosi giocolieri ed artisti, che lì si esibiscono, e un magnifico tramonto. Presa la via del ritorno, pensiamo bene di cenare con le solite cozze e patatine fritte. Terminata la pantagruelica cena, 6 etti di cozze, messici alle spalle saltimbanchi, souvenir e ristoranti, passeggiando raggiungiamo il camper che sono le 22.00. Il parcheggio è ampio e pianeggiante, illuminato, con telefoni e, a 500 metri, di fronte al camping du Soleil, c'è la postazione per scaricare e rifornirsi di acqua. L'amministrazione comunale di La Rochelle, "nell'augurare agli ospiti camperisti un gradevole soggiorno in città", s'è comunque dimenticata di segnalare questa sua lodevole iniziativa sulle vie di accesso.

Venerdì 8 Agosto 1997.
Sveglia alle 9.00, cielo sereno, sole splendente, temperatura già alta. Nottata rumorosa a causa del traffico. Il parcheggio è ancora affollato. Ripensiamo alla migliore via per raggiungerlo, data la assoluta mancanza di segnaletica, e crediamo sia quella di seguire le indicazioni per il Vieux Port Sud Parking o per l'Acquarium che conducono nelle sue immediate vicinanze dove poi si trovano le scarse indicazioni che lo riguardano. In alternativa si possono seguire le indicazioni per il Musee Marittime, davanti alla cui entrata è posto. Valutando i giorni restatici a disposizione, decidiamo di apportare una variazione al programma di viaggio evitando di seguire la costa per visitare Les Sables d'Olonne e dirigerci direttamente a Nantes percorrendo la N137. Lasciamo il parcheggio alle 10.45 inserendoci sulla N11 verso Niort. Ben presto troviamo le indicazioni per la N137 e Nantes. Il viaggio fila liscio senza intoppi così, alle 12.00 ci concediamo una sosta all'ipermercato Leclerc di Lucon ove ci rechiamo a rimpinguare le nostre scorte. Giriamo il magazzino per un'ora e mezza, poi, tornati al camper, pranziamo, facciamo rifornimento e leviamo le ancore che sono le 14.50. Ripresa con facilità la N137, superiamo Chantonnay, St. Fulgent e Montaigu per confluire, alla periferia di Nantes, sulla A83. Percorsi 166 Km di tappa, alle 16.40, ci fermiamo nel parcheggio cittadino più prossimo alla cattedrale, paghiamo il ticket e scendiamo a visitare la città. Per visitare la cattedrale, maestosa ma parecchio abbandonata, il castello e fare un blando giro nel centro, con i negozi ormai quasi tutti chiusi, impieghiamo quasi due ore. Rientrati alle 18.30 valutiamo il "da farsi". Riteniamo di avere ancora sufficiente tempo per viaggiare così, dopo venti minuti, ci rimettiamo in marcia. Seguendo le indicazioni per Angers, riusciamo facilmente a prendere la N23 ed a percorrere la riva destra della Loira, perdendola però di vista appena lasciata Nantes. La strada è abbastanza impegnativa, sia a causa del traffico, sia a causa della morfologia collinare della regione. Il paesaggio è molto bello e vario. Non avendo trovato di meglio ci fermiamo, per la notte, in un defilato parcheggio industriale, in disuso, a Varades. Ceniamo all'aperto e facciamo le 22.00, tra una partita a bocce ed una scopa, poi, al canto dei grilli, in un clima tropicale, per temperatura e umidità, ci mettiamo a letto.

Sabato 9 Agosto 1997.
Nottata assolutamente tranquilla, il cielo è sereno e un fresco venticello rende la temperatura più accettabile. Partiamo alle 9.40 riprendendo la via per Angers. Alle 10.00 siamo già fermi di fronte al campo sportivo di Champtoce sur Loire a scaricare e rifornirci di acqua al nuovissimo camper service predisposto dall'amministrazione comunale e chiaramente segnalato sulla N23. Ripreso il viaggio, incontriamo un'altra segnalazione di area di stazionamento per camping car a St. Georges sur Loire, vicinissima allo chateau de Serrant, raggiungibile in bicicletta o a piedi. Percorsi 40 Km, raggiungiamo Angers alle 10.35, mentre la giornata si va surriscaldando. Attraversato agevolmente il centro cittadino, senza fermarci, ci inseriamo sulla N147 seguendo le indicazioni per Tours. Raggiunta Longue, notiamo l'indicazione di un camper service presso il parcheggio del locale ipermercato Super U.Superiamo la Loira a Saumur. Beandoci della magnifica vista del castello arroccato sulla collina, ci immettiamo sulla D751, in riva sinistra del fiume, diretti a Montsoreau. Ancora un quarto d'ora di viaggio regolare nel verde della valle e, raggiunta quest'ultima cittadina, lasciamo la Loira per immetterci nella valle della Vienne, diretti a Chinon. Alle 12.20 abbiamo una decente sistemazione in un ampio e ombreggiato parcheggio in riva al fiume. Dopo una breve perlustrazione, valutata la notevole distanza dal castello, decidiamo che ci risulta più comodo spostarci ad Ussè per visitare il castello della Bella Addormentata. Ci rimettiamo in marcia e, attraversando la Foret de Chinon, in mezz'ora arriviamo al parcheggio antistante il castello chiuso alle visite fino alle 14.00. Ci sistemiamo, nell'attesa, pranziamo poi riusciamo ad entrare nel castello con il primo gruppo pomeridiano. Abbiamo molte compagnie italiane tanto è vero che ci sembra già di essere tornati a casa. La visita la potremmo definire poco più che sufficiente. Durata poco, ci ha mostrato pochi ambienti del castello, di proprietà privata ed ancora abitato, scarsamente arredati e alquanto in decadenza. Voto 6 e mezzo. Alle 15.40 si parte, destinazione Azay le Rideau. Percorriamo 15 Km di strade a cavallo tra le verdi valli della Vienne e dell'Indre. Alle 16.15 siamo a destinazione, parcheggiati sotto gli alberi in riva al fiume, con acqua e bagni a disposizione. Ci rechiamo rapidamente a visitare il maniero, più piccolo e più spoglio del precedente. Qui la visita è possibile eseguirla a "piede libero" il che consente di risparmiare una certa quantità di tempo che sfruttiamo godendoci ampiamente le viste dal parco, senz'altro molto più gratificanti che non gli interni. Voto, ancora, 6 e mezzo. Torniamo al camper alle 19.30 e visto che siamo parcheggiati tra due bracci dell'Indre, sotto giganteschi platani, decidiamo che la posizione è sufficientemente romantica per poterci dormire. Tirate giù le sedie ci godiamo il fresco della sera e cominciamo la lotta contro le zanzare. Diana inganna il tempo rimpinguando la pancia di cigni e papere nel fiume, mentre altri equipaggi francesi ed italiani si aggiungono a noi.

Domenica 10 Agosto 1997.
Ci svegliano i rintocchi delle campane della cattedrale e le papere e i cigni che si contendono il cibo nel fiume, alle nostre spalle. Partiamo alle 9.20 ed, in mezz'ora di viaggio regolare, siamo a Tours. Attraversiamo la Loira e, passati sull'altra sponda, dirigiamo su Amboise. Senza intoppi, né alcuna difficoltà, arriviamo rapidamente in città. I parcheggi sono tutti stracolmi, non perchè sia domenica o a causa del flusso turistico, bensì perché è in corso il grande mercato settimanale, che già da solo occupa un ampio spazio. Tentiamo inutilmente di parcheggiare anche a bordo strada, alla fine desistiamo e dirigiamo verso la pagoda di Chanteloup. Alle 11.00 siamo a destinazione. Anche qui troviamo un parcheggio angusto. Pagata la tariffa, visitiamo la "pagoda". Troviamo condizioni disastrose e pericolose. Il panorama, dalla sua sommità, è senz'altro di quelli che si ricordano, ma le scale in legno che bisogna percorrere sono tutte tarlate ed in evidente carenza di manutenzione. Il parco circostante non è altro che uno spiazzo a verde con un accenno di laghetto in cui diverse papere con i loro caratteristici versi sembrano irridere i poveri turisti ormai gabbati. Alle 12.25 mettiamo termine a questa che sembra essere più una faticata che un visita, voto 5, e torniamo verso Amboise. Arriviamo proprio nel momento in cui il mercato sta chiudendo così troviamo diversi posti, anche discreti e comodi, disponibili per la sosta. Parcheggiamo praticamente in riva alla Loira, in pieno centro città, sotto i soliti maestosi platani. Prima di recarci a visitare il castello pensiamo bene di pranzare, così consumiamo i soliti panini francesi farciti di formaggio, pomodori e insalata. La spedizione al castello inizia poco dopo le 14.00. Dobbiamo dire che Amboise, sia come città, che come castello, fa riguadagnare qualcosa alla deludente impressione che abbiamo fin qui avuto di questa valle dei Re. Sarà forse per il campanilismo dovuto al fatto che qui ha vissuto gli ultimi anni della sua vita Leonardo da Vinci, ma la visita ci gratifica notevolmente. Il castello, molto scenografico già dall'esterno, non è spoglio come i precedenti, inoltre la visita, guidata, è rapida ed esaustiva. Nel parco si esibisce una compagnia teatrale in costumi d'epoca che contribuisce a rendere meno noiosa la cosa ai bambini. Visitato con calma ogni angolo del castello, compresa la tomba del celebre Leonardo, usciamo, pienamente soddisfatti, poco dopo le 16.00. Voto 7 e mezzo. Passeggiando per il caratteristico e tranquillo centro città, tra un gelato e una sigaretta, torniamo al camper. Partiamo alle 16.20, saltiamo dalla valle della Loira a quella della Cher e, dopo neanche mezz'ora, siamo piazzati nel camper park del castello di Chenonceaux. Questo castello si riallinea a quello di Azay le Rideau, molto scenografico fuori, quanto spoglio dentro. Molto bella la posizione, a cavallo sul fiume, nel quale facciamo anche un rilassante giro in barca, di prim'ordine i giardini, perpetua testimonianza della disputa tra le loro ideatrici, Diana di Poitier e Caterina de' Medici, che sottrasse il castello alla rivale, amante di suo marito il Re, non appena quest'ultimo morì. Voto 7. Tornati al camper alle 19.30, attraversando il parco nella vana speranza di veder qualche cervo, ceniamo fuori, poiché il mezzo è più che un forno. Non finiamo neanche la cena che si annuncia un forte temporale con il suo gradito fardello di fresco. Ci ritiriamo e ce ne andiamo a dormire tra lampi e tuoni che sembra il finale di una festa paesana.

Lunedì 11 Agosto 1997.
Stamattina, fortunatamente, non piove, il cielo si va rasserenando e la temperatura è già ricominciata a salire. Partiamo alle 10.15 e, saltati di nuovo dalla Cher alla Loira attraverso una magnifica foresta, in tre quarti d'ora, arriviamo a Chaumont sur Loire. Il castello, per molto tempo proprietà di Caterina de' Medici, è superbamente arroccato su una falesia che domina la valle. La visita è sufficientemente rapida da permetterci un ampio giro nel meraviglioso parco, cosa molto gradevole data la calura. Voto 7, in gran parte dovuto alla posizione del castello ed al parco. Alle 13.00, tornati al camper, parcheggiato proprio in riva alla Loira, mentre Sandra prepara il fugace pranzo, Diana e Roberto, passeggiando lungo la riva, hanno l'opportunità di constatare l'estremo stato di inquinamento del fiume tanto invitante nel suo scorrere placido e scintillante, quanto ripugnante per l'odore e il colore delle sue acque, che definire bionde sarebbe più di un complimento. Pranziamo, al solito, a temperatura tropicale e spicchiamo il volo alle 15.00. Dopo venti minuti siamo già incastrati in uno dei parking cittadini di Blois. Il castello di Blois, dobbiamo ammettere, merita tutta la fama che lo accompagna. Grande, ben tenuto, ricco di arredi e opere d'arte. Visitandolo abbiamo l'opportunità di confrontare il ritratto di Diana di Poitier con quello, classico, di Caterina de' Medici, già più volte incontrato sia a Chenonceaux, che a Chaumont. Non possiamo certo biasimare il "povero Re" che avendo cotanta moglie si sia consentito una compagnia alquanto più gradevole. Terminata la visita alle 17.40, voto 8, nel tornare al mezzo passiamo anche a dare un'occhiata alla cattedrale di St. Louis, attraversando così anche il centro città, ricco di fiori e di colori. Scaduto il tempo di parcheggio, partiamo alle 17.50. Riattraversata la Loira, prendiamo la D951 che lasciamo non appena incontriamo le indicazioni per Chambord. Arriviamo a destinazione alle 18.30 ma la gendarmeria ci avverte che non è consentito pernottare nel parco, nemmeno nei parcheggi. Visto che il tempo a disposizione sarebbe insufficiente per la visita, decidiamo di trovarci un campeggio per la notte. Arriviamo così al camping di Bracieaux alle 19.00 e, anche se il campeggio vanta tre stelle, constatiamo che è privo di attacchi a vite per il rifornimento di acqua, non possiede attacchi del tipo europeo per la corrente elettrica ed è provvisto di un solo punto di scarico, ovviamente adatto ai soli wc a cassetta, per di più fuori uso. Superate le difficoltà per il rifornimento di acqua, rinunciato sia a scaricare che a connetterci alla rete elettrica, ci godiamo almeno le docce. Chiudiamo questa tappa, di 92 Km, cenando fuori ormai al lume della lampada a gas poi, sotto un cielo stellato, ce ne andiamo a dormire che sono le 23.00.

Martedì 12 Agosto 1997.
Nottata tranquilla, cielo sereno. Vorremmo essere tra i primi ad entrare a Chambord. Partiamo alle 9.40 e siamo a destinazione in venti minuti. Troviamo già molto movimento ma l'organizzazione è funzionale così riusciamo rapidamente a trovare posto, a fare il biglietto e ad iniziare la visita a mano libera. Girare Chambord è come perdersi in un labirinto, tante sono le sale. Noi speriamo, e crediamo, di averne visitate la maggior parte, alcune molto interessanti, altre squallide e spoglie. Nel complesso sembra di poter dire che, più che di un castello, si tratti di un palazzo costruito per testimoniare la magnificenza e la grandezza di chi l'ha ordinato. Tra quelli che abbiamo visto ci sembra essere un poco fuori linea e al di sopra degli altri. La visita, condotta mano libera, per noi è gradevole, molto meno per Diana che non vede l'ora di scorrazzare per gli immensi prati del parco che riesce a vedere da ogni finestra. Alle 13.00 pensiamo di averne abbastanza, così scendiamo a pranzare ad uno dei ristoranti self service di fronte al castello. Rimessici un poco in forze, scendiamo le biciclette e facciamo un largo giro nei boschi del parco, sempre nella vana speranza di vedere un cervo. Alle 16.30, esaurite di nuovo le forze, paghiamo il parcheggio e spicchiamo il volo verso casa. Raggiungiamo nuovamente Bracieaux ove prendiamo la D923 e, poco dopo, la D13. Percorsi meno di cinquanta chilometri, siamo a Romorantin Lanthenay ove ci fermiamo, tre quarti d'ora, per fare una corposa spesa al locale supermercato. Ripreso il largo, ci immettiamo, per breve tratto, sulla D765, fino a confluire sulla N76 a Villefrance, ove incontriamo di nuovo la Cher. Alle 18.40 superiamo senza difficoltà Vierzon immettendoci nella valle della Yèvre. Alle 19.20, siamo già fermi all'ombra dei platani del parcheggio Seraucourt di Bourges a fianco di un camper spagnolo. Presto veniamo raggiunti da un nostro gemello di Cagliari così abbiamo modo di conversare un poco, con nostri connazionali, sull'andamento di queste vacanze francesi. A seguito di una breve ispezione, riscontriamo che il parcheggio è situato a ridosso del centro. Appena cenato, sempre in un clima tropicale, scendiamo a fare una visita serale a Bourges. Resici presto conto del grande valore artistico della cattedrale, ormai chiusa, decidiamo di non partire prima di averla visitata.

Mercoledì 13 Agosto 1997.
Dopo un'ora e mezza dedicata ai preparativi, come avevamo stabilito, usciamo a visitare la grandiosa cattedrale gotica di Bourges. Dobbiamo dire che, appena entrati, nasce subito il dibattito se sia o meno più grande di San Pietro. Ognuno resterà della propria opinione ma certo servirebbe un metro per stabilire con certezza la verità. Vista dall'esterno, la facciata è di quelle che portano via un rullino fotografico. Le meravigliose vetrate hanno lo stesso effetto dall'interno. Terminato il periplo della cattedrale, portatici all'esterno, ci rechiamo a visitare i vicini giardini dell'ex arcivescovado, oggi l'Hotel de Ville, ovvero il municipio di Bourges. Ci sembrano molto meglio tenuti di quelli di qualsiasi castello in Loira. Ci riposiamo un pochino, mentre Diana sfoga la sua vitalità sui giochi, poi, per tornare al camper, scegliamo di passare davanti al Palais Jacques Cour, una delle rare testimonianze di edilizia gotica privata. Leviamo le ancore alle 11.50 e, senza alcun problema, riprendiamo facilmente la N76. In quasi un'ora, percorriamo 70 Km prima di arrivare a St. Pierre le Moutier, superare l'Allier, e fermarci appena confluiti sulla N7, in un'area di parcheggio per pranzare a panini e bibite al chiosco locale. Ripreso possesso del camper, con 40 gradi di temperatura, salpiamo nuovamente dopo un'ora avventurandoci verso un torrido pomeriggio di trasferimento. Costeggiando sempre l'Allier, superiamo senza sosta Moulins. Viaggiamo un'altra mezz'ora con assoluta regolarità fino ad arrivare, a Varennes sur Allier. Qui la N7 lascia la valle e dirige verso i Monts de la Madeleine per raggiungere Roanne. Poco prima delle 15.00 superiamo la caratteristica cittadina di Lapalisse, che contiamo presto di tornare a visitare. Alle 15.35 ci fermiamo presso un Mc Donald a Mably, alla periferia nord di Roanne, per fare merenda, per rinfrescarci, per far riposare il motore e per far consumare un poco di energia a Diana che non ne può più di stare rinchiusa. Riprendiamo il largo dopo un'ora, superiamo la Loire quasi senza accorgercene e seguiamo fedelmente la N7 nel suo peregrinare sui monti. Quando abbiamo già percorso 290 Km di tappa, arriviamo a Lyon. Siamo alquanto stanchi, così impieghiamo quasi nulla ad attraversare la metropoli fruendo del modernissimo tratto autostradale sotterraneo, ma poi ci vuole un'ora per liberarci del traffico, delle giratoire, dei semafori della sua periferia. Alle 19.15 ci arrendiamo e saliamo sulla A43 giusto in tempo per poter fruire dell'area di servizio de L'Isle d'Abeu ove, dopo esserci riforniti di acqua al camper service, ci sistemiamo in un posto riservato e tranquillo per poter passare la notte.

Giovedì 14 Agosto 1997.
Nella notte, contrariamente a quanto temevamo, non c'è stato grande movimento così abbiamo dormito assolutamente tranquilli. Quando ci svegliamo il sole è già alto e la temperatura anche. Partiamo alle 9.30 con 30 gradi di temperatura all'interno. Decidiamo di proseguire in autostrada fino a Grenoble, così viaggiamo spediti e regolari. In cinquanta minuti copriamo i 72 Km che ci separano da Grenoble. Lasciata l'autostrada, aggiriamo rapidamente la città quindi, presa la N91 per Briancon, ci fermiamo all'Intermarchè di Vizille per un poco di spesa e un economico rifornimento di carburante. Ripartiamo alle 12.00 e ci immettiamo subito sulla N85 per Gap. Le pendenze delle salite presto diventano molto impegnative. Incontriamo diversi mezzi fermi a bordo strada con i cofani aperti e fumanti. Vista la calura odierna, facciamo anche noi un paio di soste per far raffreddare il motore, anche se il nostro termostato non segnala emergenze. Il traffico intenso, le salite e la miriade di curve creano spesso lunghe file di autoveicoli. Ci facciamo spesso da parte per smaltire un poco le code. Appena superata La Mure, in uno splendido paesaggio alpino, iniziamo a scendere nella valle della Drac. Siamo subito attratti dai cartelli indicatori del locale "centro di salto con l'elastico". Alle 13.00 siamo così fermi al parcheggio del Pont de Pensonnas ove ha sede appunto il centro. Il ponte, da un'altezza di 102 metri, supera la stretta gola scavata dalla Drac. Data l'ora, pensiamo bene di pranzare nell'attesa che il centro apra la sessione pomeridiana di salti. Siamo piuttosto scettici sull'affluenza ma, con l'approssimarsi dell'apertura, dobbiamo ricrederci. Per 400 FFr è possibile buttarsi a peso morto, dal centro della campata del ponte, nel burrone legati per le caviglie a tre possenti elastici lunghi 25 metri. Lo spettacolo, veramente inusuale, inizia alle 14.00. Noi assistiamo a tre o quattro salti poi pensiamo sia meglio riprendere il viaggio. Sempre seguendo la N85, Route Napoleon, avvicinandoci a Corps ci godiamo stupendi panorami mozzafiato su cime innevate, strette gole verdeggianti, ruscelli e laghi mentre la strada diventa sempre più impegnativa con continue curve e salite anche al 12 per cento di pendenza. Non incontriamo grossi intoppi ma certo l'andatura non è delle più veloci. Alle 16.30 troviamo anche il modo di fermarci in riva alla Drac a fare il bagno, prima che il fiume ci lasci per raggiungere la sua sorgente tra i monti. Superato il Col Bayard, 1248 metri, precipitiamo letteralmente su Gap. Non usiamo freni in questa discesa senza fine, con una pendenza da montagne russe e tornanti da capogiro. Sono le 17.30 quando arriviamo in una Gap piena di vita. Turisti, alpinisti, gitanti del week end, questo vuol dire traffico e ingorghi per una cittadina di montagna. Noi ce la caviamo rapidamente prendendo la D900b in direzione di Tallard e Barcellonette. Presto approdiamo nella valle della Durance. Seguiamo anche questo grande fiume fino a lasciarlo allorché riceve le acque dell'Ubaye. Al termine di uno stupendo tratto di strada alpino, arriviamo all'areodrome di Barcellonette ove troviamo il plurisegnalato camper service. Ci riforniamo di acqua ma non possiamo scaricare trattandosi di un Eurorelais. Data l'ora pensiamo bene anche di cenare al ristorante dell’aerodromo godendoci decolli ed atterraggi di alianti e monoposto ad elica. Nella speranza di raggiungere il Col de Larche, alle 21.00 ci rimettiamo in marcia. Attraversiamo Barcellonette rinunciando anche a qualche buon posto per pernottare e riprendiamo il largo. Ormai è buio, la strada impegnativa, presto ci rendiamo conto che l'impresa non può arrivare a buon fine che a notte fonda. Quando sono le 21.45 approfittiamo del comodo parcheggio, senza divieti evidenti, della Mairie, municipio, di La Condamine Chatelard per ormeggiarci per la notte.

Venerdì 15 Agosto 1997.
Questo villaggio ha uno strano orologio sul campanile della chiesa. Esso suona ogni mezz'ora e, quando è l'ora intera, suona tutti i rintocchi per due volte a distanza di pochi minuti. Nonostante questo, la notte è trascorsa assolutamente tranquilla accompagnata dal regolare scorrere delle acque nella fontana del paese, nel torrente alle nostre spalle e nel fiume in fondo alla valle. Dopo un veloce riassetto del camper e l'ultima spesa in franchi francesi, partiamo che sono le 8.05. La salita al Col de Larche, con la luce del mattino, è veramente stupenda. Prima lasciamo l'Ubaye per inserirci nella valle dell'Ubayette, poi cominciamo a salire senza pendenze eccessive. Più saliamo, più scopriamo meraviglie. I panorami si allargano sulle cime delle alpi. La giornata serena senz'altro ci favorisce. Ad un certo punto anche l'ultimo rigagnolo ci lascia e, in breve, siamo sul colle. Un grande spiazzo abbastanza popolato sia di camper che di tende. Col de Larche c'è scritto e, poco più in là, Colle della Maddalena. Siamo in Italia, senza frontiere. Il panorama è stupendo. Cominciamo la discesa entrando nella valle della Stura di Demonte. Per arrivare a Cuneo, 65 Km dal colle, impieghiamo un'ora e mezza. Attraversiamo numerosi paesetti tutti invasi di turisti, oggi è Ferragosto, la strada inoltre è stretta ed il traffico, in direzione del colle è molto intenso. Da Cuneo, con un poco di difficoltà, riusciamo a dirigere verso Mondovì. Ormai siamo in pianura, le strade sono larghe, rettilinee e il traffico scarseggia. Arriviamo a Mondovì alle 10.35. Prendiamo la A6 verso Savona. Valichiamo i monti ed arriviamo a Savona. Ci immettiamo senza difficoltà sulla A10 per Genova. Troviamo un poco più di movimento ma niente di preoccupante. Superiamo Genova alle 12.06 e prendiamo la A12 verso Livorno. Alle 13.00, dopo 281 Km di tappa, ci sistemiamo, alla meno peggio, all'area di servizio Riviera Sud per poter pranzare. Alle 14.10 ci rimettiamo in viaggio anche perché, nelle aree di questo genere, anche la sosta non gratifica più di tanto. Superiamo l'uscita per Pisa alle 15.30 e, dopo mezz'ora, prima di lasciare l'autostrada, sotto un sole equatoriale, ci fermiamo all'area di servizio Savalano Ovest, con camper service fuori servizio, per il rifornimento, il gelato e un poco di relax. Ripartiamo alle 16.45 per raggiungere Grosseto che sono le 18.10. Seguendo a ritroso il percorso fatto all'andata sull'Aurelia, passata un'ora e venti siamo a Civitavecchia ove riprendiamo l'autostrada. Il traffico intorno alla capitale è un poco più intenso, comunque non ci sono intoppi di sorta. Alle 21.00, percorsi 756 Km di tappa, siamo puntualmente a casa.



Viaggio effettuato nell'Agosto 1997 da Roberto Lumaca

Potete trovare ulteriori informazioni sulle localitŕ toccate da questo itinerario nella sezione METE.


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