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Camping Sport Magenta

Dalle Alpi ai Pirenei 2000

Viaggio in Italia e Francia
29 Luglio - 25 Agosto 2000
Con la partecipazione di Alessandra, Diana, Gabriella & Gabriella, Roberto e Blonde


Le Tappe

 
  1. Castel Gandolfo Civitavecchia Albinia Grosseto Rosignano M. Genova Savona Ceva
  2. Ceva Mondovì Cuneo B.go S. Dalmazzo Argentera Colle della Maddalena
  3. Colle della Maddalena Barcellonette Gap Veynes Col de Cabre Le Claps Die Loriol sur Drome
  4. Loriol s/Drome Aubenas Le Puy St. Flour Murat Pas de Peyroll
  5. Pas de Peyroll Aurillac Sousceyrac St. Cere Gouffre de Padirac Souillac
  6. Souillac La Roque Gageac Beynac St. Cyprien Siorac en Perigord Bergerac St. Foy la Grande
  7. St. Foy la Grande Bordeaux Carcans Lacanau Hourtin Plage
  8. Hourtin Plage
  9. Hourtin Plage
  10. Hourtin Plage Carcans Lacanau La Grand Crohot Ocean Ares Audenge Arcachon Dune du Pyla
  11. Dune du Pyla Biscarosse Gastes Mimizan Plage
  12. Mimizan Plage
  13. Mimizan Plage St. Eulalie en Born Contis Plage Cap de l'Homy Plage St. Girons
  14. St. Girons Dax St. Girons Plage
  15. St. Girons Plage
  16. St.Girons Plage St. Girons
  17. St. Girons Linxe Castets Dax Bayonne Biarritz St. Jean de Luz Ascain Col de St. Ignace
  18. Col de St. Ignace Ainhoa St. Jean Pied de Port
  19. St. Jean Pied de Port Gotein Tardets Oloron St. Marie Arudy Laruns Gabas Eaux Cahude Lac de Fabreges
  20. Lac de Fabreges Arudy Betharram Lourdes
  21. Lourdes Gavarnie
  22. Gavarnie
  23. Gavarnie Luz St. Saveur Bagneres de Bigorre St. Marie de Campan Tournay St. Gaudens
  24. St. Gaudens Lestelle Toulouse Boussens Martres Toulousane Castres St. Pons de Thomieres
  25. St. Pons de Thomieres Aire de Caylar Millau Aguessac Gorges du Tarn St. Enimie Mende Naussac
  26. Naussac Langogne Pradelles Aubenas Donzere Grignan Nyons Les Pilles Gorge de St. May Serres
  27. Serres Gap Barcellonette Col de Larche Argentera
  28. Argentera B.go S. Dalmazzo Cuneo Mondovì Genova La Spezia Rosignano Marittima Grosseto Civitavecchia Roma Castel Gandolfo


Prefazione.

Quest'anno si parte in ritardo e di corsa a causa di impegni familiari che ci trattengono a casa fino a fine luglio. Tali impegni ci hanno un poco scombussolato il solito meticoloso sistema di preparare il viaggio e temiamo di esserci dimenticati qualcosa o peggio di non aver curato del tutto la disposizione del mezzo. In un anno in cui ci rechiamo, per la maggior parte del viaggio, in luoghi già visti, questo sarà l'argomento che ci terrà svegli. Altro argomento a tenere alta l'attenzione della ciurma sarà la presenza a bordo per la prima volta di Blonde, la nostra cagnolina di nove mesi, entrata di diritto, quale membro della famiglia, a fare parte dell'equipaggio.

Sabato 29 Luglio 2000

Dopo aver controllato accuratamente le gomme, fatto il pieno di acqua e carburante finalmente partiamo da casa che sono già le 10.25, ora alla quale avremmo dovuto incontrarci con le Gabrielle sulla A12 per Civitavecchia. Con un vergognoso ritardo ci approssimiamo all'incontro con le nostre pazienti compagne di viaggio dopo tre quarti d'ora e, allo scopo di recuperare un poco, tramite il baracchino riusciamo ad avvertirle e a farle immettere sull'autostrada proseguendo senza sosta. Il tempo recuperato lo perdiamo immediatamente al casello di Civitavecchia Sud ove ci sorbiamo una coda di venti minuti per uscire. Presa l'Aurelia viaggiamo speditamente scemando le apprensioni per il temuto esodo di fine luglio. Alle 12.50, dopo aver scartato diverse squallide occasioni, riusciamo a fermarci per il pranzo in una piazzola angusta e putrida, poco prima dell'uscita per Manciano, che anche Blonde sembra non gradire per la sua passeggiata. Con la fermata, ovviamente, ci scambiamo personalmente i saluti già anticipati virtualmente via etere. Facciamo anche due conti e constatiamo che abbiamo percorso 170 chilometri in due ore e mezza, pertanto non ci lamentiamo. Consumato il pasto, visto che il luogo non propone attrattive atte a favorire neanche un riposino, ci rimettiamo in marcia alle 14.15 filando dritti per un'ora e mezza. Poco oltre l'uscita per San Vincenzo, cogliamo l'occasione del rifornimento per un poco di relax e per sgranchire le gambe. Nel camper segniamo 32°C e Blonde patisce un poco visto che l'asfalto si trova a temperature assai elevate per le sue zampe. Traffico ancora scarso, anche in direzione sud, contrariamente a qualsiasi previsione. Dopo mezz'ora si riparte e, alle 16.35, siamo a Rosignano Marittima ove entriamo nuovamente in autostrada. Vediamo qui la prima vera coda della giornata che dal casello di uscita si snoda per diversi chilometri. Alla prima area di servizio, la Fina Est, ci fermiamo per consentire alle Gabrielle di fare rifornimento e a Diana di cominciare a spendere i soldi del nonno, acquistando l'ennesima Barbie. Ripartiamo alle 17.00 e viaggiamo per oltre un'ora con la massima regolarità, fermandoci all'area di servizio Magra Est prima di affrontare l'impegnativo tratto ligure dell'autostrada. Il traffico è sempre scorrevole, ma temiamo di incontrarne di più prima di Genova, il cielo è sereno e la temperatura insistentemente alta. Blonde stenta ad abituarsi alla vita ristretta di bordo, anche se conquista continuamente spazi sempre più panoramici. Dal pavimento è passata alla poltrona del passeggero fino ad arrivare a sdraiarsi di fianco al cruscotto. Durante la marcia sembra un pelouche. Ripartiamo alle 19.00 e, in un'ora siamo alle porte del capoluogo ligure che superiamo senza difficoltà avendo percorso 430 chilometri da stamattina. Cominciamo a porci il problema della sosta notturna. Le aree di servizio della A10 non sono molto vaste, quindi inadatte al pernottamento, siamo costretti ad arrivare fino a Savona. Imboccata la A6, verso Torino, la situazione non cambia, anzi peggiora visto lo stato dell'autostrada interessata da lavori di ampliamento. Tergiversando, arriviamo all'uscita di Ceva ove lasciamo l'autostrada e ci rechiamo al parcheggio dell'ospedale che già ci ospitò per un pranzo alcuni anni fa e che troviamo sorprendentemente asfaltato. Ci fermiamo, con sommo piacere di Blonde, che sono le 21.40 dopo 621 chilometri di tappa.

Sommario delle tappe.

Domenica 30 Luglio 2000.

Sveglia alle 8.30, nonostante i ripetuti rintocchi del campanile della cappella, peraltro in disuso, abbiamo dormito meravigliosamente bene. Nell'oscurità Blonde si è impadronita del camper e ha dormito al posto di guida. Leviamo l'ancora alle 9.45 e, percorsi 26 chilometri, in mezz'ora siamo a Mondovì ove fruiamo del locale Camper Service ed acquistiamo le ultime cose presso il supermercato Conad ed una vicina farmacia. Ci rimettiamo in marcia alle 11.00. Superata Cuneo, mezz'ora più tardi, ci immettiamo sulla SS.21, percorrendo la quale, raggiungiamo prima Borgo San Dalmazzo poi Demonte e Vinandio. Raggiungiamo il grande spiazzo degli impianti invernali subito a monte di Bersezio che sono le 13.00. Troviamo una infinità di camper già posizionati ma lo spazio è sufficiente per avere posto anche per noi. Pranziamo tutti assieme tra i due camper seguendo alla radio la vittoria di Rubens Barrichello nel Gran Premio di Germania di Formula 1. Dopo pranzo Roberto, Gabrielletta, Diana e Blonde intraprendono un'escursione verso una delle tante cascate che costellano la valle dello Stura di Demonte. L'impresa si protrae fino alle 17.30 quando, tornati al campo base, si fa merenda con dolcetti e té freddo. Ci sentiamo tutti con la pelle tirata e secca in virtù del sole preso durante la giornata. Intanto il piazzale comincia svuotarsi, diversi equipaggi rientrano a valle al termine del week end. Cominciamo a dedicarci alla caccia alle marmotte. Riusciamo ad individuarne tre che, con il calare del sole, si avventurano fuori dalle tane per procurarsi il cibo. La temperatura cala sensibilmente, nonostante il vento sia calato così decidiamo di cenare all'interno dei mezzi. Dopo cena di nuovo tutti fuori per cercare di vedere la cometa ma, il freddo pungente ci costringe a chiudere la giornata alle 22.00 mettendo da parte la semitappa mattutina di 114 chilometri.

Sommario delle tappe.

Lunedì 31 Luglio 2000.

Dopo una notte da sogno, ci svegliamo alle 7.00 con la temperatura in camper di soli 12°C. Durante la passeggiata mattutina di Blonde, le marmotte ci osservano guardinghe dell'ingresso delle loro tane. Il cielo è sereno, prevediamo perciò una giornata calda. Partiamo alle 9.50, dopo un corposo rabbocco del liquido di raffreddamento del camper delle Gabrielle, presagio di perdite nel circuito. Superato il Colle della Maddalena, e percorsa ad andatura prudente la conseguente discesa, arriviamo a Larche dopo mezz'ora, fermandoci nella deliziosa piazzetta per il consueto riempimento delle scorte di acqua potabile erogata fresca dalla fontana. Un'ora di viaggio regolare ci consente di arrivare tranquillamente a Barcellonette e prendere la direzione per Gap che raggiungiamo alle 12.40, dopo 112 chilometri di tappa. Ci fermiamo per il pranzo nell'angusta area attrezzata di Veynes che sono le 13.00. Nell'attesa che i piatti siano pronti tiriamo un poco di somme, consuetudine in questi primi giorni, quasi completamente dedicati al trasferimento. Da stamane abbiamo percorso 137 chilometri e, per il pomeriggio, ne prevediamo circa 260. Ripartiamo alle 15.20, percorrendo strade ormai a noi note, raggiungiamo Aspres sur Buech ove, passato il ponte prima dell'abitato, sulla sinistra notiamo un piccolo parcheggio che consente anche di effettuare qualche bagno nel fiume. Alle 16.25, superato il Col de Cabre, arriviamo a Le Claps, il grazioso laghetto dopo il salto della Drome. Cogliamo l'occasione di fermarci per la merenda e un poco di relax. Diana riesce anche a fare un tuffo nell'acqua melmosa ove invece Blonde si rifiuta categoricamente di entrare. Ripartiamo alle 18.45 scendendo la valle della Drome fino a Loriol. Prima di entrare in città, facciamo rifornimento e, alla ripartenza, il camper delle Gabrielle non si rimette in moto. Sembra tutto dovuto al motorino di avviamento che il gestore, con due robuste martellate, convince presto a riprende servizio. Riusciamo a raggiungere il parcheggio di fronte alla caserma dei pompieri, in cui abbiamo già sostato negli anni scorsi. Vista l'ora, sono le 19.15, il notevole ritardo accumulato e l'impossibilità di raggiungere Pradelles, decidiamo per il pernottamento chiudendo la tappa a 264 chilometri.

Sommario delle tappe.

Martedì 1 Agosto 2000.

Contrariamente alle previsioni trascorriamo una notte fresca, oltre che tranquilla, e ci svegliamo comodamente alle 7.40. Siamo in notevole ritardo rispetto alla tabella di marcia, circa due giorni, pertanto oggi proveremo a recuperare qualcosa. Le strade che ci aspettano sembrano, sulla carta, maggiormente scorrevoli rispetto a quelle già percorse. Rabboccato nuovamente il liquido di raffreddamento del camper delle Gabrielle, partiamo alle 9.20. Durante l'operazione di rabbocco scopriamo, forse, il motivo delle perdite. Il tappo del vaso di espansione è arrugginito e perforato per cui ci mettiamo subito in cerca di un autoricambi Citroen per comprarne uno nuovo. Dopo un vano tentativo effettuato alla Peugeaut di Privas, per le 11.00 arriviamo alla Citroen di Aubenas. Acquistato in pochi minuti "le bouchon" modello originale, ci rimettiamo in marcia per affrontare l'impegnativa strada che risale la valle dell'Ardeche e supera la Serre de la Crix de Bauzon al Col del la Chavade. Alle 12.35 ci fermiamo per il pranzo, dopo 110 chilometri di tappa, in una attrezzata area di riposo posta tra l'incrocio per il lago d'Issarles e quello per Pradelles. Dai bordi dell'area si ha una stupenda veduta del lago di Naussac scintillante sotto il sole e imperlato di vele. Ripartiti alle 15.15 in mezz'ora raggiungiamo Le Puy. Il tempo si è un poco imbronciato ma continua a fare caldo. Diana ha fame, mentre Blonde se la dorme alla grande. Vita da cani. La strada che ci porta a St. Flour è un vero calvario di curve, impieghiamo due ore e un quarto per percorrerla. Superiamo Langeac senza fermarci, ma ci basta per affermare che merita una visita approfondita. Le strada seguente, prima D590, poi D990, è un vero inferno di curve e dossi che mettono a dura prova mezzi ed equipaggi. St. Flour ci si presenta arroccata sul suo sperone roccioso. Raggiunta la città alta, troviamo un grande affollamento di persone e di veicoli. Stanchi per il percorso da Langeac, cerchiamo di defilarci imboccando subito la D926 verso Roffiac, Murat e Aurillac. Appena fuori città ci fermiamo nel parking del supermercato Champion per fare un poco di spesa e dare modo ai piloti di tirare il fiato. Durante la sosta ci raggiunge la nuvoletta di Fantozzi che, con due spruzzate d'acqua, contribuisce ad aumentare il tasso di umidità già notevolmente alto. Ripartiti alle 18.30, in venti minuti copriamo i 20 chilometri che ci separano da Murat. La cittadina, graziosa con le case con tetti d'ardesia, è in festa e piena di animazione. Senza aver minimamente modo di fermarci, seguendo il senso obbligato del traffico, aggiriamo il centro storico portandoci nella parte alta ove notiamo un parcheggio ove sostano alcuni camper proprio ove si imbocca la D660 in direzione del Col d'Etremont. A circa una decina di chilometri da Murat, giriamo a sinistra seguendo le indicazioni per il Puy Mary. La strada prima scende vertiginosamente poi comincia a salire e lentamente anche a restringersi. Ci si scoprono panorami sempre più affascinanti. Nell'ultimo tratto, in pratica, ci troviamo su una single track di scozzese memoria. A circa due chilometri dal Pas de Peyroll la pendenza diventa preoccupante. Innestiamo la prima e speriamo di non incontrare nessuno, nemmeno una bicicletta, in senso contrario. Alle 20.00 siamo in vetta, 1589 metri, senza la minima possibilità di tornare indietro. Siamo prigionieri degli orari dei divieti di discesa. Facciamo una breve perlustrazione e ci sistemiamo, alla meno peggio, nei primi spazi abbordabili in direzione di Aurillac. Per cena ci rechiamo al ristorante dello chalet ove ceniamo con soddisfazione. Dopo una breve, per il freddo, osservazione dello stellatissimo cielo che si vede nella più assoluta oscurità chiudiamo la giornata alle 23.00 per dormire con i camper in una pendenza inusuale.

Sommario delle tappe.

Mercoledì 2 Agosto 2000.

Ci svegliamo alle 4.20 in quanto sul letto basculante non è più possibile dormire dato che il vento, con le sue raffiche, scuote i camper come fossero fuscelli. Abbiamo lasciato un cielo sereno e stellato ma, durante la notte, la situazione è radicalmente cambiata, è arrivata una forte perturbazione, da un'ora il vento si è fatto minaccioso. Al buio e in forte pendenza, non ci sentiamo sicuri. In poco tempo attreziamo la dinette centrale e liberiamo il posto di guida, nel caso ce ne fosse bisogno. Improvvisamente si scatena una bufera, lampi, tuoni, acqua, grandine e vento. Sembra di essere in un girone dell'inferno dantesco. Anche Blonde ha la sua dose di paura mentre noi pensiamo ad un piccolo camper tedesco posteggiato un chilometro più avanti completamente esposto e sull'orlo di un burrone. Almeno noi siamo riparati, in parte, dal costone della montagna. Siamo tutti svegli ma, alla luce dei lampi, non vediamo che nebbia, tutti i bei panorami goduti al nostro arrivo sembrano essersi dileguati. All'improvviso, come era cominciato, verso le 5.30, tutto cessa. Il vento si placa, smette di piovere e noi torniamo a dormire. Nuova sveglia alle 8.30, possiamo definire questa notte leggendaria, non ci era mai capitato un fortunale di questa entità, per di più appesi ad un vulcano a quasi 2000 metri d'altezza. In mattinata, visto il divieto di discesa, saliamo dai 1589 metri del Pas de Peyroll ai 1787 metri del Puy Mary immerso nelle nubi. Scendiamo che sono le 11.30, umidi e infreddoliti, comunque soddisfatti di aver vinto anche questa sfida. La salita da Murat la riteniamo sconsigliabile ai mezzi a trazione anteriore, soprattutto per le pendenze degli ultimi due chilometri. Migliore sarebbe salire da Salers e ridiscendere, come faremo noi, verso Aurillac. I divieti per la discesa sono dalle 12.15 alle 24.00 sia verso Aurillac che verso Salers mentre verso Murat la discesa è vietata dalle 24.00 alle 12.45. Ci incamminiamo verso valle puntualmente allo scadere del divieto. La discesa verso Aurillac è nettamente migliore della salita da Murat. Nonostante un'andatura prudente, sia per la pendenza che per la nebbia, a seguito di 38 chilometri, raggiungiamo Aurillac già alle 13.30 ove troviamo abbastanza agevolmente l'area riservata ai camper. Purtroppo non possiamo fruire del camper service a causa di parcheggi disordinati di diversi automezzi. Pranziamo nei camper sotto gli alberi del parcheggio. Prima di rimanere prigionieri delle autovetture, leviamo le ancore alle 15.15 ed usciamo rapidamente dalla città. Percorriamo strade secondarie e poco trafficate. Alle 16.40 arriviamo a Sousceyrac, dopo 88 chilometri di tappa, ove in Place de la Condamine troviamo la colonnina Eurorelais e riusciamo ad effettuare le nostre operazioni di camper service. Intanto Diana, dopo aver dato una mano, si precipita a procurarsi un bel gelato per ricompensa. Ripartiamo alle 17.30 per superare, venti minuti più tardi, St. Cere. Proseguiamo il viaggio con speditezza in quanto il traffico è quasi assente, cosa che compensa il fatto che le strade sono un poco impegnative. Alle 18.20 siamo all'immenso parcheggio, formalmente vietato per la notte, della Gouffre de Padirac. Non mettiamo tempo in mezzo e ci precipitiamo a partecipare all'ultimo giro di visite della stupenda riviera sotterranea. La Gouffre de Padirac è una delle maggiori attrazioni geologiche di Francia. Si tratta specificatamente di un pozzo, che si discende rapidamente per mezzo di tre ascensori, che mette in comunicazione la superficie con un fiume sotterraneo che viene percorso per circa 500 metri in barca. Si continua poi a piedi ammirando varie stupende sale come la Salle du Lac de la Pluie, la Salle des Grands Gours e la Salle du Grand Dôme. Ammirato tutto ciò ci ritroviamo ai mezzi che sono le 20.15. E' ancora giorno ma s'impone una scelta. Sfidare il divieto e dormire in loco, come certamente faranno diversi altri mezzi presenti, oppure ripartire ed arrivare all'area di sosta di Souillac? L'ammiraglio Roberto impone la propria scelta con lo scopo di recuperare, in un colpo solo e con un piccolo sforzo, un intero giorno di viaggio. Ci rimettiamo in marcia ma evitiamo di percorrere la strada più breve, per non dover attraversare la rinomata Rocamadour, presumibilmente molto affollata. Alle 21.20, dopo soli 69 chilometri di tappa, arriviamo presso l'area di sosta di Souillac nel parking de Boillet, ove apprendiamo anche che il camper service è stato spostato nel parcheggio presso lo stadio. Ci sistemiamo comodamente essendo il luogo in piano e molto ampio, consumiamo la cena e, dopo una breve passeggiata, ci ritiriamo a dormire cullati dal placido scorrere della Dordogne.

Sommario delle tappe.

Giovedì 3 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.00, notte assolutamente tranquilla ma, forse, anche se non lo fosse stata, non avremmo sentito niente considerata la precedente. Il cielo si presenta coperto, pioviggina ma non fa freddo, anzi, la temperatura è gradevole. Partiamo alle 10.20 percorrendo strade dipartimentali lungo la Dordogne. In capo ad un'ora percorriamo i circa 40 chilometri che ci consentono di raggiungere La Roque Gageac. Entriamo nel parcheggio a pagamento all'ingresso della cittadina e ci sistemiamo sotto gli alberi. Tra la visita della cittadina e la discesa in canoa del fiume, Diana sceglie la seconda e noi l'accontentiamo senza opporre resistenza. Ci prepariamo in mezz'ora e mentre le Gabrielle optano per una crociera in battello, noi e Blonde salpiamo dal porticciolo dietro il parcheggio poco prima di mezzogiorno. Scendiamo il fiume fino oltre il ponte di St. Vincent de Cosse fermandoci a pranzare sull'isolotto posto sotto la rocca di Beynac. Il fiume pullula di canoe che sembrano tante zanzare sull'acqua. Diana è entusiasta dell'esperienza e Blonde sembra essersi immediatamente ambientata nel fondo della barca ove trova il refrigerio dovuto al contatto con l'acqua fresca del fiume. Alle 15.00 veniamo recuperati dal pullman dell'organizzazione che, in mezz'ora, ci riporta al parcheggio de La Roque Gageac. Durante il trasferimento notiamo con preoccupazione che la strada, per quanto panoramica, è molto stretta, soprattutto sotto gli abitati di Beynac e Gageac, e molto trafficata. Il parcheggio che stamane aveva molti posti liberi, è ora al completo. Poco dopo il nostro arrivo, il cielo si copre rapidamente e comincia a piovere. Vista l'intensità del traffico dilazioniamo la partenza e inganniamo il tempo con una partita a carte. Ci mettiamo in viaggio alle 17.30, lasciando il posto libero ad un'altra comitiva di camper nostrani, e, superati con attenzione i punti critici, in mezz'ora raggiungiamo Siorac en Perigord, dirigendo spediti verso Bergerac. Alle 19.00 siamo nella patria di Cyrano, ma non troviamo alcun luogo di nostro gradimento per il pernottamento pertanto imbocchiamo la direzione Bordeaux. Non era il Perigord l'obiettivo del nostro viaggio ma, aver scelto di attraversarlo, è stata l'occasione per conoscerne abbastanza da poter dire che ci ritorneremo per una visita più approfondita e particolareggiata. Nel prosieguo della tappa non troviamo, come speravamo, alcuna decente occasione per la sosta così, alle 20.30, siamo fermi nel parcheggio dell'Intermarchè di St. Foy la Grande. Disperati decidiamo di pernottare in loco. Ci sistemiamo in una posizione defilata e ceniamo tutti insieme in mezzo ai camper alla luce delle lampade a gas, mentre Blonde sgroppa libera dal guinzaglio nell'immenso e deserto parcheggio. La pattuglia della vigilanza, accertatasi che l'indomani sloggeremo, ci augura buon appetito e buona notte, proprio come da noi.

Sommario delle tappe.

Venerdì 4 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.15 al ritmo di un cuculo che, evidentemente, si trova tra gli alberi presenti nel parcheggio. Prima di partire, ovviamente, data l'ospitalità avuta, facciamo la spesa al supermercato e una visita, per curiosità, al Bricomarchè a fianco. Leviamo le ancore alle 10.30 destinazione Bordeaux. Percorriamo la D936 ed abbiamo la ventura di incontrare la segnalazione dell'area di riposo per camper presso il castello di St. Emilion. Percorriamo i 75 chilometri di strada in un'ora e mezza fino ad arrivare alla periferia della grande metropoli sulla foce della Garonne. Come al solito perdiamo un poco di tempo nei tanti svincoli e nel traffico caotico ma alla fine riusciamo ad arrivare al quartiere di St. Eulalie ed a trovare la Narbonne Accessories presso il concessionario di articoli da campeggio Aquitaine Evasion. Le Gabrielle acquistano la prolunga per lo scarico delle acque nere, dimenticata a casa, poi ci spostiamo presso il ristorante McDonald's a fianco del supermercato Leclerc, per la felicità di Diana e per consumare velocemente il pranzo. Ci rimettiamo in marcia alle 13.45, non prima di aver provveduto a fare rifornimento. Torniamo a puntare le prue verso il centro di Bordeaux dirigendo verso l'oceano e la Gironde. Nonostante il caos dovuto ai lavori in corso sulle varie arterie, ce la caviamo bene e presto siamo fuori dal trambusto. Alle 15.00 arriviamo a Carcans, nell'area naturale e protetta di Bombannes ove ci capita di vedere una cosa unica nel suo genere. Il camper service, funzionante, è recintato ed un cartello avverte che viene aperto solo dalle 22.00 alle 9.00 del mattino successivo. Avendo necessità almeno di caricare acqua, ritorniamo sui nostri passi e dirigiamo verso Lacanau Ocean. All'eliporto, in località Le Huga, troviamo la colonnina Eurorelais, che già conoscevamo, in una situazione pietosa. Con qualche difficoltà, superata con altrettante acrobazie, riusciamo a caricare l'acqua ma di scaricare non se ne parla. Visto come si stanno mettendo le cose, considerato che siamo alle porte del week end e che fremiamo per mettere i piedi in acqua, cerchiamo di trovare posto nel camping di Lacanau Ocean. Niente da fare, tutto prenotato ed esaurito. Alle 16.45 volgiamo di nuovo le prue verso nord e dirigiamo su Hourtin Plage. Tre quarti d'ora più tardi siamo parcheggiati all'ingresso del Camping Cote d'Argent in attesa del responso ufficiale alla nostra richiesta di soggiorno. Accompagnati nel campeggio, immenso, ma ben strutturato, con numerosi blocchi servizi, piscina, equitazione ed altro, in capo ad un'ora troviamo due posti che meglio non si poteva. Entriamo, ci sigillano i polsi con dei braccialetti che fanno tanto Auschwitz, e cominciamo a goderci i servizi. Diana collauda subito la piscina e suoi scivoli. Gli adulti le docce e le lavatrici. Ceniamo di nuovo tutti insieme tra i camper sotto la veranda delle Gabrielle. Appena terminata la scorpacciata, un improvviso acquazzone ci costringe ad una rapida ritirata nei mezzi mettendo fine alla giornata con 216 chilometri di tappa.

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Sabato 5 Agosto 2000.

Al termine di una notte assolutamente tranquilla, ci svegliamo che sono le 8.20. Il personale del camping ci ha sistemato tra i bungalow, su due pianeggianti piazzole adiacenti, nella zona alta e più tranquilla del campeggio. Prima di scendere a mare facciamo il bucato, che lasciamo steso ad asciugare. Ci muoviamo alle 10.45 e, giunti sulla spiaggia, facciamo soprattutto un bagno di sole. La temperatura dell'acqua di soli 17°C e quella dell'atmosfera, un paio di gradi più alta, non ci attraggono, inoltre spira costantemente un freddo vento da nord che ci fa riflettere sull'eventualità di uscire bagnati. Torniamo ai camper alle 16.00, nel momento di bassa marea, dopo aver raccolto una porzione di telline sufficiente per un buon pranzetto. Lungo la via del rientro, Diana non si lascia sfuggire l'occasione di una sosta in piscina a godersi gli scivoli, subito imitata da Gabriella e Alessandra. Gli autisti meditano e riposano. Al ritorno dalla piscina emerge un problema di alimentazione al frigo del camper delle Gabrielle. Facciamo le 19.00 cercando invano la soluzione tra gli impianti elettrici del mezzo, dei servizi e dei pannelli solari. Ceniamo di nuovo tutti insieme fuori dai camper con gli spaghetti e le telline fresche pescate da Roberto nel primo pomeriggio.

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Domenica 6 Agosto 2000.

Sveglia alle 9.00 al termine di un'altra notte da sogno, ci attende un cielo splendidamente sereno. Mattinata dedicata alla Foret de Hourtin, complice una faticosa escursione effettuata in velò affittati da Roberto e Diana. Dopo pranzo scendiamo in spiaggia che troviamo superaffollata. Ci godiamo la bassa marea, che avevamo lasciato ieri, giocando a freesby e scalando le dune insieme a Blonde. Oggi la temperatura dell'acqua è scesa a 15.5°C e quella dell'atmosfera è salita a 22°C ma il vento, sempre presente e gelido, ci sconsiglia il bagno. Il collaudo dei bodyboard è rimandato ancora. Tornati al camping, Diana e Roberto fanno una puntatina in piscina fin quasi alla chiusura. Al ritorno trovano che Blonde ha fatto amicizia con un cucciolo tedesco della sua taglia. Evidentemente i cani abbaiano in esperanto. La coppia si cimenta in qualche effusione e in numerose rincorse attorno alla piazzola ove sono sistemati i mezzi attirando la benevola curiosità degli ospiti del campeggio per nulla disturbati dall'animosità delle due bestiole. Ceniamo ancora una volta a tavoli uniti al fresco dei pini infine, una grande partita a scopone, ci fa fare le 23.00.

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Lunedì 7 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.00, si preannuncia un'altra bella giornata. Prima di partire scarichiamo i serbatoi di raccolta, facciamo il pieno di acqua e con 638.70 FRF, un vero botto, saldiamo il conto alla reception. Ci mettiamo in marcia alle 11.00 dirigendo verso sud, alla ricerca di acque più calde. Raggiunta Hourtin pensiamo bene di fermarci per fare la spesa. Troviamo posto nel parcheggio tra la chiesa e il municipio, Mairie, che ci sembra essere un ottimo appoggio anche per la notte. Altra invitante opportunità esiste poco lontano nel parcheggio dell'Office du Tourisme, pianeggiante, assolato con bagni e praticamente in centro. Alle 12.10 riprendiamo la marcia immettendoci di nuovo sulla D3 ancora diretti verso sud. Dopo un'ora di viaggio regolare e circa 70 chilometri di marcia, arriviamo a Le Grand Crohot Ocean ove ci accoglie l'immenso parcheggio sotto la pineta. Purtroppo, data l'ora, i parcheggi a ridosso della duna e della spiaggia sono pieni. Pranziamo utilizzando i tavoli da pic nic, presenti nel luogo, mentre facciamo ipotesi e progetti su come risolvere il problema della batteria dei servizi del camper delle Gabrielle, che non vuole saperne di ricaricarsi. Riprendiamo la marcia alle 15.00 con l'intento di trovare un garage Citroen o un elettrauto che possa darci qualche consiglio qualificato sul da farsi. Arriviamo ad Ares ove l'elettrauto locale, misurata la carica della batteria ci comunica che è in perfetto stato e che, secondo lui, il problema si trova nella centralina che non consente la ricarica. Parcheggiati nello spiazzo dell'officina, miracolosamente, da soli, troviamo il guasto, dovuto ad un piccolo filo spezzato che prontamente accomodiamo. Appena ripristinato il contatto, tutto torna a funzionare, frigo, luci e pompa. Completamente risollevati, in piena allegria riprendiamo la rotta alle 16.40 diretti verso Arcachon. Superiamo Audenge ove non ci sfugge la segnalazione del camper service in direzione del camping municipal "Halte Camping Car". Aggirato completamente il bacino della laguna di Arcachon, alle 18.00 arriviamo al parcheggio della Duna du Pylat, ove troviamo un buon posto sotto gli alberi. Lasciamo i mezzi e ci rechiamo a fare una prima visita d'approccio anche per spezzare la curiosità che abbiamo su questo rinomato fenomeno naturale. Ne abbiamo viste altre in Danimarca, poi Leba in Polonia e Monsul in Spagna ma questa è, senza ombra di dubbio, la più bella, maestosa e spettacolare. Arriviamo in cima nel momento del tramonto e ci godiamo stupendi riflessi di luce dorata su Cap Ferret, Pyla sur Mer, i banchi di sabbia di Touliguet e d'Arguin. La scalata, la discesa e le numerose scivolate di Diana e Blonde, ci fanno tornare ai mezzi solo alle 19.45. Avendo percorso 129 chilometri di tappa decidiamo di spendere i 60 FRF per il pernottamento così allestiamo la solita tavolata comune tra i mezzi. Dopo cena ancora un partita a scopone vinta da Diana.

Sommario delle tappe.

Martedì 8 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.30, al termine di una notte assolutamente tranquilla. Alle 24.00 è passato nel parcheggio il mezzo della raccolta dei rifiuti e sono arrivati altri equipaggi, sono stati gli ultimi rumori avvertiti. In questo parking si può entrare anche di notte. Alla sbarra di entrata si ritira automaticamente il biglietto con l'orario d'accesso che serve per pagare al momento di uscire. Ci organiziamo per una nuova escursione sulla duna e saliamo alle 10.20. Raggiunta Gabrielletta, sempre solerte quando si tratta di abbronzarsi, scendiamo con Blonde fino in riva al mare. La risalita è alquanto faticosa, il sole si è adeguato all'ambiente sahariano e picchia da morire, fortunatamente spira il vento che provvede a mitigare la calura. Rientriamo alle 13.00 dopo aver pranzato con un sostanzioso sandwich alla francese. Lasciamo il parcheggio alle 14.30, pagando 90 FRF, nuovamente diretti verso sud. Percorriamo la D218, parallela alla costa e che attraversa la Foret de la Teste, facciamo un timido tentativo di raggiungere la spiaggia e i parcheggi limitrofi a Biscarosse Plage ma, la gran quantità di auto, le strade strette e i divieti per la notte ci fanno desistere. Arriviamo a Biscarosse, ove notiamo chiaramente le indicazioni per il camper service, alle 15.15 e ci fermiamo nel parcheggio del supermercato Leclerc per fare la spesa. Fa un caldo bestiale. Nelle ore calde della giornata la temperatura si mantiene a livelli piuttosto elevati. Oggi in camper abbiamo 32°C. Dopo poco più di un'ora ripartiamo alla ricerca della sistemazione notturna. Alle 17.10 arriviamo a Gastes, sulle rive dello stagno di Biscarosse e Parentis. Ci fermiamo davanti al campeggio per consumare la merenda e verificare se è possibile fare il bagno nel lago increspato dal vento. Perlustriamo a piedi la costa fino al porto turistico di fronte al quale troviamo l'area per camper, ampia, in piano, sul prato, ombreggiata, con carico, scarico, docce e lavelli. Dato che è ancora giorno, decidiamo di effettuare ancora un tentativo di trovare una sistemazione in riva al mare. Ripartiamo alle 17.50 e, quasi disperati, dopo tre quarti d'ora arriviamo all'area per camping car di Mimizan Plage. La troviamo affollata, con tutte le prese di corrente occupate. Nonostante tutto riusciamo a ricavarci due posti un seconda fila. L'area è molto attrezzata, prese d'acqua e luce per quasi tutti, due eurorelais per gli scarichi a cassetta e i servizi con le docce. A parte qualche parcheggio un poco comodo, c'è spazio per molti mezzi. Ci troviamo proprio sotto la duna, di fianco all'eliporto della gendarmeria, il mare si raggiunge in meno di cinque minuti. Vista tutta questa manna, naturalmente optiamo per chiudere la tappa con soli 80 chilometri all'attivo. Ceniamo tra i camper ancora un volta tutti insieme e, per finire, scopone fino a tarda ora.

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Mercoledì 9 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.30, temevamo per la notte ma tutto è filato liscio, anche il rientro dei ragazzi che fanno i falò alla luce della luna sulla spiaggia si è svolto con il rispetto per chi dorme. Alle 9.00 passano i vigili a raccogliere i soldi da chi non ha avuto modo di pagare il ticket di 65 FRF con monete alla gettoniera. Pagata la giornata, scendiamo al mare per goderci finalmente i nostri bodyboard. Giornata splendida, il vento è poco più che una brezza e l'oceano è calmissimo, non è proprio il massimo per fare surf. Alle 14.30 torniamo ai mezzi togliendoci la salsedine di dosso alle docce dell'area camping car. Pranziamo e riflettiamo sul da farsi nel pomeriggio e nei giorni successivi. Essendosi alzato un poco di vento e, di conseguenza, essendosi mosso il mare, verso le 18.00, Diana, Roberto e Gabriella scendono nuovamente al mare per un ultima sfida giornaliera in bodyboard. Ceniamo ancora tutti assieme tra i camper con una pizza napoletana di fattura locale che ci disgusta completamente. Tiriamo tardi con la solita partita a scopone.

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Giovedì 10 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.00, la notte è trascorsa tranquilla anche se cominciata tra i rumori di un vicino park di autoscontri. Scendiamo a mare alle 10.30 ma la bassa marea è già passata da due ore, per l'alta bisogna aspettare le 14.40. La giornata è assolata e un poco ventilata. Torniamo alle 13.40, pranziamo e pianifichiamo lo spostamento verso sud. Pensiamo di tornare a Gastes per scaricare i serbatoi dei bagni e poi puntare su Contis Plage, il tutto condito con spesa al supermarket e rifornimento di carburante. Prima di levare l'ancora, a scanso di contrattempi, scarichiamo con i secchi all'eurorelais le acque grigie e approfittiamo dei rubinetti presenti ogni due posteggi per fare il pieno di acqua. Ci muoviamo alle 16.00. Un'ora più tardi siamo fermi, dopo aver fatto rifornimento lungo la strada, presso l'area per camping car di St. Eulalie en Born, qualche chilometro prima di Gastes, anch'essa posta di fronte al porto turistico sullo stagno, con scarico a pozzetto e acqua fresca e abbondante. Ripartiamo alle 17.45, dirigiamo di nuovo su Mimizan, ove ci fanno fare un ampio giro a suon di sensi unici, fallisce poi il tentativo di trovare posto presso la Plage de Lespecier, a Contis Plage troviamo l'area camping car superaffollata e tanti divieti intorno. Alle 19.00, quasi disperati, arriviamo a Cap de l'Homy Plage. Conosciamo già questo posto, vista la grande presenza di autovetture, parcheggiamo lungo strada per effettuare una perlustrazione a piedi. L'area camping car di fronte al campeggio è impraticabile in quanto piena e molto cara, i parcheggi sotto gli alberi hanno le sbarre, restano i parcheggi sotto la duna ma al momento sono irrangiungibili in quanto le autovetture in sosta restringono troppo la carreggiata di accesso. Durante la sosta si manifesta di nuovo il problema del motorino di avviamento del camper delle Gabrielle. Avremmo voluto aspettare il deflusso ma questo imprevisto ci impone di cambiare destinazione e dirigere verso Dax per una diagnosi accurata e definitiva del guasto. Due martellate ben assestate da Roberto fanno in modo che il motorino riprenda servizio quel tanto da mettere in moto il camper. Torniamo allora sui nostri passi fino a riprendere la D652 verso sud. Alle 20.00 arriviamo al parcheggio dell'Office du Tourisme di St. Girons ove ci forniscono l'indirizzo dell'officina Citroen di Dax e ci informano che possiamo pernottare o nel parcheggio della Mairie, dove siamo, o in quello dei campi da tennis, sul lato opposto della strada, con rubinetto d'acqua, bagni e docce per uomini e donne. Preferiamo restare ove siamo spostandoci solo di quel tanto che ci consente di utilizzare un lampione come luce per cenare all'aperto. Per oggi mettiamo in porto 101 chilometri di avventura e giochiamo a scopone fino alle 23.30.

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Venerdì 11 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.15, manco a farlo apposta oggi il cielo è coperto e, durante i preparativi, cade anche qualche goccia di pioggia. La temperatura è fresca ma l'umidità è alta e il vento quasi assente. Partiamo alle 9.30 per Dax e in poco più di un'ora siamo all'officina Citroen. Senza battere ciglio, e senza esaminare il mezzo, ci chiedono un milione per sostituire l'intero motorino. In alternativa ci propongono di recarci presso un grosso elettrauto, sempre a Dax, del quale ci forniscono dettagliate informazioni sul modo di raggiungerlo. Riusciamo a perderci dentro Dax con una facilità incredibile, la cosa ci riesce così bene che, senza aver percorso un metro del brevissimo tragitto indicatoci, dopo aver girato quasi tutto il centro ci finiamo proprio davanti. Rapido esame e la diagnosi è presto fatta, è colpa dell'elettrocalamita. Il lavoro ci viene schedulato per lunedì alle 14.00 per un costo inferiore alle 200 mila lire. Presi gli accordi, riprendiamo il largo. facciamo a ritroso il percorso mattutino lungo la rettilinea D947. Poco prima di Castets, dato che sono le 13.30, ci fermiamo al Centre Routier per consumare il pranzo in compagnia dei camionisti. Pranziamo al fresco, con gusto, abbondanza e soddisfazione per 65 FRF a persona. Alle 15.00 ci gustiamo il caffè nei camper posteggiati nel parcheggio. Alle 17.00, dopo un pisolino ristoratore, partiamo alla ricerca della sistemazione per i prossimi due giorni. In tre quarti d'ora raggiungiamo St. Girons Plage ove, nell'area per camping car posta di fronte al camping Tourterelles, troviamo miracolosamente posto per entrambi e vicini. Con molte manovre, dati gli spazi ristretti, ci sistemiamo anche abbastanza bene. Effettuiamo la solita perlustrazione pedonale e scopriamo che il mare dista circa 800 metri. Al posto di soccorso leggiamo il bollettino meteorologico che avvisa i campeggiatori che si prevedono per la notte venti a 90 chilometri orari e 30 o 40 mm di pioggia su tutta la costa Acquitana. Dopo il Puy Mary ci attreziamo per affrontare anche questa burrasca oceanica. In serata passa l'esattore a riscuotere i 55 FRF della nottata, ceniamo nei mezzi appena comincia a piovere.

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Sabato 12 Agosto 2000.

Sveglia alle 9.00, dell'annunciata burrasca notturna non abbiamo avuto alcun sentore. La notte, più che altro, è stata disturbata dal vociare di persone di ritorno da spettacoli tenuti nei locali del villaggio. Stamattina c'è un grande ricambio di mezzi nel parcheggio. Riflettiamo sul fatto che su tutta la costa aquitana non esiste il concetto di spiaggia privata o di albergo in riva al mare. Esistono strutture ricettive, come i residence, ma tutti, indistintamente, devono portarsi sdraio e ombrelloni fino in spiaggia. Per centinaia di chilometri non ci sono sbarramenti di stabilimenti balneari, anche se l'accesso per mezzi come i camper potrebbe essere notevolmente migliorato e incentivato, anche con cospicui introiti da parte delle amministrazioni locali. La giornata si mantiene coperta e fresca così, anche se il mare invita ad un bagno col bodyboard, bighelloniamo tra il camper, il campeggio e i negozi del villaggio fino all'ora di pranzo. Nel pomeriggio il tempo migliora di quel tanto da farci fare un paio di ore di mare e un lungo, faticoso quanto favoloso bagno contro onde di due metri. Alle 18.00 torniamo esausti ai mezzi per prepararci alla cena. Dopo le docce al campeggio, altro obolo all'esattore e la cena, facciamo ancora una volta le 23.30 giocando a scopone. Per domani, sperando nel bel tempo, la bassa marea è prevista alle 10.44.

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Domenica 13 Agosto 2000.

Ci svegliamo alle 8.15 ma, preparativi e altro, ci portano via un sacco di tempo e, prima di scendere al mare, compriamo anche il pane. Siamo in spiaggia per le 11.00, ci tuffiamo subito per sfruttare la bassa marea. Diana tira il bagno fino alle 12.15, oggi le onde sono meno possenti di quelle di ieri, in compenso il mare è più fruibile per tutti. Blonde continua ad evitare qualsiasi contatto che superi le sue unghie, teme le onde e la schiuma, continua a cercarsi il fresco scavando la sabbia e, di tanto in tanto, scambia due parole con qualche altro membro della sua specie che transita nei dintorni. Verso le 12.00 le bandiere del posto di sorveglianza passano dal giallo al verde, questo significa che è giunta la bonaccia. Fatto un altro bagno, torniamo ai camper che sono le 14.15, pranziamo con sandwich alla francese non prima di una di una lunga e gradevole doccia ai servizi del campeggio. Facciamo camper service e partiamo alle 17.50 con lo scopo di evitare il traffico del rientro sul breve tratto di strada che ci separa da St. Girons. La premura si rivela eccessiva, arriviamo a destinazione in dieci minuti senza aver incontrato un'autovettura, sono tutti rimasti al mare. Ci sistemiamo nuovamente a fianco del Office du Tourisme e passiamo il tempo lavando i vetri e ricaricando le batterie di telefonini e telecamere alle prese per i rasoi presenti nei bagni. Ceniamo alla luce del solito lampione, poi ancora partita a scopone fino quasi a mezzanotte. Quando andiamo a dormire i mezzi nel parcheggio sono 5.

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Lunedì 14 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.30, notte tranquilla inframmezzata dai dialoghi di Blonde con due enormi cani pastori bianchi che hanno dormito fuori la porta di un camper vicino. Oggi dobbiamo andare a Dax per la riparazione del camper delle Gabrielle, la giornata è bella e serena, la temperatura è di 20°C, più o meno come nei giorni scorsi. Partiamo alle 10.40 inserendoci sulla D42 diretti verso Linxe e Castets. Qui giunti, dopo aver girovagato un poco alla ricerca di un parcheggio adatto, alle 11.00 arriviamo a quello della Mairie dove facciamo base per recarci a fare la spesa. Trascorsa più di un ora tra i negozi del villaggio, poco dopo mezzogiorno, decidiamo di spostarci al Centre Routiere per consumare il pranzo senza dove spiattellare nei camper. Ripartiamo alle 13.30 e, puntualmente, mezz'ora più tardi siamo all'elettrauto di Dax, il quale ha appena riaperto i cancelli dopo la pausa di mezza giornata. Parcheggiamo i camper con 30°C nello spiazzo antistante l'officina e, per ingannare il tempo, andiamo a fare un giro per la città. Mentre il camper delle Gabrielle viene sottoposto alla riparazione del motorino di avviamento, ci rechiamo prima al Mr. Bricolage di fronte all'officina, poi arriviamo fino all'arena intorno alla quale sono in corso i festeggiamenti per la Ferias Basca con tutto il complesso di gare e bancarelle. Acquistiamo qualche souvenir poi torniamo all'elettrauto ove troviamo il camper pronto e il conto già pagato da Gabriellona. Partiamo alle 16.30 facendo immediatamente rifornimento di carburante. Stavolta non torniamo sui nostri passi ma dirigiamo direttamente verso sud ovest con destinazione Bayonne. Arriviamo alle sue porte alle 17.44, nel camper abbiamo 34°C e l'umidità alle stelle. Raggiunta abbastanza facilmente Biarritz, ne percorriamo, a passo d'uomo, tutto il lungomare. C'è traffico e tanta gente a piedi, il caldo non molla la presa. L'oceano è stupendo con onde che montano e i bagnanti che se le godono con tutti i mezzi. Arriviamo, senza riuscire a fermarci, a St. Jean de Luz che sono le 18.40 e superando un ingorgo apocalittico, dirigiamo verso l'interno. Superate due o tre curve, il traffico sparisce d'incanto. Arriviamo ad Ascain alle 19.15 assaporando un'aria palesemente più fresca a seguito di una velatura del cielo che impedisce al sole di dardeggiare ancora. Un quarto d'ora di cammino e siamo al parcheggio, grande ma non immenso, del Col de St. Ignace stazione di partenza della ferrovia a cremagliera per La Rhune. Ci sono ancora molte vetture ma troviamo facilmente posto. Una curiosità, il parcheggio è servito dalla rete cellulare spagnola Aritel, anzichè da France Itineris. Facciamo una rapida perlustrazione per organizzare la giornata di domani. Raccogliamo informazioni sull'apertura della biglietteria e sugli orari di partenza delle corse. L'aria rinfresca presto, il cielo si copre definitivamente e la temperatura, già alle 20.40, è scesa a 26°C.

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Martedì 15 Agosto 2000.

Sveglia alle 7.30, notte quasi tranquilla, in forte pendenza e con qualche dimostrazione di stupidaggine da parte di giovinastri locali. Il cielo si presenta uniformemente coperto e piove. Saliamo con la corsa delle 9.00 e ci godiamo gli scarsi panorami che la nebbia, mossa dal vento, lascia filtrare. Sulla cima de La Rhune, siamo intorno ai 900m slm, l'aria è frizzantina ma non fredda, in compenso la nebbia si taglia col coltello ed è molto umido. Durante lo spuntino al bar, che paghiamo in pesetas essendo in provincia di Navarra, il cielo comincia ad aprirsi. Scendiamo con la corsa delle 11.30 e siamo nuovamente al Col de St. Ignace per mezzogiorno. Durante il ritorno a valle, una vera picchiata, abbiamo opportunità per riprese e foto mancate nel corso della salita a causa della scarsa visibilità. A valle troviamo di nuovo il caldo. Pranziamo al bar di fronte alla stazione e al parcheggio con salade e sangrilla fresca. Ci mettiamo in movimento alle 13.50. Superata Ainhoa, completamente addobbata a festa e piena di turisti, alle 15.10 arriviamo al comodo parcheggio del complesso sportivo di St. Jean Pied de Port, dove troviamo già sistemati una decina di mezzi. Sul retro degli spogliatoi ci sono diversi rubinetti e vite buoni per il carico d'acqua ed altrettanti lavatoi già utilizzati per fare il bucato. Ci sistemiamo bene per la notte e ci prepariamo con cura alla visita della cittadina. Bighelloniamo un poco nei dintorni, giochiamo a racchettoni nel campo di rugby, tirandoci la palla da un estremo all'altro disperatamente inseguita da Blonde, alla quale non par vero di avere tutto questo spazio dove correre a perdifiato. Alle 17.00 ci incamminiamo per visitare la cittadina, caratteristica e cinta di mura, completamente addobbata a festa. Girovaghiamo tra le mura, il percorso di ronda, il ponte romano e la cittadella fortificata del Vauban fino alle 19.45 quando, quasi esausti ma piacevolmente soddisfatti, torniamo ai mezzi. Non ci lasciamo sfuggire l'occasione per una nuova tavolata tra i camper e, tutti insieme, aspettiamo le 23.45 per vedere i fuochi d'artificio, giocando a scopone. Lo spettacolo comincia puntualmente e dura una ventina di minuti con nostra grande soddisfazione, un poco meno da parte di Blonde fortemente intimorita dai botti.

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Mercoledì 16 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.00 al termine di una tra le notti più tranquille del viaggio. Ieri sera siamo andati a letto osservando le stelle ed abbiamo sperato di trovare un bella giornata. Stamattina il cielo è nuovamente coperto e la temperatura è fresca nonostante l'assenza di vento. A questa idilliaca sistemazione manca solo il camper service, per il quale peraltro ci sarebbe ampio spazio per essere realizzato, per diventare ottimale. Scarichiamo le acque grigie presso i bagni, riempiamo i serbatoi di acqua potabile, facciamo anche una corposa spesa al vicino supermercato e ci mettiamo in cammino che sono già le 11.10. In quaranta minuti raggiungiamo Gotein poi, lungo la D918 notiamo un ampio parcheggio all'uscita del paese verso Tardets. Un altro potenziale punto sosta lo individuiamo nel parcheggio centrale a Lanne en Boretous, circa 20 chilometri a SO di Oloron St. Marie, raggiunta la quale facciamo rifornimento e pranziamo nel parcheggio del supermercato Leclerc. La giornata procede regolare, il cielo sempre coperto e l'aria fortemente afosa. Ad Oloron St. Marie, la Gave d'Aspe e la Gave d'Ossau confluiscono formando la Gave d'Oloron. Da qui seguiremo la direzione per Arudy al fine di raggiungere la Valle d'Ossau e dirigere su Laruns e poi Gabas. Partiamo alle 15.00 seguendo la N134 fino a Messere de Bas ove ci immettiamo sulla D920 che ci conduce ad Arudy. Raggiunta la Val d'Ossau, per le 16.00 siamo a Laruns. Attraversiamo il villaggio seguendo i sensi unici, parcheggiamo all'uscita e ci rechiamo a chiedere all'Office du Tourisme sulla presenza di un camper service. Ci rispondono che in zona non ce ne sono e dobbiamo rivolgerci ai campeggi. Niente di più falso. Ripresa la D934 per il Col du Pourtalet, raggiungiamo in breve Eaux Chaud ove, lungo strada, in posizione un poco infausta, troviamo un eurorelais a gettone. Non avendo modo di fare manovra proseguiamo senza fermarci. Alle 17.00 arriviamo sulle sponde del lago di Artouste Fabreges ove troviamo un'altra colonnina eurorelais a gettone nettamente più comoda della precedente. Il gettone è necessario solo per il carico d'acqua mentre gli scarichi sono gratuiti e a pozzetto. Troviamo anche una stupenda sistemazione in riva al lago, in prossimità della diga, in compagnia di altri equipaggi. Facciamo la solita perlustrazione scattando anche qualche foto con la luce del tramonto. Ceniamo presto, poi giochiamo un poco a carte mentre la nebbia viene e va.

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Giovedì 17 Agosto 2000.

Sveglia alle 6.45, la nebbia è talmente fitta che non vediamo un camper dall'altro, ci riaddormentiamo. Arisveglia alle 9.15, la nebbia si è un poco diradata ma le speranze sono poche. Alessandra non si dà per vinta e, uscita dal camper, si reca all'ufficio del turismo per avere informazioni. Colpo di scena! Nel locale trova alcuni televisori collegati in diretta con telecamere poste alla stazione di arrivo della cabinovia che mostrano in quota un tempo splendido. Partiamo di corsa con la teleferica alle 10.30 e prendiamo il trenino alle 11.00. Mentre a valle c'è una fittissima nebbia, in quota splende un sole limpido e cocente. Ci godiamo tutto il panoramico percorso del trenino fino al lago d'Artouste che dura 50 minuti. Alla stazione d'arrivo abbiamo un'ora di libertà che sfruttiamo per girare nei dintorni della diga prima di prendere, a malincuore, la corsa di ritorno alle 13.15. Fatto a ritroso il percorso con il treno, ci fermiamo sulla terrazza panoramica per il pranzo. Scendiamo con l'ovovia a Fabreges, ove ci aspettano le Gabrielle, che sono le 16.00. Insieme decidiamo di spostarci verso Lourdes e di scendere a valle prima di sera. Prima di partire approfittiamo del camper service per svuotare nuovamente i serbatoi. Ci muoviamo alle 16.45 percorrendo con cautela la strada fatta all'arrivo. Viaggiamo discretamente, senza intoppi fino alla periferia di Lourdes. Entrati in città ci lasciamo trasportare dal traffico fino al punto in cui ricordiamo come fare per arrivare la parcheggio sotto la basilica. Alle 19.00 troviamo posto nel semideserto parcheggio della Basserie, lo stesso ove sostammo la volta scorsa, proprio a due passi dalla basilica. Stavolta abbiamo fatto il percorso da soli, dal parking bus, non scortati dai vigili. Ci sistemiamo in modo da poter pernottare, paghiamo il ticket ed andiamo a visitare la grotta di Massabielle. L'atmosfera, come al solito, è surreale e coinvolgente. Facciamo poi una digressione nella Lourdes degli affari per acquistare qualche souvenir e, sulla via del rientro, assistiamo a parte della fiaccolata. Pernottiamo nel parcheggio con l'obiettivo di partecipare domani alla funzione religiosa.

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Venerdì 18 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.00, notte tranquilla e senza pioggia nonostante i lampi e tuoni di ieri sera. Durante la passeggiata mattutina con Blonde abbiamo modo di esaminare con più calma la cittadina e constatiamo che, nonostante il grande flusso di denaro che circola, è quasi certamente la più sporca città francese che abbiamo visitato. Alle 10.00 ci rechiamo al santuario, seguiamo la messa delle 11.15 in italiano e, per le 12.30, siamo nuovamente ai camper. Ripartiamo subito per l'ultima escursione in città. Pranziamo da Mc Donald, prendiamo qualche altro souvenir, Diana visita la casa natale di Bernadette e torniamo ai mezzi alle 14.45 per partire mezz'ora più tardi nuovamente diretti sui monti. Alle 16.30, a circa 5 chilometri da Gavernie, torniamo indietro di dieci anni facendo il pieno di acqua dal torrente con i secchi e azzardando qualche gradevole abluzione. Ripartiamo poco dopo le 17.00 per giungere, in venti minuti, al parcheggio di Gavernie. Non appena sistemati a dovere, facciamo una perlustrazione in paese ed individuiamo la partenza degli asinelli e dei cavallini per il circolo glaciale. Il percorso, di circa 5 chilometri, si compie in un'ora e altrettanto serve per il ritorno. Torniamo al camper alle 19.00 e siamo circondati da italiani, quasi tutti impegnati sul medesimo percorso pirenaico, chi in un verso e chi in quello opposto. Al calar del sole, la temperatura scende rapidamente e siamo tutti costretti a rinchiuderci nei mezzi o a coprirci a dovere. Si chiude la giornata parlando in italiano e scambiando opinioni con i vicini.

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Sabato 19 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.30, la suoneria non ha funzionato. Non ci vuole molto a far alzare Diana, oggi si cavalca ed è tra i primi ad essere pronta. Rapido rassetto del camper e preparazione per la gita. Notte tranquilla e cielo limpido e sereno, panorami d'incanto, prevediamo una giornata memorabile. Indimenticabile gita al Cirque de Gavernie a dorso di pony per Diana. Partiamo alle 9.30 dai camper ed affittiamo la pony Cendrillon alle 10.00 per tutta la giornata. Se la nostra principessa si fosse sognata di passare una giornata intera a cavallo, per di più di nome Cenerentola, sarebbe caduta dal letto. Arriviamo al Cirque accompaganti da un sole limpido e cocente seguendo la valle del torrente, la Gave de Pau, che è mezzogiorno. Mentre Diana lega il suo destriero presso le stallette predisposte vicino l'hotel de Cirque, Alessandra e Gabriella organizzano il campo base ove stazionare con Blonde, non ammessa all'interno dei confini del parco nazionale dei Pirenei. Roberto intanto si reca alla grande cascata, una delle più alte d'Europa con un salto di 423 metri, al termine del quale avvia la corsa verso valle di un ruscello che prende il nome di Gave de Pau. L'escursione, tanto bella e indimenticabile, quanto faticosa, si conclude alle 13.00, col suo fardello di fotografie e riprese cinematografiche. Pranziamo con baguette ripiene sul prato, facendo attenzione a non sporcare minimamente. Alle 14.00 parte la spedizione di Diana, Alessandra e Gabriella. Arrivano anch'esse alla grande cascata, ormai idilliacamente illuminata dai raggi del sole e scenograficamente polverizzata dalle numerose folate di vento. Effettuano poi un ampio giro arrivando al ghiacciaio e osservando le altre innumervoli cascatelle e tornando al campo base alle 15.30. In mezz'ora ci mettiamo in assetto di marcia e iniziamo il ritorno. La discesa ci porta via comunque un'ora, compresa la sosta in riva al torrente nella grande vallata per fare merenda e per effettuare delle rigeneratrici abluzioni nell'acqua fresca. Anche Blonde, che non riesce ad avere un rapporto amichevole con Cendrillon e gli altri cavalli, gradisce l'evento. Alle 17.30 siamo di nuovo ai mezzi, ove intavoliamo lunghe chiachierate con i nostri vicini scambiadoci indirizzi ed e-mail. Alle 19.00 ci spostiamo di 2 chilometri a monte, verso il Port de Bucharro, nel parcheggio de Halle ove troviamo caper service, con scarico a pozzetto, e rifornimento idrico oltre che tanto spazio. Ci piazziamo per la notte e aspettiamo l'oscurità rifocillando i numerosi cavalli che girovagano liberi nel parcheggio.

Sommario delle tappe.

Domenica 20 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.00, notte tranquilla e camper cullato da frequenti folate di vento. Dopo l'esperienza fatta sul Puy Mary, stavolta ci è sembrato veramente solo di essere cullati. Anche stamane ci sono numerosi cavalli a passeggio tra i camper parcheggiati. Il cielo è sereno e il sole limpido annuncia una giornata calda. Questo sarà il primo giorno del viaggio di ritorno verso casa. La tiriamo per le lunghe, ci trastulliamo, poi facciamo il pieno di acqua e partiamo che sono le 11.00. Durante la discesa ci accordiamo per evitare di salire al Tourmalet, pensando ci sia un eccessivo affollamento in conseguenza della giornata festiva. L'occasione è troppo ghiotta. Dopo poco più di mezzora di marcia arriviamo a Luz Saint Saveur ove cambiamo rapidamente opinione e prendiamo la D918 per il mitico colle pirenaico. La strada non è delle migliori, il fatto che tutti gli anni ci passi il Tour de France la rende particolarmente curata, comunque è stretta e deve essere percorsa con cautela ed attenzione. Saliamo con regolarità impegnati soprattutto dalle operazioni di sorpasso dei numerosi gruppi di ciclisti che si cimentano nell'ascensione. Dal camper delle Gabrielle giungono notizie allarmanti circa la temperatura dell'acqua di raffreddamento. Sembra che le ventole non funzionino più, neanche attivando il classico interruttore d'emergenza. Noi no abbiamo particolari difficoltà, la trazione posteriore e le ruote gemellate sono una mano santa in questi casi. Giunti a 6 chilometri dalla vetta decidiamo per una sosta in uno slargo a bordo strada per consentire ai motori di respirare e raffreddarsi. Ripresa l'ascensione, ci fermiamo nuovamente due chilometri più in alto per aspettare le Gabrielle ancora ferme a raffreddare il motore. Alle 12.52, dopo 19 chilometri di salita, siamo finalmente fermi nell'angusto parcheggio sul Col du Tourmalet aspettando l'arrivo delle Gabrielle. Siamo sotto un sole cocente e un vento polveroso e sferzante. Scattate le foto di rito, ci rechiamo a pranzare al ristorante proprio sul colle e, durante il pasto, transitano le Gabrielle con quasi un'ora di ritardo. Non trovando posto nel parcheggio, scendono fino ai primi fabbricati della stazione di sci. Affrontiamo la discesa verso Bagneres de Bigorrre alle 15.10, percorrendo la valle dell'Adour, il fiume che abbiamo già incontrato a Dax. In mezz'ora siamo a St. Marie de Campan, al termine di 18 chilometri di spettacolare discesa. Giunti a Campan veniamo sorpresi dalla visione, lungo la strada, sui balconi, sulle panchine, alle finestre delle case, di una popolazione di pupazzi, di dimensione naturale, ciascuno con caratteristiche diverse. Raggiunta Bagneres de Bigorre alle 16.00, facciamo mezz'ora di sosta e diamo un'occhiata al problema delle ventole delle Gabrielle che non intendono partire. Raffreddati i motori quanto basta, riprendiamo la marcia e, giunti a Tournay, ci immettiamo sulla N117 in direzione Toulouse. Nonostante si tratti di una strada nazionale il traffico è praticamente inesistente. Raggiunta alle 18.25 Saint Gaudens, ci fermiamo nell'ampio parcheggio Jean Pègot, in direzione di Foix e Toulouse. Dai freddi venti del Tourmalet siamo passati al torrido, nel camper segniamo 31°C. Data l'ora e visto che ci sono negozi aperti, Alessandra, Gabrielletta e Diana si dedicano alla ricerca di alimenti per la cena, prima presso il supermercato Casinò, proprio di fronte al parcheggio, poi cercando inutilmente una rosticceria. Roberto e Gabriellona si cimentano nella soluzione del problema delle ventole. Piano piano giungono a sbrogliare la matassa e, con qualche pezzo di filo in più, rimettono in funzione il tutto. Fattesi così le 20.00, ceniamo nuovamente tutti insieme tra i mezzi, sotto il solito lampione, mentre nel parcheggio arrivano altri equipaggi. Facciamo tardi giocando ancora a scopone come ai vecchi tempi.

Sommario delle tappe.

Lunedì 21 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.30, durante la notte, peraltro trascorsa in assoluta tranquillità, ha piovuto e, stamane, il cielo è ancora coperto mentre la cittadina si è già animata. Partiamo alle 10.15 diretti verso Toulouse. Percorrendo la N117, a Lestelle notiamo un buon parcheggio alberato all'uscita dal paese. Poco più avanti, a Boussens troviamo addirittura un area di riposo con possibilità di parcheggio, in piano, ombreggiato con tavoli per pic nic e fontanelle di acqua potabile. Approfittiamo dell'occasione per rabboccare i nostri serbatoi. Ci rimettiamo in marcia alle 11.30 e presto raggiungiamo Martres Toulousane ove non ci sfuggono i cartelli per l'ara camping car di fronte al cimitero. Saliamo sull'autostrada, gratuita, che percorriamo fin quasi alle porte di Toulouse. Evitiamo accuratamente di entrare in città seguendo le indicazioni per le circonvallazioni a scorrimento veloce. L'operazione riesce senza troppi contrattempi, riusciamo così a prendere la N126 diretti verso Castres. Il traffico è scarso, già dall'autostrada, inoltre il percorso non è particolarmente impegnativo. Alle 13.10, dopo 147 chilometri di tappa, ci fermiamo sotto gli alberi del parcheggio di Puylaurens, in posizione dominante sulla vallata, per consumare il pranzo. Durante la sosta il cielo si rasserena e torna a splendere il sole. Roberto e Diana accusano qualche disturbo alla pancia. La sosta si protrae un poco per constentir loro di smaltire la cosa con un poco di riposo. Ripartiamo alle 14.50 e, rapidamente, reggiungiamo Castres. Entrati in città, che avevamo in animo di visitare, il riacutizzarsi del malessere per Diana e Roberto, ci costringe a rifugiarci in un defilato angolo dell'immenso parcheggio del supermercato Geant all'uscita della città, verso Mazamet. Stiamo fermi poco più di tre ore trascorse da Roberto tra il bagno e il letto nel camper e dagli altri all'interno dell'ipermercato a fare compere e bighellonaggio. Alle 18.45, quando tutto sembra essere passato, ci rimettiamo in marcia prendendo la N112 verso Mazamet e rimandando ad altra occasione la visita di Castres. Percorriamo un tratto di strada veramente gradevole, ai confini del Parc Naturel Regional du Haut Languedoc. In un'ora precisa raggiungiamo St. Pons de Thomieres. Dopo qualche giro a vuoto, troviamo l'eurorelais in Place du Foiralet, abbastanza nascosta, ormai in disuso e solo parzialmente funzionante. Ci sistemiamo come possiamo nella piccola piazza ove sostano già due piccoli furgonati francesi sotto gli immensi platani, e andiamo a dare un'occhiata alle sorgenti della Jaur a non più di 50 m di distanza. Mentre l'indisposizione di Roberto sembra essere superata, quella di Diana persiste pertanto va a letto senza cenare.

Sommario delle tappe.

Martedì 22 Agosto 2000.

Nonostante i molti difetti che ha questo parcheggio, piccolo, trascurato, sporco e posizionato proprio sotto le abitazioni, la notte è trascorsa tranquilla e ci svegliamo al rintocco delle campane e al canto del gallo. Il cielo è sereno e tutto l'equipaggio sembra in piena forma senza alcun segno di indisposizione. Partiamo alle 10.00 dirigendo verso Bedarieux. Anche oggi il paesaggio che ci accompagna, sotto il sole, è estremamente piacevole. A Riols notiamo un comodo parcheggio sulla destra, arrivnado a St. Pons. Presa la A75, anch'essa gratuita, in direzione di Millau, alle 12.35, ci fermiamo per il pranzo all'Aire du Caylar provvista di camper service con scarico a pozzetto. Pranziamo al self service, poi facciamo camper service e ci rimettiamo in marcia alle 14.45. Il tempo permane bello e sereno accompagnato dal vento che stempera un poco il caldo. In tre quarti d'ora raggiungiamo Millau, passando per splendidi punti panoramici sulla vallata. La discesa sulla città è veramente indimenticabile. Ci districhiamo rapidamente nel traffico cittadino ed in breve raggiungiamo Aguessac ove seguiamo le indicazioni per le Gorges du Tarn. Appena lasciata la statale, il camper delle Gabrielle torna a fa le bizze con le ventole. Un rapido esame, effettuato in un parcheggio a bordo strada, risolve il problema con la sostituzione del fusibile bruciato. Ci godiamo 50 chilometri di strada veramente impressionante e gradevole, le soste non si contano, nonostante la difficoltà di parcheggio e l'impegno nella guida. Scattiamo foto ed effettuiamo riprese a ripetizione. Tentiamo anche un bagno ma la temperatura dell'acqua scoraggia persino Diana. Impieghiamo più di tre ore per raggiungere St. Enimie, quasi all'uscita delle gole. Puntiamo direttamente su Mende arrampicandoci sulla Causse de Sauveterre percorrendo una strada da brivido. Raggiunto l'altopiano possiamo rilassarci e viaggiare con maggiore tranquillità. Siamo a Mende alle 19.50 e, data l'ora cerchiamo di individuare qualche buon posto per dormire. La città ci sembra essere troppo animata inoltre, il traffico che va scemando e il tempo che rimane sereno, ci inducono a continuare. Viaggiamo per un'altra ora tra piccoli boschi, immense distese di campi coltivati e graziosi borghi arroccati sulle alture. Poco prima delle 21.00 raggiungiamo infine la deliziosa area attrezzata della Base Nautica sul lago de Naussac nel comune di Langogne. Nonostante l'ora tarda e l'altezza del luogo, la temperatura è gradevole, così decidiamo di mangiare tutti insieme alla luce delle lampade a gas, sul prato con vista lago.

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Mercoledì 23 Agosto 2000.

Sveglia alle 8.00, in conseguenza di un eccesso di riposo dovuto alla assoluta tranquillità del posto. Il sole è già alto ma la temperatura è frizzante, nel camper abbiamo soli 12°C. Il camper service è 'en panne' e funzionante solo per gli scarichi. E' già il terzo che troviamo in queste condizioni dopo quelli di Lacanau e St. Pons de Thomieres. La temperatura sale rapidamente così, alle 10.00, pensiamo bene di andare a fare una passeggiata lungo le sponde del lago. Arriviamo fino alla diga, che sbarra il corso di un affluente dell'Allier imprigionando 173 milioni di metri cubi d'acqua e sommergendo un intero abitato. Tornati ai mezzi ci rechiamo e vedere il centro nautico con le scuole di vela, windsurf e canottaggio. Diana, formato foca, con la complicità di Blonde, riesce anche a fare qualche abluzione nelle gelide acque del lago, ormai mosso dal vento. Alle 13.20 mangiamo un piatto freddo per pranzo e, dopo poco più di un'ora ci rimettiamo in marcia. Raggiunta Pradelles, falliamo, nonostante le indicazioni dell'Office du Tourisme, la ricerca dell'area attrezzata ove avremmo voluto rifornirci di acqua. Provvediamo un'ora più tardi utilizzando il rubinetto posto all'esterno dei bagni nel parcheggio all'entrata di Mayres, lungo la N102, provenendo da Le Puy. Il traffico è scarso mentre la temperatura è divenuta nuovamente cocente, nel camper segniamo ben 29°C. Ripartiamo alle 15.15, in quaranta minuti, raggiungiamo Aubenas ove ci fermiamo per fare la spesa giornaliera. Fortunatamente troviamo due posti ombreggiati nel parcheggio dell'Intermarchè posto proprio dietro la concessionaria Citroen ove avevamo acquistato il tappo del serbatoio del liquido di raffreddamento del camper delle Gabrielle nel viaggio di andata. La temperatura è ulteriormente lievitata e ormai raggiunge i 32°C nel camper. Riprendiamo il viaggio alle 16.20 con i frigoriferi nuovamente pieni. Dirigiamo verso Montelimar, che aggiriamo verso sud, ancor prima di raggiungerla, per attraversare la Rhone dalle dimensioni ciclopiche in questo punto. Alle 17.50, viaggiando con regolarità lungo strade poco trafficate, aggiriamo anche la graziosa Grignan, che riportiamo negli appunti come probabile meta per futuri viaggi in questa regione. Dopo quaranta minuti, attraversando l'animata Nyons, notiamo la frequentata area per camping cars proprio in riva la fiume. Giunti a Les Pilles, sulla D94 una decina di chilometri oltre, le Gabrielle hanno necessità di fare rifornimento, ci fermiamo nel comodo e ampio parchegio sterrato dei campi sportivi con fontana d'acqua all'uscita del villaggio verso Serres, per aspettarle. Il nostro indicatore segna ancora più di tre quarti di serbatoio pieno. Facciamo due conti e ci accorgiamo di aver percorso una distanza spropositata dall'ultimo pieno. Per sicurezza decidiamo di fare rifornimento anche noi e riusciamo a caricare ben 50 litri di carburante. Eravamo quasi a secco. Riteniamo che nel serbatorio si sia formata una bolla d'aria che impedisce al galleggiante di scendere e segnalare correttamente il livello di carburante residuo. D'ora in poi terremo sotto controllo i chilometri percorsi dopo ogni rifornimento. Ripartiamo poco prima delle 19.00 e presto ci troviamo a percorere le gradevoli Gorges di St. May. Abbiamo anche la ventura di ammirare, più di una volta, il volo di un ucccelo dal colore grigio, simile a un fenicottero, con becco lungo ed ali larghe di colore azzurrino. Notiamo anche numerose fontane e frequenti piazzole di sosta lungo il percorso. Raggiunta Serres, nonostante l'impegno, non riusciamo a trovare al caserma dei pompieri, ove ci risulta essere un parcheggio adatto alla sosta notturna, così proseguiamo verso Gap. Alle 20.40 arriviamo all'area Bison Futè, in riva al fiume poco fuori città ma isolata. Ci sistemiamo per la notte raggiunti poco dopo da altri equipaggi.

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Giovedì 24 Agosto 2000.

Sveglia alle 7.00 al termine di una notte molto trafficata, della serie parcheggio lungo una statale. I formali preparativi vengono effetuati con una certa rapidità così alle 9.15 siamo già in marcia. In breve lasciamo la N75 per la D994, che dirige direttamente verso Veynes, senza passare nuovamente per Aspres sur Beuch. Attraversiamo Veynes senza problemi e, per le 10.00, siamo fermi nel parcheggio del Super U di Gap. Il tragitto che abbiamo percorso, nuovo per noi, ci è risultato molto comodo, senza asperità, con scarso traffico e ben tenuto. Completata la sgambatura nel supermercato e spesi gli ultimi spiccioli francesi, riprendiamo il viaggio alle 11.25. Impieghiamo esattamente un'ora per percorrere i 65 chilometri che ci separano da Barcellonette. Giuti alla periferia della città, poco prima dell'aereodrome, usciamo dalla carrozzabile e ci andiamo a fermare sull'ampio greto dell'Ubaye per pranzare in completo plein air. Trascorriamo serenamente più di due ore poi, alle 14.50, pensiamo bene sia il momento di rimetterci in marcia. Prima di lasciare Barcellonette, avendo il solito problema del galleggiante riteniamo opportuno fare un nuovo pieno di carburante. Tre quarti d'ora più tardi, siamo già fermi in cima al Col de Larche per la commemorazione di rito e per aspettare le Gabrielle attardate per una sosta per il raffredamento del motore. Girovaghiamo un poco, senza meta, sul grande piazzale poi, raggiunti dalle nostre inseparabili compagne, affrontiamo la discesa in terra d'Italia. Alle 16.00 ci sistemiamo nel solito piazzale tra Bersezio e Argentera, in riva allo Stura di Demonte. Essendo ancora giorno, facciamo una escursione a Bersezio per fare qualche acquisto presso il piccolo supermercato e per comprare il giornale. Ceniamo alla brace, alla luce del tramonto, in compagnia delle marmotte, per festeggiare la chiusura del viaggio.

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Venerdì 25 Agosto 2000.

Sveglia alle 7.30 al richiamo delle marmotte. Notte, manco a dirlo, tranquilla e cielo completamente sereno. Si parte alle 9.10 per questa giornata di trasferimento verso casa. Superiamo Cuneo alle 10.25 e presto ci immettiamo sulla A6. Raggiungiamo Genova alle 12.10, il caldo comincia a farsi sentire, guardiamo il mare ligure con molto desiderio e ripensiamo nostalgicamente alle onde dell'oceano sulle spiagge aquitane. Alle 13.30 ci fermiamo per il pranzo nell'area di servizio Brugnato Ovest. Ci riposiamo un poco e, prima di ripartire, facciamo prudentemente il pieno. Cominciamo a fare i soliti conti stimando di arrivare a casa per le 22.00, effettuando ancora due soste nel pomeriggio. Ci rimettiamo in marcia alle 15.00 e viaggiamo regolarmente ancora per un'ora e mezza poi, prima di uscire dall'autostrada, ci fermiamo per la merenda e il gelato. Alle 17.00 siamo di nuovo in rotta verso casa. Alle 18.30 superiamo Grosseto e alle 20.15 Civitavecchia. Poco prima di Roma salutiamo le Gabrielle e arriviamo a casa alle 21.45 già progettando il prossimo viaggio.

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Viaggio effettuato nel 2000 da Roberto Lumaca.

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE.


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