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Camping Sport Magenta

MONTI SIBILLINI

Tra trekking e bici

Equipaggio: Maurizio 37, Elisa 27, Remedio cane portoghese 4 anni, Camomilla quasi… spinone 3 anni
Camper: Elnagh Marlin 58
Periodo: Pasqua '06 (14-18 aprile)

Venerdì 14
Partiamo da Arezzo verso le 17 e percorrendo la superstrada in direzione Perugia, Foligno giungiamo a Norcia giusto in tempo per assistere alla suggestiva Processione del Venerdì Santo.
Mentre sulle colline che circondano il paese enormi croci di fuoco brillano nella notte, lungo la strada segnata da centinaia di fiaccole sfilano in mesta processione uomini incappucciati, soldati a cavallo, statue sacre e donne in nero.
Il camper intanto, è posteggiato in uno degli ultimi spazi disponibili prima della fine del paese, a cento metri dal bivio per Castelluccio, lungo le mura di fronte ad alcuni impianti sportivi.
Qui, dopo aver fatto fare a Camomilla e Remedio le loro cose private, trascorriamo la notte.

Sabato 15
Ci alziamo di buon mattino e dopo una bella colazione ci mettiamo in marcia in direzione Castelluccio. Sensazionale, ora con la luce del giorno, è vedere la possente vetta del Monte Vettore ricoperta di neve, ed il dubbio che questa possa essere anche nel Pian Grande, aumenta.
Invece, poco dopo oltrepassata la curva del Rifugio Perugia, lo spettacolo dell'immensa conca verde ci toglie il fiato. Non ci sono ancora i prati in fiore, per quelli occorrerà tornarci alla fine di giugno, ma nemmeno la neve, ed è davvero surreale l'immensa distesa che abbiamo di fronte, circondata dai monti innevati.
Parcheggiato il camper in una delle tante stradine laterali e preparati gli zaini, ci dirigiamo verso il sentiero "dell'Inghiottitoio" che parte proprio alla fine della discesa (lato opposto a Castelluccio).
Il percorso, della durata di circa 2 ore, attraversa i prati ed è completamente pianeggiante. Oltrepassato l'Inghiottitoio (un fiumiciattolo che raccoglie la neve sciolta dei monti) raggiungiamo un piccolo laghetto, dove spaparanzati al sole, pranziamo al sacco.
Tornati al camper ci riposiamo un po', ma la voglia di prendere le bici è tanta. Quindi, scese le nostre mountain bike, cominciamo a pedalare ... ehm, arrancare, verso l'ascesa di Forca di Presta.
A questo punto i cani si sono sgranchiti e noi anche, ma manca il nostro Marlin.
Con il sole ancora alto, ci avviamo allora verso Forca Canapine e poi verso Arquata del Tronto, dove secondo progetti, domattina presto, con la sua bici da strada Mauri dovrebbe tornare. I paesini che si susseguono sono davvero incantevoli, come in un immenso ed unico presepe.
Attraversiamo Capodacqua, Piedilama, Pretare e, in cima a Forca di Presta (questa volta nel versante marchigiano), ci viene il dubbio di essere in una vetta dolomitica.
Tornati nel Pian Grande sostiamo il camper ai bordi del viottolo più largo, insieme ad altri veicoli e qui, con gran gioia dei nostri cani liberi di scorazzare a perdifiato (tra popò di cavalli e vacche) salutiamo questa magnifica giornata e …buonanotte.

Domenica 16 - Pasqua
La notte ha portato tanta acqua, ma lo spettacolo nel Pian Grande la mattina alle 8 è grandioso. Sotto un cielo nero si fanno largo squarci di sole che con luce ancora radente illuminano l'erba di un verde quanto mai intenso. Tutto è immobile e silenzioso. Nei camper si dorme ancora. Fuori solo qualche cavallo, che con lenti movimenti comincia a procurarsi il pranzo…pasquale. Tutta questa scenografia consiglia però di non avventurarsi in bici per lunghi tragitti. Siamo pur sempre sopra i 1500 m. e improvvisi temporali misti a neve possono essere comunque dietro l'angolo. Ma perdersi d'animo per dei provetti camperisti come noi è un delitto, soprattutto in un posto così!
E allora, dopo colazione e gli auguri di una felice Pasqua, ci dirigiamo verso la Valle dell'Infernaccio, dove ci dicono altri diari, esserci uno dei sentieri più famosi e belli di tutto il Parco. Seguendo la direzione Forca di Presta, si raggiunge Montemonaco fino a Sossasso.
Occorre seguire le frecce per il Monte Sibilla. La strada che ad un tratto si fa stretta, è abbastanza lunga, e una volta arrivati allo sterrato si prosegue per altri 3 km circa fino a raggiungere il parcheggio, dove oltre non è permesso proseguire. Comunque niente paura: tutti conoscono il sentiero per cui basta chiedere. L'avventura comincia già dopo trecento metri: a sinistra l'impeto di una cascata ti avverte che poco più in basso occorre guadare il fiume. I nostri cani con due salti sono già all'altra sponda, mentre per noi, che non siamo certo parenti stretti di Indiana Jones, beh un piede a bagno è inevitabile!
Oltrepassato il nostro Mississippi (a parte gli scherzi, non è difficile) ci addentriamo dentro le Gole dell'Infernaccio. Uno spettacolo davvero suggestivo: pareti altissime di roccia sopra la testa, ed un fiume in piena che scende travolgendo tutto ciò che trova, sotto...i piedi.
Passaggi segreti, piccoli ponticelli, fanno da cornice a questa meraviglia della Natura. Poi il paesaggio si fa più "normale". Si entra in un bel bosco e ad un tratto su in alto, in cima ad uno sperone di roccia, ecco il monastero dove dicono viva un frate eremita. La nostra meta. Ma quando ci arriveremo mai? Invece pian piano seguendo il nostro sentiero, molto ben segnalato, eccoci al monastero. In realtà è una chiesa in gran parte nuova, ma la soddisfazione di essere giunti lassù, la presenza di una fresca fontanella e il panorama notevole ci ripagano della nostra faticata.
Tornati al Pian Grande a metà pomeriggio lo scenario che si presenta davanti agli occhi non è dei più allietanti: decine di camper e auto posteggiate qua e là, centinaia di persone urlanti. Com'è lontana l'atmosfera respirata stamani alle 8. E forse se lo sono detto anche gli abitanti del luogo, quei cavalli e quelle vacche che adesso per avere un po' di tranquillità, si sono spostate più lontano da quei luoghi chiassosi e poco adatti alla loro paciosità. Qui trascorriamo la notte.

Lunedì 17 - Pasquetta
Alle 8 in punto Mauri prende la bici e finalmente comincia il giro tanto agognato. Prevede di percorrere un centinaio di km (che poi si riveleranno molti di più). In direzione Castelluccio si scala prima Forca di Gualdo e poi un lungo discesone porta fino a Visso. Qui si seguono le frecce per Norcia ma dopo qualche km si volta a sx per Preci. Si comincia una bella stradina, con molti saliscendi. Si attraversa Piedivalle (600m a sinistra si può visitare l'Abbazia di S.Eutizio), Campi e dopo aver scalato la dura Forca di Ancarano si giunge a Norcia. In direzione Castelluccio si sale per Forca di Croce e poi per Forca Canapine sino a raggiungere nuovamente Pian Grande. L'intenzione iniziale era quella di non voltare per Castelluccio, ma proseguire per Arquata e tornare al camper salendo Forca di Presta, ma un po' per l'itinerario davvero molto duro (non c'è un metro di pianura), un po' per la sua lunghezza (150 km circa) è stato utile rimanere sui 100 km e far rientro un po' prima.
Riunita di nuovo tutta l'allegra famigliola, dopo aver acquistato ricotta a Castelluccio e pranzato, andiamo a visitare Visso. Il posto è carino.
Poi su consiglio di Mauri che ci è già passato la mattina ci dirigiamo per la strada di Preci, scendiamo le mountain bike e ne percorriamo un tratto, per visitare la bella chiesetta di Campi e l'Abbazia di S. Eutizio. Come spesso avviene, la chiesa di Campi è chiusa e solo dagli spiragli della porta si possono intravederne gli affreschi. Ma è mai possibile che le chiese, alcune con veri tesori d'arte al loro interno e quindi patrimonio di tutti, siano spesso chiuse e possano essere visitate solo a discrezione e piacimento del parroco del paese? Purtroppo è l'ennesima volta che questo ci accade!
Poi sul far della sera lasciamo la zona per avvicinarci verso casa. L'intenzione è quella di dormire a Spello. E' l'intenzione però anche di altre centinaia di camperisti: infatti il parcheggio sembra una concessionaria di autocaravan. Proseguiamo quindi per Assisi. Qui è tutto più tranquillo. Decidiamo di fermarci nel parcheggio gratuito di S. Maria degli Angeli. La sera una passeggiatina con i cani e poi a letto.

Martedì 18
La pioggia cade incessante ormai da diverse ore. Una rassettata al camper e poi verso casa.


Conclusioni: visitare i Monti Sibillini (noi l'avevamo già fatto qualche anno fa) è sempre un emozione diversa. Ogni periodo dell'anno ha un fascino e delle bellezze particolari. Ci siamo ripromessi di tornarci nel periodo della famosa fioritura, non prima della metà di giugno. Il Parco inoltre è molto vasto ed essendolo percorribile con stradine tortuose e spesso in salita, visitarlo tutto richiede diversi giorni. Non abbiamo fatto cenno allo scarico e al carico d'acqua. Mentre per il primo c'è qualche difficoltà (non sappiamo se a Norcia vi sia, ma non crediamo), il carico è abbastanza semplice viste le tante fontanelle, a volte anche bizzarre, disseminate lungo la strada. La sosta notturna è libera, anche se, per la bellezza dei luoghi e la loro incontaminazione (escluso per Pasqua!) occorre buon senso, educazione e rispetto. Per chi vuole fare trekking, moltissimi sono i sentieri segnalati (vedere su internet o guide sul posto), mentre per chi ama la bici, occorre avere un po' di km e di allenamento sulle gambe, in quanto di pianura ce n'è proprio poca. Piedi o bici è comunque uno spettacolo avventurarsi in queste zone. Per chi ha i cani c'è solo l'imbarazzo della scelta, dove farli scorrazzare. Una raccomandazione che non guasta mai. Non lasciare avanzi di picnic nei sentieri o sui prati. Il vederli mette proprio tristezza! Poche regole e vedrete che vacanza!!!

Buon viaggio!

Mau, Ely, Remy, Camo



Viaggio effettuato ad Aprile 2006 da Elisa e Maurizio

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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