|
|||||
Dall'Alaska alla California
Per il "Matanuska" è l'ultimo viaggio della stagione e la navigazione è monotona e raramente si intravede una casa isolata o un faro. Appena sbarcati prendiamo la "101" che si snoda lungo la costa, si inerpica sulle scogliere a strapiombo frustate dalle onde furiose del Pacifico per poi declinare su piccole spiagge coperte di tronchi trascinati dalla violenza del mare.
Appena si entra in California splende un magnifico sole. La "101" diventa un'autostrada a sei corsie e superata una collina appare San Francisco e il Golden Gate. I piloni rosso ruggine sostengono il ponte proteso sulla baia azzurra punteggiata di vele. Nel centro si staglia la roccia dell'Alcatraz. Ci spostiamo sull'ultima corsia di destra e lentamente traversiamo il ponte, godendoci la vista sulla città. Con San Francisco è amore a prima vista.
Per la prima volta dall'inizio del viaggio si pone il problema di dove poter pernottare in sicurezza.
Visitiamo il Parco di Yosemite e attraverso la desolazione della Death Valley arriviamo a Las Vegas, la capitale mondiale del gioco d'azzardo. Las Vegas va vista sopratutto di notte, lo Strip e la Fremont Street sono un tunnel di luci e insegne al neon in vorticoso movimento. Tutto è fatto per attirare e affascinare, diversi casinò hanno i loro camping destinati ai motorhomes. I prezzi sono molto sotto la media, al Circus-Circus paghiamo quindici dollari al giorno per uno dei campeggi più lussuosi del mondo, l'importante è trattenersi più a lungo possibile e ... giocare. E' chiaro che Las Vegas è una grande trappola: milioni di persone perdono soldi come ipnotizzati. Lasciamo anche noi il nostro tributo al tavolo verde e proseguiamo per l'Utah e l'Arizona che si dividono uno dei territori più incantevoli degli Stati Uniti. Questa è terra di canjons e di grandi paesaggi. Si va dallo Zion National Park al Bryce su fondali da film western. Pareti di roccia color rame, montagne brulle, macchie di pini e ginepri. Traversiamo la riserva Navajo, la più grande riserva indiana d'America. La maggior parte delle macchine che incrociamo, vecchi carcassoni anni 60, sono guidati da indiani.
La sera ci fermiamo a Hatch, un paesetto di poche case non diverso da altri che abbiamo attraversato: polvere, spazzatura, cocci di bottiglie sparsi ovunque, cartelli stradali usati come tiro a segno. Ci accorgiamo che l'accoglienza non è cordiale, la gente non ci degna di uno sguardo. Vorremmo andarcene ma siamo troppo stanchi per proseguire.
Attraversiamo la Monument Valley e siamo sull'orlo del Gran Canyon, una delle più gigantesche crepe della crosta terrestre, l'impressionante voragine scavata dalle acque del fiume Colorado in venticinque milioni di anni.
Traversando l'Arizona verso sud, arriviamo in uno di quei posti assurdi che puoi trovare solo in America: Quartzsite. Proseguiamo verso la California, decine di chilometri senza una curva, una svolta.
Ogni tanto un distributore con l'annesso motel. Tira un forte vento che alza nuvole di polvere e cespugli di erba mobile. La rete di autostrade si infittisce, il traffico si fa caotico, niente che inviti a trattenersi. Una visita a Disneyland e poi verso sud per cercare un pò di aria pulita sulle spiagge di San Diego. Ormai siamo a soli venti chilometri dalla frontiera con il Messico, una frontiera che divide due mondi così vicini e così profondamente diversi.
"La maggior parte di noi porta dentro di sé per tutta la vita un sogno, per noi questo sogno è stato quello di poter fare, un giorno, un viaggio in camper intorno al mondo. Un viaggio che si è alimentato per decenni di letture, proiezioni, incontri con persone che, con i loro racconti, ci rendevano partecipi delle loro esperienze in paesi lontani.
Viaggio effettuato nel 1998 da Cesare Pastore, www.campervagamondo.it. Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE. |
|