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Camping Sport Magenta

Ungheria e Cecoslovacchia

Non solo Budapest, non solo Praga
20 Luglio - 22 Agosto 1991
Con la partecipazione di:
Alessandra, Alessio, Danilo, Diana, Licia, Roberto e Sergio.


Sabato 20 e Domenica 21 luglio 1991.

Utilizziamo la mezza giornata di sabato e tutta la domenica per attraversare l'Italia, da Roma al confine di Tarvisio, lungo le autostrade. Entrati in Austria ci fermiamo, quando ormai e' buio poco prima di Volkermarkt.

Lunedì 22 luglio 1991.

Ci siamo fermati in una piccola area di parcheggio poco prima di Volkermarkt sulla N.70. Ci troviamo in compagnia di equipaggi ungheresi, cecoslovacchi, polacchi con auto, roulotte e tende, e di due camper italiani. L'Austria é molto bella, verde, pulita, e, ovviamente, ordinata. Su questa piazzola c'è anche una "gasthof", ovvero una pensione con piccolo ristorante, assai frequentata, c'è la fermata dei mezzi pubblici, c'è la fontana e la polizia non dimentica di farci ogni tanto una visita di controllo.
Passiamo la frontiera tra Austria e Ungheria a Rabafuzes, impiegando quasi mezz'ora per il controllo passaporti ed altrettanto per il cambio di valuta. Scambiamo duecentomila lire con 11.240 fiorini, ovvero ogni fiorino ci costa 17.8 lire. Dalla parte ungherese troviamo una fila interminabile di Tir provenienti da ogni dove. Ci sono camion ungheresi, austriaci, italiani, tedeschi e persino russi. Al primo incrocio in terra magiara sbagliamo subito direzione, così siamo costretti a fare dietrofront per incamminarci sulla giusta via. Alle 17.30 notiamo sui pali della luce e sui cumignoli delle case due nidi di cicogne e, subito dopo, abbiamo la fortuna di goderci un bel volo proprio davanti alla nostra traiettoria.
Arriviamo a Vasvar ansiosi di poterci fermare per la notte. Niente da fare, non c'è spazio. Proseguiamo lungo la N.74 per Nagykanisza e, un pò fortunosamente, troviamo da pernottare, alle 19.00, ad Egervar presso un sontuoso edificio che non capiamo bene se é una scuola o un collegio. Vi é in corso una festa con orchestra e musiche tzigane. E' tutto molto bello e la cosa ci coinvolge alquanto. Dopo cena al ritmo di una canzone di Gianni Morandi anche i nostri bambini partecipano alle danze sfrenate dei giovani locali.

Martedì 23 luglio 1991.

Partiamo da Egervar e dirigiamo verso Nagykanisza che superiamo senza sosta. Durante il tragitto da Nagykanisza a Kaposvar, incontriamo altri nidi di cicogne e non resistiamo alla tentazione di fotografarli. Giunti a Kaposvar alle 12.00, dopo un bel pò di giri in città per trovare un parcheggio adeguato, ci fermiamo in prossimità della stazione ferroviaria ai bordi del parco comunale. Ci riforniamo di pane in una specie di supermercato dall'igiene approssimativa e gli scaffali semivuoti e impolverati. In serata arriviamo a Pecs. Entriamo in città e, praticamente, l'attraversiamo tutta per constatare che il camping é troppo fuori mano per poterci tornare utile. Parcheggiamo di fronte alla cattedrale su una corsia automobilistica con il permesso di una pattuglia della locale polizia. Fermati i mezzi ci rechiamo a fare un prima perlustrazione della città i cui negozi sono già tutti chiusi.

Mercoledì 24 luglio 1991.

Ci svegliamo al bombardamento delle campane della cattedrale. Facciamo colazione e usciamo per un giro di visita e spese in città. Per prima cosa visitiamo la cattedrale, il che ci costa 30 fiorini a testa, quindi dirigiamo verso il centro ove, sulla piazza, si trovano la moschea e i migliori negozi. Entriamo in uno dei grandi magazzini Konzum tanto per constatare il basso livello della qualità dei prodotti oltre al bassissimo livello dei prezzi. Torniamo ai camper alle 11.30 e partiamo subito dopo aver pagato 100 fiorini non si capisce bene se per una multa di sosta vietata o per il parcheggio prolungato. Prendiamo la N.6 in direzione di Budapest, alle 13.00, ci fermiamo in una polverosa piazzola, in una zona collinare e densamente coltivata, per il pranzo. Riprendiamo il nostro viaggio alle 15.00 scendendo nella valle del Danubio e, costeggiando la sua riva occidentale, dalla quale ogni tanto abbiamo la possibilità di poter ammirare la sua sorprendente larghezza, arriviamo nei sobborghi di Budapest che sono le 17.30. Seguendo le complicate indicazioni di un gentile vigile urbano, finiamo per impiegare un'ora per trovare il "Romai Camping". Il campeggio é superaffollato, comunque, per le 20.00, riusciamo a sistemarci quasi scacciando un finlandese con la sua tenda e la sua famiglia. Facciamo qualche spesuccia nel market e la doccia liberatrice. La cena, al ristorante del campeggio, ci offre la sorpresa di scoprire un ottimo piatto doppio della cucina ungherese che ci sazia a dovere e che, peraltro, risulta essere assai economico. Chiudiamo la giornata con una bevuta di birra fresca alle 23.00, domani ci aspetta Budapest.

Giovedì 25 luglio 1991.

Stanotte ha piovuto, non forte, ma insistentemente. Il cielo é ancora coperto ed il tempo non promette niente di buono. Dopo molti tentennamenti, decidiamo di scendere a Budapest "accada quel che accada". Carichi di kway e ombrelli, prendiamo il battello alla fermata di Romaifurdo e discendiamo il Danubio verso la capitale magiara. Passata l'isola di Margit-sziget, abbiamo una splendida visione del palazzo del Parlamento, a sinistra, e della cittadella del Varhegy sulla collina alla nostra destra. Superato il Ponte delle Catene, qui detto Szecheny Lanchid, scendiamo a riva per non allontanarci troppo dal centro. Costeggiamo il Danubio fino alla piazza Roosvelt Ter e di lì imbocchiamo il Ponte delle Catene per approdare nella parte vecchia della città, cioè Buda. Diana comincia a dare segni di insofferenza a questo tipo di vacanza, si stanca presto di camminare, ha sonno e così vuole stare in braccio. Per salire al Varhegy vorremmo prendere la funicolare ma ci sono oltre cinquanta persone in fila davanti a noi, allora decidiamo per l'arrampicata pedonale. Percorriamo stancamente i due tornanti che conducono alla cima del colle ove la prima cosa che facciamo é dissetarci. L'umore del tempo é cambiato radicalmente, splende un sole cocente il che ci fa pesare ancora di più tutta l'attrezzatura antipioggia che ci siamo portati precauzionalmente dietro dal campeggio. Le bibite che acquistiamo vengono definite fredde dal simpatico venditore per il semplice fatto che le tiene accuratamente occultate all'ombra del suo carrettino. Dal palazzo della fortezza, Varpolata, si gode un bellissimo panorama di Pest, stesa sull'altra sponda del Danubio. Si é fatta ora di pranzo e gli sforzi per l'arrampicata ce lo ricordano. Costeggiando le mura verso la chiesa di Mattia e Nostra Signora ci fermiamo in un caratteristico locale per il pranzo il quale risulterebbe, oltre che economico, anche completamente soddisfacente se non cedessimo alle tentazioni suggeriteci da un turista veneto di assaggiare un tipico gelato locale che siamo costretti, nostro malgrado, a lasciare quasi tutto nei piatti. Subito dopo il pranzo visitiamo la stupenda chiesa gotica, che si trova a due passi dal ristorante, e l'altrettanto spettacolare Bastione dei Pescatori dal quale godiamo di una vista su Pest veramente da non mancare. Tutta la zona pullula di turisti, delle immancabili bancarelle e, qua e là, si vedono dei simpatici ambulanti intenti in variegate arti per attirare l'attenzione e la generosità dei passanti. Terminata la visita della cittadella, scendiamo a valle e, sempre restando sull'argine occidentale, arriviamo alla chiesa di sant'Anna che, onestamente, non vale le maestosità viste nel primo pomeriggio. Passando sul ponte Margit Hid, approdiamo all'isola Margit Sziget, stupendo parco pubblico nel cuore di Budapest e del Danubio, donde prendiamo il battello per tornare al campeggio. Il tempo ha cambiato di nuovo il suo umore e ciò non ci consente di cenare fuori, così siamo costretti a ritirarci nei camper. Chiudiamo questa intensa e faticosa giornata alle 23.30.

Venerdì 26 luglio 1991.

Sveglia comoda ben dopo le 8.00. Il cielo non é sereno ma, in compenso, non piove. La mattinata é dedicata al bucato arretrato, alla spesa e ad una scappata in piscina per i bambini non appena spunta un pò di sole. Pranziamo ai camper e, alle 15.30, scendiamo di nuovo a Budapest intenzionati a visitare il palazzo del Parlamento. Purtroppo la cosa é consentita solo a gruppi organizzati pertanto, nostro malgrado, siamo costretti ad accontentarci di vederlo dal di fuori. La visita di Pest prosegue con la chiesa di sant'Istvan, molto frequentata dai turisti, e dalla quale dirigiamo verso la "Lenin Korut" una delle vie del centro più ricca di negozi e recentemente ribattezzata. Gli esercizi che vi troviamo sono di un livello assai scarso sia come merce che come cura ed estetica. Camminando, camminando attraversiamo piazza Karl Marx, che, dopo aver cambiato nome, non si sa più come si chiama, e arriviamo di nuovo all'isola Margherita da dove raggiungiamo la stazione del tram con il quale torniamo al campeggio. Ceniamo che sono le 21.00 passate con una bella minestra calda di riso, stasera fa un pò fresco e il brodo gradisce molto.

Sabato 27 luglio 1991.

Sveglia alle 8.00 sotto un cielo completamente coperto. Dedichiamo la mattinata a preparare i camper per la partenza. Usciamo dal campeggio alle 11.00, dopo aver pagato la notte supplementare, e scendiamo verso Budapest. Alle 12.00 siamo al parco Varosliget. Viene giù un'acqua d'inferno, così decidiamo di non scendere e di pranzare. Verso le 13.30 la pioggia é sensibilmente diminuita di intensità tanto da indurci a tentare l'uscita per la visita del quartiere. Entriamo nel castello Varosliget, da cui il parco prende il nome, e ne visitiamo i vari cortili, laghetti e canali. Proseguiamo la visita con una passeggiata sull'immensa piazza degli Eroi da dove finiamo per arrivare al palazzo delle terme di cui, purtroppo, non riusciamo ad individuare l'entrata aperta la pubblico. Proprio mentre siamo davanti alle terme inizia improvvisamente un temporale apocalittico che ci fa tornare ai camper di corsa e "camminando sulle acque". Si sono fatte le 16.00 e, dopo esserci tolti i panni bagnati lasciamo Budapest nella bufera. Ripassiamo di fronte al campeggio e dirigiamo verso la rinomata "Ansa del Danubio". Purtroppo il tempo non ci assiste, la pioggia continua con intensità tale da impedirci di vedere la cosa più bella di questo angolo d'Ungheria, cioé i panorami tra colline e fiume. Diana dorme come un ghiro, cullata dal rullio del camper in movimento e dal ticchettio della pioggia che ci accompagna fino a Visegrad dove arriviamo poco prima delle 17.00. Da Visegrad raggiungiamo Esterzgom, sempre sotto un cielo plumbeo e minaccioso, e, costeggiando strettamente il Danubio, arriviamo a Komarom dove la pioggia ricomincia a farsi battente. Di qui prendiamo la N.13 verso Kisber che raggiungiamo alle 19.00. La strada é stretta e tortuosa per circa dieci chilometri percorsi i quali troviamo l'incrocio con la ben più comoda N.82. Neanche il tempo di rilassarci che già siamo costretti a lasciare la comoda via per arrampicarci sui tornanti del colle di Pannonhalma su cui si erge il celebre monastero. Parcheggiamo sotto l'abbazia alle 20.00 in un comodo parcheggio posto vicino ad un locale di ristoro stile occidentale dove si paga tutto, anche il wc. Spira un vento forte e fa decisamente freddo così ci prepariamo una succosa cena che ben s'intona con l'amenità del posto.

Domenica 28 luglio 1991.

Stanotte ha piovuto sempre. Decidiamo di dedicare la mattinata alla visita dell'abbazia. Lasciamo i camper al parcheggio e saliamo all'ingresso in modo da poter entrare con uno dei primi giri della guida italiana. Veniamo colti di sorpresa allorché la simpatica signorina, che ci fa da guida, anziché illustrarci quanto osserviamo in italiano, accende un registratore che tiene sotto il braccio e riesce a dialogare con noi solo in tedesco. Comunque la visita si svolge traversando i cortili esterni, dai quali godiamo della vista panoramica della pianura sottostante il colle, e, soprattutto, con la biblioteca che risulta essere un vero rispostiglio d'arte e cultura. Per finire veniamo accompagnati all'ingresso della cappella e abbandonati ad una visita self-service fino all'inizio della messa. Usciamo verso mezzogiorno parzialmente soddisfatti, discendiamo ai camper e in un quarto d'ora ci mettiamo in cammino per Gyor. Arriviamo a Gyor alle 12.45, troviamo un comodo parcheggio fronte fiume e, data l'ora e l'inclemenza del tempo, pranziamo. Visto che la pioggia non accenna a concederci respiro, verso le 14.00, decidiamo comunque di fare un giro per il centro poco lontano. Essendo domenica i negozi sono tutti chiusi, comunque la cittadina é assai graziosa, nonostante il brutto tempo, e ricorda molto Ribe, in Danimarca. Un mezzo nubifragio ci costringe a tornare di corsa ai camper cosicché, alle 15.30, partiamo diretti a Fertod. Arriviamo nella cosiddetta "Versailles Ungherese" alle 17.00, giusto in tempo per veder partire l'ultimo gruppo di visitatori. Dobbiamo accontentarci di visitare il parco e vedere il palazzo dall'esterno. Sbirciando dalle finestre, piuttosto malandate, ci rendiamo conto di non aver perso poi molto, non per il monumento in se stesso, ma per il modo trascurato in cui é tenuto.Alle 17.45 ripartiamo per Soprom che, seppur meriterebbe una attenzione maggiore, visitiamo solo in camper poiché piove e c'è un traffico molto intenso data la vicinanza della frontiera austriaca. Riprendiamo la N.84 per Veszprem ed arriviamo a Sarvar che sono le 19.45. Parcheggiamo nel centro città di lato al castello e, dato che é domenica, andiamo a cena al ristorante godendoci così anche un poco la vista della città. Quello che qui é considerato un ristorante di lusso, con tanto di televisore e orchestra leggera, da noi sarebbe una buona trattoria, comunque mangiamo con gusto e appetito quindi torniamo passeggiando ai camper e chiudiamo la giornata alle 23.00 sotto un cielo che sembra volersi rasserenare.

Lunedì 29 luglio 1991.

Tra colazioni, spese, telefonate a casa e una inutile visita al castello, che é tutto chiuso essendo lunedì, non partiamo prima delle 10.30. Arriviamo a Veszprem alle 11.45 e, percorrendo un ardita viuzza in discesa arriviamo ad uno dei numerosi microscopici parcheggi del paese. Il tempo sembra messosi al meglio, pranziamo e, subito dopo, ci facciamo una bella camminata per visitare la città che risulta essere senz'altro la più attraente tra quelle viste finora in Ungheria. Non é una città d'arte, ma é molto ricca di angoletti caratteristici ravvivati da una infinità di turisti soprattutto tedeschi e austriaci. Giriamo per viuzze, piazze e negozi per più di due ore, tra un gelato e l'altro, qui costano una miseria, visitiamo un paio di grandi magazzini ove troviamo merce chiaramente di provenienza tedesca ma non di prima qualità. Lasciamo Veszprem alle 17.20 e dirigiamo sul vicino Balaton con un poco di difficoltà. Superata l'affollata e caotica Balatonfured arriviamo sulla penisola di Tihany ove un lungo incolonnamento ci suggerisce di pernottare in un comodo parcheggio prossimo al lago. Facciamo una piccola perlustrazione, ci sistemiamo e ceniamo a porte chiuse per timore delle zanzare.

Martedì 30 luglio 1991.

Per tutta la mattinata, portiamo Diana in riva al lago. L'acqua é molto torbida ciononostante non sembra essere sporca, in compenso é alquanto freddina. Torniamo al camper, dopo una breve abluzione, che sono le 11.45, facciamo la spesa e ci prepariamo per il pranzo. Nel pomeriggio facciamo il piccolo bucato e, dopo aver messo a punto la dispensa con una nuova spesa ed esserci goduti un paio d'ore di relax, partiamo alle 17.30. Percorriamo la N.71, dopo aver attraversato il delizioso centro di Tihany, costeggiamo la riva nord del Balaton e viaggiamo verso ovest. La media é bassa poiché, ad ogni occasione cerchiamo un posto buono per la notte e, possibilmente, per un bagno. Dopo vari tentativi andati a vuoto, arriviamo a Keszthely dove ci fermiamo in un parcheggio che, a prima vista, ci era sembrato meglio di quello che effettivamente é. La riva del lago é inaccessibile a causa di una larga striscia di melma ed alghe marce, inoltre le zanzare sono grosse e numerose. Ceniamo da "Pepi", una trattoria ove prendiamo il solito piatto doppio composto di un misto di cucina ungherese, che ci sazia abbondantemente, un brodino per Diana e il gulash. Usciti dal ristorante, facciamo una bella passeggiata per aiutare un poco i nostri poveri fegati nel loro pesante lavoro e, verso le 23.00, torniamo ai camper per la notte.

Mercoledì 31 luglio 1991.

Stanotte ha tirato costantemente vento ed é passato qualche rumoroso treno sulla linea ferroviaria vicina al parcheggio, in compenso, se il buon giorno si vede dal mattino, la giornata promette bene. Partiamo alle 9.45, dopo aver pagato il consueto pedaggio per la notte. Seguendo la N.71, aggiriamo il lato occidentale del Balaton e cominciamo a viaggiare verso est lungo la riva meridionale. Poco prima di mezzodì ci fermiamo a Balatonbereny, località turistica molto frequentata, in un parcheggio tra un piccolo e artigianale luna-park e uno stabilimento balneare con tanto di scivolo acquatico. I bambini hanno l'occasione di giocare un poco al riparo dal traffico ma l'acqua del lago non consente comunque di fare il bagno. Pranziamo, ci concediamo un poco di relax, tariamo il CB, danneggiato dall'acqua e dal vento, e partiamo alle 15.30. Costeggiamo, palmo a palmo, la riva sud del lago la quale, seppur meno attraente dell'altra, é molto più frequentata ed attrezzata. Procedendo verso est, tutti i tentativi di trovare un campeggio con sufficiente spazio libero per noi vanno a vuoto, sono tutti completamente esauriti. Giunti a Balatonvilagos, nostro malgrado, abbandoniamo il lago e dirigiamo verso Budapest. Siamo in forte ritardo ed il caldo ci ha stremati. Seguendo la N.70 arriviamo a Szekesfehervar che sono già le 19.00 e, dopo aver fatto rifornimento, passiamo alla ricerca, ormai disperata, di un camping. Troviamo la nostra meta, mezz'ora più tardi, a Gardony in riva al lago Valencei-to. Il campeggio é ben posizionato, abbastanza pulito ed attrezzato, i servizi sono un pò carenti inoltre ci posizioniamo proprio davanti al bar cosicché tra il chiasso del locale e il frastuono dei treni sulla vicina ferrovia non si dorme prima di mezzanotte. Per cena allestiamo una tavolata sfarzosa in pieno stile italiano, cuociamo il pollo sulla brace e facciamo sbarrare gli occhi al gestore del fast-food che ci sta di fronte.

Giovedì 1 agosto 1991.

E' un bel pezzo che piove, facciamo colazione e, nel frattempo, la pioggia cessa di cadere, speriamo che esca il sole. La mattinata é dedicata al bucato arretrato e, a mezzodì, il sole comincia a far sentire i suoi effetti. Nel pomeriggio relax e giochi. I bambini sfogano tutte le loro energie. In serata il tempo torna a farsi minaccioso così ritiriamo quanto é asciutto e ciò che é ancora umido lo stendiamo, alla meglio, nei wc dei camper. Ceniamo nei mezzi e quindi ci facciamo due passi nel camping. Diana realizza un quadro fantasia a una bancarella dopodiché chiudiamo la rilassante giornata alle 23.30.

Venerdì 2 agosto 1991.

Sveglia alle 7.30, stanotte non ha piovuto. Come prima cosa andiamo alla reception per pagare il campeggio e, una disattenzione del contabile, ci consente di pagare un solo pernottamento anziché i due effettivamente fatti nel camping. Per nulla preoccupati che si possano accorgere dell'errore, facciamo tranquillamente colazione e partiamo da Gardony che sono le 10.30 sotto un cielo di nuovo plumbeo. Dirigiamo verso Budapest, che attraversiamo senza sosta ma con qualche rallentamento di troppo, e prendiamo la N.30 per Miskolc. Alle 12.30, sotto un acquazzone interminabile, ci fermiamo in una deserta area di parcheggio poco dopo Godollo e pranziamo. Ripartiti subito dopo il caffè, seguendo sempre la N.30, arriviamo a Gyosgyos dove prendiamo la N.24 per Eger. Attraversiamo una regione montana e coperta di boschi, una vera rarità nell'Ungheria degli sterminati campi di girasole. La strada é molto impegnativa e piena di curve, del panoramico dichiarato dalle guide neanche l'ombra, mentre l'interesse paesistico é rilevante. La pioggia non ci molla un minuto così arriviamo ad Eger che sono le 16.15. Facciamo rifornimento e ci portiamo in un parcheggio per bus per sistemarci per la notte. Lasciamo i camper alle 17.00 per visitare questa graziosa e caratteristica cittadina che può definirsi, con le dovute proporzioni, la Cortina ungherese. Dopo tre ore di cammino, verso le 20.00, siamo costretti a rientrare di corsa a causa di un improvviso temporale che ci coglie di sorpresa e ci inzuppa fino alle ossa. Stendiamo alla meglio nei camper quanto avevamo indosso ed accendiamo la stufa per riscaldarci e asciugarci più in fretta, ceniamo al calduccio e chiudiamo la giornata che sono le 23.00.

Sabato 3 agosto 1991.

Sveglia alle 8.00, manco a dirlo, piove ancora. Fatta colazione, partiamo che sono le 9.30 in direzione di Szilvasvarad raggiunta la quale apprendiamo che la strada che attraversa il parco nazionale del Bukk é stata chiusa al traffico. Proseguiamo fino all'incrocio per Maliynka ove prendiamo una strada alternativa stretta e tortuosa. Presto il bosco ci forma intorno una galleria verde e buia quasi ininterrotta. Facciamo due foto ad una risorgiva, raccogliamo il tradizionale sasso locale come souvenir e ripartiamo. Alle 12.30 siamo a Lillafured, all'uscita del parco, ci fermiamo e pranziamo. Ripartiamo e, dopo pochi chilometri, siamo alla periferia di Miskolc ove ci fermiamo per fare la spesa in un supermercato in procinto di chiudere. Ci spostiamo nel centro città ove non abbiamo difficoltà di parcheggio in quanto, essendo sabato pomeriggio, troviamo tutti i negozi chiusi e un'assenza quasi totale di traffico. La città é molto carina. Tenuta ordinata e pulita nonostante la povertà latente che si può scorgere guardando un pò dietro le quinte. Abbiamo un piccolo incidente tra un giovane sbadato e Diana e Alessio che ci rimettono qualche escoriazione e tanta paura, per il resto giriamo in tutta tranquillità per la città vedendo quanto ci capita a tiro e gustandoci dei corposi ed economici gelati. Lasciata Miskolc dirigiamo direttamente verso la frontiera cecoslovacca dove arriviamo verso le 19.30, dopo aver fatto un abbondante rifornimento di acqua ad una delle numerose fontanelle a pompa di un villaggio incontrato lungo la strada. Alla frontiera cerchiamo disperatamente di spendere gli ultimi spiccioli di moneta ungherese che ci sono rimasti, quindi passiamo al controllo della dogana e dei passaporti. Le formalità non sono molto rapide, ci ispezionano i camper e ci timbrano i passaporti e, dopo tre quarti d'ora, ci lasciano varcare il confine. Mentre Diana se la dorme beatamente nel suo angoletto, siamo costretti e tornare a piedi in Ungheria per cambiare alcuni tagli di moneta che non ci vengono convertiti in corone cecoslovacche. Finalmente, alle 20.15, lasciamo il posto di frontiera ed iniziamo la nostra avventura cecoslovacca. Per nostra fortuna la strada che conduce a Kosice, oltre che essere ben tenuta, é anche tutta dritta così, alle 21.00, possiamo fermarci in un parcheggio in pieno centro città per la notte.

Domenica 4 agosto 1991.

Stanotte ha piovuto ed ora spira un vento insistente e freddo. Fatte le varie colazioni e faccende mattutine, alle 10.00 lasciamo i camper per visitare la città. Ci rechiamo a vedere il centro, posto a pochi passi dal parcheggio in cui ci siamo fermati, costituito essenzialmente dagli edifici che sorgono intorno ad una ampia piazza nel cui centro vi sono ordinati giardini, con una stupenda fontana dagli zampilli di acqua pilotati dalla musica, la maestosa cattedrale, affollata per la messa, e un altro glorioso edificio. I negozi, ovviamente, sono tutti chiusi ma le vetrine son libere e godibili, per quel poco che mostrano. Giriamo per quasi due ore dopodiché, fatto rifornimento, prendiamo la via per Presov. In circa mezz'ora di autostrada arriviamo a destinazione e, senza sosta, imbocchiamo la N.18 per Poprad. Viaggiando ci rendiamo conto che in Cecoslovacchia é necessario avere i coupon Tuxez per effettuare sicuramente rifornimento pertanto, nonostante la giornata festiva, ci mettiamo in cerca di un qualche ufficio che ce li possa fornire. Ci fermiamo alle 13.00 su un'area di parcheggio a Osada Branisko per il pranzo e ripartiamo dopo un'ora e mezza sotto un cielo inequivocabilmente minaccioso. Raggiunta Poprad, seguendo la strada per il confine polacco, raggiungiamo il parco nazionale dei monti Tatra. Dopo un tentativo, andato a vuoto, in un campeggio troppo fuori mano, quando ormai sono le 18.00, ci fermiamo in un parcheggio nel pieno centro di Tatranska Lomnica, stazione di partenza per escursioni sui monti di primaria importanza. Il cielo é coperto, fa molto freddo ma, in compenso non piove. Facciamo una breve perlustrazione tanto per renderci conto che tutti gli esercizi sono chiusi, negozi e ristoranti, con la sola eccezione di uno che non capiamo bene se é un cinema o una sala da ballo. Ceniamo rinchiusi nei camper per il freddo e l'umidità e chiudiamo la giornata che sono le 22.30.

Lunedì 5 agosto 1991.

Stanotte ha piovuto diverse volte, al momento il cielo é variabile. Facciamo le faccende ordinarie e la spesa al supermercato sito in prossimità della caratteristica stazione ferroviaria quindi, alle 10.45, ci rechiamo alla funivia per salire in quota. Dopo circa mezz'ora di faticoso cammino nel bosco, arriviamo alla stazione di partenza delle cabine ove abbiamo la sgradita sorpresa di sapere che il servizio é interrotto in quanto in quota spira un vento troppo forte. Per non perdere la fatica fatta, facciamo un'escursione nel bosco ricco di sorgenti, fiori e funghi. Alle 12.00, pressoché stremati prendiamo la via di ritorno ai camper e la prima cabina della giornata inizia il suo tragitto di salita. Cerchiamo di fare un pranzo il più veloce ed essenziale possibile nella speranza di trovare la funivia aperta almeno nel primo pomeriggio. Tutto inutile. La situazione meteorologica resta stazionaria, niente pioggia ma forti venti in quota, così le funivie vengono definitivamente chiuse. Alle 16.00 decidiamo di spostarci con i camper, pressati anche dalla necessità di fare rifornimento di acqua. Appena usciti da Tatranska Lomnica ci fermiamo in prossimità di un impetuoso torrente ove ci approvvigioniamo di limpida e gelida acqua con i secchi di bordo. Arriviamo a Stary Smokovec alle 17.15 e ci sistemiamo in un parcheggio per bus turistici prossimo alla stazione ferroviaria. Facciamo un bel giro della città, tutta disposta lungo la strada principale, nel corso del quale individuiamo sia i ristoranti che alcuni convenienti negozi ove acquistare souvenir. Rientriamo in fretta a causa di un improvviso scroscio di acqua. Ci asciughiamo per benino e, non appena spiovuto, verso le 20.00, usciamo per la cena. Arrivati al locale apprendiamo che chiude alle 20.30, come tutti gli altri, così, tra ordinazioni ed altro, mangiamo con l'imbuto in venti minuti dopodiché siamo costretti a tornare ai camper a causa della mancanza assoluta di qualsiasi tipo di attrattiva. Sembra che sia in vigore il coprifuoco.Ci facciamo due chiacchiere nei camper mentre prendiamo un caffè, quindi chiudiamo la giornata che sono le 23.00.

Martedì 6 agosto 1991.

Oggi il cielo é variabile, ha piovuto quasi tutta la notte ma ora splende il sole. Partiamo alle 10.00 dirigendo verso Stb.ske Pleso. Il centro abitato, molto caratteristico ed affollato in questa stagione, é chiuso al traffico automobilistico e, tutt'intorno, i parcheggi sono a pagamento. Decidiamo di non fermarci così proseguiamo lungo la strada per Podbanske, superata la quale, seguendo il corso del fiume Bela, ci imbattiamo in un gruppo di canoisti che discendono le rapide del fiume. Arrivati a Liptoski Hradok percorriamo un breve tratto di autostrada dopodiché superiamo, senza sosta, Kral'ovany e ci fermiamo presso Vrutki alle 13.00 per il pranzo. Ripartiamo alle 14.15 e, costeggiando il fiume Vah, in pessime condizioni ecologiche, superiamo Zilina. Arrivati a Bytca dirigiamo su Velanske Mezirici da dove prendiamo la via per Novy Jicin. Qui facciamo una breve sosta per una foto alla piazza e ripartiamo subito per Hranice. Arriviamo a destinazione che sono le 18.00 e ci sistemiamo nel locale campeggio prossimo, manco a dirlo, ad una bella ferrovia che serve i vicini cementifici. Ci facciamo le sospirate docce ed usciamo alle 20.00 alla disperata ricerca di un ristorante aperto. Ne troviamo uno proprio sulla piazza centrale così abbiamo l'opportunità di mangiare un piatto originale composto di un misto di cucina locale, carne, riso, piselli, barbabietole, patate e gli immancabili cetrioli, tutto contenuto in un canestro, da mangiare anch'esso, composto di patatine fritte intrecciate. Tornati al camping facciamo le 23.30 scambiando due parole con un equipaggio palermitano diretto in Polonia che ci informa dell'esistenza di magnifiche grotte carsiche ad una quarantina di chilometri da Brno.

Mercoledì 7 agosto 1991.

Le colazioni, i saluti e le consuete faccende mattutine ci consentono di partire solo alle 10.15. Dopo il rifornimento di carburante arriviamo ad Oloumuc ove ci fermiamo per il pranzo e la visita della città. Pranziamo proprio sotto le guglie della stupenda cattedrale gotica e ripartiamo alle 14.45. Seguendo fedelmente il nostro itinerario arriviamo a Kutna Hora che sono le 19.00 e, fortunatamente, troviamo posto per pernottare proprio a fianco del locale commissariato di polizia. Ci sistemiamo e, in tutta fretta, cerchiamo un ristorante per la cena. Il locale segnalato dal TCI é meno che una bettola, così ci rechiamo al ristorante dell'hotel posto sulla piazza principale della cittadina. Da qualche giorno, data l'economicità dei prezzi ceniamo sempre fuori e gustiamo le specialità della cucina locale, i piatti che mangiamo sono molto ricchi e gustosi, si accompagnano bene con la birra e ci saziano abbondantemente. Dopo cena facciamo una breve passeggiata a scopo digestivo per il paese assolutamente deserto e chiudiamo la giornata alle 23.00.

Giovedì 8 agosto 1991.

La notte é passata assolutamente tranquilla, anche dal punto di vista meteorologico ed il cielo sereno ci annuncia un'altra giornata torrida. L'ultima pioggia l'abbiamo lasciata, sui monti Tatra, due giorni fa. Alle 9.00 partiamo per la visita della cittadina. Seguiamo un percorso turistico accuratamente segnalato con appositi ed evidenti cartelli. Le testimonianze culturali sono veramente rilevanti ed é senz'altro valsa la pena aver speso mezza giornata per questa sosta. Incontriamo numerosi gruppi di inconfondibili turisti italiani il ché ci fa pensare che, a Praga, probabilmente, ci sentiremo un pò come a casa. Torniamo ai camper che sono le 12.00 e, mentre i bambini giocano alle altalene e agli scivoli nel parco, prepariamo il pranzo. Nel primo pomeriggio ci concediamo ancora un pò di relax sulle panchine del parco ad osservare la gente che passa e partiamo per Praga alle 15.00. Dopo circa un'ora e mezza, e un animato rifornimento di carburante alla stazione di Kolin, siamo nei sobborghi della capitale cecoslovacca. Lasciamo passare due segnalazioni di campeggi e tiriamo diritti verso il centro città. Entriamo ed usciamo dal centro alla periferia per un paio di volte, vediamo gli impianti sportivi dello Sparta Praga e del Dukla Praga, saliamo e scendiamo i colli della capitale, percorriamo quasi cento chilometri di andirivieni ed alla fine veniamo a sapere che tutti i campeggi di Praga sono prenotati dai partecipanti di un non meglio specificato 'Kongress'. Non essendoci alternative, per la notte, dirigiamo al quartiere ministeriale di Karlin ove arriviamo alle 19.30 del tutto stremati dal traffico e dal caldo. Ci laviamo come possiamo ed usciamo per la cena. Siamo a due passi dal centro ove i locali restano aperti fino a tarda ora. Mangiamo in un locale non certo di eccellenza che, comunque, non manca di salassarci con una spesa di ben diecimila lire a persona, un vero sproposito rispetto ai ristoranti che abbiamo frequentato finora. Chiudiamo la caotica giornata alle 23.30 dopo una passeggiata digestiva fino ai camper.

Venerdì 9 agosto 1991.

Stanotte é tornata a farci visita la pioggia dopo un inizio alquanto torrido che per un bel pò ci ha impedito di prendere sonno. Alle 10.30 ci rechiamo a visitare il centro città. La passeggiata ci porta via ben tre ore. Il centro é veramente meritevole della fama che ha. Alle 12.00 assistiamo al carillon dell'orologio solare della torre del municipio nel centro della piazza della città vecchia assieme a qualche migliaio di altri turisti, in buona parte italiani. La pioggia prima ci perseguita poi, dopo il pranzo, lascia spazio a qualche raggio di sole che riesce faticosamente a farsi largo in un cielo quasi completamente coperto. Diana passa un'oretta tranquilla nel parco giochi sull'argine della Moldava tra scivoli, secchielli e sabbia. Alle 16.00 decidiamo di spostare i camper per recarci, dopo un giro vizioso dovuto ad un incrocio preso per il verso sbagliato, al centro sportivo di Zizkov il quale, posto sulla omonima collina, che noi abbiamo sbadatamente superato ieri appena giunti a Praga, ospita camper, caravan e tende per il periodo estivo mettendo a disposizione degli ospiti, oltre i soliti servizi, anche una attrezzata piscina. Il luogo é alquanto ameno, abbiamo tutta Praga sotto di noi perfettamente visibile. Dedichiamo il resto del pomeriggio ai lavori di manutenzione che i mezzi richiedono, dopo i travagli di mezzo mese di viaggio, al bucato arretrato e a un pò di relax con i bambini finalmente liberi di correre e sfogarsi al riparo dei pericoli della strada. Ceniamo al ristorante del campeggio, originalmente ricavato all'interno della piscina coperta del complesso sportivo, e ampiamente insoddisfatti del menù chiudiamo la giornata alle 23.30.

Sabato 10 agosto 1991.

Stanotte non ha piovuto cosicché i panni stesi si sono un pò asciugati. Per le 10.00 siamo pronti a scendere in città per la seconda giornata di visita. Dopo aver preso tre tram, 40 corone a biglietto, arriviamo, con una breve passeggiata, a piazza San Venceslao molto affollata e frequentata, sia da turisti che da praghesi, che percorriamo in tutta la sua lunghezza. Attraversando le vie del centro, diretti al ponte Carlo, si fa ora di pranzo. Un accenno di pioggia ci fa rompere gli indugi e così approfittiamo di un bar, prossimo alla Moldava, per mangiare due panini e bere una pepsi. Durante la sosta il tempo ha sfogato la sua umidità ed é tornato a splendere il sole. Costeggiando, per un breve tratto, la Moldava arriviamo al ponte Carlo e, tra due cordoni di folla, lo attraversiamo godendoci, da una parte, il panorama del Hradnacy e dall'altra i numerosi ed, a volte, assai originali ambulanti che gremiscono il ponte stesso. Giunti sull'altra sponda, sempre sotto un sole cocente, affrontiamo l'ascesa al colle del Hradnacy effettuando una prima sosta alla chiesa di St. Mikulas un pò per visita, un pò per riposarci. Arriviamo in cima all'erta salita assai affaticati e, prima di imbarcarci nella visita della cittadella, ci concediamo qualche minuto di recupero. Dei numerosi turisti che circolano davanti l'ingresso del Hradnacy la maggior parte sono italiani così abbiamo quasi la sensazione di trovarci a casa. Accediamo alla cittadella attraverso un ampio cancello piantonato da due guardie in alta uniforme, quindi attraversiamo un paio di cortili fino ad arrivare alla stupenda cattedrale gotica, quasi soffocata dagli edifici circostanti. Visitiamo l'interno della chiesa, veramente unico sia in bellezza che in sontuosità, trasportati da un vero fiume di folla, quindi veniamo invitati, senza mezze misure, ad uscire in quanto non é consentito l'accesso con passeggini. Proseguiamo la visita degli altri edifici e monumenti della cittadella e, gustandoci un bel gelato, iniziamo la discesa a valle. Arrivati di nuovo ai piedi del colle, un pò rocambolescamente, riusciamo a ritornare al campeggio non prima delle 18.00. Ci facciamo le sospirate docce, ceniamo nei mezzi e piombiamo a letto esausti alle 23.00.

Domenica 11 agosto 1991.

Sveglia alle 8.00 movimentata da un urgente intervento sul frigorifero il quale non intende più raffreddare i cibi. Alle 10.00 tutto é sistemato e siamo pronti per una nuova uscita per visitare la collina del Hrad. Non ci rimane facile raggiungere la cima del colle a causa del fatto che, essendo domenica, oltre a circolare pochi mezzi pubblici, praticamente non gira una persona a cui poter chiede qualche informazione. Comunque, con un pò di buona fortuna, arriviamo a destinazione verso mezzogiorno. Con grande disappunto leggiamo il cartello che ci informa che la chiesa della fortezza é chiusa per restauri così, per smaltire la delusione, pranziamo al ristorante l vicino. Dopo il pasto ristoratore, rimessici di buon umore, vaghiamo un pò sulla collina fotografando e filmando stupendi panorami di Praga completamente illuminata dal sole. Terminata la visita campestre del Hrad, scendiamo in centro ove arriviamo che sono le 16.00. Ci inoltriamo nel quartiere ebraico in cerca delle decantate sinagoghe ma, persa la bussola nel labirinto dei vicoli, tra l'immancabile gelato e un tentativo di assaggio di pizza napoletana, ci ritroviamo in piazza della Città Vecchia. Ci godiamo in tutta tranquillità i monumenti della piazza che l'altro ieri avevamo visti pressati un pò dalla gente e un pò dal tempo inclemente quindi ci incamminiamo verso piazza della Repubblica dove, dopo qualche tentennamento, riusciamo a prendere il tram nel verso giusto per tornare al campeggio. Arrivati a destinazione verso le 18.00, lasciamo un pò sfogare i bambini nella piscina, ci facciamo delle calde docce, quindi ceniamo nei mezzi e, dopo una chiacchierata sotto le stelle, chiudiamo l'intensa giornata alle 23.00.

Lunedi 12 agosto 1991.

Ci prepariamo per la partenza ed usciamo dal camping alle 10.00 per tornare al centro di Praga a fare un pò di spese nei grandi magazzini e comprare, se possibile, qualche ricordino da portare a casa. Vaghiamo, sempre più delusi fino alle 13.00, a mala pena riusciamo a comprare i pannolini, vecchio stile, per Diana. Tornati ai camper, parcheggiati in riva alla Moldava, pranziamo e partiamo alle 15.00. Usciamo da Praga in direzione di Plsen, percorriamo un buon tratto di autostrada quindi usciamo a Beroun. Purtroppo non troviamo l'indicazione per Karlstejn e siamo costretti a tornare indietro di una quindicina di chilometri. Percorrendo spettacolari, quanto strette e tortuose stradine di campagna che salgono e scendono per i colli della regione, arriviamo a Karlstejn che sono le 17.00. E' tutto chiuso, bar, ristoranti, souvenir, poiché é lunedì, così, per fare notte, giochiamo un poco sul campo di calcio del locale centro sportivo con un cagnolino ed una palla da tennis. Dopo cena ci mettiamo nel piazzale ove abbiamo parcheggiato i camper, ormai in numerosa compagnia, ad osservare stelle cadenti e satelliti artificiali che solcano il cielo sereno.

Martedì 13 agosto 1991.

Sveglia alle 8.00, dopo un paio d'ore siamo pronti per l'ascesa al castello. Percorriamo a piedi l'irta salita che conduce al maniero in quanto la zona é chiusa al traffico motorizzato. La visita comincia alle 10.50 e dura quaranta minuti. Al tirar delle somme il castello é più bello visto da fuori, con le sue spettacolari torri merlate, che da dentro, con le sue fredde e tetre stanze spogliate di tutto. Terminata la visita verso le 12.00, scendendo a valle, ci fermiamo in un ristorante per il pranzo. Nel primo pomeriggio ci diamo un'occhiata intorno ancora a caccia di souvenir e vetri di Boemia e, alle 15.30, siamo pronti per la partenza. Siamo costretti a tornare a Praga per prendere la via per Teplice raggiunta la quale, via Dubi, dirigiamo su Chomutov posta nel mezzo dei monti Metalliferi, circondata di ciminiere e di miniere. Proseguiamo verso Karlovy Vary ove arriviamo alle 21.00 dopo una breve sosta per un imprevisto e passeggero malore avvertito da Diana. Parcheggiamo a due passi dal centro, ceniamo e chiudiamo la giornata alle 23.00.

Mercoledì 14 agosto 1991.

Dedichiamo la mattinata alla visita di Karlsbad, una città fuori dallo standard cecoslovacco. La presenza turistica austriaca e tedesca é massiccia e la qualità delle merci nei negozi si avvicina allo standard occidentale. Facciamo, con una certa facilità, le spese arretrate di qualche giorno, cambiamo valuta ed acquistiamo i buoni benzina. A mezzogiorno pranziamo con un wurstel e un pò di formaggio. Dopo pranzo, alle 14.30, lasciamo Karlovy Vary e, dopo una breve sosta per rifornimento a Becov, dirigiamo, attraversando una lussureggiante e bellissima regione, verso Marianske Lazne. Raggiungiamo Marienbad abbastanza agevolmente ma, non notando grandi differenze con Karlovy Vary, la visitiamo 'in camper' e dirigiamo su Stribro. Superata Stribro dirigiamo su Plzen che raggiungiamo verso le 18.00. La città si mostra assai seria e tetra, impieghiamo un pò di tempo per trovare un parcheggio adatto fino a sostare dietro la cattedrale, sotto l'hotel Continental. Ci sistemiamo ed usciamo per visitare il centro, con i negozi ormai chiusi, e trovare un ristorante per la cena. Ceniamo al ristorante dell'hotel Central, in pieno centro città, con tanto di direttore di sala, quindi torniamo ai camper, giochiamo un poco con i bambini e chiudiamo la giornata alle 23.00.

Giovedì 15 agosto 1991.

Stanotte ha piovuto forte e, come primo intoppo della giornata, dobbiamo cambiare le bombola del gas che ha deciso di finire proprio mentre bolliva il latte della colazione. Dopo aver immancabilmente pagato il parcheggio, leviamo le ancore alle 9.00 e dirigiamo verso Domazlice. Lungo la strada siamo costretti ad una sosta fuori programma per assicurare la marmitta con del filo di ferro essendosi spezzato il supporto di gomma che la teneva. A Domazlice facciamo il solito giro a vuoto per aver sbagliato un incrocio, quindi ci immettiamo sulla strada per Nyrsko dove arriviamo che sono le 12.00. Approfittiamo per fare una breve sosta ed approvvigionarci al locale supermercato posto proprio lungo la strada. Senza dilungarci tanto, riprendiamo la via per inoltrarci nella Selva Boema e dirigiamo su Besiny. Qui ci fermiamo all'officina per i trattori della cooperativa locale ove gentilmente ci riforniscono i camper di acqua potabile. Ripartiti quasi di corsa, alle 14.00 siamo a Petrovice ove ci fermiamo per il pranzo ad un ristorante posto in una splendida posizione panoramica sui colli vicini e sui campi coltivati della zona. Subito dopo pranzo proseguiamo per Susice e, di qui, per Karperske Hori dove, perdendo l'orientamento a causa della totale assenza di segnaletica, sbagliamo strada e percorriamo svariati chilometri per strettissime strade nel fitto del bosco. Capito l'errore, torniamo indietro e, finalmente, ci immettiamo sulla giusta via. Arrivati a Vimperk facciamo rifornimento di carburante e prendiamo la N.4 in direzione di Horni Vltavice. Siamo ormai sulle sponde della Moldava, di cui seguiremo il corso per un bel pezzo. Il paesaggio ora si é fatto molto interessante, dal punto di vista naturalistico. Si susseguono continui saliscendi e si aprono stupendi panorami su vallette ovattate di nebbie in rapido movimento. Superata Horni Vltavice dirigiamo per Volari e, di qui, per Horni Plana e Vissy Brod costeggiando il grande e spettacolare lago formato dalla diga che ostruisce la Moldava. Il sole sta tramontando e i riflessi dei suoi raggi sulle scie delle numerose imbarcazioni che solcano il lago formano uno spettacolo stupendo. Superata la diga, poco dopo Vissy Brod, scendiamo nella valle, sempre seguendo il corso della Moldava, godendoci scorci incantevoli ove i colori del tramonto sono al tempo stesso diffusi e sfumati dalla nebbia che cala. Ogni tentativo di sosta per la notte fallisce sia a Vissy Brod che a Rozmberg nad Vltavou così riusciamo a sistemarci in un parcheggio vicino al camping di Ceski Krumlov che sono ormai le 21.00. Ceniamo, festeggiamo il compleanno di Sergio e chiudiamo la faticosa giornata che sono le 23.00.

Venerdì 16 agosto 1991.

Iniziamo la giornata con una breve passeggiata in paese, oltre la Moldava, per fare un pò di spesa. Lasciando Ceski Krumlov, verso le 10.00, abbiamo la sensazione di perderci qualcosa di veramente valido, dal punto di vista turistico, ma, nonostante ciò, dirigiamo imperterriti su Ceske Budejovice dove arriviamo in meno di mezz'ora. La polizia e il carro che carica le vetture in sosta vietata, molto gentilmente, ci fanno da guida ad un parcheggio custodito a due passi dal centro. Passeggiamo e spendiamo per due ore tra i negozi della grande piazza quadrata della città insieme ad altre decine di turisti. Diana fa anche il giro completo della piazza in sella ad un tranquillo pony. Alla fine, carichi di cristalli, borse e libri, torniamo ai camper e partiamo che sono le 13.00. Ci fermiamo quasi subito per il pranzo a Stepanovice, una cittadina subito fuori di Ceske, e ripartiamo che sono le 15.00. Dirigiamo verso Brno e il lungo tragitto é composto di ottimi tratti di superstrada alternati a tortuose viuzze e salite con pendenze anche del 12%. La media che riusciamo a tenere é comunque elevata e, così, arriviamo a Brno alle 18.15. Seguendo le indicazioni per Svitavy, lambiamo il centro città ammirando la cattedrale e il famoso Spilberg, il castello ove gli austriaci rinchiusero molti patrioti ungheresi ed italiani tra cui Silvio Pellico. Usciti da Brno verso nord, dopo poco arriviamo a Blansko ove seguiamo le indicazioni per Machoca. Alle 19.30, dopo il tradizionale giro a vuoto, siamo al parcheggio del Machoca, un abisso carsico profondo oltre settanta metri che riusciamo a vedere nonostante l'oscurità impellente. Prima che faccia completamente buio riusciamo a raggiungere il parcheggio delle grotte del Moravski Kras, il carso moravo, ove ci sistemiamo per la notte. Il ristorante é chiuso così ceniamo nei camper e chiudiamo la giornata, in compagnia di altri equipaggi sopraggiunti nel frattempo, che sono le 23.00.

Sabato 17 agosto 1991.

Questa notte, pur avendo piovuto, é stata la più tranquilla tra quelle trascorse da che siamo in viaggio. Facciamo colazione e siamo alla Pulkivene Jeskine, grotta, in tempo per partecipare al primo gruppo di visita, che parte alle 9.00. La visita é veramente stupenda, dura quasi un'ora e si conclude con un originale tragitto in barca che percorre il tratto di fiume sotterraneo che origina la grotta. Appena usciti facciamo un breve giro nei negozi di souvenir poi ci spostiamo alla Katerinska Jeskine posta qualche chilometro più in là. Entriamo con la visita delle 10.50. Anche questa grotta é assai bella ed usciamo soddisfatti di averla visitata. Ripresi i mezzi, ci spostiamo verso Sloup per recarci alla Balkarka Jeskine. Tra quelle viste finora, questa é la grotta più ricca e viva anche se manca delle individualità presenti nelle altre due. All'uscita s'è fatta ora di pranzo. Cerchiamo di mangiare in un ristorante dei dintorni ma non é possibile così, a furia di girare, arriviamo al parcheggio della Sosuske Jeskine ove ci sorbiamo un misero hot-dog. Mentre Diana, alla quale non é che interessino molto ambienti bui, stalattiti e stalagmiti, gioca beatamente con secchiello, paletta e sassi, entriamo con l'ultimo gruppo di visitatori alle 15.00. Il giro dura cinquanta minuti, anche se la grotta e profonda svariati chilometri, e, a parte alcune individualità veramente notevoli, non é che sia all'altezza dei precedenti. In complesso la visita del Moravski Kras, il Carso Moravo, é altamente interessante e sarebbe stato un vero peccato se ce la fossimo persa. Alle 16.30, dopo aver provveduto a fare il pieno di carburante a Sloup, prendiamo la via del ritorno. Arriviamo a Brno che sono le 17.45 e, dopo un paio di giri a vuoto ed aver constatato che non c'è un campeggio ad una distanza accettabile, rompiamo gli indugi e prendiamo la via per Vienna, rimandando la visita di questa importante città d'arte e di storia al prossimo anno. Ci fermiamo a Pohorelice alle 18.30. Sistemati i camper, e fatta una telefonata a casa, ci rechiamo a cena al ristorante dell'hotel Morava. Chiudiamo la giornata alle 22.30 assai stanchi ma anche molto soddisfatti.

Domenica 18 agosto 1991.

Nel tempo necessario alle solite faccende mattutine abbiamo l'opportunità di contare qualche decina di pulman, italiani e non, di ritorno dal raduno di Chestochowa, in Polonia, che deve aver avuto delle dimensioni bibliche. Facciamo un breve giro nell'unico negozio di souvenir aperto quindi spostiamo i mezzi per una decina di chilometri e ci fermiamo al camping Merkur. Dedichiamo il resto della giornata al relax, ai giochi con i bambini e ad un giro in bicicletta. All'ora del tramonto, poco dopo le 19.00, abbiamo l'occasione di assistere al passaggio di un'infinità di oche disposte nella caratteristica formazione a 'V'. Ceniamo nel camper, ci facciamo una bella chiacchierata sotto il cielo stellato e chiudiamo la giornata alle 22.30.

Lunedì 19 agosto 1991.

Partiamo verso le 9.45. Dopo pochi chilometri siamo a Mikulov. Impieghiamo quasi due ore per riuscire a spendere le ultime corone rimasteci dopodiché passiamo la frontiera con l'Austria a Drassenhofen a mezzogiorno. Ci fermiamo nel piazzale della dogana per il pranzo e ripartiamo in direzione di Vienna alle 14.00. Arriviamo nella capitale austriaca alle 15.30 e, senza alcuna difficoltà, seguiamo le indicazioni per Graz. Lungo l'autostrada, a tratti molto panoramica, facciamo una breve sosta all'area di servizio Werder Neustadt per il rifornimento. Usciamo a Pinkafeld alle 17.45 ed andiamo a sostare per la notte nel parcheggio antistante la chiesa parrocchiale. Alle 19.30 usciamo per una passeggiata in paese e ci rechiamo a cena in una trattoria. Dal telegiornale riusciamo a stento a capire che qualcosa di grave stà accedendo in URSS, cosa che già avevamo avvertito in mattinata a Mikulov. Non riusciamo a capire bene cosa sia accaduto di preciso così torniamo ai camper e chiudiamo la giornata alle 22.30 con l'ansia di avvicinarci al confine italiano per avere notizie più precise.

Martedì 20 agosto 1991.

Tra suoni di campane e rumori di tagliaerba, la giornata si preannuncia serena. Partiamo alle 10.00 riprendendo l'autostrada verso Graz che superiamo alle 11.15. Per pranzo ci fermiamo nel bel mezzo della Lavanthal in un'area di parcheggio subito dopo l'uscita per Bad St. Leonard. Ci riforniamo di acqua e ripartiamo alle 14.30. Seguendo la A2, prima, e la N.70, poi, superiamo Klagenfurt e Villach ed arriviamo in frontiera alle 17.15. Il gendarme austriaco e il finanziere italiano non si scomodano neanche ad uscire dalla guardiola e ci lasciano passare senza il minimo controllo. Percorriamo un buon tratto della A23 per fermarci alle 18.30 all'area di servizio Ledra poco prima di Udine.

Mercoledì 21 agosto 1991.

Il cielo sereno annuncia una giornata torrida. Partiamo alle 9.15. All'ora di pranzo siamo all'area Po. In serata, dopo esserci bevuti tutta la fettuccia di autostrada, arriviamo a Chianciano Terme ove andiamo a mangiarci una pizza e ci fermiamo per la notte.

Giovedì 22 agosto 1991.

Sveglia alle 7.00, neanche mezz'ora dopo siamo già in autostrada verso casa. Alle 10.00 siamo sotto casa a faticare per lo scarico del camper che sembra contenere tanta di quella roba da poterci riempire un tir. Il viaggio é finito. Abbiamo aperto la porta dell'est, contiamo di tornarci al più presto in modo da poter consolidare le impressioni maturate quest'anno.


Viaggio effettuato nel 1991 da Roberto Lumaca.

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE.


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