April 28, 2024

 

Francia. Dintorni di Nimes. Direzione Lourdes e Biarritz… il mese scorso.

Alle 23.00, dopo circa 600 Km di viaggio, il Fenomeno entra in un’area di servizio per passare la notte.

“Amore? Che ne dici se parcheggio in quello spazio sulla sinistra?” E così dicendo inizia a sterzare…

“No tesoro. Meglio quello spazio a destra… mi sembra più illuminato.”

E così il Fenomeno gira repentinamente dove la sua dolce metà, nonché navigatrice, gli suggerisce. Risultato… cordolo alto 25 centimetri (neanche in cemento ma in una lega di lava e criptonite) su cui viene immolato il pneumatico posteriore destro.

Botto… immediato coricamento su un lato di quello che ha ormai assunto l’aspetto di una balena spiaggiata e non più di un camper e… un silenzio irreale rotto solo dal gemito del cerchione che a sua volta soccombeva a questo misterioso materiale utilizzato in Francia per la costruzione dei cordoli (credo che anche la linea Maginot sia stata costruita con la stessa lega).

L’unico neurone funzionante suggerisce al Fenomeno di accostare in quel ‘meraviglioso e ben illuminato spazio sulla destra’. Gli altri neuroni sono impegnati in una sanguinosa guerra civile tra coloro che pretendono che la navigatrice venga immediatamente degradata a crick e, una volta utilizzata, abbandonata sul cordolo a perenne monito e quelli che invece pretendono che il pilota venga degradato al ruolo di maceratore di sostanze organiche per manifesta incapacità.

Come tutte le guerre finisce con un compromesso… ognuno resta al suo posto (anche perché non ci sono sostituti immediatamente disponibili), si livella il mezzo come meglio si può sgonfiando la sospensione sinistra e… si dorme.

Ore 7.00

Il Fenomeno scende dal mezzo dopo una notte agitata quanto… inclinata.
Libretto d’istruzioni in mano, guantini da lavoro nuovi e intonsi (hanno ancora attaccati gli amuleti scaramantici perché non avessero mai a servire). Valigetta attrezzi e cronometro….

“Amore… se per le 9.00 non riemergo considerami disperso. Chiama il carro attrezzi e… dimenticami.”

Con queste parole pregne di un alto spirito di sacrificio e da citare ai giovani quale raro esempio di abnegazione il Fenomeno si tuffava sotto il ‘titanic’ paurosamente sbandato su un lato.

Ore 7.05

Il Fenomeno si rende conto che il dado che blocca la ‘slitta’ della ruota di scorta è stato avvitato (dal fenomeno che ha posseduto il mezzo prima di lui) talmente a fondo che la chiave in dotazione non riesce a raggiungerlo.

Attimi di panico e riunione neuronale d’emergenza ma la guerra della sera precedente a fatto molti morti per cui il contributo di pensiero è alquanto ridotto. Inoltre tra i due ex schieramenti non scorre ancora buon sangue per cui… avanti con l’improvvisazione.

Pappagallo (medaglia del Congresso a chi ha inventato questo magnifico attrezzo), svitol, olio di gomito e tante parole…. in libertà.

Dopo circa 10 minuti la slitta è liberata e con il petto in fuori il nostro Fenomeno si accinge a raccogliere con malcelata sufficienza la ‘stendingovescion’ dell’area di servizio semideserta, ma… la tanica di raccolta delle grigie si frappone sinistramente tra la ruota di scorta ed il nostro Fenomeno il cui petto si sgonfia immediatamente in favore di altre parti anatomiche.

Quando tutto sembra perduto il Fenomeno, che ne sa una più del diavolo, con ghigno beffardo alla ‘clintistvud’ impugna il crick e lo estrae alla velocità del lampo… come il mitico ‘clint’ con la ‘colt’… il risultato non è lo stesso. La tanica lo ignora e rimane immobile in tutta la sua capienza… “Ma quanti c@77i di litri tiene?…”

Ma lui non si perde d’animo. Colloca il crick più o meno dove andrebbe collocato e con un tondino di ferro della lunghezza di un grissino e dello spessore di un pennarello inizia la sessione mattutina di palestra. Ebbene sì. Il crick a pantografo non è mai stato usato ma in compenso appare chiaro che la sua manovella non è presente all’appello per cui…. millimetro dopo millimetro il ‘titanic’ risale dall’inferno e millimetro dopo millimetro il Fenomeno vi sprofonda.

Quasi a ‘fondo corsa crick’ il nostro eroe riesce a far passare di un ‘micron’ la ruota di scorta sotto la tanica ‘ma quanti c@77i di litri tieni’. Questa è una vittoria sonante non vi è alcun dubbio ma è solo una battaglia.

Ore 8.10

Il Fenomeno, con guantini inguardabili, ‘gins’ inguardabili, felpa da lavoro inguardabile ma con la luce negli occhi si appresta a sfilare la gomma squarciata dal mozzo e la medesima… passa. Per pochi millimetri, sotto la carteratura ‘ma quanto c@77o sei bassa’, ma…. passa.

Subito un inquietante pensiero si affaccia tra i neuroni superstiti… “Se passa appena la gomma completamente a terra come farà a passare quella gonfia?….

“Ah, ah, ah… domanda facile, facile…. la sgonfiamo!”

“Siete sicuri? L’accendiamo?”

Un sì all’unisono si leva dai neuroni…

“Sbagliato! Che c@77o vi serve montare una ruota sgonfia al posto di una ruota… sgonfia?”

A questo punto il Fenomeno è con le spalle al muro… ‘lady Idiozia’ lo ha completamente stregato… si guarda intorno con l’occhio ormai spento e vede un camion con targa spagnola che si sta per muovere. La tentazione è forte. Un passaggio fino in Spagna, poi Gibilterra e da lì l’esilio in Marocco a pascolare insieme ai cammelli sicuramente più dotati dal punto di vista intellettivo.

Ma ecco che di nuovo un lampo di genio (!?) illumina la mente ottenebrata del Fenomeno. Abbassa lo sguardo verso il crick… forse qualche millimetro si può ancora spremere… e via di nuovo con il ‘grissino’. Ancora qualche faticosissimo, sanguinoso giro e… la ruota passa… inclinata, rasente la carteratura ma passa. “C@77o passa!”

Indescrivibile lo stato di grazia che si impossessa del Fenomeno. Ne è quasi trasfigurato. Ha una bellezza da eroe greco… che so… Achille per esempio, quello interpretato da ‘bredpitt’ ovviamente… niente di meno.

I guantini marci divengono cimeli da conservare. La felpa e i ‘gins’ da mostrare un giorno ai nipoti e dire loro con orgoglio che… “Durante la battaglia di Nimes io c’ero… male armato… soverchiato dalle forze nemiche dieci a uno ma… splendente di eroismo mentre difendevo la ruota di scorta dagli assalti. Fiaccato ma mai domo, barcollai solo sotto l’assalto delle mie ascelle una volta che la battaglia era finita e vinta.”

Ore 9.00

Il Fenomeno, rinfrescato e cambiato, con le mani doloranti e due braccia solcate da vene che neppure sapeva di possedere sale in mansarda….

“Amore? Svegliati… ti porto al bar a fare colazione.”

“Mmmhhh… tesoro…. e la gomma?”

“Tutto a posto Princy… tutto a posto. Era solo una gomma.”

Decimo Massimo

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