Inserito il 24/08/2011 alle: 20:19:48
Siamo appena tornati.
Anni di ferree convinzioni di uguaglianza per tutti, per i diritti umani e sociali, lotta ai luoghi comuni, lotta contro tutti i pregiudizi (tutti, in senso generale), anni di volontariato e di solidarietà, odio verso chi professa nelle parole o peggio ancora nel comportamento discriminazione verso donne, bambini, immigrati, malati, disabili, o differenze di religione, sesso, razza, ceto o condizione sociale.
Tutto il mio odio verso il pregiudizio spazzato via da un viaggio che ha confermato i nostri timori di partenza.
Bratislava, parcheggio del centro commerciale accanto al centro storico della città, lasciamo il nostro Beethoven per fare due passi e vedere la città, due/tre ore, poi un salto al centro commerciale per una piccola spesa, e al ritorno troviamo il camper aperto.
Per fortuna non mancava niente (ringrazio la mia abitudine di viaggiare senza computer), solo un po' di disordine. Evidentemente l'allarme non ha permesso ai ladri, probabilmente zingari, di operare con calma e allora hanno rinunciato.
In****ati è dire poco.
Anche se non ti manca nulla, ti rimane sempre la sgradevole sensazione di un estraneo in casa tua.
E mi ricollego al campeggio dove siamo stati la sera prima, al cui ingresso c'è un posto di polizia: mai visto in nessun campeggio d'Europa!
Saliamo mesti, metto in moto e dietro l'angolo vedo un gruppo abbastanza folto di rom, al cui indirizzo mando un certo numero di un certo tipo di auguri.
Riprendendo quanto detto all'inizio, lo dico con immenso rammarico, perchè vuol dire accettare un luogo comune: magari fra qualche anno mi passa, chiedo scusa a tutti e soprattutto a Jana che mi aveva dato indicazioni preziose, ma da oggi, sulla mia carta geografica, sulla Slovacchia c'è una grossa macchia nera.