In risposta al messaggio di Giovanni del 20/05/2025 alle 11:44:02Eh, ma vivere in campagna è vincere facile. Io che vivevo in ambienti urbani, ho visto ai tempi di tutto, da una generazione bruciata dalla droga, a sistematici furti nelle auto, ladri dai vicini, rapine nelle banche, farmacie, omicidi; una sparatoria ai tempi nel cortile di casa. Senza togliere la violenza politica nelle scuole, per le strade, le manifestazioni. Ho anche assistito a scontri duri tra polizia e tifosi più volte. Io andavo a scuola a piedi alle elementari, cosa oggi è impossibile, ma il rischio di essere rapinato da coetanei era attualissimo e più di una volta dovetti affrontarli. Oltre a cani lasciati liberi, etc .. . Oggi lavoro non tanto lontano, alcuni palazzi dove il degrado imperava sono addirittura stati demoliti. Qui vicino c'erano vie dove NON POTEVI PASSARE, oggi sono posti tranquilli. Qualsiasi dato numerico da una misura più basa della delinquenza di ordini di grandezza, ripeto, ordini di grandezza. Omicidi, da migliaia a centinaia l'anno. Per cui ripeto, bisogna distinguere la percezione dalla realtà.
Mi faI sentire proprio un ignorante (che ignora), un incolto. Però io ho ben vivi certi ricordi da piccolissimo, che mia sorella (l'unica rimasta, ormai) dice che è impossibile che io ricordi certi particolari, eppureme li ricordo. Ovviamente, come ho già scritto, con curvatura dello spazio e del tempo. Dello spazio in merito alle aree che mi circondavano e del tempo dei giorni che man mano scorrono apparentemente più veloci. Sulla delinquenza: fino a 13 anni ho abitato in campagna e l'unico rischio era quando passava la carrozza degli zingari che dovevi stare attento che non partisse qualche oca, gallina, papera, coniglio. Gli regalavi l'osso del prosciutto (questo cercavano, mi son chiesto sempre chissà perché) tanto che quando finiva un prosciutto, l'osso lo si lasciava da parte proprio per loro. Mai niente chiuso a chiave, né recinti. In città, fino a metà anni settanta si teneva giorno e notte la chiave sulla porta di casa. Sempre sulla delinquenza, chi non ricorda gli esattori dell'acquedotto, del telefono, della luce e del gas che passavano a riscuotere di casa in casa, a piedi. Vallo a fare oggi! Giovanni
In risposta al messaggio di dani1967 del 20/05/2025 alle 12:54:02Secondo me conta anche la diffusione dell'informazione. Ora, se rapinano un ragazzo a Belluno, lo sai anche se abiti in Sicilia. Noi da ragazzini andavamo in bici da soli in zone dove solo molto dopo ho scoperto che ci succedeva di tutto.
Eh, ma vivere in campagna è vincere facile. Io che vivevo in ambienti urbani, ho visto ai tempi di tutto, da una generazione bruciata dalla droga, a sistematici furti nelle auto, ladri dai vicini, rapine nelle banche, farmacie,omicidi; una sparatoria ai tempi nel cortile di casa. Senza togliere la violenza politica nelle scuole, per le strade, le manifestazioni. Ho anche assistito a scontri duri tra polizia e tifosi più volte. Io andavo a scuola a piedi alle elementari, cosa oggi è impossibile, ma il rischio di essere rapinato da coetanei era attualissimo e più di una volta dovetti affrontarli. Oltre a cani lasciati liberi, etc .. . Oggi lavoro non tanto lontano, alcuni palazzi dove il degrado imperava sono addirittura stati demoliti. Qui vicino c'erano vie dove NON POTEVI PASSARE, oggi sono posti tranquilli. Qualsiasi dato numerico da una misura più basa della delinquenza di ordini di grandezza, ripeto, ordini di grandezza. Omicidi, da migliaia a centinaia l'anno. Per cui ripeto, bisogna distinguere la percezione dalla realtà. Per la fisica teorica, nessuno la capisce, nemmeno i fisici teorici. Hanno modelli matematici che rappresentano una realtà che il cervello umano non può figurarsi, il tempo nella relatività generale è una dimensione come lo spazio e di comprime e dilata come lo stesso. E' una realtà matematica che il nostro cervello non ha strutture per comprenderla.
In risposta al messaggio di Giovanni del 20/05/2025 alle 08:34:33Allora Giovanni, tu non ci crederai ma i miei ricordi che partono dai tre anni e fino a metà anni 60 li ho in bianco e nero poi diventano a colori boh
Walter, ho qualche anno più di te, di quegli anni veloci, come ho già scritto. Noi abbiamo vissuto l'esperienza dello stravolgimento della vita quotidiana, nei primi quindici anni del dopoguerra. Quando avevo sei annio giù di lì, era morto il vicino di casa, che veniva soprannominato il vecchio di (cognome storpiato): aveva 68 anni! Ho un ricordo di questa persona perché qualche anno prima (o mese, non mi ricordo bene) mi aveva fatto uno scherzetto ed avevo anche paura di incontrarlo. La Montessori non la conosceva ancora nessuno e, quindi, forse nell'intenzione di rassicurarmi (!) mi portarono alla camera ardente, in casa del morto. Ricordo i quattro candelabri altissimi agli angoli del letto, tutte le donne a piangere e gli uomini, tutti tristi, a bisbigliare. La parola condoglianze non la si conosceva, quindi una stretta di mano, un pianterello e via. Dalle mie parti si usava che i vicini di casa venissero a cucinare per la famiglia del morto. Però so per certo che in alcune regioni, dopo il funerale, si faceva un lauto pranzo fra i partecipanti perché ognuno portava da mangiare per se e per gli altri ed alla fine era l'occasione per un'abbuffata. Per esempio, a Piacenza si usava, di ritorno dal cimitero, che il corteo si fermasse a pranzo in una trattoria e si mangiava una porzione di carne equina macinata cotta credo in padella. Tutt'oggi c'è la c.d. piccola e la grande: era la porzione, la prima offerta da una famiglia povera, la seconda da una benestante. Poi c'era il lutto: oggi, girando per le città, sembra un enorme funerale; allora di nero andavano solo le donne in lutto stretto mentre il grigio per le donne in mezzo lutto. Per gli uomini c'era la cravatta nera ed il bottone nero, oppure la fascia nera al braccio. Ne avrei da raccontare sulla vita di allora, che ricordo benissimo come oggi. L'ultimo mio nipote ha 15 anni e due tre volte la settimana viene a pranzo da noi perché l'Istituto che frequenta ci è vicino e lui abita fuori città. S'impacchia ad ascoltare i miei racconti e per alcune cose, esclama: Ma davvero era così? Basta, altrimenti mi date del chiacchierone... Giovanni
In risposta al messaggio di Ummagamma del 20/05/2025 alle 14:12:48La vita in carrozzella non è detto sia una tragedia, allettato si. Quello che conta è la testa. Se finissi in carrozzella ma fossi in grado di rompevi i cabbasisi sul forum, eh ...
Allora Giovanni, tu non ci crederai ma i miei ricordi che partono dai tre anni e fino a metà anni 60 li ho in bianco e nero poi diventano a colori boh a tre anni mori’ a 72 il mio nonno materno e lo ricordo vecchissimocome la mia nonna materna morta l’anno dopo a 68 anni pure lui vecchissima erano di origine toscana Non ricordo di tanti pianti e melodrammi perché ovviamente la morte era parte integrante della vita di ognuno piu’ di ora I miei nonni paterni erano sardi ricordo solo la nonna che a 50 anni era senza denti e con i baffi per andare da Cagliari ad un paese dell’Ogliastra ci volevano 5 ore con un trenino che ora è diventato turistico, i bagni non esistevano e i bisogni si facevano all’esterno pero’ in quella parte della Sardegna ci sono i centenari noti in tutto il mondo ed un prozio di muo padre e’ vissuto fino a 110 anni I miei parenti sardi sono tutti longevi come sappiamo ci sono fattori ambientali, familiari e sopratutto il dna che è oggetto di studio interessa anche me perché ho quel dna e sono curioso come andro’ a finire i miei giorni.. quando e in che modo di certo non su una carrozzella o allettato ho già il piano B per evitarlo nel caso malaugurato Cmq per restare nel tema o parola chiave TEMPO, noi anziani abbiamo fatto un viaggio anche nel tempo perché mi sembra di essere nato e cresciuto inizialmente in una altra era geologica tanto e’ cambiato il mondo
In risposta al messaggio di dani1967 del 20/05/2025 alle 14:47:14La vita in carrozzella come altre situazioni peggiori bisogna trovarsi e toccare con mano.’
La vita in carrozzella non è detto sia una tragedia, allettato si. Quello che conta è la testa. Se finissi in carrozzella ma fossi in grado di rompevi i cabbasisi sul forum, eh ... A proposito, per collegarmi al topic suextra sui credenti, per gli anziani oggi non esiste la possibilità di fermare volontariamente per sempre il tempo, pur essendo una cosa auspicata da tutti. La possibilità, non l'obbligo, sia chiaro.
In risposta al messaggio di Ummagamma del 20/05/2025 alle 17:29:51Interessante il discorso di un piano B
La vita in carrozzella come altre situazioni peggiori bisogna trovarsi e toccare con mano.’ Io al momento non la accetterei mai Come sai qualche tempo fa mi sono trovato da un giorno all’altro su una barella e con unatrasfusione d’urgenza… ecco quella è una un’altra situazione dove i fattore tempo cambia nella percezione esattamente come le situazioni di estremo pericolo che ho provato in addestramento ed in servizio.. il tempo si dilata a dismisura, il controllo del panico ti scansiona i secondi come fossero minuti e puoi uscirne vivo. Cmq morire non mi fa paura perché lascerei moglie e figli in sicurezza A me in questa vita e’ andata bene
In risposta al messaggio di maxime del 21/05/2025 alle 10:34:17Spero che per il tuo babbo non abbiate pagato la retta in RSA
Io credo che molti di noi, visto che il mondo è cambiato ed i figli di oggi, tolto pochi casi, per tutte le ragioni che conosciamo, non sono più i figli come siamo noi e come sono stati chi ci ha preceduto, andrà a finirein una RSA a meno che Nostro Signore non ci faccia il dono di farci lasciare questa vita terrena durante il sonno notturno che sarebbe la cosa più bella. Io con mia moglie ci abbiamo ragionato molto, tant'è che teniamo da parte una somma che sommata alle nostre pensioni, ci dovrebbe assicurare quel che ci resta da vivere in RSA senza pesare sui figli. Io come ho già scritto, ho appena terminato da 7 mesi, 5 anni di RSA di babbo con l'alzheimer prima che trovasse la pace, ed ora sto riininziando con mamma, anche lei ultra novantenne con rottura femore e conseguenze immaginabili e con la prospettiva, che anche lei vada in una RSA per quel che gli rimane da vivere. Ho valutato la soluzione badante ma tra stipendio, contributi, spese alimentari e consumi idrici ed elettrici, vado a spendere quanto in RSA, oltre al fatto che ogni pomeriggio dovrei fare il badante io per 3 ore così come ogni domenica. in RSA, vista l'esperienza con babbo, ci sono medici, fisioteraripisti, infermieri, oss, oltre ad attività ludiche ricreative e ritengo molto meglio che stare a dormire su una poltrona del salotto di casa con la badante che guarda la tv come è stato fino ad ora con mamma.... Tengo stretto il camper, anche se sono già qualche mese, che è fermo, fortunatamente in garage di casa (anche stamani ho attaccato la 220v), perché quando appenderò le chiavi al fatidico chiodo, vuol dire che stò per fare l'ultimo mio viaggio per la RSA . Per questo spero che il tempo passi lento...ma non ci si può far niente Massimo P.S. Walter....mi sono ormai scordato quei bellissimi posti sul mare che tu conosci benissimo ....era davvero meglio quando lavoravo
https://www.google.com/search?q...
In risposta al messaggio di masivo del 21/05/2025 alle 09:30:55Il piano B io lo vedo come una abbuffata di carbonara, matriciana, timballo, poi abbacchio poi porceddu poi seadas con il miele,
Interessante il discorso di un piano B . Lo volevo buttare lì anche io, poiché anche per me non è la morte che fa paura, ma il dover vivere in condizioni ritenute non accettabili, che alla fine poi dovremo consideraresul momento, giudicare un tipo di situazione quando si sta bene in salute, è diverso dal trovarsi in altra condizione, quindi occhio alla depressione.. Vedremo come finirà,...ovvio che se sei in una RSA su carrozzella il tempo non passa, ma non è un buon metodo per rallentare il tempo..
In risposta al messaggio di maxime del 21/05/2025 alle 10:34:17Ormai non uso piu’ il camper perché soprattutto mi stanca guidare
Io credo che molti di noi, visto che il mondo è cambiato ed i figli di oggi, tolto pochi casi, per tutte le ragioni che conosciamo, non sono più i figli come siamo noi e come sono stati chi ci ha preceduto, andrà a finirein una RSA a meno che Nostro Signore non ci faccia il dono di farci lasciare questa vita terrena durante il sonno notturno che sarebbe la cosa più bella. Io con mia moglie ci abbiamo ragionato molto, tant'è che teniamo da parte una somma che sommata alle nostre pensioni, ci dovrebbe assicurare quel che ci resta da vivere in RSA senza pesare sui figli. Io come ho già scritto, ho appena terminato da 7 mesi, 5 anni di RSA di babbo con l'alzheimer prima che trovasse la pace, ed ora sto riininziando con mamma, anche lei ultra novantenne con rottura femore e conseguenze immaginabili e con la prospettiva, che anche lei vada in una RSA per quel che gli rimane da vivere. Ho valutato la soluzione badante ma tra stipendio, contributi, spese alimentari e consumi idrici ed elettrici, vado a spendere quanto in RSA, oltre al fatto che ogni pomeriggio dovrei fare il badante io per 3 ore così come ogni domenica. in RSA, vista l'esperienza con babbo, ci sono medici, fisioteraripisti, infermieri, oss, oltre ad attività ludiche ricreative e ritengo molto meglio che stare a dormire su una poltrona del salotto di casa con la badante che guarda la tv come è stato fino ad ora con mamma.... Tengo stretto il camper, anche se sono già qualche mese, che è fermo, fortunatamente in garage di casa (anche stamani ho attaccato la 220v), perché quando appenderò le chiavi al fatidico chiodo, vuol dire che stò per fare l'ultimo mio viaggio per la RSA . Per questo spero che il tempo passi lento...ma non ci si può far niente Massimo P.S. Walter....mi sono ormai scordato quei bellissimi posti sul mare che tu conosci benissimo ....era davvero meglio quando lavoravo
In risposta al messaggio di franco49tn del 21/05/2025 alle 10:53:19Il mondo non è così lineare, perché le malattie cognitive hanno misure diverse, per cui noi ad esempio non abbiamo la totale copertura.
Spero che per il tuo babbo non abbiate pagato la retta in RSA comew da legge non si dovrebbe pagare . In sintesi, in alcuni casi la retta di una RSA per malati di Alzheimer potrebbe essere coperta dal Servizio SanitarioNazionale (SSN), alleviando i costi a carico dei parenti. La recente sentenza della Cassazione ha stabilito che le prestazioni sanitarie per questi pazienti, quando sono preminenti, devono essere a carico del SSN.
In risposta al messaggio di Ummagamma del 21/05/2025 alle 12:04:07Io da grande andrei a vivere in montagna, almeno sopra i 1000 metri.
Ormai non uso piu’ il camper perché soprattutto mi stanca guidare E qui l’invecchiamento è il fattore determinante anche se non tutti allo stesso modo Ricordo Armando Yuma che a 71 guidava il suo Carisma di 10 metrifino in Germania come fosse una passeggiata A me stressa tanto Per il mare bello che conosciamo ho già visto alcuni immobili a Riotorto a Follanica e Scarlino dove l’idea è passare gli ultimi 10/15 anni se la salute mi assiste. Intanto ad Agosto gia’ prenotato per Mortelliccio
In risposta al messaggio di franco49tn del 21/05/2025 alle 10:53:19La Regione Toscana riconosce la parte sanitaria della retta che comunque per mio babbo è stata intorno ai 2.000 € il resto, altri 1.800 € lo pagavano noi ...
Spero che per il tuo babbo non abbiate pagato la retta in RSA comew da legge non si dovrebbe pagare . In sintesi, in alcuni casi la retta di una RSA per malati di Alzheimer potrebbe essere coperta dal Servizio SanitarioNazionale (SSN), alleviando i costi a carico dei parenti. La recente sentenza della Cassazione ha stabilito che le prestazioni sanitarie per questi pazienti, quando sono preminenti, devono essere a carico del SSN.
In risposta al messaggio di Ummagamma del 21/05/2025 alle 12:04:07Mi dispiace Walter per il camper....io al contrario, farei il giro del mondo, ero abituato per lavoro a fare decine e decine di migliaia di km all'anno, e guidare non mi pesa...certamente quando lavoravo mi pesava meno, ma guidare, specialmente se sono in vacanza non mi pesa....il problema è che ormai è tanto tempo che non ho modo più di guidare per lunghi percorsi per quanto ho scritto
Ormai non uso piu’ il camper perché soprattutto mi stanca guidare E qui l’invecchiamento è il fattore determinante anche se non tutti allo stesso modo Ricordo Armando Yuma che a 71 guidava il suo Carisma di 10 metrifino in Germania come fosse una passeggiata A me stressa tanto Per il mare bello che conosciamo ho già visto alcuni immobili a Riotorto a Follanica e Scarlino dove l’idea è passare gli ultimi 10/15 anni se la salute mi assiste. Intanto ad Agosto gia’ prenotato per Mortelliccio
In risposta al messaggio di maxime del 21/05/2025 alle 15:20:28
Mi dispiace Walter per il camper....io al contrario, farei il giro del mondo, ero abituato per lavoro a fare decine e decine di migliaia di km all'anno, e guidare non mi pesa...certamente quando lavoravo mi pesava meno, maguidare, specialmente se sono in vacanza non mi pesa....il problema è che ormai è tanto tempo che non ho modo più di guidare per lunghi percorsi per quanto ho scritto . Se diventi un abitante di zona , fatti sentire che ti vengo a trovare visto che sono poche decine di km da dove abito e così finalmente ci conosciamo da buon pensionati ...magari chiamiamo anche Antonio ...buone vacanze per agosto anche se credo che in quel periodo sia un po' affollata la situazione... Massimo
In risposta al messaggio di Ummagamma del 21/05/2025 alle 11:53:13Il piano è molto interessante, ma non credo otterrai grossi risultati, forse finirai in ospedale con grossa indigestione, poi torni
Il piano B io lo vedo come una abbuffata di carbonara, matriciana, timballo, poi abbacchio poi porceddu poi seadas con il miele, Per l’occasione ( unica ed irrepitibile) un bel Bolgheri Sassicaia Tenuta San Guido e poi si procede