https://barzellettepulite.alter...
In risposta al messaggio di Armando del 13/12/2023 alle 17:21:51idem con patate nativo di Moncestino paesino non di montagna ma almeno di collina MONTICHIARI quando passavo col camion era in pianura adesso mon? mah
Nella casa in campagna dove i miei vissero i primi anni da sposati e dove sono nato (lì .. non all'ospedale) il bagno era uno stanzino all'esterno dietro la stalletta, subito dopo il cancello che andava nel campo, e lo scaricodava direttamente sulla concimaia sottostante. In campagna era normale, anche per chi non stava poi male economicamente. Anche a casa dei miei nonni materni era così. Riscaldamento centrale nel senso che la cucina aveva la stufa economica (quelle con i cerchi di ghisa) e in genere un camino che scaldava tutto il resto: il letto si preriscaldava con lo scaldino con dentro le braci, sotto una specie di slitta in legno per tener sollevate le coperte (la mònega) o per i bambini una boule ellittica metallica con l'acqua calda presa dal bollitore sulla stufa. In inverno si ammirava i fiori fatti dal ghiaccio sui vetri delle finestre, o ci si faceva i disegnini o si lasciava l'impronta delle mani. Altri tempi. (PS aggiunte virgolette a bagno .. visto che il termine è eccessivo)
In risposta al messaggio di Armando del 13/12/2023 alle 17:21:51Uno che ha la monega non aveva il bagno .... aveva qualcos'altro ... solo qualcos'altro
Nella casa in campagna dove i miei vissero i primi anni da sposati e dove sono nato (lì .. non all'ospedale) il bagno era uno stanzino all'esterno dietro la stalletta, subito dopo il cancello che andava nel campo, e lo scaricodava direttamente sulla concimaia sottostante. In campagna era normale, anche per chi non stava poi male economicamente. Anche a casa dei miei nonni materni era così. Riscaldamento centrale nel senso che la cucina aveva la stufa economica (quelle con i cerchi di ghisa) e in genere un camino che scaldava tutto il resto: il letto si preriscaldava con lo scaldino con dentro le braci, sotto una specie di slitta in legno per tener sollevate le coperte (la mònega) o per i bambini una boule ellittica metallica con l'acqua calda presa dal bollitore sulla stufa. In inverno si ammirava i fiori fatti dal ghiaccio sui vetri delle finestre, o ci si faceva i disegnini o si lasciava l'impronta delle mani. Altri tempi. (PS aggiunte virgolette a bagno .. visto che il termine è eccessivo)
In risposta al messaggio di Armando del 13/12/2023 alle 17:21:51
Nella casa in campagna dove i miei vissero i primi anni da sposati e dove sono nato (lì .. non all'ospedale) il bagno era uno stanzino all'esterno dietro la stalletta, subito dopo il cancello che andava nel campo, e lo scaricodava direttamente sulla concimaia sottostante. In campagna era normale, anche per chi non stava poi male economicamente. Anche a casa dei miei nonni materni era così. Riscaldamento centrale nel senso che la cucina aveva la stufa economica (quelle con i cerchi di ghisa) e in genere un camino che scaldava tutto il resto: il letto si preriscaldava con lo scaldino con dentro le braci, sotto una specie di slitta in legno per tener sollevate le coperte (la mònega) o per i bambini una boule ellittica metallica con l'acqua calda presa dal bollitore sulla stufa. In inverno si ammirava i fiori fatti dal ghiaccio sui vetri delle finestre, o ci si faceva i disegnini o si lasciava l'impronta delle mani. Altri tempi. (PS aggiunte virgolette a bagno .. visto che il termine è eccessivo)
In risposta al messaggio di ex camionaro del 13/12/2023 alle 17:30:10Montichiari non si è spostata, è tuttora in pianura.
idem con patate nativo di Moncestino paesino non di montagna ma almeno di collina MONTICHIARI quando passavo col camion era in pianura adesso mon? mah
In risposta al messaggio di chorus del 13/12/2023 alle 16:33:18Comunque, ricordi di gioventù per ricordi di gioventù, calcolando che io (e quasi tutti noi) oltre ad essere stato cittadino sono nato DOPO quei tempi, ricordo che la migliore polentata che feci da ragazzo fu durante l'escursione universitaria in Dolomiti, a Forno di Zoldo, non ricordo se direttamente nel ristorante del campeggio o li vicino. Polenta molto più solida della nostra con una grigliata mitica e fiumi di vino, ecco, un po' il contrario di quanto si scrive qui. Ma eravamo ventenni, bruciavamo e digerivamo tanto.
Gentile sergiozh, non so dove tu abbia trascorso infanzia e adolescenza, io so solo che nel mio Veneto il benessere, inteso come situazioni sanitaria, alimentare, igienica (leggasi almeno una stanza da bagno in casa), vagamentesimili a quelle odierne, sono fenomeni iniziati in modo generalizzato 50/60 anni fa. A quei tempi (non parlo di secoli fa) le case avevano riscaldate una, massimo due stanze. E nevicava un botto e se non nevicava si accumulava la brina giorno dopo giorno. Dopo queste grandi conquiste che hanno allungato la nostra speranza di vita, sono arrivati i beni di consumo di cui siamo circondati (auto, camper, telefono, elettrodomestici, ecc.), ma bisogna arrivare a fine anni settanta, inizio anni ottanta. Fino ai primi anni settanta, a cinque metri dall'ingresso di quella che all'epoca fu la prima casa della mia famiglia c'erano, nell'ordine: una stalla con le mucche e uno stanzone con dentro i maiali. Ogni famiglia allevava conigli, galline e altri animali da cortile ... per mangiarli la domenica e nei giorni di festa e tutti possedevano uno straccio d'orto (quanto tempo ho passato con la schiena curva a coltivare la terra). Prima che io nascessi, la polenta era il principale alimento. La gente non aveva molto d'altro, si accontentava e credo non fosse minimamente cosciente che un'alimentazione così poco equilibrata non fosse salutare. Anzi, credo che per loro fosse salutare riempirsi la pancia con qualcosa.... e la polenta la riempie e molto.
In risposta al messaggio di sergiozh del 14/12/2023 alle 09:25:04Stiamo parlando di alimentazione e siamo sforati nell'alimentazione di anni fa, il resto è terribilmente OT. Io credo che in quegli anni vi fosse ancora una forte differenza di stile di vita tra la svizzera e l'Italia; anche nelle città i doppi servizi non erano una cosa scontata come oggi. Non so come potessero essere in svizzera le aree rurali.
Io sono nato nel 1968 in una casa costruita da mio padre nel 1965. ogni camera era riscaldata con caloriferi, due gabinetti e una vasca da bagno. I miei genitori a quei tempi e anche fino a quando avevo 16 anni ritenevanocha la doccia non andasse bene per lavarsi. Quando ebbi 16 anni misero una doccia in casa e da qual momento la vasca da bagno non fu piu‘ usata anche se la cambiarono con una vasca nuova. A casa mia ogni giorno c‘era carne e a 16 anni ebbi le palle piene della carne e diventai vegetariano che sono tutt‘ora. I miei genitori hanno sempre considerato una cosa malsana e stramba che ero vegetariano come pure una cosa stramba che ero gay. Ero uno strambo e non normale per loro e mia madre quando le dissi di essere gay mi disse che ora si ritrova con un pugno di mosche.
In risposta al messaggio di Armando del 14/12/2023 alle 12:18:18Ecco, siamo al nocciolo del problema.
Può dar fastidio alle vendite di vino e ai fatturati delle aziende
In risposta al messaggio di dani1967 del 14/12/2023 alle 11:58:07Secondo me è invece importante distinguere l'uso dall'abuso e andare per priorità, altrimenti l'effetto è diverso. Insistendo che qualsiasi cosa fa male, alla fine si rischia solo di diluire il messaggio e alla fine potrebbe essere controproducente.
Stiamo parlando di alimentazione e siamo sforati nell'alimentazione di anni fa, il resto è terribilmente OT. Io credo che in quegli anni vi fosse ancora una forte differenza di stile di vita tra la svizzera e l'Italia; anchenelle città i doppi servizi non erano una cosa scontata come oggi. Non so come potessero essere in svizzera le aree rurali. Io ricordo delle persone che ancora una quindicina di anni fa che in piemontese dicevano ancora una roba traducibile in mi sono fatto il bagno nuovo ma per fortuna non ne ho bisogno. Poi va detto che quella nelle montagne, molto più che in pianura, non era vera povertà brutale. Vi era si, una economia di sussistenza, ma funzionava abbastanza bene, a mio avviso meglio di chi era mezzadro in pianura, tenendo conto che in montagna vi era una maggiore salubrità e meno malattie. L'Italia era un paese massacrato dalla malaria, malattia che in montagna era assente. Comunque l'aspettativa di vita era mediamente molto più bassa, tale da rendere secondari i problemi di tipo oncologici. Il vino come dicevo era una importante riserva di calorie e una bevanda sterile. Ci sono studi che indicano che tuttavia l'uso diffuso di vino portava a un alcolismo di base che ha frenato lo sviluppo di determinate popolazioni (o perlomeno questo ricordo di aver letto). Ancora oggi le malattie alcol correlate sono fuori scala nelle popolazioni alpine. Ben al di fuori del bicchiere a pasto di sui si discute qui. E' per questo che il tentativo di minimizzazione del problema che si fa qui e soprattutto nella politica è particolarmente dannoso. In alcune aree d'Italia l'abuso di alcol, magari un abuso che non comporta l'ubriachezza ma diffusi danni alla salute è molto ampio, e l'uso ragionevole di cui si discute qui è molto poco diffuso. Solo che la verità da fastidio e politicamente conviene prendere voti invece che raccontarla. Ricordiamo da dove siamo partiti, una nazione europea che ha imposto nel suo paese di mettere un warning in etichetta sulla pericolosità dell'alcol. Il che vuol dire semplicemente dire la verità. Il vino genericamente fa male, poi moderandone l'uso si può contenere i danni in un ambito di accettabilità tale da non compromettere una vita normale, ma forse è meglio saperlo che non saperlo. Quale fastidio da una warning in etichetta ?
In risposta al messaggio di giorgioste del 14/12/2023 alle 12:49:25Allora, intanto distinguiamo i DIVIETI con i warning.
Secondo me è invece importante distinguere l'uso dall'abuso e andare per priorità, altrimenti l'effetto è diverso. Insistendo che qualsiasi cosa fa male, alla fine si rischia solo di diluire il messaggio e alla fine potrebbeessere controproducente. Per fare un paragone, SECONDO ME, uno dei motivi per cui gli italiani ignorano i divieti di velocità più di altri è anche perché ne vedono di inutilmente eccessivi (es. i 30km su strade a più corsie o i 50 su certe interrurbane) e alla fine non rispettano neanche quelli giusti. Allo stesso modo a chi va avanti a grappa, credo che anche se legge che il tavernello fa male, non credo cambi nulla. Io preferirei si andasse per priorità.
https://www.trevisotoday.it/att...
https://www.salute.gov.it/porta...
In risposta al messaggio di dani1967 del 14/12/2023 alle 13:41:24Sarà vero quello che dici ma il la penso leggermente in maniera diversa.
Allora, intanto distinguiamo i DIVIETI con i warning. Sulla questione divieti di velocità concordo integralmente con te. Riempire di divieti assurdi è molto simile alla politica di aumentare le pene, tanto cara ai tempiattuali. Vuol dire fare nulla e semplicemente tutelarsi. Come mettere un cartello caduta massi , come se io guidando potessi vedere e addirittura evitare un masso che mi cade sull'auto. I divieti abituano il cittadino, che deve pur sopravvivere ed evitare di essere tamponato, a violare le norme, per cui ad un certo punto, violare per violare, non si seguono più. Però informare è una roba diversa. Quando venne fuori negli anni 90 l'aids nessuno vietò di avere rapporti sessuali, ma certo le campagne informative cambiarono radicalmente l'approccio alla sessualità. Sul fumo in quegli anni si facevano gli stessi discorsi, e ricordo che ai tempi si fumava nei locali pubblici, nei treni, negli uffici. Oggi il fumo è molto molto meno diffuso, e socialmente è poco accettato, molto non fumano nemmeno più in auto o in casa, in un locale pubblico sarebbe visto come un insulto. Oggi dire una semplice verità, ovvero che l'alcol fa male anche in quantità minori a quelle che provocano alcolismo e ubriachezza, provoca reazioni molto simile a quelle che ai tempi provocavano le campagne sul fumo. E' un passaggio che va capito, esiste un consumo molto moderato che ha danni accettabili, ma l'uso che comporta rischio oncologico e cardiocircolatorio, nonché di attenzione per la guida, è assai più vicino al consumo medio che se ne fa e a quello abituale di chi crede di non bere troppo. Faccio un esempio semplice, il venerdì porto mio figlio a fare sport, devo a volte aspettare due ore, e con i genitori si va prendere un aperitivo. Alcuni genitori prendono uno, ma quasi sempre due spritz. Non è che si ubriachino, sono persone normalissime come tutti noi, ma è una quantità assolutamente eccessiva di alcol, e si vede dal fatto che sono in forte sovrappeso; e inoltre subito dopo si mettono in auto e fanno diversi km, con un mix di prosecco e superalcolico; e poi a casa prendono pure il bicchiere di vino che tanto dice lo studio x che non fa male. Ora, ciascuno libero di godere come vuole, ma quella roba, due volte alla settimana come MINIMO, fa male e mette a forte rischio oncologico, cardicircolatorio e anche di incidenti d'auto. Qui si vedono spesso strali contro monopattini e ciclisti. Ma leggete qui ~:text=Nel%20corso%20dei%20normali%20controlli,travolgerli%2C%20spesso%2C%20automobilisti%20distratti. Nel corso dei normali controlli su strada, intensificati negli ultimi mesi del 2022, quasi il 20% degli automobilisti fermati è risultato positivo all'alcoltest. Capite, qui mi si dice ma stai esagerando, ma il 20% dei controllati era positivo; ragionate, state guidando nel traffico con centinaia di auto, una su 5 è guidato da uno che ha bevuto troppo. Ripeto, UNA SU CINQUE (poi possiamo pensare che i controlli siano mirati, ma è lo stesso un numero enorme). e andiamo al dato italiano Bene su un totale di 52.459 incidenti con lesioni osservati, sono stati 5.085 quelli con almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti in stato di ebbrezza e 1.676 quelli per i quali si è rilevato l’effetto di stupefacenti,, siamo al 10 %. Pensate quindi anche solo con campagna informative quante vite si salverebbero. E questi sono dati che FANNO A PUGNI con la storiella del bicchiere di vino a cena. Probabilmente, lo spero, su questo forum ci sia a riguardo una sensibilità diversa (se sono in camper e bevo, mi metto a dormire finché non sono completamente senza alcol nel sangue), ma il problema non è che non esista, non lo si vuole vedere. E non lo si risolve innalzando le pene, proprio per quello che dici te, ma soprattutto informando la gente.
In risposta al messaggio di giorgioste del 14/12/2023 alle 16:04:44Come fai a dire che la ‚qualita‘ di vita percepita‘ bevendo vino sia meglio che bevendo mosto di uva merlot ?
Sarà vero quello che dici ma il la penso leggermente in maniera diversa. Ho già scritto che sono convinto che l'alcol (più che il vino) faccia male ma che va valutato quanto fa male rispetto a quanto fa bene, anche solocome piacere personale o qualità della vita percepita. Il discorso dell'AIDS è un po' diverso... chi non stava attento rischiava di morire subito... e il messaggio era coerente... fosse stato che gli si diceva che si sarebbe morti dopo 50 anni invece che dopo 60 (per mettere due numeri a caso) sarebbe stato considerato diversamente... fare un messaggio simile a chi potrebbe prendere l'erpes facendo sesso, pur se per qualcuno potrebbe essere rilevante, credo non avrebbe generato lo stesso effetto. Sul discorso degli incidenti in stato di ebbrezza servirebbero delle statistiche più contestualizzate perché vedere solo il numero messo così può essere facilmente strumentalizzato (sempre secondo me)..
In risposta al messaggio di sergiozh del 14/12/2023 alle 16:58:43In generale se si passa la vita a escludere, a tagliare e togliere, a vedere cose e dire io no, ad andare ad un pranzo comune e togliere tutto il menù, la qualità della vita precipita senza che ce lo si renda conto.
Come fai a dire che la ‚qualita‘ di vita percepita‘ bevendo vino sia meglio che bevendo mosto di uva merlot ? a me il vino rosso fa proprio ******, il mosto di uva merlot era molto buono e il vino bianco a volte ne bevo un decilitro o meno.
In risposta al messaggio di dani1967 del 14/12/2023 alle 17:08:53Suppongo che la maggior parte delle volte che mangi non mangi roba che ti trovi davanti perche‘ sei invitato da qualche parte. Nella maggior parte dei tuoi pranzi suppongo scegli tu cosa comprare in negozio per poi cucinarlo o scegli tu al ristorante o in mensa cosa mangi e bevi.
In generale se si passa la vita a escludere, a tagliare e togliere, a vedere cose e dire io no, ad andare ad un pranzo comune e togliere tutto il menù, la qualità della vita precipita senza che ce lo si renda conto. Ioche ho già delle allergie alimentari dirette e crociate, ho deciso di non togliere nessun altro alimento rispetto a quelli che mi uccidono in brevissimo tempo o che mi danno forte fastidio. Se mi trovo carne rossa la mangio, se mi trovo grilli fritti li mangio, se mi trovo carne coltivata in vitro la assaggio senza remore, ecco, nella vita comune bado alle quantità.