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last
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14/07/2007 2419
Inserito il 09/11/2007 alle: 10:14:40
X Regalifii Ciao , mi permetto di risponderti alla tua precedente. Mi spiace per te che interpreti il mio pensiero in modo accusatorio: il rispetto per me è sacrosanto verso tutti, compreso te . Ho casomai constatato (e qui lo riconfermo), tanta confusione, supponendo che sia frutto di una non conoscenza e soprattutto di mancanza di obiettività, ma se a te va bene così, che dire?Nulla . Non so se un ateo sia felice o meno. Come non so se tutti i credenti lo siano. Per quanto mi riguarda , la fede che sento e che vivo , mi porta a vivere in modo sereno , sia nelle gioie che nelle difficoltà. Non posso "documentare" il mio stato di "grazia" con documenti od altro. So che esso è documentabile tramite la testimonianza nella vita di tutti i giorni, in famiglia, al lavoro e via dicendo. E' ovvio che quando si ama "qualcuno" nel profondo, difficilmente si rimane indifferenti ad attacchi e ad offese; tuttavia non m'incavolo, cercando di "comprendere" chiunque, "legge" questo Dio, al punto di deriderlo e di deridere chi crede in Lui,sbeffeggiando.. O chi lo concepisce a mò di "favola" inventata dall'uomo e dalla Chiesa (?), e nulla di più, oppure, come altri che si rattristano entrando in una chiesa, contrariamente a me, che, invece entrando suscita gioia e gratitudine, al di là delle opere d'arte di indiscutibile valore artistico- culturale di cui esse sono adornate. Per me il Signore, è l'essenza di amore. Questo amore (e penso per altri credenti) è rappresentato da LUI , che si manifesta attraverso tanti con gesti, di profonda umanità. Non ho la presunzione di pensare che se fossi vissuta al tempo degli egizi avrei pregato gli Dei di allora. So che Cristo è Figlio di Dio che si è fatto uomo: non è un idolo , e molto molto di più che continua a sorpendere l'uomo di oggi mostrando il Suo amore, per chi ovviamente vuole accoglierlo e seguirlo nella fede , in quelle fade che non si documenta in modo "evidente", perchè la fede , ti ricordo , si basa sul credere pur senza "vedere" come vorresti tu. Questa fede è "documentabile" (anche storicamente), attraverso la Parola del Signore che come senz'altro sai è rintracciabile nella Bibbia, e che continua "provocatoriamente" a parlare tramite il Figlio dell'Uomo da 2000 anni al cuore e alla mente dell'uomo, in quel discorso di amore che persiste,e che è credibilmente realtà per chi lo accoglie , nonostante tutti gli attacchi.E' un amore che lascia libero l'uomo, che non lo incatena, così da permettere a ciascuno la scelta di seguirlo oppure no. Auguro a te ed a tutti una buona giornata. Tiziana P&B.
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sport15
sport15
rating

22/01/2004 13002
Inserito il 09/11/2007 alle: 10:38:31
Mi sfugge ora il nome dell'ultimo pusher che vi segue......deve avere proprio roba buona ehh........ Saluti Gianluca
brambi
brambi
-
Inserito il 09/11/2007 alle: 12:02:56
quote:Originally posted by sport15
Mi sfugge ora il nome dell'ultimo pusher che vi segue......deve avere proprio roba buona ehh........ Saluti Gianluca >
> il bello e' che la roba e' buona da migliaia di anni[:)][:)][:)]
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regalifii
regalifii
16/01/2007 890
Inserito il 09/11/2007 alle: 12:20:55
quote:Originally posted by last
X Regalifii Ciao , mi permetto di risponderti alla tua precedente. Mi spiace per te che interpreti il mio pensiero in modo accusatorio: il rispetto per me è sacrosanto verso tutti, compreso te . Ho casomai constatato (e qui lo riconfermo), tanta confusione, supponendo che sia frutto di una non conoscenza e soprattutto di mancanza di obiettività, ma se a te va bene così, che dire?Nulla . Non so se un ateo sia felice o meno. Come non so se tutti i credenti lo siano. Per quanto mi riguarda , la fede che sento e che vivo , mi porta a vivere in modo sereno , sia nelle gioie che nelle difficoltà. Non posso "documentare" il mio stato di "grazia" con documenti od altro. So che esso è documentabile tramite la testimonianza nella vita di tutti i giorni, in famiglia, al lavoro e via dicendo. E' ovvio che quando si ama "qualcuno" nel profondo, difficilmente si rimane indifferenti ad attacchi e ad offese; tuttavia non m'incavolo, cercando di "comprendere" chiunque, "legge" questo Dio, al punto di deriderlo e di deridere chi crede in Lui,sbeffeggiando.. O chi lo concepisce a mò di "favola" inventata dall'uomo e dalla Chiesa (?), e nulla di più, oppure, come altri che si rattristano entrando in una chiesa, contrariamente a me, che, invece entrando suscita gioia e gratitudine, al di là delle opere d'arte di indiscutibile valore artistico- culturale di cui esse sono adornate. Per me il Signore, è l'essenza di amore. Questo amore (e penso per altri credenti) è rappresentato da LUI , che si manifesta attraverso tanti con gesti, di profonda umanità. Non ho la presunzione di pensare che se fossi vissuta al tempo degli egizi avrei pregato gli Dei di allora. So che Cristo è Figlio di Dio che si è fatto uomo: non è un idolo , e molto molto di più che continua a sorpendere l'uomo di oggi mostrando il Suo amore, per chi ovviamente vuole accoglierlo e seguirlo nella fede , in quelle fade che non si documenta in modo "evidente", perchè la fede , ti ricordo , si basa sul credere pur senza "vedere" come vorresti tu. Questa fede è "documentabile" (anche storicamente), attraverso la Parola del Signore che come senz'altro sai è rintracciabile nella Bibbia, e che continua "provocatoriamente" a parlare tramite il Figlio dell'Uomo da 2000 anni al cuore e alla mente dell'uomo, in quel discorso di amore che persiste,e che è credibilmente realtà per chi lo accoglie , nonostante tutti gli attacchi.E' un amore che lascia libero l'uomo, che non lo incatena, così da permettere a ciascuno la scelta di seguirlo oppure no. Auguro a te ed a tutti una buona giornata. Tiziana P&B. >
>Io tutte queste manifestazioni di amore che dici non le vedo! La bibbia é un buon libro finito di scrivere 1900 anni fà per la gente di quell'epoca( pastori palestinesi semianalfabeti) ed é pieno di contraddizioni in più é passato al vaglio della censura romana per 1000 anni. Credi che possa essere considerato un'elemento a favore di chi crede?
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nicodibari
nicodibari
13/12/2006 2407
Inserito il 09/11/2007 alle: 12:22:43
Si crede di essere atei, ma sotto sotto ognuno di noi ha un Dio al quale aggrapparsi nel momento del bisogno. Bisogna vedere nel dolore e nella disperazione, quando ognuno di noi è solo con se stesso cosa succede. Allegria. Nico
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last
last
14/07/2007 2419
Inserito il 09/11/2007 alle: 14:05:02
[Non so se un ateo sia felice o meno. [/quote]Io tutte queste manifestazioni di amore che dici non le vedo! La bibbia é un buon libro finito di scrivere 1900 anni fà per la gente di quell'epoca( pastori palestinesi semianalfabeti) ed é pieno di contraddizioni in più é passato al vaglio della censura romana per 1000 anni. Credi che possa essere considerato un'elemento a favore di chi crede? [/quote] Mi spiace per te che non le vedi. Io sì, e non mi ripeto come , perchè e quando: per conoscere quel "qualcuno " che permette ciò , bisogna "frequentarlo", Ma nè io nè nessun altro , può farti "conoscere" quel "qualcuno" se sei così sicuro delle tue idee. Riguardo all'ultima domanda che mi poni, credo di essere stata chiara nella mia precedente e quindi non ritengo utile risponderti nuovamente. Qui concludo, augurandoti una buona vita. Ciao ciao, Tiziana P&B.
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stirner
stirner
27/08/2006 1621
Inserito il 09/11/2007 alle: 15:10:17
"sotto sotto" grazie a nico per aver reso esplicita una diffusa convinzione dei credenti. e cioè il fatto che l'ateo sia un cinico in superficie che però sotto sotto crede a un suo dio intanto, come è stato ben chiarito, se non ci fossero i teisti non ci sarebbero neppure gli atei perché noi si sarebbe semplicemente agnostici fa umana tenerezza pensare che chi cerca di rendere solida la sua vita a forza di certezze ultraterrene non possa convivere con l'idea che si possa vivere meglio senza dei (meglio perché ti senti più responsabile delle tue azioni) e quindi per far quadrare il cerchio il credente si convince che sotto sotto si abbia tutti bisogno di un dio
sierra.c
sierra.c
-
Inserito il 09/11/2007 alle: 16:20:17
Qualcuno, leggendo di seguito, potrà pensare che queste cose le abbia scritte un volgare anticristiano del nostro tempo, invece no, queste cose sono state scritto da un filosofo romano del 170 d. C. Considerate che: -I Vangeli sono stati scritti a partire da un secolo dopo la morte di Cristo. E’ come se oggi qualcuno cominciasse a scrivere i ricordi e i fatti riferiti all’epoca del suo trisavolo e spacciarli, per giunta, come verità assoluta. - In rapporto al tempo si può dire che questo filisofo sia quasi un contemporaneo degli scritti biblici. Considerato che questa nuova religione faceva breccia, funzionava sulla credulità umana, insomma il prodotto si vendeva bene, talmente bene che nel 300 d.C. ci fu bisogno del Concilio di Nicea che fece piazza pulita delle tante sette e comunità che si accapigliavano tra loro perché tutti si ritenevano portatori della “vera verità”. Personalmente credo che i romani si siano sentiti minacciati da questa nuova religione che per i consensi che mieteva, specie tra le masse dei poveri, metteva in pericolo la stabilità dell’impero, e che abbiano prima cercato di arginarla culturalmente spingendo filosofi come Celso a scrivere contro i cristiani quanto vi riporto. La ritengo una testimonianza storico-culturale straordinaria di un quasi contemporaneo di Cristo, con riferimenti a fatti storici precisi e le obiezioni portate dimostrano che il cammino della ragione, da allora fino ad oggi, non è stato poi così lungo. Buona lettura e studiate, studiate… qualcosa vi resterà. [|)][|)][|)]Salvo-SAid="blue"> (I, 2) La loro dottrina e', all'origine, barbara. In effetti i barbari sono abili a scoprire dottrine, ma per quanto riguarda la loro valutazione, il consolidamento e l'esercizio, in vista del conseguimento della virtù, di quanto i barbari hanno scoperto, i Greci sono certo più capaci. (I, 4) La parte morale della dottrina, poi, non costituisce un insegnamento elevato e nuovo perché la si trova tale e quale anche presso gli altri pensatori.[3] (I, 5a) Giustamente essi non credono negli dei foggiati dalle mani degli uomini, perché sarebbe assurdo che fossero dei i prodotti di artefici quanto mai vili e malvagi nell'indole, prodotti spesso confezionati anche da uomini ingiusti. Ma questa non e' una novità, perché già Eraclito disse: "chi si rivolge a cose inanimate credendole divinità fa come chi parla ai muri delle case".[4] Questo e' anche il pensiero dei Persiani, come racconta Erodoto. (I, 8a) E non voglio dire che chi abbraccia una buona dottrina, quando per essa corresse pericolo [5] nel mondo, debba abbandonarla o simulare di averla abbandonata o sconfessarla. Infatti nell'uomo c'e' qualcosa che e' affine alla divinità e superiore alla materia, e le persone in cui questa parte si esplica aspirano rettamente con tutte le loro forze all'essere che e' loro affine e bramano che si dica e si ricordi loro sempre qualcosa che lo concerna. Ma nell'accogliere le dottrine bisogna seguire la ragione ed una guida razionale, perché chi accoglie il pensiero altrui senza questa precauzione e' sicuramente passibile di inganno. Cristiani invece fanno proprio come quelli che, contro i principi della ragione, prestano fede ai sacerdoti questuanti di Cibele,[6] agli indovini, ai vari Mitra e Sabadii [7] e al primo venuto, comprese le apparizioni di Ecate o di altra dea o di altri demoni. Come infatti tra quelle persone spesso degli uomini scellerati trovano facile terreno nella dabbenaggine di chi si lascia facilmente ingannare e le portano dove vogliono, così succede tra i cristiani. Alcuni su ciò in cui credono non sono disposti ne' a dar conto ne' a riceverne, ma si limitano a dire: "Non indagare, ma abbi fede" e "la tua fede ti salverà". E aggiungono: "La sapienza nel mondo e' un male, la stoltezza un bene". (I, 27) Ma i cristiani sono volgari e rozzi, volgare e' la loro dottrina e per la sua volgarità e per la sua assoluta incapacità ai ragionamenti ha conquistato le sole persone volgari, sebbene tra di essi non vi siano solo persone volgari, ma anche persone moderate e ragionevoli e intelligenti, nonché disposte all'interpretazione allegorica.(III, 16a) Attirano la gente usando mille modi e inventano motivi di terrore. Infatti combinano insieme le errate interpretazioni dell'antica concezione, con queste, come fossero melodie di un flauto, incantano ed ammaliano preventivamente la gente, come quelli che strepitano coi tamburi intorno agli iniziandi ai riti coribantici. (III, 17) Le cerimonie della religione cristiana sono simili ai riti egiziani. Chi si accosta a quelli vede splendidi santuari, boschi sacri, vestiboli grandiosi e splendidi, templi meravigliosi e intorno ad essi superbi padiglioni. Vede cerimonie molto pie e dalla misterica religiosità. Quando però poi si entra e ci si fa più accosto, si osserva che vengono adorati un gatto o una scimmia o un coccodrillo o un caprone o un cane.[9] I Cristiani deridono gli Egiziani che pure presentano molti misteri di non poco conto, poiché insegnano che tali cerimonie sono onori resi non ad animali effimeri, come i più credono, ma ad eterne idee. Perciò quelle cerimonie producono l'impressione, in chi ha appreso questi misteri, di non essere stato iniziato invano. E i Cristiani, così facendo, si comportano da sciocchi, perché nelle interpretazioni che riguardano Gesù non introducono nulla di più serio dei caproni e dei cani degli Egiziani. (III, 44) Più assennati sono quei Cristiani che fanno le seguenti prescrizioni: "Nessuno che sia istruito si accosti, nessuno che sia sapiente, nessuno che sia saggio (perché tutto ciò e' ritenuto male presso di loro);[10] ma chi sia ignorante, chi sia stolto, chi sia incolto, chi sia di spirito infantile, questi venga fiducioso!". E infatti che persone del genere siano degne del loro dio, essi lo ammettono apertamente proprio in quanto vogliono e possono convertire solo gli sciocchi, gli ignobili, gli insensati, gli schiavi, le donnette e i ragazzini.[11] Come potrebbe altrimenti ritenersi un male, infatti, l'essere istruito ed esperto nelle migliori dottrine ed essere ed apparire intelligente? Che impedimento questo produrrebbe ai fini della conoscenza di Dio? Perché non dovrebbe essere piuttosto un vantaggio e un mezzo con cui si possa meglio pervenire alla verità? (III, 55) Vediamo che anche nelle case private lavoranti di lana, ciabattini e lavandai e la gente più ignorante e più rozza, non ardiscono parlare alla presenza dei padroni più anziani e più assennati, ma quando riescono a trarre in disparte i loro figli e con questi qualche sciocca donnetta, allora espongono le storie più mirabolanti e dicono che non bisogna ubbidire al padre ed ai maestri, ma si deve prestare ascolto a loro. Quegli altri - dicono - cianciano e sono degli storditi e in realtà non conoscono ne' sono in grado di operare nessun bene, ormai in balia come sono dei loro pregiudizi, vuote ciance e null'altro. Loro soli invece conoscono la norma della vita: e i ragazzi, se daranno loro retta, saranno felici e renderanno prospero il casato. E se, mentre così parlano, vedono comparire o un maestro o una persona intelligente o anche il padre di quei ragazzi, allora i più prudenti se la squagliano impauriti, gli sfrontati invece incitano i fanciulli a ribellarsi sussurrando loro cose del genere: non se la sentiranno e non potranno spiegare niente di buono ai fanciulli alla presenza del padre e dei maestri, perché vogliono evitare la stoltezza e la rozzezza; quella e' gente completamente corrotta, giunta al limite della cattiveria e pronta a punirli. Ma, se son disposti, bisogna che lascino perdere il padre ed i maestri e vengano con le donnette e coi ragazzini compagni di giochi nella bottega del cardatore [12] o in quelle del ciabattino o del lavandaio, perché possano ricevere l'istruzione completa. E con queste chiacchiere li convertono. (I, 28) T'inventasti la nascita da una vergine: in realtà tu sei originario da un villaggio della Giudea e figlio di una donna di quel villaggio, che viveva in povertà filando a giornata. Inoltre costei, convinta di adulterio, [13] fu scacciata dallo sposo, falegname di mestiere. Ripudiata dal marito e vergognosamente randagia, essa ti generò quale figlio furtivo. [14] Spinto dalla povertà andasti a lavorare a mercede in Egitto, dove venisti a conoscenza di certe facoltà per le quali gli egiziani vanno famosi. Quindi ritornasti, orgoglioso di quelle facoltà e grazie ad esse ti proclamasti Dio. Tua madre, dunque, fu scacciata dal falegname, che l'aveva chiesta in moglie, perché convinta di adulterio e fu resa incinta da un soldato di nome Pantera.[15] Ma l'invenzione della nascita da una vergine e' simile alle favole di Danae, di Melanippe, di Auge e di Antiope.[16] Ma era forse una bella donna tua madre e, appunto perché bella, a lei si unì Dio, che pur non e' naturalmente portato ad amare un corpo corruttibile? Non sarebbe stato neppure verosimile che Dio si fosse innamorato di lei. Ella non era donna di condizione ricca o regale, dal momento che nessuno la conosceva, nemmeno i vicini, e, una volta venuta in odio al falegname e ripudiata, non la salvò né la divina provvidenza ne' il Verbo della Persuasione.[17] Tutto questo, dunque, non ha nulla a che vedere col regno di Dio. (V, 14) Altra loro stolta credenza e' che, quando Dio, quasi fosse un cuoco, avrà acceso il fuoco, tutto il resto dell'umana stirpe sarà abbrustolita, e loro soli resteranno, e non solo i vivi, ma anche, risorti con quelle loro stesse carni dalla terra, quelli che nei tempi andati, quando che fu, morirono. Solo i vermi potrebbero nutrire tale speranza! Infatti quale anima umana potrebbe desiderare ancora un corpo putrefatto? Del resto questa dottrina non e' accolta nemmeno da alcuni di voi ne' da certi Cristiani:[18] la grande empietà ad essa connessa non solo infatti e' ripugnante, ma e' anche impossibile a dimostrarsi. Non e' in effetti possibile che un corpo completamente corrotto ritorni alla natura originaria e proprio a quella primitiva costituzione dalla quale si e' dissolto. Non potendo dare alcuna risposta, essi ricorrono all'assurdo sotterfugio che, cioè, a Dio tutto e' possibile. Ma la turpitudine, almeno, non e' possibile a Dio, né Dio può volere ciò che e' contrario alla natura. E se tu bramassi, data la tua malvagità, qualche nefandezza, non per questo Dio potrà attuarla, ne' per questo si deve credere che senz'altro si verificherà. Perché Dio e' causa prima della retta e giusta natura, non del desiderio sconveniente, ne' della traviata licenza. Egli potrebbe sì fornire all'anima una vita eterna, ma "i cadaveri" dice Eraclito "son da buttar via più che lo sterco". Ma rendere irragionevolmente eterna la carne, piena di cose che il tacere e' bello, Dio certo né lo vorrà, né lo potrà. Egli e' infatti la ragione di tutti gli esseri e quindi non e' in grado di operare contro la ragione e contro se stesso. [1] Come avvenne per l'opera di Porfirio, condannata da un imperiale decreto.. [3] Basti pensare a Socrate stesso (presso Platone) e a Seneca: "Uguali ai nostri sono gli ammonimenti e gli insegnamenti dei filosofi: l'onesta', la giustizia, la fermezza, la temperanza, la verecondia". [4] La condanna del culto delle statue, discendente direttamente dalla legge ebraica, e' tema frequente dell'apologetica dei primi secoli. [5] Celso non allude qui (come Origene vuol fare intendere) al martirio cristiano, ma alla costanza del filosofo (si ricordi Socrate). Il martirio cristiano per i pensatori pagani e' frutto di fanatismo e di irragionevolezza. [6] Evirati, sfacciati e spudorati, i sacerdoti questuanti recavano per le città la statua della dea siriaca o Atargatis, la versione siriaca della frigia Cibele, la Magna Mater dei romani. [7] Gli iniziati ai misteri di una divinità si identificavano con essa e spesso venivano chiamati col nome del Dio. Mitra, in origine divinità iranica, poi identificato con le divinità solari elleniche, ebbe culto misterico in occidente a partire dal I secolo a.C. Sabadio, divinità trace e frigia della vegetazione, fu associato con Mitra e con Attis e quindi con la dea siriaca e con Cibele. Ecate, in origine divinità lunare, ma spesso confusa con Artemide e con Persefone, era anche la massima dea delle maghe e delle incantatrici. (8) Giust. II 9,1: "Dicono che sono favole vane e terrificanti quelle che noi raccontiamo circa la punizione degli ingiusti nel fuoco eterno e che noi vogliamo che gli uomini vivano in rettitudine per paura". Queste favole terrificanti sono,secondo Celso fraintendimenti dell'antica dottrina. [9] Le divinità degli egiziani erano rappresentate in forme di animali e di uomini con teste di animali. [10] Per il pagano Celso il concetto cristiano di "fede" era inconcepibile e sospette dovevano apparirgli le espressioni "rovinerò la sapienza dei sapienti e condannerò la prudenza dei prudenti (Isaia 1,19). La ricerca di Dio e della verità resta pur sempre, per un pagano, appannaggio del filosofo. [11] Che la propaganda cristiana si svolgesse spesso tra la gente umile ed ignorante, era un dato di fatto e nello stesso tempo il motivo dell'accusa che i pagani rivolgevano ai cristiani. [12] La bottega del cardatore era tanto frequentata dalle donne da essere indicata con lo stesso termine con il quale si indicava il gineceo (gynaikonitis). Le botteghe qui ricordate erano centri di propaganda cristiana. [13] L'accusa e' di origine giudaica e si trova forse testimoniata nei testi rabbinici (nei quali spesso Gesù e' indicato con l'espressione "un tale"), v. per es. Bonsirven: "R. Simeoni ben Azzai dice: ho trovato un registro genealogico a Gerusalemme ove era scritto: Un tale, bastardo, proviene da un matrimonio adultero (con la donna di un altro)". C'e' anche chi vede un'allusione a questa accusa in J. 8,41 dove alcuni Ebrei dicono a Gesù: "Noi non fummo generati da fornicazione, abbiamo un solo padre: Dio". La diffusione e la persistenza di tale accusa durante i primi secoli d.C. e' dimostrata anche dagli Atti di Pilato, secondo i quali, in occasione del processo, gli Ebrei rinfacciarono a Gesù la sua nascita da "fornicazione". [14] L'espressione e' omerica ed e' riferita al frutto di un amore segreto. [15] Così la tradizione rabbinica dalla quale Gesù e' chiamato Ben Pandera o Panthera (figlio di P.), confutata dagli apologisti cristiani, i quali sostenevano che Ben Pandera era nonno di Gesù o antenato comune di Giuseppe e di Maria (ma si tenga presente che nelle polemiche antiche un falso veniva più spesso confutato con un altro falso). [16] Il paragone con altre nascite da vergine era già stato attribuito da Giustino a Trifone, che cita appunto l'esempio di Danae, la madre di Perseo. [17] Nel sarcasmo e' implicito il paragone con le eroine sopra citate, che furono difese o salvate dai loro figli divini. [18] Tra i cristiani non credevano nella resurrezione gli gnostici, e probabilmente, agli inizi, alcuni gruppi di cultura greca Il Discorso della verità contro i cristiani – (Il Discorso fu scritto probabilmente nel 178 d. C.) Tratto da: Celso. Contro i cristiani (178 d.C). Traduzione, premessa al testo e note di Salvatore Rizzo. Biblioteca Universale Rizzoli - Milano, 1989.

Modificato da sierra.c il 09/11/2007 alle 16:25:52
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vertigo
vertigo
26/10/2004 7186
Inserito il 09/11/2007 alle: 17:25:41
"non so se un ateo è felice", ecco, in questa frase c'è tanta di quella ignoranza da far sorridere e da spaventare, questo sì! Pensare che gli "umani" possano essere suddivisi, di fronte a questa parola (LA FELICITA'), fra credenti e non credenti, come se la felicità potesse derivare per un "uomo" esclusivamente dalla partecipazione o meno al trascendente! L'essere credente per alcuni è talmente "totalizzante" per cui si arriva a pensare che chi "non-crede" sia di una categoria "altra" anche di fronte alle massime espressioni dell'essere "umani", quasi come il pastore errante leopardiano che contempla la sua ignara gregge priva di emozioni... Un saluto da un felice "ateo", Marioid="Georgia">id="blue">id="size3">
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mauri67
mauri67
05/06/2006 62
Inserito il 09/11/2007 alle: 18:05:09
Salve a tutti, io credo nell'esistenza di Dio, cerco di praticare la religione cattolica, con i miei limiti, le mie debolezze e difficoltà. Quindi non mi ritengo migliore di nessuno, credenti, non credenti, atei, agnostici. Però mi ritengo fortunato, perchè la fede riscalda il mio cuore, e dà un senso alla mia vita, nelle gioie, e nelle difficoltà. Ciao a tutti.
18
last
last
14/07/2007 2419
Inserito il 09/11/2007 alle: 18:25:32
[quote]Originally posted by vertigo
"non so se un ateo è felice", ecco, in questa frase c'è tanta di quella ignoranza da far sorridere e da spaventare, questo sì! Pensare che gli "umani" possano essere suddivisi, di fronte a questa parola (LA FELICITA'), fra credenti e non credenti, come se la felicità potesse derivare per un "uomo" esclusivamente dalla partecipazione o meno al trascendente! L'essere credente per alcuni è talmente "totalizzante" per cui si arriva a pensare che chi "non-crede" sia di una categoria "altra" anche di fronte alle massime espressioni dell'essere "umani", quasi come il pastore errante leopardiano che contempla la sua ignara gregge priva di emozioni... Un saluto da un felice "ateo", Marioid="Georgia">id="blue">id="size3"> Erroneamente ho postato la frase che tu hai trascritto ,all'inizio della risposta a Regalifii e mi scuso per il fraintendimento, tant'è che per esteso la frase è: Non so se un ateo sia felice o meno. Come non so se tutti i credenti lo siano. Io, in modo tranquillo e sereno riconfermo la mia felicità, grazie alla fede, e mi compiaccio che anche tu lo sia. Aggiungo che conosco persone arricchenti dal punto umano non solo come credenti, ma anche come atei.Per me questo è un altrettanto motivo di ricchezza e di gratitudine verso queste persone, che si traduce anche in un aspetto di "quella" felicità a me particolarmente cara. ciao e buona serata.
Yuma58-OLD
Yuma58-OLD
-
Inserito il 09/11/2007 alle: 18:40:47
quote:Originally posted by nicodibari
Si crede di essere atei, ma sotto sotto ognuno di noi ha un Dio al quale aggrapparsi nel momento del bisogno. Bisogna vedere nel dolore e nella disperazione, quando ognuno di noi è solo con se stesso cosa succede. Allegria. Nico >
> [;)][;)][;)]
21
vertigo
vertigo
26/10/2004 7186
Inserito il 09/11/2007 alle: 18:58:42
cara "last" e cari amici credenti: voi vi irritate se vi si tocca il vostro DIO e scattate come molle reclamando rispetto e parole che non feriscano la vostra sensibilità di credenti; bene, benissimo, io evito di dire cose che possano esere per voi irrispettose o irridenti, ma poi cheido a VOI di avere parole che non siano PER ME irridenti, mi becco del permaloso o dell'ignorante! Facciamo così, VOI decidete cosìè irriguardoso PER VOI, ma potreste lasciare pr cortesia decidere A ME cosa sia irridente PER ME??? Un caro saluto, baci e abbracci a tutti, Marioid="Georgia">id="blue">id="size3">
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nicodibari
nicodibari
13/12/2006 2407
Inserito il 09/11/2007 alle: 19:56:01
Vertigo, non ti arrabbiare. Chi crede in un Dio può bere alla sua fonte in ogni dove anche se c'è gente che scrive "non potabile". La fede è il coraggio di bere quell'acqua, anche se sembra putrida e salmastra. Poi c'è chi la vuole imbottigliare sotto etichette diverse, di vari colori e lingue...Ma la fonte è unica[;)] Nico
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last
last
14/07/2007 2419
Inserito il 09/11/2007 alle: 20:36:14
quote:Originally posted by vertigo
cara "last" e cari amici credenti: voi vi irritate se vi si tocca il vostro DIO e scattate come molle reclamando rispetto e parole che non feriscano la vostra sensibilità di credenti; bene, benissimo, io evito di dire cose che possano esere per voi irrispettose o irridenti, ma poi cheido a VOI di avere parole che non siano PER ME irridenti, mi becco del permaloso o dell'ignorante! Facciamo così, VOI decidete cosìè irriguardoso PER VOI, ma potreste lasciare pr cortesia decidere A ME cosa sia irridente PER ME??? Un caro saluto, baci e abbracci a tutti, Marioid="Georgia">id="blue">id="size3"> >
> Io rispondo per me e non per gli altri, dicendoti che non ti ho dato nè dell'ignorante (termine che invece hai adottato tu ) nè tantomeno sono scattata come una molla. A me non irrita il fatto che tu od altri non crediate: è affar vostro e quindi ve lo gestite come meglio credete: ma ci mancherebbe! La mia fede è ben salda, con tutto ciò che comporta: se ciò infastidisce ,per motivi di idee opposto al punto di creare lo scopo che è unicamente reazionario e provoatorio,che chi sa per quale motivo irritano: Boh. Mi spiace , ma non posso farci nulla e mi dissocio a certe provocazioni che non hanno senso, e come dice "qualcuno" sbatto i sandali dalla polvere e cambio "strada", quella che porta a dialoghi costruttivi , pur avendo idee contrapposte. E qui concludo davvero.[:)] Ciao ciao.
18
regalifii
regalifii
16/01/2007 890
Inserito il 09/11/2007 alle: 22:05:59
quote:Originally posted by nicodibari
Vertigo, non ti arrabbiare. Chi crede in un Dio può bere alla sua fonte in ogni dove anche se c'è gente che scrive "non potabile". La fede è il coraggio di bere quell'acqua, anche se sembra putrida e salmastra. Poi c'è chi la vuole imbottigliare sotto etichette diverse, di vari colori e lingue...Ma la fonte è unica[;)] Nico >
> Ma per parlare di religione bisogna per forza recitare cantici o parlare a metafore? C'é la possibilità di discuterne senza fare poesie? O l'argomento é talmente astratto e senza fondamento che i seguaci devono obbligatoriamente simulare un rapimento mistico tutte le volte che provano a spiegare qualcosa? Quando sentirò qualcosa di concreto dalla bocca di un credente? Qualcosa che non sia: la fede é fede, Dio é l'amore, ognuno di noi nel profondo ama dio... ecc..ec...
Yuma58-OLD
Yuma58-OLD
-
Inserito il 10/11/2007 alle: 06:51:58
quote:Originally posted by vertigo
cara "last" e cari amici credenti: voi vi irritate se vi si tocca il vostro DIO e scattate come molle reclamando rispetto e parole che non feriscano la vostra sensibilità di credenti; bene, benissimo, io evito di dire cose che possano esere per voi irrispettose o irridenti, ma poi cheido a VOI di avere parole che non siano PER ME irridenti, mi becco del permaloso o dell'ignorante! Facciamo così, VOI decidete cosìè irriguardoso PER VOI, ma potreste lasciare pr cortesia decidere A ME cosa sia irridente PER ME??? Un caro saluto, baci e abbracci a tutti, Marioid="Georgia">id="blue">id="size3"> >
> Caro Mario e cari tutti gli ateii, voi tutti, vi irritate tanto quando vi si tocca la credibilità della vostra politica, lasciateci irritare per qualcosa di buono e che non fa male a nessuno, o no ? SALUTONI ARMANDO
21
vertigo
vertigo
26/10/2004 7186
Inserito il 10/11/2007 alle: 09:43:28
Arma', mo' te spiego e vediamo se ci si capisce! Io sono "non-battezzato" e ho 50 anni, vissuto in un quartiere povero di una piccola città di provincia, bimbo negli anni '60, anni DURI, anni in cui la mattina iniziavi la lezione di 1a elementare recitando la preghiera IN LATINO (paternosterquiesisincieli, ecc. avemariagraziaplena, ecc.,) oppure "credoindiopadreonnipotentecreatrore delcieloedellaterra" e le DOVEVI dire,e DOVEVI andare a messa alle COLONIE,e DOVEVI andare a messa per il precetto pasquale e fare il tema sui "sepolcri" (mai visto un sepolcro, inventavo tutto e pigliavo 10!)e baciare il cristo al collo delle suore che passavano sotto casa, ma ame quelle suore non piacevano, non dicevano nulla, a me l'odore dell'incenso dà fastidio, a me delle mese non fregava niente (A ME, lo posso dire, è lecito o debbo infarcire il discorso di fiocchettini per non irritarvi???)! Ho a casa ancora i diplomi presi per la recita dei precetti cristiani, prendevo sempre il primo premio, per non farmi rompere le scatole dal prete che faceva CATECHISMO a scuola! Ecco, sono cresciuto con la perenne sensazione che c'era sempre qualcuno che doveva convincermi di qualcosa, che doveva RADDRIZZARMI (sai quante volte l'ho sentita 'sta parola...), portarmi sulla retta via, volente o nolente! Bene, ero NOLENTE e tale sono rimasto: il simbolo del bambino tenace nella sua convinzione è Santo Stefano, per voi, che si fece lapidare piuttosto che cedere le ostie consacrate, beh, io mi sentivo così, ma dal lato opposto! Io sono rimasto "QUELLO", diffidente con chi vuole spiegarmi coa significa il MIO atesismo, mi incavolo se mi chiedono se sono felice, mi irrito se qualcuno dice che nelle difficoltà poi diventerei un credente! Di fatto io non ho mai rotto le scatole a nessuno con il mio ateismo, non ho mai bestemmiato, mai urtato la suscettibilità DEL CREDENTE, partecipo alle messe per qualche lieta o dolente ocacsione in disparte con umana partecipazione, beh, non sempre VOI credenti avete la stessa sensibilità nei confronti di chi NON CREDE, che ne siate coscienti o neo, che ve en accorgiate o meno, è così, fidati! Un caro saluto, scusa lo sfogo, Marioid="Georgia">id="blue">id="size3">
21
giocanta
giocanta
21/02/2004 964
Inserito il 10/11/2007 alle: 10:04:49
quote:Originally posted by vertigo
mi incavolo se mi chiedono se sono felice, mi irrito se qualcuno dice che nelle difficoltà poi diventerei un credente! Di fatto io non ho mai rotto le scatole a nessuno con il mio ateismo, non ho mai bestemmiato, mai urtato la suscettibilità DEL CREDENTE, partecipo alle messe per qualche lieta o dolente ocacsione in disparte con umana partecipazione, beh, non sempre VOI credenti avete la stessa sensibilità nei confronti di chi NON CREDE, che ne siate coscienti o neo, che ve en accorgiate o meno, è così, fidati! Un caro saluto, scusa lo sfogo, Mario >
> uguale, uguale anch'io. Grazie per averlo spiegato così bene...chissà se se lo mettono in testa [;)] Michela (giocanta-moglie)
18
last
last
14/07/2007 2419
Inserito il 10/11/2007 alle: 11:56:10
Leggendo gli ultimi post, mi convinco sempre più che siete infastiditi dal fatto che crediamo, contrariamente alla sottoscritta che invece prende atto del vostro rifiuto,anche con affermazioni poco riverenti, senza attaccarvi. (a che scopo poi?) Qui lo dico e lo ripeto tranquillamente: è affar vostro non credere, e la cosa non mi stravolge e non mi turba per nulla. Ho 50 anni , non sono giovanissima, ed è lontano dal mio modo di pensare di avere preconcetti riguardo al mondo dei non credenti:ho amici atei e "persino" un musulmano e ciò è un motivo di crescita ulteriore per entrambi le parti. Non ho la presunzione di sentenziare o peggio di pretendere che voi possiate capire o sentirmi meglio di voi, ed in proposito , in altro mio post precedente ho espresso il mio compiacimento che qualcuno abbia detto che è felice: se anche questa mia affermazione è fonte di irritazione, significa che manca quella volontà umana di dialogare e di accogliere il "diverso" solo perchè la propria vita è sul cammino della fede , con tutto ciò che ne comporta, compresa la dignità ed il rispetto di te, non credente, che sei come me , parte integrante dell'umanità . Buona vita a tutti.
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