In risposta al messaggio di Dash del 03/05/2018 alle 14:48:36Si ma se non sai dove sei e non hai visibilità attorno a te, serve a ben poco...
Mappe offline anch'io (su TomTom con applicativo TTMaps), con anche mappa cartacea, che piegata in modo opportuno illustra la zona d'interesse attraverso una busta trasparente e impermeabile chiusa con velcro. Quella non si scarica mai... Ciao da Dash
In risposta al messaggio di Dash del 03/05/2018 alle 14:48:36La mappa cartacea ha senso in quelle occasioni solo se si disegnano le traverse e le si seguono con la bussola partendo da un punto certo.
Mappe offline anch'io (su TomTom con applicativo TTMaps), con anche mappa cartacea, che piegata in modo opportuno illustra la zona d'interesse attraverso una busta trasparente e impermeabile chiusa con velcro. Quella non si scarica mai... Ciao da Dash
In risposta al messaggio di dani1967 del 03/05/2018 alle 15:54:57Diamo per scontato che avessero un GPS, o anche un altimetro e bussola. Col GPS fai il punto e lo riporti sulla carta, con l'altimetro e sapendo che sei a una sella di una certa altezza in un'area di estensione limitata (diciamo 1500x1500 mq, a voler esagerare), sapere dove sei è abbastanza facile anche senza sapere le coordinate: basta seguire le isoipse della quota e incrociarle con tutte le selle di altezza circa compatibile con la rilevazione dell'altimetro. A questo punto se segui le indicazioni della bussola, e magari ti tieni allineato in cordata con l'ultimo che dà la direzione con la bussola, alla Cabane des Vignettes ci arrivi anche col whiteout. Se non avevano niente di ciò (no bussola? No altimetro? no GPS?), allora quello è andare in montagna da pisquani!
La mappa cartacea ha senso in quelle occasioni solo se si disegnano le traverse e le si seguono con la bussola partendo da un punto certo.
In risposta al messaggio di Dash del 03/05/2018 alle 16:14:01intanto il gps ce l'aveva la guida che quando ha lasciato il gruppo non immaginava certo che non sarebbe più tornato da loro e viceversa e dando per scontato che nessuno, avendo a disposizione la possibilità di salvarsi la pelle, ci rinunci chissà perchè, mi domando: ma se in 14 non sono stati capaci di nemmeno di tentare un espediente per contrastare il freddo, potevano mai districarsi con coordinate, mappe, isoipse, selle e quote in pieno whiteout con raffiche a 50 kmh (ma c'è chi dice anche 100)?
Diamo per scontato che avessero un GPS, o anche un altimetro e bussola. Col GPS fai il punto e lo riporti sulla carta, con l'altimetro e sapendo che sei a una sella di una certa altezza in un'area di estensione limitata (diciamo1500x1500 mq, a voler esagerare), sapere dove sei è abbastanza facile anche senza sapere le coordinate: basta seguire le isoipse della quota e incrociarle con tutte le selle di altezza circa compatibile con la rilevazione dell'altimetro. A questo punto se segui le indicazioni della bussola, e magari ti tieni allineato in cordata con l'ultimo che dà la direzione con la bussola, alla Cabane des Vignettes ci arrivi anche col whiteout. Se non avevano niente di ciò (no bussola? No altimetro? no GPS?), allora quello è andare in montagna da pisquani! Nella mia fotocamera da tasca (Nikon Coolpix AW 110) c'è un GPS, altimetro e bussola con visione sul display, giro sempre con 2 batterie di riserva oltre quella nella fotocamera. Autonomia: parecchi giorni (va in standby dopo un minuto di non utilizzo). L'importante è non perdere la testa, forse avevano qualcosa a mano e neanche lo sapevano... Ciao da Dash
In risposta al messaggio di dani1967 del 03/05/2018 alle 17:04:58infatti sono sicuro che c'è ancora molto che non sappiamo.
Ci saranno gli atti processuali perché è certo che verranno aperti fascicoli sia in Italia che in Svizzera. Io di solito mi muovo come dice Dash, ci ho fatto la tesi nei boschi segnando gli affioramenti con precisione metrica.Perché su 14-1 nessuno si sia sentito di farlo è un mistero. Verosimilmente, per paura dei crepi, ma cavolo, piuttosto mi sposto metro su metro tastando con la picca e andando su in sicurezza ma non sto fermo delle ore. 50 metri all'ora in 10 ore sono 500 metri, ti sei mosso, vivi. Sono stato il primo a dire che senza sapere i dettagli sono solo illazioni. Qui sostanzialmente ci stiamo facendo un globale onanismo mentale, ma del resto è un incidente che fa pensare a tutti quelli che sono stati in montagna.
In risposta al messaggio di salito del 03/05/2018 alle 18:18:12In realtà erano in 14. Lui è l'unico sopravvissuto del gruppo degli italiani.
Di sopravvissuti ce ne e' uno solo... continua a parlare a lodarsi , ero l unico che avevo il GPS, non si doveva partire..io sono stato l unico che non volevo morire ..io...io... ecc.ecc sembra si stia dando la zappa suipiedi avra' da difendersi , spiegare Se lui preparato qualificato da corsi specifici del CAI che ora si parla addosso ,non abbia rinunciato.contestato.precisato le decisioni quella mattina stessa alla partenza e non ora...dopo... Ricordiamoci che noi tutti in ogni occasione di emergenza di necessità abbiamo l obbligo di intervenire e maggior ragione se in qualche modo abbiamo delle competenze superiori agli altri del gruppo , Obbligo non solo morale ma anche civile penale.. ...nel prestare soccorso... ( tipo se sei infermiere a maggior ragione se dottore devi prodigarti intervenire se ci sono feriti ) In questo caso ha sbandierato di aver competenze conoscenze. mezzi adeguati alla situazione.e sono finiti tutti vodi malamente... eccetto lui... Gran brutta situazione.
In risposta al messaggio di mapalib del 03/05/2018 alle 18:33:13Come detto sin da subito non metto in dubbio le qualità umane e che ciascuno abbia umanamente fatto il possibile. Del resto sarebbe assurdo pensare altrimenti.
In realtà erano in 14. Lui è l'unico sopravvissuto del gruppo degli italiani. Per il resto sono anche io abbastanza perplesso, ma come ho detto preferisco aspettare...
In risposta al messaggio di dani1967 del 03/05/2018 alle 21:50:30Ti faccio una semplice domanda: Con un ricovero di fortuna sotto la neve (buco) e una copertina termica da pochi euro (quelle dorate che si usano nelle autoambulanze ecc.) quante persone si sarebbero salvate senza utilizzare GPS, bussola, o altre cose da professori della montagna ? Nulla di personale, ti faccio questa domanda perchè penso tu abbia la competenza per darmi una risposta
@ezio oetzi aveva problemi di rapporti col prossimo
In risposta al messaggio di ezio59 del 03/05/2018 alle 22:17:17
Ti faccio una semplice domanda: Con un ricovero di fortuna sotto la neve (buco) e una copertina termica da pochi euro (quelle dorate che si usano nelle autoambulanze ecc.) quante persone si sarebbero salvate senza utilizzareGPS, bussola, o altre cose da professori della montagna ? Nulla di personale, ti faccio questa domanda perchè penso tu abbia la competenza per darmi una risposta
http://www.mountainblog.it/reda...
Guide alpine Italiane
, che è costantemente in contatto con il Soccorso alpino vallesano (Svizzera) e la polizia vallesana (Svizzera), ha raccolto i seguenti dati accertati e verificati.http://www.altoadige.it/cronaca...
http://www.altoadige.it/topics/...
In risposta al messaggio di dani1967 del 03/05/2018 alle 22:44:40. Per me una guida per essere tale dovrebbe conoscere il territorio metro dopo metro anche in assenza della tecnologia, che va bene ma non è infallibile e saper riconoscere la preparazione dei partecipanti, non dico alla partenza ma lungo il percorso certe cose si notano e se il cerchio non quadra meglio tornare sui propri passi. Si sa però che le guide vengono pagate e chi paga ha sempre ragione da vendere.
Il Collegio Nazione Guide alpine Italiane, che è costantemente in contatto con il Soccorso alpino vallesano (Svizzera) e la polizia vallesana (Svizzera), ha raccolto i seguenti dati accertati e verificati. Il gruppo guidatoda Mario Castiglioni era partito dalla Cabane des Dix come da programma e nei tempi previsti per un regolare svolgimento della gita. Le condizioni della neve e le previsioni meteo permettevano di compiere il percorso. Le previsioni parlavano di un peggioramento meteo, ma comunque compatibile con il tempo necessario a coprire la tappa che di solito richiede circa 6 ore di marcia. Fino alle 9.30 circa il meteo è stato buono con ottima visibilità, come dimostrano le foto scattate da alcuni scialpinisti poi travolti nella tragedia: nell’arco di pochi minuti è subentrata una tempesta molto violenta (temperature molto al di sotto dello zero e venti oltre i 100 km orari). Il gruppo di Mario Castiglioni, da programma avrebbe dovuto pernottare al Rifugio Nacamuli, situato su suolo italiano e più lontano della Cabane des Vignettes: per entrambi i rifugi ad ogni modo il percorso coincide fino al piano sottostante i pendii su cui il gruppo si è fermato. Vicino al gruppo di Mario Castiglioni si muoveva anche un gruppo di scialpinisti francesi, distanti da loro pochi metri. Si sono arrestati sopra una dorsale di roccette a 3280 metri, nei pressi di un grosso ometto di pietra che è un punto di riferimento dell’itinerario dalla Cabane des Vignettes al Pigne d’Arolla. Lì li ha trovati il Soccorso alpino svizzero. Mario Castiglioni è stato ritrovato più sotto rispetto al resto del gruppo: è stato il primo a morire nella tragedia, non si sa se per il freddo o per una caduta o per entrambe le ragioni. Il gruppo era perfettamente attrezzato per l’itinerario dal punto di vista dell’equipaggiamento, la Guida alpina aveva con sé tutti i dispositivi necessari per la sicurezza, Gps, telefono satellitare e smartphone con carta topografica svizzera. Sia chiaro, una risposta di difesa corporativa necessaria. Solo che da quanto scritto tutti dovrebbero essere vivi. Avrebbero fatto meglio a stare zitti. Si Ezio, non potevano non sapere che facendo una truna si vive, non potevano non avere una pala, non era necessaria in una truna il telo. Sai, oramai 15 anni fa il mio migliore amico, una GA, muore in un incidente di eliski sulle mie montagne, con altri 4. L'elicottero porta su un altro mio amico GA a soccorrerlo, porta via l'unico sopravvissuto, ma poi il tempo gira e non può recuperarlo. Albi supera la notte in meteo infernale anche se non così estremo in una truna, e riscende il giorno dopo. Ma se la guida cade, e tu non sia dove andare, e sei su una selletta verosimilmente in roccia, per fare una truna ti devi spostare, e nel bianco non ti osi. Nessuno che comandi, nessuno che decida per tutti. Dal racconto del collegio è evidente tutto il limite di andare in montagna con le guide, si affida tutto a lui, e se lui muore, il gruppo è a perdere. Se davvero debbo credere a quella dichiarazione, è l'esatto contrario del mio modo di andare sui monti, dove io e ciascuno dei miei soci deve essere perfettamente autonomo e paritariamente responsabile, anche se la patacca dice il contrario. Non sopporto di essere portato in montagna, mi è capitato e non l'ho mai sopportato. Io francamente fossi stato del collegio non avrei mai emesso quel comunicato. In ogni caso con vento a 100 km/h non credo che si possa salire. Non stai in piedi, non tieni nulla in mano.
In risposta al messaggio di sergiozh del 04/05/2018 alle 08:34:27Sempre tenendo conto che siamo nel campo dell'onanismo mentale non essendo stati li, il tuo ragionamento è nel campo del senno del poi. In montagna il brutto tempo lo si è sempre afforontato, spesso e volentieri è assia fastidioso, pericoloso si, ma non comporta in media morte e guai simili. Alzi la mano chi non ha preso in quota una bufera ? A me è capitato più volte, e di solito ho risolto tenendo in auto un ricambio completo per tornare a casa asciutto. Quindi è ovvio che pensavano di poter gestire la bufera, che non immaginavano di quella intensità e drammaticità.
A me da non esperto sono due le cose che non tornano: 1. nella bufera non avrebbero dovuto trovarvisi perche' le previsioni del tempo c'erano 2. Anche se si sono trovati nella bufera, la bufera non si forma in 10 secondima in un attimo piu' di tempo e questo tempo e' sufficiente per tirare fuori il telefono satellitare e lanciare l'allarme per i soccorsi e questo non e' stato fatto malgrado avesse il telefono satellitare.
In risposta al messaggio di enzodc del 04/05/2018 alle 10:23:01dati " accertati e verificati" ...
Leggo con interesse le osservazioni e riflessioni di Dani1967, uno dei pochi a scrivere, evidentemente da persona preparata quale è, con concretezza senza lasciarsi andare a commenti inappropriati. L'unica cosa su cui misento di dissentire è la valutazione di difesa d'ufficio attribuita al comunicato del Collegio delle Guide Alpine. Probabilmente, sull'onda di vari giudizi sparati a caso, di cui abbiamo un esempio su questa discussione, hanno ritenuto di rendere noti quelli che sono dati accertati e verificati acquisiti presso le autorità svizzere. Questo è quanto leggo io nel comunicato. Nessuna e sottolineo nessuna valutazione in ordine ai comportamenti tenuti dalla/dalle guide. Sicuramente qualcosa (probabilmente più di una) è andata storta ed evidentemente, se la guida ha detto di restare sulla sella era perché confidava in una soluzione rapida del problema, proprio per le cognizioni espresse da Dani1967 circa l'opportunità di rimanere in quel posto; del resto, se come sembra non erano a grande distanza dal rifugio, la guida stessa ne doveva essere consapevole, atteso che si trovavano in un punto ben definito. Come poi siano in realtà andate le cose è ancora poco chiaro; resta il fatto che la destinazione era stata cambiata proprio per cercare di anticipare l'arrivo del maltempo ma non ce l'hanno fatta.