Ecco un altro sito minerario interessante da visitare, la miniera di Orbai. Questa volta non si tratta di un villaggio abbandonato, ma peggio. Si tratta di un villaggio che era abbandonato, che è stato restaurato con notevole spesa, poi nuovamente abbandonato. Nella zona c’è anche una foresta demaniale di sicuro interesse paesaggistico.
Dalla strada provinciale che collega Siliqua a Villamassargia, si imbocca un bivio a sinistra situato in coordinate 39° 16’ 2,42” N 8° 43’ 25,90” E. Da qui in poi ci aspettano cinque chilometri di strada bianca ma abbastanza larga, con frequenti slarghi e in ottime condizioni.
In coordinate 39° 14’ 11,64” N 8° 42’ 41,86” si giunge in uno spiazzo alberato, in prossimità di un ponte in pietra che scavalca un ruscello e di un caseggiato, il primo che si nota restaurato di recente. Un vicino prato e alcuni “parcheggi” in mezzo agli alberi, invitano ad alla sosta.
Di qui la strada prosegue in due direzioni. Sulla destra si entra nel parco demaniale di Monte Cadelano ma si è subito fermati da una sbarra, sulla sinistra la strada si stringe e si infila sotto le fronde degli alberi. Quindi ognuno secondo le caratteristiche del proprio mezzo e del bene che gli vuole, deciderà se proseguire fino al villaggio o no. In ogni caso resta solo un altro chilometro, noi che siamo temerari abbiamo proseguito a piedi.
Quasi subito si aggira un area recintata dall’aria un po’ sospetta. Un terreno in accentuata pendenza coperto di sabbia e teloni verdi e con degli sfiati verticali. Si tratta della bonifica di una delle discariche della miniera, qui si estraevano piombo, zinco e bario, metalli pesanti e quindi inquinanti. Giunti ad un bivio si nota l’accesso ad una galleria mineraria, è sbarrato da una grata. Proseguiamo prendendo a sinistra.
Giunti al villaggio 39° 14’ 5,26” N 8° 43’ 5,27” E si resta a bocca aperta. Ormai usciti dal bosco lo sguardo spazia verso la piana del Cixerri. Il villaggio è composto da numerose case oltre ad altri edifici, bassi ma più grandi, che dovevano essere officine e capannoni per le lavorazioni. Le strade sono accuratamente lastricate e vi sono diverse scale bordate con muretti di pietra, che conducono ai livelli più alti del sito. C’è una fontanella funzionante e diverse panchine. Poi nientemeno, un campo da tennis con tanto di torri di illuminazione. Peccato manca solo la rete, ma sarebbe stato pretendere troppo.
Ogni porta e ogni finestra è pesantemente protetta da una grata in ferro. Con qualche ricerca su internet ho scoperto la storia passata e quella recente, di ennesimo immane spreco di denaro pubblico. Cinque milioni di Euro.
In altre parole quando si tratta di costruire o anche restaurare siamo molto bravi, anche se lenti (i lavori sono iniziati negli anni 90 e non sono ancora terminati) e i soldi si trovano sempre. Ma quando si tratta di gestire il costruito il discorso cambia.
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