In risposta al messaggio di Paolo62 del 27/09/2021 alle 16:43:50>>Anche quella di mangiare altri esseri viventi in maniera così smodata ed illimitata, forse, va in qualche modo rivista
Al di là delle convinzioni e delle idee, o più semplicemente delle conoscenze personali, c'è un dato sopra a tutti, e cioè che la massa biologica terrestre è costituita per il 70% dagli allevamenti di bestiame (terrestree acquatico). Che siano per alimentazione, per vestirsi per correre o per qualsiasi altra cosa. Quanto il pianeta potrà sostenerla ? Siamo già oltre la china o c'è modo di recuperare ? Noi guardiamo negli occhi un cane e pensiamo : che barbari i cinesi che mangino i cani ! Un indiano guarda una vacca negli occhi e probabilmente penserà lo stesso di noi... La sovrappopolazione della terra non è solo umana, e' anche e soprattutto animale. Polli di 28 giorni, bovini di 11 mesi, maiali di 12 mesi... tutti animali che secondo natura vivrebbero decine di anni ed invece vengono allevati, spesso in condizioni scomode, uccisi spesso con crudeltà, imbottiti di farmaci, o ammalati di proposito per il loro fegato, e spesso uccisi poco più che cuccioli per consumarne la carne. Al di là dell'etica, che questo post dimostra come sia soggettiva, quanto il pianeta ci permetterà ancora di allevare animali per mangiarli a prescindere dalla loro vita potenziale ? Siamo sicuri che la strada giusta sia quella di permettere a tutti di mangiare tutta la carne che desiderano ? Io credo di no. Il problema è che noi non sappiamo che una vacca da latte, che potrebbe vivere più di 20 anni, viene uccisa mediamente dopo 2,5 lattazioni (parti) perchè poi diventa antieconomica (o meglio, è più economico ingrassarla e macellarla sostituendola con una più giovane) quindi ben prima dei suoi 10 anni. Noi non sappiamo che un pollo che acquistiamo al supermercato spesso non ha 1 mese di vita, e lo stesso è per tante pratiche che vengono svolte negli allevamenti. Un allevamento più umano non permetterebbe di mettere in tavola uova e formaggi a profusione , non ce ne sarebbero per tutti. Il fatto è che non ci pensiamo e non lo sappiamo. La crudeltà delle Isole Faroe è esecrabile e colpisce molto, ma negli allevamenti di terra e di mare le condizioni di vita e di morte non sono molto diverse. Qualche servizio sui Salmoni è uscito e si sono viste le condizioni di vita di quegli animali... Quindi è giusto scandalizzarsi, ma bisognerebbe farlo anche per tutte le altre situazioni quotidiane analoghe. Si potrebbe obiettare che per mangiare... beh, si può sopravvivere più che dignitosamente, mangiando altro ed il pianeta ringrazierebbe sia in termini di emissioni di Co2 e di metano che di consumo di acqua. La tradizione delle Isola Faroe è abominevole ed andrebbe superata. Anche quella di mangiare altri esseri viventi in maniera così smodata ed illimitata, forse, va in qualche modo rivista. Si parla del festival di Yaulin... e di questo che avviene nella civilissima Spagna ? ( e chissà quanti in Italia) qui c'è meno sangue, ma cambia qualcosa ?
In risposta al messaggio di Steu851 del 28/09/2021 alle 17:03:38Resta comunque una sostanziale differenza. La sensibilità all'aggressione di alcune piante è stata accertata, ma il livello di prostrazione di un vegetale, che è statico per natura, è imparagonabile a quella animale. Una coltivazione intensiva di mais non vede le piante soffrire, prova ne sia il fatto che vegetano senza danni, per gli animali, purtroppo, anche la sola costrizione fisica è evidente. Le piante sembrano, anzi, ormai è sicuro, si trasmettono informazioni quando subiscono l'aggressione di un erbivoro, ma non vi è dimostrazione di sofferenza. Esistono, infatti, i fruttariani, che si cibano solo di frutti, per la maggior parte caduti, in quanto non "asportati" dall'albero. Ma se vogliamo, anche quella è vita potenziale "stroncata" ! Quindi...che fare ? Morire di fame ? Penso, ma è la mia opinione, che ci sia comunque una grande, enorme differenza con la costrizione ed uccisione degli animali. La sovrappopolazione è sicuramente il problema a monte, ma anche l'esistenza di un solo essere al vertice della catena alimentare si può considerare la nascita del problema. Senza, però disquisire sul sesso degli angeli, la riduzione degli allevamenti intensivi ridurrebbe di gran lunga le emissioni dei gas serra, e tanti vegetali coltivabili produrrebbero una grande quantità di ossigeno trasformandolo dall'anidride carbonica. Poi magari resta l'equilibrio delle specie... insomma, problemi infiniti !
>>Anche quella di mangiare altri esseri viventi in maniera così smodata ed illimitata, forse, va in qualche modo rivista cosa intenderesti mangiare, pietre, roba sintetica? O forse ritieni che i vegetali non sianoviventi? Hai presente una coltivazione intensiva di mais? Escludendo l'allevamento industrializzato spesso gli animali di allevamento pascolano in zone non coltivabili. Il problema a monte è la sovrappolazione umana tutto il resto ne è una conseguenza
In risposta al messaggio di Paolo62 del 28/09/2021 alle 18:39:03Ri- condivido, aggiungendo che comunque da qualche parte bisogna comunque cominciare, da troppi, troppi anni si parla, parla, parla, spesso dicendo palesi scemenze ed il tempo passa, ora il tempo è finito/ sta finendo, la natura, alla perenne ricerca di situazioni di equilibrio, ci penserà lei direttamente e saranno uccelli per diabetici
Resta comunque una sostanziale differenza. La sensibilità all'aggressione di alcune piante è stata accertata, ma il livello di prostrazione di un vegetale, che è statico per natura, è imparagonabile a quella animale.Una coltivazione intensiva di mais non vede le piante soffrire, prova ne sia il fatto che vegetano senza danni, per gli animali, purtroppo, anche la sola costrizione fisica è evidente. Le piante sembrano, anzi, ormai è sicuro, si trasmettono informazioni quando subiscono l'aggressione di un erbivoro, ma non vi è dimostrazione di sofferenza. Esistono, infatti, i fruttariani, che si cibano solo di frutti, per la maggior parte caduti, in quanto non asportati dall'albero. Ma se vogliamo, anche quella è vita potenziale stroncata ! Quindi...che fare ? Morire di fame ? Penso, ma è la mia opinione, che ci sia comunque una grande, enorme differenza con la costrizione ed uccisione degli animali. La sovrappopolazione è sicuramente il problema a monte, ma anche l'esistenza di un solo essere al vertice della catena alimentare si può considerare la nascita del problema. Senza, però disquisire sul sesso degli angeli, la riduzione degli allevamenti intensivi ridurrebbe di gran lunga le emissioni dei gas serra, e tanti vegetali coltivabili produrrebbero una grande quantità di ossigeno trasformandolo dall'anidride carbonica. Poi magari resta l'equilibrio delle specie... insomma, problemi infiniti !
In risposta al messaggio di Paolo62 del 28/09/2021 alle 18:39:03Un ottimo intervento
Resta comunque una sostanziale differenza. La sensibilità all'aggressione di alcune piante è stata accertata, ma il livello di prostrazione di un vegetale, che è statico per natura, è imparagonabile a quella animale.Una coltivazione intensiva di mais non vede le piante soffrire, prova ne sia il fatto che vegetano senza danni, per gli animali, purtroppo, anche la sola costrizione fisica è evidente. Le piante sembrano, anzi, ormai è sicuro, si trasmettono informazioni quando subiscono l'aggressione di un erbivoro, ma non vi è dimostrazione di sofferenza. Esistono, infatti, i fruttariani, che si cibano solo di frutti, per la maggior parte caduti, in quanto non asportati dall'albero. Ma se vogliamo, anche quella è vita potenziale stroncata ! Quindi...che fare ? Morire di fame ? Penso, ma è la mia opinione, che ci sia comunque una grande, enorme differenza con la costrizione ed uccisione degli animali. La sovrappopolazione è sicuramente il problema a monte, ma anche l'esistenza di un solo essere al vertice della catena alimentare si può considerare la nascita del problema. Senza, però disquisire sul sesso degli angeli, la riduzione degli allevamenti intensivi ridurrebbe di gran lunga le emissioni dei gas serra, e tanti vegetali coltivabili produrrebbero una grande quantità di ossigeno trasformandolo dall'anidride carbonica. Poi magari resta l'equilibrio delle specie... insomma, problemi infiniti !
In risposta al messaggio di salvatore del 15/09/2021 alle 20:02:20Saludos
Una autentica vergogna Una ferocia inaudita e totalmente inutile. E meno male che i popoli nordici sono portati come esempio di civilta'!
In risposta al messaggio di mausone46 del 14/10/2021 alle 01:17:37Invece io evito consumare carboidrati e dolci..
Per motivi economici in casa nostra negli anni che furono si usava pochissima carne, ma molta pasta. Ad oggi preferisco 10 volte di piu la pasta alla carne. E' approvato che il consumo sfrenato di carne porta moltissime malattie.Conosco un caso in famiglia, dove oggi alla porta dei 60 anni si e' visto presentare il conto da saldare. Le nuove generazioni hanno gia iniziato a consumare meno carne, il successo anche economico di ditte americane come Beyond Meat e Impossible Food sono li a testimoniare che i tempi cambiano. Io me lo spero, in ogni caso non posso condividere crudelta' del genere e se posso evito di sostenere economie del genere. Per alleggerire un po la discussione, preferisco di gran lunga un cannolo siciliano ad una bistecca fiorentina.