In risposta al messaggio di Tequi del 25/01/2018 alle 11:56:31si, ma converrai che essendo una mail certificata e usata per scopi istituzionali, non è ammissibile questo errore
Sulle mail non c'è mai il case sensitive..
http://www.ietf.org/rfc/rfc5321...
http://www.agid.gov.it/sites/de...
In risposta al messaggio di RobVision del 25/01/2018 alle 15:09:27Non è che mandano la mail non a te ma ad una azienda con nome uguale e PEC diversa, ma chi va a cercare fa casino?
In realtà non è vero che non c'è il case sensitive anzi, il contrario, lo standard prevede il case sensitive ma incoraggia anche a non usarlo: Un estratto utile: - The local-part of a mailbox MUST BE treated as casesensitive. Therefore, SMTP implementations MUST take care to preserve the case of mailbox local-parts. In particular, for some hosts, the user “smith” is different from the user “Smith”. However, exploiting the case sensitivity of mailbox local-parts impedes interoperability and is discouraged. Mailbox domains follow normal DNS rules and are hence not case sensitive. - Sono andato a ri controllare sul sito dell'autorità, ho guardato bene i flussi e le specifiche tecniche ed in realtà mi sono reso conto che prima avevo letto distrattamente, e non si specifica il case sensitive anzi, non si menziona affatto limitandosi alla mimica tra domini. Sono quindi andato a spulciarmi i RFC MIME e compagnia, ed in tutti si tratta di case insensitive, non capisco davvero quindi come possa accadere che su pec.it (Aruba) possano trattare in modo difforme la PEC. Aggiungo: ho telefonato all'assistenza tecnica Aruba (titolare di pec.it) 05750500 chiedendo lumi, mi hanno garantito che il nome di casella di posta è case-insensitive quindi non fa distinzione tra maiuscole e minuscole. Non è che mandano la mail non a te ma ad una azienda con nome uguale e PEC diversa, ma chi va a cercare fa casino? R
In risposta al messaggio di impiegatodelvolante del 25/01/2018 alle 11:01:00dipende dal fatto che esistono due imprese alle quali è stato assegnato lo stesso indirizzo PEC; infrequente ma non impossibile
se poi fanno come è successo a me, che sono obbligato ad averla, mi arrivano pec di un altra azienda. la mia è NOME@pec.it e mi arrivano le pec di nome@pec.it . le prime notifiche che mi arrivavano mi prendeva un colpo,ora lo so e prima guardo chi è effettivamente il destinatario. però è una rottura dover sempre dimostrare che non sono io il destinatario di quella notifica.
In risposta al messaggio di PDR del 25/01/2018 alle 15:52:23Ma gli indirizzi non vengono "assegnati", vengono semmai registrati: non possono essercene 2 uguali, altrimenti sarebbe il fallimento della base dati. Se invece a livello di ag.entrate fossero stati registrati lo stesso indirizzo per 2 aziende tutto possibile, se non viene fatto un controllo di consistenza.
dipende dal fatto che esistono due imprese alle quali è stato assegnato lo stesso indirizzo PEC; infrequente ma non impossibile
In risposta al messaggio di RobVision del 25/01/2018 alle 15:09:27Mi sono espresso male, non volevo dire che non esiste tecnicamente ma che non viene usato.
In realtà non è vero che non c'è il case sensitive anzi, il contrario, lo standard prevede il case sensitive ma incoraggia anche a non usarlo: Un estratto utile: - The local-part of a mailbox MUST BE treated as casesensitive. Therefore, SMTP implementations MUST take care to preserve the case of mailbox local-parts. In particular, for some hosts, the user “smith” is different from the user “Smith”. However, exploiting the case sensitivity of mailbox local-parts impedes interoperability and is discouraged. Mailbox domains follow normal DNS rules and are hence not case sensitive. - Sono andato a ri controllare sul sito dell'autorità, ho guardato bene i flussi e le specifiche tecniche ed in realtà mi sono reso conto che prima avevo letto distrattamente, e non si specifica il case sensitive anzi, non si menziona affatto limitandosi alla mimica tra domini. Sono quindi andato a spulciarmi i RFC MIME e compagnia, ed in tutti si tratta di case insensitive, non capisco davvero quindi come possa accadere che su pec.it (Aruba) possano trattare in modo difforme la PEC. Aggiungo: ho telefonato all'assistenza tecnica Aruba (titolare di pec.it) 05750500 chiedendo lumi, mi hanno garantito che il nome di casella di posta è case-insensitive quindi non fa distinzione tra maiuscole e minuscole. Non è che mandano la mail non a te ma ad una azienda con nome uguale e PEC diversa, ma chi va a cercare fa casino? R
In risposta al messaggio di RobVision del 25/01/2018 alle 16:00:33no, non è come dici e te lo spiego perché era (ora non lo è più) possibile
Ma gli indirizzi non vengono assegnati, vengono semmai registrati: non possono essercene 2 uguali, altrimenti sarebbe il fallimento della base dati. Se invece a livello di ag.entrate fossero stati registrati lo stesso indirizzo per 2 aziende tutto possibile, se non viene fatto un controllo di consistenza.
In risposta al messaggio di PDR del 26/01/2018 alle 10:43:19Hai convalidato il mio discorso: io ragionavo per puro tecnicismo (il DB non può permettere due indirizzi uguali), quindi ne impedisce la registrazione. Se poi a livello di CCIAA o altro ente registrano in modo autonomo dati che possono essere cancellati/inseriti senza il controllo incrociato con il fornitore della email certificata ecco che scatta il problema, si crea cioè una inconsistenza/incoerenza della base dati. Invece di dare ad aziende terze il compito di manutenere le basi dati, fosse lo stato centrale che detiene tali informazioni erogando le PEC e relativi indirizzi (con uno solo dominio o due a seconda se privati o PIVA) magari dando ad ogni titolare di CF una pec semplice, tipo CF@pec.gov.it e ad ogni p.iva PIVA@pec.gov.it con la possibilità di registrare autonomamente un alias.. non ci vuole la scienza infusa, basta un minimo di cervello ma soprattutto nozione di cosa si fa (cose latenti tra la dirigenza degli apparati governativi, dato di fatto).
no, non è come dici e te lo spiego perché era (ora non lo è più) possibile Caso 1: la ditta x ha una pec assegnata: ditta@pec.it (ad esempio); la registra in CCIAA e poi la lascia scadere; il gestore di PEC libera l'indirizzoe lo mette a disposizione sul mercato, assegnandolo al primo che lo richiede; se è una ditta può registrarlo in CCIAA, tempo fa non c'erano controlli su PEC duplicate Caso 2: enne imprese con lo stesso commercialista che per comodità di gestione delle notifiche da parte della CCIAA registra la propria PEC di studio, che quindi risulta assegnata a CF differenti (ora non è più possibile, quando l'operatore camerale procede alla iscrizione c'è un blocco invalicabile sulla pratica) Ovviamente ci sono nel registro tante vecchie registrazioni che periodicamente si provvede a ripulire.
In risposta al messaggio di Gasoline del 24/01/2018 alle 08:18:06la mia banca ti aggrega al conto una pec gratuita ma se io non la segnalo ad altri ,nessuno potrà mai contattarmi tramite questa pec quindi le multe mi arrivano cartacee come sempre ,mentre io se voglio posso comunicare con chi voglio tramite pec .
Occhio alla posta elettronica certificata... (Pec). A volte, non averla può essere meglio... e non solo per ritardare (non di poco) la ricezione di una multa. Anche il commercialista, me ne sconsiglia l'uso... chi vuol capire capisca. > i6514118009081037322